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Salto Dimensionale: Libro 1 Della Serie Salto Dimensionale
Salto Dimensionale: Libro 1 Della Serie Salto Dimensionale
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Salto Dimensionale: Libro 1 Della Serie Salto Dimensionale

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About this ebook

Le dimensioni sono nel caos, la magia è illegale l’acqua un bene prezioso. Kyrin è in fuga dalla legge. E’ stata condannata a morte perché usa la magia e gli Shadowmere cui è sfuggita le danno la caccia, per usarla come arma. Saltare da una dimensione all’altra è l’unica cosa che la tiene in vita.

Sul punto di essere catturata dagli Shadowmere, Kyrin inciampa in una dimensione che non soffre la siccità e che sembra fuori dalla portata dell’ira dei Consorzi. In questa dimensione Kyrin trova gente innocente dei mali dell’universo e inconsapevole dei mondi che la circondano.

Lord Alric governa sul suo regno da quindici anni, sotto la guida del loro dio, Sithias. Prima del suo tempo, le divinità avevano combattuto e avevano sradicato il male da quelle terre. Finché non è arrivata Kyrin, Alric non aveva nemmeno mai pensato che il male potesse essere ancora tra di loro o che l’uso della magia, considerato estinto da tempo, potesse tornare.

LanguageItaliano
PublisherT.M. Nielsen
Release dateApr 11, 2012
ISBN9781476470139
Salto Dimensionale: Libro 1 Della Serie Salto Dimensionale
Author

T.M. Nielsen

T.M. Nielsen doesn't necessarily consider herself an author. She's an every-day woman who had a story to tell. Never intending to let anyone else read it, she decided to put it all down on paper. What she ended up with is a fascinating tale filling books full of drama, adventure, action, romance, and excitement.When asked why she decided to publish, she stated, "I want for others to be able to forget about problems in life and to lose themselves in my world... the world of the heku. While I write, I laugh, cry, grin, gasp, and my heart races. I want others to experience that too."T.M. Nielsen is a computer tech by trade and lives with her husband and two beautiful daughters. She's the author of Amazon.com's bestselling series The Heku Series and the Dimensions Saga, along with a Heku Series spin-off book called Return of the Encala. She's been listed numerous times on Apple's Breakout Books and on Amazon.com's top 20 in Fantasy.**** From TM ****I updated my books all the time! Check back often for new, cleaner versions. I can't afford an editor, but any time I hear of an error, I fix it immediately.

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    Uno dei migliori fantasy da me letto: la trama è semplice, ma anche coinvolgente, con l' impressione di essere immersi in una partita di un gioco di ruolo. Valorizzato dall' ottima costruzione della psicologia dei personaggi principali, che anche agendo in modo imprevedibile, rimangono fedeli ai propri ideali

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Salto Dimensionale - T.M. Nielsen

Chapter 1

Kyrin si accucciò dietro l’alta pietra tombale e preparò il mazzafrusto. Respirava lentamente e con calma. Non era la prima volta che la attaccavano e nemmeno la prima volta che il suo passato la obbligava a spargere sangue. Scrutò l’area intorno a lei con i grandi occhi castani, che si scurivano fino a quasi diventare neri quando andava in collera.

Era una donna minuta ma muscolosa, grazie ai tanti anni di combattimenti. Anche se la sua arma preferita era la magia, non rinunciava a usare la forza bruta, se era necessario. I lunghi capelli castani erano raccolti in una spessa treccia che le ricadeva sulla schiena, lunga quasi fino alle ginocchia e una sottile cicatrice le segnava il lato del volto.

Era bella ma lo nascondeva dietro i cappucci abbassati, e si teneva nell’ombra. Si offendeva se qualcuno la riteneva o le diceva che era bella. Nel suo mondo, la bellezza avrebbe facilmente potuto farla uccidere e le donne che la mettevano in mostra erano senza cervello e stupide. Le donne belle erano vendute o date in cambio della vita della loro famiglia.

Sentì i passi che si avvicinavano, i passi del Consorzio Shadowmere. Erano sei anni che la inseguivano, da quando era sfuggita alla loro schiavitù. Da quel momento la stavano cercando, considerandola una preziosa proprietà perduta. C’erano voluti anni per affinare la sua magia e farla diventare una maga potente e gli Shadowmere non sprecavano mai il loro tempo o il loro denaro. Le sue abilità erano preziose e il loro scopo principale era la sua cattura.

