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Stato Di Calma Apparente
Stato Di Calma Apparente
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Stato Di Calma Apparente

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About this ebook

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ATTENZIONE! Il libro contiene situazioni erotiche e violente

La lettura è consigliata ad un pubblico adulto
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In quanto tempo pensi che una persona possa cambiare?
Quali sono, secondo te, le situazioni che possono originare un cambiamento?
Giorgio è una persona tranquilla.
Uno che non dice mai di no.
Ha un lavoro, una ragazza e qualche amico.
Si reputa una persona felice.
Crede di esserlo, fino a quando la rassicurante monotonia della sua vita viene a mancare.
Una mail, una situazine pericolosa e una scoperta, saranno l'innesco che porterà al suo repentino cambiamento.
Giorgio era una persona tranquilla. Ora non più.
Anche tu cambieresti...oppure no?

Recensione di Nico Donvito (di Affari Nostri):
"Stato di calma apparente è un romanzo di difficile etichettatura, lo si potrebbe definire un thriller dei sentimenti, parafrasando un nuovo termine. I ritmi sono alti e l'ambientazione moderna e quotidiana rendono il libro scorrevole, divertente e vivace. L'azione horror/thriller, per tutta la prima parte è sostituita da situazioni erotiche, donando una Sfumatura hot al romanzo."

LanguageItaliano
Release dateDec 1, 2012
ISBN9781301691999
Stato Di Calma Apparente
Author

Andrea Ponzinibio

Mi chiamo Andrea Ponzinibio, la mia famiglia è composta da Sabrina (mia moglie) e da un piccolo delinquente a quattro zampe. Ho studiato presso l'università degli Studi di Pavia, conseguendo la laurea triennale in ingegneria informatica. Attualemente lavoro come Analista/Programmatore presso una multinazionale a Milano in ambito informatico. Sono appassiaonato di tecnologia, fotografia e naturalmente internet in ogni sua forma.

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    Book preview

    Stato Di Calma Apparente - Andrea Ponzinibio

    Prefazione

    In quanto tempo pensi che una persona possa cambiare?

    Quali sono, secondo te, le situazioni che possono originare un cambiamento?

    Giorgio è una persona come tante, ha un lavoro fisso (una rarità di questi tempi), una ragazza... e un'intelligenza fuori dal comune.

    Tutto questo fa di lui una persona felice? Giorgio lo crede.

    Crede di esserlo fino a quando la rassicurante monotonia della sua vita viene a mancare.

    Una mail, una situazione pericolosa e una scoperta saranno l'innesco che porterà al suo cambiamento.

    Anche tu cambieresti...oppure no?

    Giorno 1 (lunedì)

    Era una mattina come tutte le altre, ma quella era sempre la peggiore: lunedì. Le vacanze ormai erano un ricordo lontano. Come tutte le mattine si doveva alzare per andare a lavorare, prendere l'auto per andare in stazione, per poi salire sul solito regionale che lo avrebbe portato nella grande metropoli, poi sette fermate di metro e quattro con il 90. Questo tutti i giorni, avanti e indietro. A Giorgio, nonostante tutto, non pesava troppo quella vita, faceva un lavoro per il quale aveva studiato, non era un arrivista, si accontentava di quello che aveva. Era il tredicesimo anno che lavorava nello stesso posto, faceva lo sviluppatore di software e l'analista all'occorrenza, Sei troppo bravo per fare il commerciale gli diceva sempre il suo capo. Erano anni che faceva le stesse cose, ma quella metodicità gli garantiva una certa sicurezza che lui apprezzava. Anche quella mattina era arrivato puntuale al lavoro, aveva salutato i colleghi, il solito gesto di sfiorare il mouse per riattivare lo stand by del pc. Non lo spegneva mai, perché spesso e volentieri il suo capo lo chiamava a casa per chiedergli qualche favore e lui, con Teamviewer si collegava in remoto per lavorare. Aprì la posta, il solito spam, alcune installazioni confermate e una mail della Polizia Postale. La polizia postale? E come fa ad avere questo indirizzo? Ma che fanno? Mandano mail invece di chiamare? Sarà lo scherzo di qualche scemo, alzò lo sguardo e vide Christian,

    Bello scherzo! Gli gridò.

