Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Dopo Le Dimensioni: Libro 4 Della Serie Salto Dimensionale
Dopo Le Dimensioni: Libro 4 Della Serie Salto Dimensionale
Dopo Le Dimensioni: Libro 4 Della Serie Salto Dimensionale
Ebook568 pages11 hours

Dopo Le Dimensioni: Libro 4 Della Serie Salto Dimensionale

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Ora che non è più in grado di girovagare per le dimensioni, Kyrin cerca di adattarsi alla vita su Paragoy. Alric cerca di aiutarla, ma lei gli tiene nascoste le sue più profonde tendenze al male. Sithias comincia seriamente a cercare di convincere Kyrin a unirsi ai suoi seguaci, mentre nuovi nemici si fanno avanti: i troll.

Sithias offre ai gemelli un posto tra i suoi seguaci e Kyrin si ribella. Per aiutarla, la divinità le invia qualcuno che alla fine si rivela più che altro un fastidio. Gli elfi si uniscono agli umani a Valhara e Kyrin, inevitabilmente, si scontra con loro.

LanguageItaliano
PublisherT.M. Nielsen
Release dateApr 30, 2013
ISBN9781301007011
Dopo Le Dimensioni: Libro 4 Della Serie Salto Dimensionale
Author

T.M. Nielsen

T.M. Nielsen doesn't necessarily consider herself an author. She's an every-day woman who had a story to tell. Never intending to let anyone else read it, she decided to put it all down on paper. What she ended up with is a fascinating tale filling books full of drama, adventure, action, romance, and excitement.When asked why she decided to publish, she stated, "I want for others to be able to forget about problems in life and to lose themselves in my world... the world of the heku. While I write, I laugh, cry, grin, gasp, and my heart races. I want others to experience that too."T.M. Nielsen is a computer tech by trade and lives with her husband and two beautiful daughters. She's the author of Amazon.com's bestselling series The Heku Series and the Dimensions Saga, along with a Heku Series spin-off book called Return of the Encala. She's been listed numerous times on Apple's Breakout Books and on Amazon.com's top 20 in Fantasy.**** From TM ****I updated my books all the time! Check back often for new, cleaner versions. I can't afford an editor, but any time I hear of an error, I fix it immediately.

Read more from T.M. Nielsen

Related authors

Related to Dopo Le Dimensioni

Titles in the series (5)

View More

Related ebooks

Fantasy For You

View More

Related articles

Reviews for Dopo Le Dimensioni

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Dopo Le Dimensioni - T.M. Nielsen

    Chapter 1 Capitolo 1

    Corri! gridò Ryche, scappando attraverso il frutteto. Sedomer gli era alle calcagna mentre zigzagavano tra gli alberi.

    Tornate qua! urlava la figlia maggiore di Finn, rincorrendoli. A cinque anni i gemelli erano già più veloci di lei, che teoricamente avrebbe dovuto sorvegliarli.

    La ragazza si fermò e si guardò attorno, aspettando un segno da uno dei gemelli che rivelasse la loro posizione. Quando sentì ridere alla sua sinistra, corse lì e placcò Sedomer, bloccandolo a terra e cominciando a fargli il solletico.

    Lascialo andare! gridò Ryche, saltandole sulla schiena. Cominciò a tirarle la coda di cavallo. Non picchiare mio fratello!

    Sedomer rideva e si dimenava per togliersi da sotto la ragazza. Alla fine riuscì a coglierla impreparata e con Ryche che la tirava indietro, la ragazza finì sulla schiena. I gemelli le si buttarono immediatamente addosso e lei rideva troppo per riuscire a liberarsi.

    Ehi, ragazzi! disse Alric, sollevando i suoi figli. Finirete per farle male.

    La figlia di Finn si rimise in piedi e fece la riverenza. Mi dispiace, milord, non vi avevo visto.

    È una ragazza! gridò Ryche, cercando di liberarsi dal braccio del padre che lo teneva fermo.

    Mi dispiace, stanno diventando un po’ troppo grandi, disse Alric, con un sorriso di scusa.

    Va tutto bene.

    Stai bene, allora? La ragazza si fermò e si guardò attorno

    Sì, milord.

    Grazie per averli curati, le disse Alric, continuando a tenere fermi i gemelli che cercavano di sfuggirgli.