Vieni fuori, piccolina, la chiamò una voce burbera. Waymen era il capo della Squadra dei Sequestratori del Consorzio Shadowmere, quelli che arrestavano le persone in fuga, ed era il primo che trovava la sua pista, in questa nuova dimensione: Non puoi nasconderti per sempre. Hai le spalle al muro.

Kyrin si guardò in giro attentamente, cercando un qualsiasi segno che ci fosse un portale vicino. La sua innata abilità di saltare da una dimensione all’altra l’aveva tenuta in vita nei sei anni che aveva trascorso fuggendo, ma, prima, doveva trovare una chiave per aprire il portale tra le dimensioni. Gli Shadowmere non potevano passare naturalmente da una dimensione all’altra, ma avevano imparato alla svelta a conoscere alcune delle particolarità dei portali.

Questa dimensione era piena di morti. Era un posto che gli Shifter, i cambia-dimensioni usavano per nascondere i corpi dei loro cari, in modo che il Consorzio dei non-morti, i Nosata, non potesse trovarli e usare i loro cadaveri come accoliti. La dimensione era piena di pietre tombali meravigliosamente scolpite e tombe elaborate e l’odore della morte nel vento era forte.

È qui, disse Waymen a un altro degli Shadowmere.

Sissignore, è qui

Kyrin, non puoi più nasconderti da noi! Mika ha promesso che non ti punirà se ti consegni. Non ti farà del male.

Kyrin sapeva che era una menzogna. Gli Shadowmere erano maestri torturatori e infliggevano punizioni feroci per il più piccolo crimine. La maggior parte dei loro devoti seguaci era stata obbligata con la tortura a sottomettersi e Kyrin aveva passato molte notti nelle loro stanze delle torture. La sua magia aveva cominciato a manifestarsi proprio durante una delle loro brutali sessioni di tortura ed era stato allora che gli Shadowmere avevano scoperto che la loro schiava era qualcosa di più di una semplice nuova serva, era diventata un’arma.

Mika, il capo del Consorzio Shadowmere si era occupato personalmente del suo addestramento e aveva controllato la sua vita quotidiana. Si diceva che l’avrebbe aggiunta alle sue concubine non appena avesse raggiunto l’età legale ma quando era fuggita da lui alla tenera età di 11 anni, le mancava ancora un anno.

Restando nascosta, ricordò la notte di sei anni prima, quando aveva visto per la prima volta una moneta luccicante per terra. Dapprima la aveva ignorata. Aveva ben altro per la testa che raccogliere da terra monete perdute. Era appena fuggita dalla stanza di Mika, dove il suo addestramento aveva assunto una natura più personale, innescando il suo istinto a fuggire. Era scappata usando una magia proibita e si era nascosta dalle squadre di Sequestratori degli Shadowmere in un piccolo cimitero fuori dalla città.

Quando gli Shadowmere furono passati, si rese conto che avrebbe avuto bisogno di soldi per trovare un passaggio e andarsene dalla città, lontana da Mika e dalla sua banda.

Era preoccupata perché anche il Consorzio di Clemenza l’avrebbe cercata per aver infranto le leggi. Il loro nome era ben lontano dall’indicare la loro vera natura, e si erano autonominati tutori della legge. Infrangere le leggi che proibivano l’uso della magia era punibile con la morte e Kyrin aveva usato la magia per sfuggire alle avance indesiderate di Mika. La magia era stata proibita dal Consorzio di Clemenza perché era innaturale e veniva considerata malvagia all’autoproclamatosi Consorzio di misericordia.

Appena l’undicenne raccolse la moneta, la porta apparve di fronte a lei. Non era come una porta qualunque. Era più una sagoma, un alto profilo rettangolare che brillava nella notte. Anche se la sua luce era quasi accecante, non creava ombre e non sembrava avesse attirato l’attenzione di nessuno intorno. Si aprì lentamente e, oltre la porta, Kyrin vide una nuova terra, coperta di campi brulli e terreni incolti e secchi.

Non avendo altra scelta, la attraversò e si guardò indietro. Alla luce chiara del giorno, la porta era scomparsa e dietro di lei c’erano solo altre colline. Non c’era traccia della notte scura di un momento prima. Lo sentì dentro di sé appena passò attraverso il portale. Era nata per camminare tra le dimensioni e questa capacità le aveva salvato la vita.