    Christian lo guardò un po' inebetito replicando:

    Quale scherzo?

    Sì, sì, adesso ti sgamo subito.

    Giorgio era bravo nel suo lavoro, ma ancora di più nello smanettare con tutto quel software al limite del legale. Quella volta però sarebbe stato sufficiente aprire la mail completamente guardando l'header, tutti erano capaci di scrivere una mail con mittente diverso dal proprio, lo faceva anche lui da ragazzo nei primi esperimenti all'università, bastava collegarsi in Telnet al server di posta, dare una serie di comandi, et voilà, ecco mail da capi di stato, cantanti famosi, colleghi e superiori. Ma se non eri proprio a digiuno d'informatica, sapevi che guardando la testata della mail, avresti potuto risalire da dove realmente fosse stata spedita. Controllò, cercando il nome del server di posta dell'azienda. Non c'era. Non c'era traccia dei server classici che di solito si usavano, nemmeno quelli free che tutti conoscevano. Il server era verosimilmente quello della polizia postale. Gelo. Paura. Panico. Ma come è possibile? Come hanno fatto? Prendo sempre tutte le precauzioni quando scarico, calmati Giorgio, leggi la mail, hai letto solo l'oggetto: 'Polizia Postale: messaggio automatico. Aprì la mail cominciando a leggere: Spett. Sig. Giorgio Perotti, questa mail è inviata automaticamente dal sistema per informarla che entro due giorni sarà contattato da un agente per alcuni chiarimenti. Distinti saluti, polizia postale di Pavia. Chiarimenti? Su cosa?. Mentalmente ripassò tutti i passaggi che compiva quando scaricava qualcosa dalla rete che non fosse propriamente legale. Non gli era sfuggito nulla, usava Emule, non si fidava di Torrent, non usava server, ma solo un sistema serverless, la Kad, quindi non potevano averlo scoperto e non pensava nemmeno che potessero averlo trovato ad utilizzare quel programma per estrapolare gli mp3 dai video di Youtube. Non capiva dove potesse trovarsi la falla, era tutto a prova di bomba, anche il fatto di mettere tutto in una directory criptata, l'unico passaggio in chiaro era trasferire i file dalla directory criptata alla chiavetta USB. È impossibile era il pensiero che continuava a frullargli in testa. Non possono avere documentazione su quello che scarico, eppure questa mail è chiara. Una voce lo distrasse dai suoi pensieri,

    Caffè? Giorgio, caffè? Cosa stai facendo di così importante, è la terza volta che ti chiamo.

    Arrivo. Non riusciva a nascondere le emozioni.

    Mamma mia Giorgio, che faccia! Ti è morto il gatto?

    No, no, una mail dalla polizia postale.

    Luca, il suo collega lo guardò stupito.

    Dalla Polizia Postale? Che hai combinato? Tutti quei porno, eh? Beh dai, sempre meglio che diventare ciechi e scoppiò in una fragorosa risata. Giorgio sempre con il viso preoccupato ribatté:

    Ma vaffanculo, è una cosa seria, mi hanno scritto che entro due giorni mi chiamerà un agente per chiarimenti.

    Due giorni? Cosa fanno, ti avvertono pure? E allora qual è il problema, vai a casa, cancelli tutto, e se hai roba su hard disk esterni o dvd li butti o li dai a qualcuno di fidato.

    Ha ragione, ho due giorni per mettermi a posto, poi se avessero documentazione su di me non avrebbero comunque prove, sarebbero solo congetture. Giorgio sembrava essersi ripreso dopo quella risposta:

    Hai ragione Luca, se butto tutto non avrebbero nulla in mano.

    Ma sì Giorgio, vai tranquillo, e poi beccano solo quelli che sfruttano la rete per fini di lucro, no?