    La ragazza sorrise ai gemelli e poi si incamminò verso la città. Alric la osservò andare, meravigliandosi per come fosse diventata in fretta una bella giovane donna. Aveva sentito dire che uno dei Cavalieri di rango più elevato stava pensando di chiederle un appuntamento, ma aveva troppa paura per chiedere il permesso a Finn.

    Andiamo, disse Alric, tirando i suoi figli verso il castello. Lo preoccupava come stessero crescendo in fretta e sapeva che presto sarebbero stati in grado di far comunella e sopraffare le babysitter. Fortunatamente Kyrin era abituata a trattare con loro e riusciva a controllarli quanto lui, per quanto fossero cresciuti.

    Finn li vide arrivare e si gettò Sedomer sulla spalla, Dov’è andata Anni?

    Penso sia corsa a casa a nascondersi, rispose, sorridendo imbarazzato.

    Oh, le piace curare i gemelli.

    Mettimi giù! gridò Sedomer.

    Ehi... chi ha parlato? Chiese Finn, girando su se stesso. Sedomer ricominciò a ridere e Alric entrò nella sala da pranzo con Ryche.

    Finn uscì una volta che Sedomer fu seduto. Non ci volle molto prima che i cuochi portassero l’antipasto.

    Dov’è mamma? Chiese Ryche, cominciando a mangiare.

    Effettivamente non lo so, gli rispose Alric.

    Le piace camminare.

    Sì, vero.

    Mi dispiace! disse Kyrin, entrando di corsa. Baciò i gemelli sulla testa prima di sedersi.

    Alric sorrise mentre Kyrin si sedeva. Cominciavamo a chiederci se avremmo dovuto mandare una pattuglia a cercarti.

    Mi sono distratta, rispose Kyrin, cominciando a mangiare la cena che aveva portato il cuoco.

    Ti sei scottata di nuovo, le disse Alric, mangiando un altro boccone.

    Accidenti, esclamò Kyrin, guardandosi la mano.

    Credi che mi piacerebbe sapere con che cosa te la stavi prendendo?

    Niente di pericoloso.

    Solo la parete della caverna?

    E tu come fai a saperlo?

    Alric sorrise. Sono il Re.

    Un Re ficcanaso.

    Allora, che cosa ha scatenato la violenza contro la caverna?

    Non era la caverna, questa volta.

    Ryche si alzò, furioso. Ti hanno ferita i Qualsax?

    Siediti, Ryche, disse Kyrin, cercando di non ridere. Non sono stati i Qualsax..

    Il bambino si sedette, continuando a osservarla.

    Mangia.

    Dopo qualche secondo, Ryche ricominciò a mangiare.

    Qua, la invitò Alric, tendendo una mano.

    Kyrin mise la mano bruciata nella sua e lui la guarì senza dire un’altra parola. Non voleva farle pressioni. Avevano avuto diciotto mesi di pace e Alric sospettava ancora che uno di quei giorni il suo bisogno di vagabondare tornasse e non sarebbe più riuscita a restare ferma.

    Kyrin fu sorpresa quando Alric lasciò cadere la questione della bruciatura e tornò alla sua cena. Ci fu un silenzio imbarazzato mentre finivano. I gemelli furono i primi e poi entrambi andarono a fare il bagno.

    Alric finì prima di lei e restò seduto ad aspettarla, sembrava che vi fosse tensione nella sala da pranzo e si chiese che cosa stesse succedendo.

    Sei sicura di star bene? Le chiese.

    Kyrin sorrise. Sto bene.

    Mi sembri silenziosa.

    Ho solo tante cose in testa in questo momento.

    Vuoi parlarmene?

    Non sono abbastanza importanti da parlarne.

    Prova.

    "Hai chiesto a Sithias riguardo ai lupi, se appartengono ancora a Daemionis?

    Sì, e ha detto che non è possibile, che per comandare i lupi, Daemionis dovrebbe avere accesso a questa dimensione. Ti stanno ancora seguendo?

    Sì, ed è irritante. Sono delle pesti, continuano ad annusare intorno, disse Kyrin. Va tutto bene. Penso che mi limiterò a farli fuori se ci riprovano. Sono quasi tredici mesi che mi stanno costantemente intorno.

    Posso incaricarne i Cavalieri.

    No, va bene così.

    Alric annuì. Va bene, andiamo a letto, allora.