Sei anni dopo, era ancora in fuga. Kyrin si guardò attorno di nuovo, sperando di trovare qualcosa che la indirizzasse verso una nuova dimensione. Pregò silenziosamente il suo dio perché la aiutasse, ma lui trascurava spesso i suoi seguaci e godeva nel vederli puniti e maltrattati. Tentò comunque e quando riaprì gli occhi, lo vide dall’altra parte del cimitero. Il bastoncino appoggiato alla parete di pietra sarebbe passato inosservato a chiunque non avesse nel sangue la capacità di cambiare dimensioni.

Due degli Shadowmere erano in piedi proprio accanto al bastoncino e si guardavano attorno cercandola. Indossavano la solita divisa Shadowmere, un’armatura nera, e i loro volti erano nascosti dalla pesante visiera. Kyrin sapeva che sotto l’armatura i corpi guizzavano di muscoli potenti, coperti di cicatrici e carne mutilata. Gli Shadowmere non indossavano mai mantelli, avrebbero impedito loro di combattere e loro erano ben conosciuti e temuti per le loro abilità di combattenti.

Kyrin doveva agire in fretta. Le chiavi dei portali non restavano in giro a lungo e se non fosse uscita alla svelta da questa dimensione gli Shadowmere l’avrebbero catturata. Poteva solo immaginare gli orrori che avrebbe dovuto affrontare dopo essere stata in fuga per sei anni. In quegli anni aveva ucciso cinque dei Sequestratori degli Shadowmere e ne aveva feriti innumerevoli altri. Era il momento di lottare come meglio sapeva, con la magia.

Infilò con cura il mazzafrusto nella cintura e strinse forte i pugni. La rabbia alimentava la magia, un’altra cosa che le avevano insegnato gli Shadowmere. Conosceva l’incantesimo per creare uno scudo magico che l’avrebbe protetta dai proiettili ma non poteva proteggerla dal duro acciaio di una spada e quindi in quel momento non poteva aiutarla. Chiuse gli occhi e sussurrò una parola unendo le mani. L’incantesimo le avrebbe fatto guadagnare abbastanza tempo da arrivare al portale e chiudere la porta dietro di sé.

Sentì lo strattone dentro di sé mentre la sua anima si divideva e la sua immagine esatta veniva proiettata dall’altro lato del cimitero. Doveva sbrigarsi. Qualunque danno avesse subito la sua immagine divisa, ne avrebbe risentito anche il suo corpo quando le due parti si fossero riunite.

Ehi! gridò uno degli Shadowmere, preparando la spada e correndo verso la sua immagine, seguito subito da un altro. Risuonò un rumore di passi pesanti quando il resto della squadra dei Sequestratori sentì il suo richiamo e andò ad aiutarlo. Non prendevano alla leggera la sua magia e sapevano che lei non ci avrebbe pensato due volte a ucciderli per scappare, così mandarono l’intera squadra contro la sua immagine.

I suoi stivali la facevano correre più velocemente di quasi tutti i mortali, erano il dono di un’amica e Kyrin girò intorno alla pietra tombale più alta correndo verso il bastoncino. La sua immagine cominciò a tremolare e lei imprecò, aveva aspettato troppo prima di scattare.

Kyrin! gridò Waymen proprio mentre lei afferrava il bastoncino e appariva un portale illuminato. Lui non sarebbe stato in grado di vederlo. Solo quelli nati con l’abilità di passare naturalmente da una dimensione all’altra potevano vedere la sagoma di un portale attivato, ma l’uomo sapeva che cosa stava per fare e che aveva usato magia proibita per imbrogliarli.

Kyrin scomparve attraverso la porta e la chiuse meno di un secondo dopo che la sua immagine-ombra svanisse e la sua anima tornasse a essere una. Appena fu sicura che gli Shadowmere non potessero passare dallo stesso portale, Kyrin si guardò attorno. Non conosceva abbastanza le dimensioni per sapere dove sarebbe finita ogni volta, quindi era sempre in guardia quando attraversava un portale.

Mentre ispezionava l’area, tolse il mazzafrusto dalla cintura e sentì il suo peso confortevole in mano. L’impugnatura foderata di pelle nera era fatta su misura per la sua mano. Dalla cima della mazza pendevano tre spesse catene di lunghezza diversa, ciascuna con una sfera dotata di aculei alla fine. Gli Shadowmere erano esperti di armi e il loro esperto aveva costruito il mazzafrusto per sfruttare i suoi punti di forza inoltre era abbastanza piccolo da poter essere riposto se doveva cambiare tattica e passare alla magia.

