Medusa (La Gorgone di Chavin de Huantar)
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About this ebook
L'idea di scrivere questo libro è nata 25 anni fa quando, consultando un libro di archeologia, ho scoperto l'esistenza di Chavin de Huantar, un centro cerimoniale peruviano dove erano ricorrenti le immagini di una divinità dall'aspetto inquietante molto simile a quello di Medusa, la Gorgone che, secondo il mito, fu decapitata da Perseo. Da allora, per molto tempo ho cercato di capire perché vi fosse quella somiglianza., ne è scaturito un viaggio nella storia che alla fine ha prodotto questo risultato. Risultato che certamente non vuole sancire verità assolute ma solo un onesto contributo alla ricerca di una spiegazione, oltre la casualità, che per me è stata appassionante e, per molti aspetti, illuminante. Spero che la stessa passione possa suscitare in chi lo leggerà, stimolando la voglia di conoscere meglio il passato dell'umanità oltre i confini dei continenti e di una cultura accademica che invecchiando è diventata inadeguata per dare all'umanità quella dignità globale che le spetta di diritto.
Sauro Barducci
Sauro Barducci è nato e vive a Firenze. Laureato in Scienze Politiche con una tesi sulla Federazione Giovanile Socialistia nel periodo fra il 1907 ed il 1910. Insegnante dal 1976, dal 1983 ha dedicato i sui studi alla storia antica e alla preistoria pubblicando nel 1988 un saggio sulla "Civiltà degli Dei. Nel 2012 ha pubblicato su Smashwords "Medusa (La Gorgone di Chavin)" ed attualmente sta lavorando alla pubblicazione di altri saggi sulla incredibile storia dei popoli antichi.
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Book preview
Medusa (La Gorgone di Chavin de Huantar) - Sauro Barducci
MEDUSA
(La Gorgone di Chavin de Huantar)
by
Sauro Barducci
SMASHWORDS EDITION
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PUBLISHED BY:
Sauro Barducci on Smashwords
Medusa (La Gorgone di Chavin de Huantar)
Copyright 2012 by Sauro Barducci
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Sommario
Introduzione
Capitolo 1 L'epoca del bronzo
Capitolo 2 L'isola fantasma
Capitolo 3 Chavin de Huantar
Capitolo 4 Il tempo delle origini
Capitolo 5 L'era dei giganti
Capitolo 6 L'impero di Poseidone
Capitolo 7 Le vie del mare
Capitolo 8 Le navi di Helios
Capitolo 9 La testa di Medusa
Capitolo 10 La cerbottana
Capitolo 11 La forza della leggenda
Capitolo 12.Il caos delle date
Capitolo 13.I fenici d'America
Capitolo 14 Il segreto di Perseo
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Introduzione
Il 21 settembre di 3000 anni fa in uno sperduto luogo delle Ande peruviane i sacerdoti aspettavano che il sole sorgesse ed illuminasse con la luce della primavera il loro tempio fino a penetrare nelle profondità dell’ipogeo dove da un anno aspettava di risorgere alla loro vista l’immagine del mostro che ingoiava la vita per rigenerarla. Aveva un aspetto poco rassicurante con la bocca di Giaguaro e la testa piena di serpenti brulicanti, richiamava alla mente la metafora della morte era il ritratto indecoroso della morte capace di atterrire chiunque la guardasse.
Il giorno dopo la piazza intorno al tempio si sarebbe riempita di pellegrini provenienti dai monti, dalla costa e dalle foreste per ascoltare il ruggito sotterraneo del mostro indotto dalla canalizzazione forzata delle acque impetuose dei fiumi circostanti, gli sciamani avrebbero svelato le loro visioni e tratto vaticini dall’osservazione dei Mullu raccolti nelle acque del mare. Alla fine il suono dei Pututu, ricavati dai gusci di Mullu avrebbe salutato l’inizio del nuovo anno agricolo accompagnando i canti, i balli e la presentazione delle offerte votive. A quel punto la festa sarebbe stata al culmine e la piazza avrebbe offerto uno spettacolo inebriante di colori accesi dal sole che si alzava alto nel cielo, lo stesso sole che aveva lasciato dietro di se le immense distese verdi dell’Amazzonia, le azzurre acque dell’Oceano, del Mediterraneo e dell’Egeo dove con la comparsa del chiarore delle stelle era iniziata la prima notte d’autunno.
Dopo una lunga calda estate in Grecia sarebbero arrivate le piogge, gli alberi avrebbero perso le foglie ed i suoi abitanti si sarebbero preparati ad affrontare un nuovo inverno. L’inverno da quelle parti non era rigido ma la notte avrebbe conquistato sempre più spazio al giorno e le famiglie riunite intorno al fuoco avrebbero ripreso ad ingannare il tempo narrando storie di un tempo ormai finito in cui gli eroi e gli Dei ne avevano combinate di tutti i colori. I bambini si sarebbero addormentati presto mentre ascoltavano le novelle di Ercole, di Ulisse, Agamennone e Perseo. Già proprio Perseo che doveva diventare re di Argo e invece fu inviato da Polidette al di là dell’Oceano a tagliare la testa di Medusa un mostro orrendo con la bocca di leone e la testa brulicante di serpenti. Certo che se fosse esistita davvero sarebbe stata identica a quel Dio mostruoso che era stato scolpito nella pietra e sepolto nel tempio davanti alla piazza dove si svolgevano le feste divinatorie della primavera.