    Alric sapeva che gli stava nascondendo qualcosa ma non aveva voglia di litigare. Sapeva che sarebbe andata da lui per qualcosa di importante e immaginò che gli avrebbe chiesto aiuto se ne avesse avuto bisogno.

    Kyrin si addormentò per prima e quando Alric si svegliò, era già andata via per la giornata.

    Kyrin cavalcò attraverso gli alberi e fermò il cavallo davanti al vecchio tempio. Alric aveva fatto installare delle serrature, di modo che nessuno potesse entrare. Ci veniva spesso per allontanarsi da tutto e pensare in privato. Aveva anche installato un piccolo segreto in cantina ed era questo segreto che la portava lì così presto quella mattina.

    Legò il cavallo ed entrò. Appena la porta si chiuse, aprì il pavimento e corse giù nella stanza sotto il tempio. Assicurandosi che la porta fosse chiusa, osservò la pentola che bolliva sul fuoco.

    La prima cosa di cui aveva bisogno era di calmarsi i nervi. Le sensazioni di ansia e di panico stavano diventando sempre più forti ma aveva trovato delle erbe che la aiutavano. Tenevano sotto controllo la rabbia e le impedivano di sentirsi come se il panico la stesse travolgendo. Mischiò le tre erbe e le bevve con un po’ d’acqua prima di cominciare su un altro progetto.

    Poi guardò i suoi stivali magici, lì accanto al fuoco. Erano consumati e uno aveva un buco nella suola. Sperava di riuscire a ripararli e a re-incantarli, se mai era possibile. Non funzionavano più e le sembrava di averne bisogno. Era l’ultima cosa che le restava di quello che le aveva dato Creteloc.

    Kyrin sapeva che se Creteloc l’avesse vista, l’Assassina l’avrebbe uccisa immediatamente. Comunque, Creteloc le mancava e pensava spesso a lei quando preparava le pozioni e i veleni, lì, nel vecchio tempio. Cercava di non piangere sulla perdita dell’amica ma qualche volta non ci riusciva proprio.

    Mescolò la pozione che sobbolliva e cercò di cancellare il ricordo di Creteloc dalla mente. Si era rassegnata a non vedere più l’Assassina e cercava solo di ignorare il vuoto che sentiva nel cuore.

    Quando la pozione fu pronta, Kyrin prese delicatamente lo stivale malandato e versò qualche goccia di pozione. Ebbe a malapena il tempo di reagire quando l’intera calzatura prese fuoco. Quando le bruciò la mano, lasciò cadere lo stivale, che cadde con un tonfo nella pozione. Dovunque la pozione colpì si alzò il fumo e Kyrin dovette cominciare a spegnere dei piccoli fuochi.

    Quando non ci fu più il pericolo che la stanza andasse a fuoco, si sedette, frustrata. Lacrime di frustrazione si formarono nei suoi occhi mentre guardava la scarpa che restava. Provò la pozione risanatrice sulla mano bruciata ma sembrava non guarire le bruciature.

    Guardò la pelle che cominciare a formare delle vesciche e poi una crosta nera cominciò a coprirle il dorso della mano. Dapprima pensò fosse solo una bruciatura, poi si rese conto che la pozione che aveva colpito la mano stava lentamente smangiandole la carne. Il dolore si intensificò e Kyrin si alzò furiosa, sapendo di dover chiedere aiuto ai Preti prima di perdere la mano.

    Pensando di andare a vedere Emerisa mentre era in città, montò a cavallo e partì verso Valhara. Prima di arrivare al tempio di Sithias, il nero era risalito lentamente sul braccio e il dolore era peggiorato. L’aveva coperto con il mantello per nasconderlo a chiunque potesse incontrare.

    Sospirando, sconfitta, entrò nel tempio. Detestava ancora entrare nel tempio di Sithias anche se non correva più il rischio di far infuriare Daemionis. Erano tutti carini con lei, come tutta la città, ora. Ma per qualche motivo, ne aveva ancora timore.

    Lady Kyrin, disse Dewell, sorridendole radioso quando la vide. Si preoccupò quando vide il sudore sulla fronte di Kyrin, causato dal dolore.

    Kyrin si guardò attorno e poi sussurrò, Possiamo parlare in privato?

    Certamente, rispose Dewell, indicandole una stanza laterale. Quando furono entrati, Kyrin chiuse la porta, guardandolo.