Dagli alberi della fitta foresta in cui si trovava non saltò fuori nessuno per aggredirla. C’era un ruscelletto che correva lungo il punto dove c’era stato il portale e quando non sentì nessuno intorno, si curvò e bevve a fondo. L’acqua sporca e tiepida ma era la prima che trovava da una settimana ed era una risorsa molto rara nelle dimensioni. L’acqua era l’elemento che aveva portato alla formazione dei Consorzi, aveva arricchito qualcuno e ucciso molti altri.

Prese una borraccia di cuoio da una piccola borsa sul fianco, la tenne nell’acqua e attese pazientemente che il filo d’acqua la riempisse. Rimise il tappo e la appese alla cintura, prima di curvarsi a bere ancora.

Quando si rialzò, ispezionò attentamente i boschi, cercando qualcosa da mangiare.

Il cibo era un’altra cosa di cui si era abituata a fare a meno a lungo. Era piuttosto comune per gli Shadowmere affamare qualcuno come punizione e, da quando era in fuga, il cibo era stato sempre più difficile da trovare. A volte un coniglietto dava la sua vita per nutrirla, ma a volte passavano giorni senza che trovasse nulla.

Kyrin si rifiutava di rubare. Gli Shadowmere non ci pensavano due volte a rubare, anche se i ladri veri erano quelli del Consorzio Dieb. Lei trovava disgustoso prendere dagli altri anche se la sua stessa divinità era spesso adorata dagli stessi assassini e borsaioli che componevano il Consorzio Dieb. Non c’erano divinità nella dimensione Kyrstalis. Anche lei aveva sentito parlare di quegli esseri solo dopo aver cominciato a cambiare dimensioni.

Camminando lentamente verso i soli che stavano sorgendo, pensò che questa dimensione non aveva nessun valore. Era bella, ma questo non la attirava. La bellezza era inutile. Quello che le serviva erano animali selvatici e piante da mangiare e una bella caverna dove nascondersi per curarsi le ferite e trovare un po’ di pace. Aveva trascurato troppo a lungo il suo dio. Era difficile pregare quando si aveva la spada di un uomo arrabbiato puntata addosso, ma lui richiedeva un certo livello di riverenza e Kyrin non voleva farlo andare in collera.

Sospirò, guardando la foresta silenziosa e si chiese se ci fosse qualcosa di vivo in questa dimensione. Si ricordò la dimensione del fiume della morte. Non ne conosceva il nome esatto, ma tutto quello che c’era era un fiume che portava morte se toccato. C’erano corpi che galleggiavano, corpi gonfi e decomposti, che però erano in grado di allungare una mano e afferrarti se ti avvicinavi troppo.

Camminò per ore lungo il ruscelletto. Quando trovava dell’acqua, non la perdeva di vista, tanto più in un posto tranquillo come questo. Se ci fossero stati segni di civilizzazione, sarebbero stati intorno all’acqua. Quando i soli cominciarono a tramontare alle sue spalle, trovò una radura lungo il ruscello e si sistemò per la notte.

Non aveva coperte, niente che la tenesse al caldo, ma era abituata a dormire sulla terra sotto le stelle. Questa dimensione aveva tre lune e Kyrin le guardò sorgere sopra di lei e quando le lune furono direttamente sopra la sua testa, seppe che era ora di ringraziare il suo dio per averla aiutata a uscire dal mondo dei morti.

Tolse un pugnale dalla borsa. Era ornato di gioielli e macchiato di rosso con del sangue che non sarebbe più venuto via. Disegnò una D elaborata sulla terra intorno a sé e si inginocchiò all’interno. Abbassò le mani e guardò in basso.

La sua voce era tranquilla e appassionata mentre si concentrava e ringraziava il suo dio per l’aiuto. Quando ebbe finito, si preparò. Daemionis spesso richiedeva sangue dai suoi fedeli in cambio del suo aiuto e non si poteva mai sapere se si sarebbe accontentato delle parole o se avrebbe richiesto dolore e sofferenza.

Kyrin ricadde a terra quando il dolore la colpì. Un bruciore intenso le riempì il petto e si contorse in agonia mentre un grido le sfuggiva dalle labbra. Il sangue macchiò la sua casacca e si sparse in fretta su tutto il petto, poi cominciò a raccogliersi sotto di lei sul terreno. La schiena si inarcò mentre il dolore continuava e i suoi urli bucavano la notte.