    Non era proprio così, Giorgio sapeva che avrebbe potuto essere condannato anche chi non guadagnava dai download di software pirata, ma come tutti, sperava sempre di non essere quello sfigato. Dopo il caffè la giornata proseguì come sempre, un po' di programmazione, un po' di mail, le solite cose, ma quando fece per andare via lo fermò il suo capo:

    Giorgio mi servi qui stasera, non hai impegni vero? C'è da fare quell'installazione in produzione e solo tu riesci a non combinare casini. Ci conto, tienimi informato, io devo scappare che ho un impegno inderogabile, buona serata!

    Quella sera sarebbe dovuto uscire con la sua fidanzata, sarebbero andati al cinema a vedere una di quelle commedie romantiche che a Giovanna piacevano tanto, ma con quella bella notizia sarebbe saltato tutto e anche tornare a casa sarebbe stato un problema, come sempre accadeva quando lavorava fuori orario. Decise di chiamarla subito. Squillava libero. Già sapeva che avrebbe preso una cazziata, ma non poteva farci niente.

    Pronto amore.

    Amore c'è un problema.

    Quale?

    Niente cinema, devo rimanere qui a finire del lavoro.

    Cazzo amore, ma non puoi farlo domani?

    No, è passato lo stronzo a chiedermi di fare un'installazione che deve essere fatta stasera.

    Ma non riesci mai a dire di no? Mai? Sbattendogli il telefono in faccia.

    Ha ragione, non riesco mai a dire di no, ma come faccio?

    Dopo pochi secondi arrivò una chiamata, numero privato. Panico, è la polizia di sicuro, cazzo ma avevano scritto due giorni.

    /\/\/\

    Pronto?

    Giovanna sono io, ma non ti sei ancora salvata il mio numero?

    Ciao Artu, ma sei fuori, quello mi sgama subito, se invece vede un numero di telefono senza nome, al massimo gli posso dire che è uno che ha sbagliato, a proposito, mi ha appena chiamato, mi ha detto che lo stronzo gli ha chiesto di lavorare.

    Beh, non gli do tutti i torti a chiamarmi così, lo faccio lavorare la sera e intanto mi chiavo la sua fidanzata.

    Ecco, appunto, quando arrivi? Non farmi aspettare, altrimenti trovo qualcun un altro che venga qui.

    Arrivo, arrivo, tienila in caldo per me.

    Come sei volgare Artu.

    Lo so che ti piace.

    Muoviti che ho voglia!

    A detta di tutti Giovanna era una ragazza oggettivamente bella, troppo bella per uscire con una persona così normale come Giorgio. Si erano conosciuti ad una fiera nella grande metropoli, lui era allo stand della sua azienda a distribuire volantini magnificando il software che creavano. Lei si era avvicinata a lui chiedendogli alcune informazioni, ma non per interesse, solo per verificare la prima intuizione che aveva avuto vedendolo, un tipo tranquillo, obbediente, servizievole e la prima impressione aveva avuto la meglio. Si ricordava ancora quel breve dialogo:

    Buongiorno.

    Buongiorno, vuole che le mostri il software che creiamo?

    No, non m'interessa.

    No-no-non le interessa? Balbettò Giorgio.

    No, mi interessi tu.

    A quel punto il balbettio diventava più marcato ed il colore del suo volto si faceva di un rosso talmente acceso che pareva avesse fatto una lampada facciale di un'ora.

    Mi scusi?

    Non ti scuso. Fu la risposta pronta di lei

    Quando finisci il volantinaggio? Incalzò lei.

    Tra un'ora do il cambio ad un mio collega.

    Allora torno tra un'ora, ci vediamo dopo!

    Va-va-va bene, a dopo, ciao.

    Dopo quel primo incontro, ne susseguirono altri. Giovanna non riusciva a stare troppo tempo senza un uomo accanto e l'ultimo lo aveva lasciato perché le aveva chiesto di sposarlo. Lei voleva la sua libertà e lui doveva farsela andare bene, altrimenti si sarebbe ritrovato da solo, come prima. Giorgio questo lo sapeva, ed era anche per quel motivo che ognuno viveva a casa propria. Giorgio in una villetta isolata, eredità lasciata dai genitori morti in un incidente stradale quando lui aveva appena cominciato a lavorare, mentre Giovanna era in condominio, al centro del paese, dove c'era un po' più di vita. Le abitazioni rispecchiavano in un certo modo anche i loro caratteri. Vivevano oltretutto anche vicino, a pochi chilometri, e lui la vedeva spesso in giro, ma non pensava che Giovanna l'avesse mai notato prima di quel giorno.