    Puoi guarire qualcosa senza dirlo a Saith o ad Alric?

    L’uomo annuì. Penso di sì... che c’è che non va?

    Kyrin scoprì lentamente il braccio che bruciava e vide che la ferita nera era arrivata fino al gomito.

    Dewell rimase senza fiato e si avvicinò, con la mano che luccicava già di colore blu. Kyrin si sedette quando il dolore peggiorò, e Dewell si concentrò di più. Le dita di Kyrin avevano appena cominciato a tornare del loro colore normale quando vide che la massa nera era quasi arrivata alla spalla.

    Ho bisogno di aiuto, le disse Dewell. Non so che cos’è, ma sta crescendo più in fretta di quanto io riesca a guarirlo.

    Kyrin riuscì a malapena a emettere un gemito, quindi l’uomo sparì in fretta e tornò con altri quattro preti, che si misero tutti immediatamente al lavoro sul suo braccio. Mentre lavoravano, uno di loro la fece stendere sul letto quando fu sul punto di perdere i sensi. La massa nera sembrava crescere più in fretta mentre le attraversava il petto e le copriva il collo.

    Fate venire Saith, disse Dewell quando tutti loro non riuscirono a guarirla abbastanza in fretta.

    No, sussurrò Kyrin, stringendo forte gli occhi.

    Dewell fece un cenno affermativo e uno dei preti corse via dalla stanza.

    Che cosa ci fate tutti qui? Chiese Saith, entrando nella stanza. Si avvicinò e vide Kyrin e la crosta nera che le attraversava la parte superiore del torace e che cominciava a scendere sull’altro braccio.

    Mio Dio, ansimò e poi tese le mani, che brillarono più forte di quelle degli altri e la bruciatura cominciò a regredire sotto il suo tocco.

    Fate venire altri preti, disse Dewell, quando il nero cominciò a coprire il volto di Kyrin. Uno dei preti corse via mentre un altro le tagliava la spessa tunica, lasciandole solo la sottoveste. Il nero aveva raggiunto l’addome e strisciava verso la schiena.

    È svenuta, disse uno dei preti quando finalmente Kyrin perse i sensi.

    Che cos’è? Chiese rabbiosamente Saith mentre muoveva le mani per cercare di fermare la massa che stava invadendole il volto.

    Non ho avuto il tempo di chiederglielo, rispose, cercando di nuovo di guarirle la mano.

    Fate venire il Cavaliere Sacro, gridò Saith.

    Uno dei preti corse via dalla stanza per andare a chiamare Alric. Arrivarono altri preti dalla città e a quel punto Kyrin ne aveva una ventina intorno che cercavano di fermare l’avanzata della crosta nera.

    Questa non è una bruciatura! disse uno dei preti. Lo guardarono, le sue mani ora brillavano di colore rosso e il nero scompariva sotto di loro.

    Cambiarono tutti tattica e finalmente riuscirono a contenere il nero. Quando arrivò Alric restava solo una piccola chiazza sulla mano, che però resisteva a ogni sforzo e non guariva.

    Che cos’è successo? chiese Alric, guardando Kyrin sdraiata sul lettino.

    Non lo sappiamo, gli rispose Dewell, concentrandosi ancora sulla mano.

    Non sembra brutto come hai detto, disse Alric al Prete che era andato a chiamarlo.

    Pensavamo fosse una bruciatura, disse Saith, allontanandosi da Kyrin. Continuava a peggiorare e le aveva coperto quasi tutto il torace prima che capissimo che non lo era.

    Alric si chinò per controllare la chiazza nera sulla mano. Non è una bruciatura?

    No, milord,

    Alric sospirò. Sapevo che stava cercando di fare qualcosa ma non sapevo che cosa.

    Non lo sappiamo ancora.

    Vero.

    Kyrin sospirò piano e cominciò a muoversi.

    Le avete applicato una benedizione per farle riposare? Chiese Alric.

    No, signore, è svenuta per il dolore. Gli rispose Dewell.

    Alric aggrottò la fronte. Era veramente così grave?

    Peggio, sire.

    Kyrin aprì gli occhi e poi cercò di guardarsi la mano, ma i preti che stavano ancora lavorandoci la tennero sdraiata.

    Sembra vada meglio, disse Kyrin, guardando poi Saith e Alric con una smorfia. Dewell, avevo detto di non informarli!