Quando finì, rotolò carponi e cercò di riprendere fiato

Il prezzo è stato pagato. La voce severa risuonò intorno a lei anche se non si vedeva nessuno. La voce sembrava lontana e indifferente.

Kyrin annuì e riuscì a sussurrare: Grazie.

Senza spostarsi dal terreno imbevuto di sangue, Kyrin crollò e si addormentò immediatamente.

La svegliò il sole negli occhi e li aprì lentamente guardando la piccola radura. Era fortunata che gli Shadowmere non l’avessero trovata mentre si riprendeva dall’azione di Daemionis.

Le brontolò lo stomaco mentre si trascinava verso l’acqua e beveva, facendo una smorfia al sapore stantio. Quando si alzò, si stiracchiò e poi controllò sotto la camicia per assicurarsi che Daemionis non avesse lasciato ferite. Non lo faceva mai ma preferiva comunque controllare.

Cercò di mangiare una foglia, ma la trovò amara e immangiabile, poi raccolse le sue poche cose personali nella borsa appesa alla cintura e ricominciò a camminare lungo il ruscello. Quando finirono gli alberi, davanti a lei si estendeva una prateria morta e Kyrin continuò a seguire il ruscello. I soli picchiavano sopra di lei che si chiese se non fosse il caso di tornare tra gli alberi, ma sperava sempre di trovare qualcosa da mangiare.

Erano passati cinque giorni dall’ultima volta che mangiava un boccone, e si era trattato solo di un ratto che aveva trovato in una tana sotto un cespuglio. Non aveva potuto accendere un fuoco e l’aveva divorato, strappando la carne con i denti mentre squittiva ancora e cercava di scappare. Arricciò il naso al ricordo e si chiese cosa le sarebbe successo se non trovata un posto per riposare un po’, un posto con acqua fresca e cibo.

Quando cadde la notte, si accampò accanto al ruscello, poi si stese a guardare le stelle. Le lune erano parzialmente coperte da nuvole e si voltò a guardare quando ci fu un forte lampo di luce. Qualche momento dopo risuonò il tuono. Non aveva intenzione di trovare un rifugio dalla pioggia imminente. L’acqua era acqua e non l’avrebbe certamente evitata.

Prima di addormentarsi, Kyrin sentì una fitta di solitudine e desiderò di ritrovare la dimensione Paramide. La sua unica amica viveva lì ed era anche la casa del suo dio. Conosceva una sola dimensione collegata a Paramide, ed era Kyrstalis, la casa dei Consorzi che le davano la caccia.

Si girò su un fianco e poco dopo dormiva con le mani sotto la guancia e il mazzafrusto accanto.

La svegliò un rumore, il leggero spezzarsi di un rametto in lontananza. In quella terra così silenziosa, quel piccolo suono la mise immediatamente sul chi vive e saltò in piedi, con il mazzafrusto in mano, pronta a difendersi. Scrutò l’erba intorno a lei. Da quello che poteva vedere, non si muoveva niente. Non c’era nemmeno la brezza che potesse muovere l’erba, ma aveva la sensazione che la osservassero.

Kyrin si accucciò nell’erba alta, lieta di essere abbastanza piccola da riuscire a nascondersi. La sua statura l’aveva aiutata spesso nei momenti di bisogno. Mentre rallentava la respirazione e si concentrava, sentì un altro suono. Era in trappola, se si fosse alzata e si fosse messa a correre, sarebbe stata allo scoperto, facile bersaglio per chiunque avesse un arco.

La mano si strinse intorno al manico del mazzafrusto e sentì dei passi che venivano verso di lei. Erano pesanti e il suono distinto di metallo in movimento echeggiava in quella terra silenziosa. Quel suono le mandò un brivido nella schiena e le fece accelerare il battito. Era il suono di un’armatura.

Gli Shadowmere non erano abbastanza furbi da non fare rumore, ma di solito non era necessario. La loro stessa presenza terrorizzava tutti quelli intorno, quindi volevano far sapere che c’erano. Kyrin era diventata esperta a nascondersi, da quando era scappata da loro, ma da loro aveva imparato molto su come combattere ed era pronta quando furono abbastanza vicini da sentirli parlare.

Mika ha detto che non gli interessa più se muore. È diventata una fonte di imbarazzo, disse Waymen, guardandosi attorno nell’erba.