    Giovanna era una ragazza alta, slanciata, carnagione scura, capelli neri e occhi verdi, una di quelle persone che meccanicamente ti farebbero girare al passaggio, come se fosse il polo opposto della calamita di ogni maschio che le vedeva. Oltre ad essere appariscente, era anche intelligente, con un QI molto alto, ma non tanto quanto quello di Giorgio, che a dispetto delle apparenze, aveva un'intelligenza molto al di sopra della media, che gli era valsa l'appartenenza al MENSA, di cui statisticamente potrebbe farne parte solo il 2% della popolazione. Quella sua intelligenza era anche la peculiarità che agli occhi di Giovanna lo rendeva interessante, ma non tanto quanto da averne l'esclusiva, perché, come lui ben sapeva, avrebbe potuto essere lasciato da un momento all'altro senza nessuna motivazione apparente. Lui ci teneva a quel rapporto, era fermamente convinto che prima o poi lei potesse cambiare.

    Giovanna era in casa, si era appena fatta una doccia dopo una giornata pesante, quando sentì suonare il videocitofono. Finalmente è arrivato. Guardò, ma non vide nessuno.

    Ma è mai possibile che non ci sia una sola persona che rimanga un secondo davanti a quel cazzo di videocitofono? Cosa l'hanno messo a fare se no?

    Aprì comunque, Artu se non altro è una persona puntuale. Suonò il campanello.

    Entra Artu disse lei, ma nessuno entrò.

    Dai, muoviti, è aperto, smettila di fare il cretino, si aprì la porta ma non c'era nessuno.

    Dall'angolo spuntò un mazzo di fiori.

    Ta daaaa!

    Bella entrata, molto scenografica, ma la prossima volta che fai una cosa simile ti prendo a calci nelle palle.

    Che carattere Gio, non ti si può fare nemmeno una sorpresa che t'incazzi!

    Non mi piacciono le sorprese.

    Me ne sono accorto, ma già che sei così che dici se ne approfittiamo?

    Non perdi tempo, mi piace e dicendo così fece scivolare l'accappatoio a terra, mostrando ad Arturo, tutta la sua magnificenza.

    Arturo l'aveva già vista nuda, ma ogni volta era sempre un gran bello spettacolo.

    Preso dalla foga gettò i fiori per terra prendendola in braccio.

    Dove mi porti?

    A letto.

    Sei proprio banale, questo me lo aspetto dal mio fidanzato, ma non da te, dai lasciami e slacciati i calzoni.

    Arturo non se lo fece ripetere una seconda volta e in un batter d'occhio rimase in giacca, cravatta e calzini. Lei a quel punto scoppiò in una fragorosa risata.

    Cazzo ridi?

    Mi viene in mente un sogno che mi aveva raccontato Giorgio qualche giorno fa, si era recato al lavoro ed era così, come te in questo momento, con l'abito, ma senza pantaloni, e tutti i suoi colleghi, tu compreso, gli avevate riso in faccia.

    Anche Arturo sorrise per la cosa, ma la incalzò:

    Molto divertente Gio, ma Mr. Pirillo ha poco senso dell'umorismo.

    Mr. Pirillo, ma com'è possibile che un uomo dia un nome al proprio pene? Quella cosa gli era già capitata altre volte, ma non se ne capacitava. Squillò il cellulare.

    E' Lui.

    Ciao amore, come va?

    ...

    No, non passare, sono un po' stanca, ho appena fatto una doccia, mangio un boccone e vado a dormire.

    ...

    Ah! Sei qui sotto? Facciamo così allora, mi metto una cosa veloce addosso e andiamo a mangiare una pizza, che dici?

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