    Dewell fece un sorrisetto sghembo. Ho dovuto. Ci era sfuggito di mano.

    È solo una piccola bruciatura.

    Davvero?

    Kyrin sospirò. Beh, più o meno.

    Alric si spostò per guardarla. Che cos’era?

    Niente di importante... qualcosa è andato storto.

    So che stavi combinando qualcosa ma ho lasciato perdere perché immaginavo che non fosse pericoloso.

    Non lo è.

    Non sembrava una cosa da niente," disse Saith, alzando gli occhi quando i preti che lavoravano sulla sua mano ebbero finito.

    Kyrin si mise seduta. Non è niente di male, okay?

    Allora che cos’era?

    Kyrin guardò nervosamente Dewell e poi sospirò. Sto cercando di sistemare i miei stivali.

    Gli stivali incantati?

    Sì.

    Che cos’hanno che non va?

    Si sono consumati.

    Davvero? Stavi cercando di farli funzionare di nuovo?

    Sì, proprio così. Kyrin scivolò giù dal letto e si sistemò la camicia. Che mi crediate o no, non sto cercando di preparare una pozione per spazzare via tutti i Qualsax in un colpo solo.

    Non è quello che pensavo...

    Kyrin si rivolse a Dewell. Ti avevo chiesto di non dirlo a nessuno.

    Non riuscivo a controllarlo. Ho dovuto chiedere aiuto.

    Va bene l’aiuto! Avevo detto niente Saith o Alric.

    Perché esattamente? Le chiese Alric.

    Per questo motivo. Speravo di potermi fidare abbastanza dei preti per venire qua senza che diventasse un evento di dominio pubblico.

    Non è un evento di dominio pubblico, le disse Dewell. Puoi venire da me in privato, te lo giuro.

    A quanto pare no, gli rispose secca, andandosene.

    Alric si rivolse a Dewell: Quindi se avessi potuto guarirla da solo, non ce l’avresti detto?

    No, sire, non l’avrei fatto.

    Mi preoccupa.

    Voglio che si senta libera di venire da me se è ferita.

    Lo capisco, ma dobbiamo sapere se sta facendo qualcosa di pericoloso.

    Se non può fidarsi di me, disse Dewell, allora non verrà a farsi curare. Se non può venire da me a farsi curare, tenterà di farlo da sola, o morirà semplicemente da qualche parte, da sola.

    È un po’ esagerato, non credi? Chiese Saith, irritato.

    No, non credo che sia esagerato.

    Avrei dovuto saperlo, disse Alric. Se non possiamo fidarci di te, che tu prenda delle decisioni giuste, allora non ti permetteremo di guarirla senza la mia assistenza.

    Dewell si sentiva sempre più frustrato ma capiva che non era il caso di discutere con il Cavaliere Sacro e il Sommo Sacerdote, Si, milord.

    Kyrin cavalcò fino a casa di Finn, ancora irritata con Dewell. Legò la giumenta davanti alla porta e bussò.

    Aprì la porta la figlia minore di Finn. Mamma, c’è la Regina.

    Non sono una regina, disse Kyrin, entrando quando la ragazza si fece da parte.

    Salve, Kyrin, la salutò Emerisa, avvicinandosi mentre si asciugava le mani.

    Hai qualche minuto?

    Certamente, siediti.

    Si sedettero entrambe e Kyrin aspettò che i ragazzi uscissero dalla stanza. Ho un favore da chiederti... beh, è piuttosto... strano e deve restare un segreto.

    Che tipo di favore?

    Conosci qualcuno che abbia un neonato?

    Emerisa ci pensò un momento. No, in effetti no. So di una famiglia, in città, dov’è nato un bambino la settimana scorsa, ma non li conosco.

    Pensi che te lo lascerebbero curare?

    Ne dubito. Che cosa ti serve, esattamente? Chiese Emerisa, un po’ esitante. Considerava Kyrin una buona amica, ma sapeva che aveva ancora qualche tendenza verso il male.

    Non lo dirai a nessuno?

    No.

    No.

    Nemmeno a Finn? Se glielo dici, poi lui lo dirà ad Alric.

    Non glielo dirò, te lo prometto.

    Mi serve... l’urina, disse Kyrin con una smorfia imbarazzata.

    Beh... cosa? Emerisa non era poi tanto sicura di volerlo sapere.