Ma se riuscissimo a prenderla viva? Chiese uno dei suoi uomini.

Waymen sembrò contento: Allora avremo una congrua ricompensa e lei diventerà sua moglie.

Lui sa che potrebbe produrre figli magici.

Sì, ma ritiene di riuscire a soffocare la magia in un bambino e trasformarlo in un guerriero.

Deve essere qui.

Oh, sì, è qui, disse Waymen: Riesco a sentirla. Quella cagna non sa quello che l’aspetta, se crede di riuscire a nascondersi da me ancora per molto.

Kyrin chiuse gli occhi e si obbligò a respirare lentamente e a rallentare il battito. Il nervosismo influenzava negativamente la magia e doveva essere forte per sfuggire nuovamente agli Shadowmere. Anche se non erano degli Shifter naturali sembrava stessero imparando in fretta a viaggiare tra le dimensioni e sapeva di dover trovare un posto dove riposare.

Aveva delle ferite trascurate ed erano settimane che non riposava più di qualche ora e il suo corpo cominciava a cedere.

Sparpagliatevi, disse Waymen: Passate al setaccio la prateria e trovatela.

Kyrin sentì le mani che cominciavano a formicolare mentre cantilenava sottovoce. Gli incantesimi le venivano naturalmente e non riusciva mai a spiegare da dove venissero le parole. La sua abilità istintiva spaventava a morte gli Shadowmere, più di ogni altra cosa.

Quando Kyrin si alzò, fece un passo indietro quando si trovò a faccia a faccia con gli enormi Sequestratori.

Waymen sorrise, togliendo la spada dal fodero: È ora di smettere di correre, Kyrin.

Le mani di Kyrin brillarono ai suoi fianchi e il sorriso di Waymen vacillò.

Non tornerò indietro con voi e puoi dire a Mika che è il prossimo sulla mia lista di Shadowmere morti, disse Kyrin. Cercò di rendere le sue parole fiere e imperiose, ma la sua esitazione fece sorridere Waymen.

Interessante, ma non è vero. È ora che tu venga con noi. Adesso possiamo anche ucciderti, gli ordini sono cambiati.

Venite a prendermi, allora, disse. Le furono addosso e lei gettò immediatamente le mani davanti a sé. Ne scaturì una palla di fuoco verde che colpì i primi due Shadowmere che caddero immediatamente a terra, contorcendosi.

Kyrin si voltò per scappare. Un altro vantaggio della sua statura era la velocità, sperava che gli Shadowmere non si rendessero mai conto che la loro pesante armatura impediva loro di muoversi in fretta. Guadagnò quasi subito un buon margine di vantaggio e cominciò a gettare le mani sopra la testa contro di loro, colpendoli con una raffica di palle di luce verde. Quando colpivano uno Shadowmere, questi cadeva a terra, dolorante.

Una freccia solitaria volò nell’aria e affondò profondamente nella sua coscia. Urlò e le mani cominciarono quasi subito a perdere la luminescenza verde. Zoppicò in avanti, diretta agli alberi morti, lottando per mantenere il vantaggio sulle forze che avanzavano.

Kyrin! Gridò Waymen, quasi ridendo: Sei ferita, mia cara? Sento odore di sangue.

Il cuore le batteva forte e il sangue scendeva copioso dalla gamba mentre continuava a zoppicare più in fretta che poteva, cercando di allontanarsi. Quando vide il sasso piatto, molto lontano dall’acqua, seppe che aveva trovato un altro portale. Lo raccolse con le mani sanguinanti e poi scomparve proprio mentre arrivava Waymen. L’uomo sbatté contro il portale quando si chiuse e Kyrin si appoggiò contro il portale dall’altra parte, puntando i piedi, nel caso l’uomo avesse capito come fare a passare.

Quando capì che era di nuovo lontana da loro, si voltò lentamente e guardò il terreno montagnoso intorno a sé. La neve sporca copriva la maggior parte della superficie rocciosa. Guardò giù verso una valle molto più in basso. Il sangue continuava a gocciolare dalla freccia ancora conficcata nella coscia e Kyrin cadde contro le rocce dietro di lei mentre camminava verso il bordo del piccolo altopiano.

Sospirò di sollievo quando vide una struttura abbandonata non lontana da lei. Le pareti diroccate rivelavano ancora la forma di una grande magione, dimenticata da tempo, sulla cima della vasta montagna. Una metà aveva ancora il tetto e Kyrin pensò di usarlo per togliersi dalla neve e verificare la gravità della ferita.