Quelle novelle non erano storielle per bambini erano storie che si raccontavano per tenere viva la memoria di un popolo che un tempo era stato capace di primeggiare in tutto il mondo conosciuto di qua e al di là dell’Oceano e che poi era caduto nel baratro della lotta per la sopravvivenza, senza più commerci, senza più artisti né scrittori. Che cosa era successo nessuno lo sapeva di preciso o chi lo sapeva non ne parlava volentieri preferendo narrare delle gesta dei vincitori più che delle miserie degli sconfitti. Solo in Egitto si erano conservati documenti scritti che potevano essere messi in relazione con quella catastrofe che aveva sconvolto la vita dei popoli del Mediterraneo orientale ed anche in questo caso era stato per parlare di una vittoria, quella di Ramsesse III sui Popoli del Mare che avevano saccheggiato e distrutto le più importanti civiltà dell’Epoca del Bronzo.
Capitolo 1 L'EPOCA DEL BRONZO
Il bronzo è una lega metallica, la si ottiene dal rame e dallo stagno, chissà da chi e perché venne realizzata, sta di fatto che fra il IV ed il II millennio a.C. questa invenzione metallurgica soppiantò completamente la pietra nella costruzione di armi e utensili all’interno di una vasta area geografica ed accompagnò lo sviluppo delle principali civiltà dell’epoca. In Cina, in India, in Grecia, in Egitto, nel Vicino e Medio Oriente l’età del bronzo coincise con la diffusione della scrittura e con una condizione economica che dette impulso alla creazione di importanti opere artistiche ed architettoniche.
Questo periodo di ricchezza fu determinato e sostenuto dai commerci che collegavano fra di loro diversi paesi e permettevano di globalizzare le risorse, il Mediterraneo divenne il principale luogo di scambio fra il Medio Oriente e le Isole Britanniche, nel Golfo Persico si intrecciavano le comunicazioni con l’India e l’Estremo Oriente e nell’Asia centrale si stabilirono i tracciati delle vie carovaniere che permettevano di collegare la Cina con la Persia, la Mesopotamia e le coste siriane dove addirittura dal VI millennio a.C. prosperava la città fortificata di Ugarit. Con l’aumento della ricchezza i centri urbani diventavano i principali obbiettivi dei predoni e dei pirati, di conseguenza la costruzione di mura diventava un essenziale atto di difesa per la conservazione del benessere della popolazione.
Già in epoca neolitica le città agricole erano state dotate di fortificazioni: Gerico nell’8.000 a.C. era difesa da una torre e da un muro di cinta, a Chatal Huyuk invece la cittadella del VII millennio a.C. era stata costruita senza strade come un alveare. Nei millenni successivi le opere di difesa non erano cambiate di molto, si diceva che Gilgamesh avesse costruito le mura di Uruk e Perseo quelle di Micene, a Creta, dove le città non avevano mura, Minosse aveva fatto costruire nel suo palazzo un labirinto per confondere gli invasori. Secondo il mito Teseo, dopo aver ucciso il Minotauro non sarebbe mai riuscito a trovare la via d’uscita se non avesse seguito il filo che astutamente Arianna gli aveva consigliato di tirarsi dietro.
L’episodio mitico derivava evidentemente dalle vicende connesse alle lotte dei greci continentali contro il dominio cretese e si affianca a quello che narrava della cattura del toro di Maratona da parte dello stesso Teseo e della cattura del Toro di Creta da parte di Ercole. Non necessariamente queste imprese leggendarie ricalcano la cronaca degli avvenimenti reali ma certamente riflettono gli eventi storici, in questo caso il progressivo declino dell’egemonia dei Minoici sugli Ateniesi fino alla conquista di Creta da parte dei Micenei.
Seguendo le imprese di Ercole dopo aver soggiogato Creta i Micenei rivolsero le loro mire egemoniche verso la Tracia dove erano le Cavalle di Diomede e l’intera zona del Mar Nero dove vivevano le Amazzoni. Il fine era estendere la loro egemonia alle regioni nord orientali per aprire la strada verso la Scizia.dove vivevano i feroci cavalieri delle Steppe ed anche più oltre fino all’India e all’Estremo Oriente.
Certo il fine era ambizioso e non fu completamente raggiunto ma quando Ercole fu incaricato di portare a Euristeo i Pomi delle Esperidi l’eroe seguendo un percorso piuttosto complicato si portò prima alla foce dell’Eridano in Illiria, poi proseguì verso la Libia, l’Egitto, l’Etiopia ed il Caucaso ma per raggiungere le montagne del Mar Nero prese una nave e se ne andò in India evitando di passare per la Mesopotamia che in quel periodo era dominata a sud dai Cassiti e a nord dagli Hurriti popoli che non avevano a quanto pare molta dimestichezza con i Greci soprattutto se quest’ultimi avanzavano pretese egemoniche.
In India dopo la decadenza della Civiltà dell’Indo vi erano sicuramente meno resistenze ad accogliere le navi dei Micenei che intrattenevano commerci con l’Oriente attraverso le rotte marittime dell’Oceano Indiano e le vie terrestri che passavano dall’Afganistan.
I miti in definitiva ci hanno tramandato un quadro molto articolato del sistema di relazioni che aveva come centro la Grecia nella seconda metà del II millennio a.C. I rapporti con l’oriente arrivavano a lambire il territorio cinese, a nord gli Sciti lasciavano che si intrattenessero relazioni con i popoli che abitavano nelle fredde estremità settentrionali dell’Eurasia: gli Iperborei da tempi immemorabili custodi del segreto della navigazione ai limiti del Circolo Polare Artico e delle rotte per raggiungere la Groenlandia ed il Continente Americano. Ercole si sarebbe servito di queste competenze per andare a cercare il Giardino delle Esperidi mentre per portare in Europa i Buoi di Gerione
gli fu sufficiente navigare sulla barca d’oro di Apollo dalla Libia verso occidente.
Apollo era figlio di Latona una fanciulla che Giove aveva sedotto nella terra degli Iperborei provocando l’ira di