    Usavo quella dei gemelli, ma ora sono troppo grandi. Me ne servono solo alcune fiale.

    Posso chiederti a cosa serve?

    Preferirei non dirlo.

    Non importa, comunque. Non ho accesso a nessun bambino.

    Kyrin sospirò. Mi serve... veramente.

    Onestamente non saprei dove andare a prenderla.

    Va bene... grazie comunque.

    Emerisa la guardò alzarsi. Te ne vai così presto? Non vuoi qualcosa da bere?

    No, grazie. Ho qualcosa che sta cuocendo al tempio e devo andare a controllarlo.

    Posso accompagnarti?

    Certo.

    Emerisa andò un momento sul retro e ne uscì con una tunica dalla maniche lunghe. Ecco, sei senza camicia

    Kyrin si guardò la sottoveste senza maniche. Sono comunque coperta.

    Per favore?

    Kyrin se la mise. Dove l’hai trovata? E’ enorme.

    È di Finn, rispose ridendo Emerisa. Prese un mantello eseguì Kyrin.

    Camminarono per un po’ in silenzio prima che Kyrin sorridesse. Allora... siamo lontani dai tuoi figli. Che cosa volevi?

    È così ovvio?

    Abbastanza. Tu detesti venire al tempio.

    È... beh, ecco, sono solo preoccupata. Non capisco che cosa stai combinando per aver bisogno di urina.

    È solo per una delle mie pozioni.

    Emerisa arricciò il naso. E tu bevi una pozione che contiene urina?

    No! Mi bagno i polsi... è disgustoso.

    Non sono affari miei... ma che cosa fa? Chiese Emerisa.

    Si fermarono vedendo due Cavalieri che venivano verso di loro. Dalla casa di Finn ed Emerisa, la via più breve per il tempio coincideva in parte con una strada di Valhara molto trafficata.

    Buon pomeriggio, Lady Kyrin,disse uno dei Cavalieri, inchinandosi. Poi sorrise a Emerisa. È bello vedere che il capitano ti ha lasciato uscire, Emerisa.

    Emerisa sorrise. Sono scappata. Come va la ronda?

    Noiosa, come al solito.

    Prima che finissero di parlare, Kyrin li superò lungo la strada.

    Emerisa si mise a ridere. È timida. Fate attenzione.

    E’ stato bello parlare con te, le disse il Cavaliere, proseguendo.

    Emerisa raggiunse Kyrin. Continuano a non piacerti, vero?

    Non direi proprio così.

    Che diresti?

    Che non mi fido di loro, esattamente come loro non si fidano di me.

    Ma loro si fidano di te. Da quando hai riportato sei di loro dalle dimensioni, si fidano, in modo esplicito.

    Per ora.

    Emerisa sorrise e continuò a camminare. Sapeva quanto fosse difficile per Kyrin fidarsi di qualcuno ed era contenta che la lista dei Valhariani di cui Kyrin si fidava stesse aumentando.

    Va bene, allora, a che cosa serve la nuova pozione? Chiese Emerisa.

    Giuri di non dirlo a nessuno?

    Prometto. Finn ha smesso di chiedermelo perché non gli dico mai di che cosa parliamo.

    Già, ma se Alric te lo ordinasse?

    Non lo farò. Gli fa piacere che parliamo.

    Vero... bene allora. Ho finito la pozione che uso per evitare di restare incinta, disse Kyrin, guardando nervosamente Emerisa, che aveva un’espressione affascinato sul volto. Puoi fare una pozione del genere?!

    Sì, sei arrabbiata?

    No! È... è solo che... spiega molte cose.

    Che cosa spiega?

    Perché i gemelli hanno cinque anni e non hai avuto un altro bambino.

    Io non ne voglio altri.

    Lo so, ma è inevitabile... o, almeno, di solito lo è. Da quanto l’hai finita?

    Due mesi e mi rende nervosa.

    Lo immagino.

    Allora non sei per niente arrabbiata?

    No. Credo però che potresti avere un mercato per quella roba.

    Venderla? Chiese Kyrin stupita.

    Santo cielo, sì!

    A chi?

    Alle donne di Valhara.

    Oh, già, figurati se l’accetterebbero, disse Kyrin, con una risatina.

    Penso proprio che l’accetterebbero.

    Beh... te ne serve un po’?

    No, in effetti, Finn ed io dobbiamo chiedere aiuto ai preti per avere un bambino, adesso.