Non riuscì a trovare un sentiero facile per scendere, ma si mise sulle ginocchia e si abbassò lentamente e cautamente fino a una sporgenza rocciosa sotto di lei. Doveva ignorare il dolore crescente alla gamba mentre si calava dalla superficie ripida della montagna verso le rovine.

Quando i piedi affondarono nella neve alla base dello strapiombo, si voltò lentamente guardando le alte mura di quello che una volta doveva essere un maestoso castello. Zoppicò verso l’unico riparo che riusciva a vedere, poi si sedette e si tolse la cintura e il mazzafrusto.

Durante i suoi viaggi aveva imparato a trattare correttamente le ferite e sapeva che non era il caso di strappare la freccia dalla coscia senza avere pronto un laccio emostatico. Avvolse la cintura intorno alla gamba, tirando forte con i denti mentre faceva un nodo con le mani, per impedire la circolazione.

Si fece forza e tirò fuori la freccia dalla gamba con le mani tremanti. Morse la cintura, soffocando un grido. Sul punto di svenire, si stese sulla terra fredda e gettò via la freccia coperta di sangue. Quando fu sicura che non avrebbe perso i sensi, si sedette e si abbassò i pantaloni, allontanandoli dalla ferita.

Shamagiem, sussurrò e le mani cominciarono a brillare rosse. Si preparò, poi toccò la gamba, urlando quando la ferita cominciò a bruciare. Questa volta l’oscurità vinse, mentre la sua magia cominciava a cauterizzare la ferita. Crollò di nuovo contro il terreno mentre il dolore cominciava ad attenuarsi e la testa si schiariva.

Usando la poca forza rimasta, si appoggiò a una delle pareti in rovina e poi tolse la cintura dalla gamba, prima di chiudere gli occhi per riposare.

***

Quando si svegliò era notte fonda e vedeva il suo fiato condensarsi nell’aria gelida. Stava tremando dal freddo ma riuscì a raccogliere tutte le sue forze e ad alzarsi lentamente per vestirsi. C’era abbastanza legna intorno da accendere un fuocherello, e Kyrin si accucciò accanto per scaldarsi le mani.

Un movimento rapido di fianco a lei attirò la sua attenzione e vide una piccola creatura. Non sapeva che cosa fosse, ma sarebbe comunque stata il suo prossimo pasto. L’animaletto non le prestava attenzione, quindi fu in grado di lanciare un piccolo incantesimo e ucciderlo sul colpo. Qualche minuto dopo stava strappando la carne con i denti, troppo affamata per prendersi il disturbo di cuocerlo.

Una volta calmati i crampi per la fame, si guardò attorno con cura, senza però sentire o vedere niente che indicasse che c’era qualche pericolo. Si permise un piccolo sorso d’acqua, poi si sdraiò sul terreno per riposare un po’.

Un’ora dopo, il rumore di passi che correvano veloci la svegliò e si rimise in piedi incespicando, con il mazzafrusto pronto in mani. I passi erano irregolari e si avvicinavano. Qualche secondo dopo sentì respirare pesantemente e un mormorio spaventato.

Kyrin si abbassò contro la parete, sperando che chiunque fosse si limitasse ad allontanarsi da lei. Il fuoco si era spento da tempo e non c’era niente che indicasse che lei era lì.

Guardò la figura alta, magra con una lunga veste apparire e inginocchiarsi a non più di tre metri di distanza da lei. Le voltava la schiena e sbirciava intorno a un mucchio di detriti, continuando a mormorare incoerentemente. Proprio mentre si preparava a ucciderlo, nel buio risuonò il rumore di zoccoli.

Kyrin alzò di colpo gli occhi quando arrivarono quattro cavalieri. Rimase perfettamente ferma, lieta che le tenebre la nascondessero da loro.

Ti abbiamo detto che non puoi nasconderti da noi, Prete, disse uno degli uomini a cavallo, ridendo.

Perché lo state facendo? Chiese l’uomo, disperato.

Lo sai. Il tuo Signore è la rovina della mia vita, da sempre, e non c’è modo migliore di vendicarsi di lui che uccidere i suoi leali Preti.

Lui non lo accetterà passivamente. La voce del Prete era acuta e un po’ incrinata.

"No, vero? Sarà obbligato a cercarmi ed io ho in programma di occuparmi di

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