    Perché?

    il mio primo figlio è stato un po’ un incidente, non programmato, voglio dire. È stata una nascita traumatica e ha fatto dei danni. Da allora, ho fatto fatica a restare incinta e ci vogliono un sacco di benedizioni.

    Deve essere comodo.

    Emerisa sorrise. Sì, se non fosse che alcuni di noi vogliono avere figli.

    Tu li vuoi?

    Certo! Essere mamma è la cosa più bella al mondo.

    Kyrin ci pensò per un po’ e poi si fermò quando sentirono una carro che si avvicinava. Detesto questa strada. È troppo trafficata.

    Emerisa sorrise. È solo che non ti piace la gente.

    Già, uno dei motivi.

    Quando il carro girò l’angolo, videro che era coperto, decorato con colori brillanti e aveva pentole e padelle che pendevano a lati.

    Che cos’è? Chiese Kyrin, guardandoli avvicinarsi.

    Emerisa sospirò, Zingari, allontaniamoci un po’ dalla strada.

    Sono pericolosi?

    Potrebbero esserlo. Vengono a Valhara una volta l’anno e cercano di vendere le loro pozioni.

    Che tipo di pozioni? Chiese Kyrin, ferma sulla strada e continuando a osservarli.

    Pessime. Pretendono che facciano cose come curare il raffreddore... ma hanno tutte degli effetti collaterali tremendi. C’era questa vecchia che ha preso una delle loro pozioni per aiutarla con il dolore alle mani che viene con l’età... ed è finita con i foruncoli sul naso.

    Kyrin prese il mazzafrusto, Allora impediamo loro di entrare a Valhara.

    Emerisa sobbalzò. Kyrin, metti via quell’arma... non possiamo affrontarli.

    Io sì. Non voglio che vendano veleni a Valhara.

    Lascia che ci pensi il Re. Appena saprà che gli zingari sono tornati, se ne libererà lui.

    Oppure posso liberarmene io, adesso, disse Kyrin, mettendosi di fronte al carro. Fermi!

    Fermarono i cavalli. L’uomo seduto a cassetta mise il freno e guardò giù verso di lei. Sei interessata a comprare?

    Kyrin sorrise. Certo... che cosa avete?

    Kyrin! sussurrò Emerisa, sconvolta.

    Il cocchiere saltò giù dal carro e girò intorno al carro. Che cosa stai cercando? Ho tutto e se non ce l’ho lo posso preparare.

    Hai una pozione generica per curare le ferite? Chiese Kyrin, seguendolo. Emerisa si guardava attorno nervosamente. Non sapeva che cosa avrebbero detto Finn o perfino Re Alric se le avessero colte a parlare con gli zingari.

    Certamente! rispose l’uomo e cominciò a frugare tra le cose in fondo al carro.

    Kyrin sorrise maliziosa a Emerisa e poi tornò a guardare l’uomo.

    Ecco, bella signora. l’uomo si voltò e le porse una piccola fiala.

    Kyrin tolse il tappo dalla fiale e la annusò.

    Non ha un buon odore, ma funziona, le disse l’uomo.

    Che c’è dentro?

    Niente che debba preoccupare quella bella testolina.

    Quanto? Chiese Kyrin, richiudendo la fiala.

    Due pezzi d’oro... prezzo speciale solo per te,

    Kyrin gli sorrise. Ora, ecco come la vedo io. Questa pozione contiene sanguinaria e yohimbe, una paralizza e l’altra è un afrodisiaco.

    Emerisa emise un gemito strozzato.

    L’uomo si agitò nervosamente. No... no... è tutta roba curativa.

    Che cosa speravi di ottenere? Chiese Kyrin, avvicinandosi.

    Niente!

    Sai chi sono?

    No... non stavo...

    Sono la signora di Valhara e se non giri il carro e non te ne vai immediatamente... dovrò informare mio marito di che cosa hai cercato di vendermi.

    Emerisa sorrise. La punizione sarebbe severa. E’ molto protettivo nei suoi confronti.

    Io non...non.. senza un’altra parola, l’uomo risalì sul suo carro e lo girò. Kyrin ed Emerisa lo guardarono far correre i cavalli lontano dalla città.

    È stato impressionante! disse Emerisa, guardando Kyrin con un sogghigno.

    Idiota.

    È proprio quello che c’era nella fiala?

    Kyrin guardò la fiala che aveva ancora in mano. Sì, è vero. L’ho già visto, quando il consorzio Goshirin aveva una donna poco arrendevole che cercava di vendere.

    Che cosa hai intenzione di farne?

    Kyrin scrollò le spalle. Non lo so. Andiamo.

    Emerisa lanciò un’altra occhiata alla strada a poi si avviò. Torniamo all’argomento di prima... non credi che dovresti informare il Re delle pozioni che usi?

    No! Perché dovrei?

    Magari si sta chiedendo perché non sei rimasta incinta.

    Sono sicura che se lo sta chiedendo.

    Mi meraviglia che non abbia chiesto ai preti di visitarti,

    Kyrin fece un sorrisetto. L’ha fatto.

    E che cosa hanno detto?

    Non sono riusciti a capire come mai.

    Emerisa si mise a ridere. Sei unica, Kyrin!

    Kyrin si voltò di colpo ed estrasse il mazzafrusto, guardando attentamente nei boschi.

    Che c’è? Chiese Emerisa, cercando di vedere quello che aveva visto Kyrin.

    Ho sentito qualcosa.

    Emerisa ascoltò attentamente, senza sentire nulla.

    Resta indietro, disse Kyrin, spingendo Emerisa lontano dagli alberi.

    Emerisa cadde, qualche secondo dopo che un dardo si era infilato nel suo braccio. Kyrin riuscì in qualche modo a schivare il primo dardo diretto a lei ma il secondo le si infilò nella coscia e perse quasi immediatamente conoscenza.

    ***

    Potrebbe celebrarlo Re Alric, disse uno dei due Cavalieri. Erano a cavallo e facevano la solita ronda lungo le strade intorno a Valhara.

    Lei ha detto che non vuole infastidirlo per un matrimonio, però.

    Li celebra continuamente. Siamo Cavalieri. Dovrà pure servire a qualcosa.

    Gliel’ho detto!

    Beh, falla parlare con Cinita. Re Alric ha sposato lei e Talus il mese scorso.

    Che cosa c’è sulla strada? Chiese il Cavaliere, facendo rallentare il cavallo.

    È un corpo?

    Avanzarono in fretta e saltarono giù da cavallo quando arrivarono accanto al corpo che giaceva sulla fredda strada di terra.

    Un cavaliere di inginocchiò e lo girò. È la moglie del Capitano.

    Emerisa? disse l’altro Cavaliere, toccandole il collo. È viva.

    C’è un dardo nel braccio. Lo estrasse e la raccolse. Portiamola dai preti.

    Aspetta, disse l’altro, andando verso il bordo della strada. Si chinò e raccolse qualcosa.

    Si voltò, in mano aveva il mazzafrusto di Kyrin. C’è solo una persona che conosco che porta un mazzafrusto.

    Passami Emerisa e poi comincia a cercare la Signora, disse, allungando le braccia per prendere Emerisa. Una volta a cavallo, con Emerisa seduta mollemente contro di lui, mandò al galoppo il cavallo verso il tempio.

    Kyrin! gridò il Cavaliere che era rimasto sul posto, addentrandosi nei boschi.

    Quando il primo Cavaliere attraversò le porte della città, inviò un Cavaliere a cercare il Re e un altro ad aiutare a cercare Kyrin. Arrivato al tempio, smontò, attento a sostenere Emerisa e poi la portò all’interno.

    Che cos’è successo? Uno dei preti arrivò correndo.

    L’abbiamo trovata incosciente sulla strada, fuori città. Aveva un dardo nel braccio.

    Non avete idea di cosa sia successo?

    No, abbiamo trovato anche un mazzafrusto. Io vado a vedere se riusciamo a trovare la signora.

    Il Re lo sa già? Chiese il Prete, cominciando a controllare Emerisa.

    L’ho fatto avvertire.

    Penso che si rimetterà. Sarà meglio che tu vada.

    Il Cavaliere si congedò, con un’ultima occhiata a Emerisa. Quando arrivò tra gli alberi dove aveva trovato il mazzafrusto, i boschi erano pieni di Cavalieri che chiamavano Kyrin.

    Finn e Alric arrivarono mentre il Cavaliere smontava da cavallo.

    Che sta succedendo? Chiese Alric, andando incontro al Cavaliere, che guardò nervosamente il Capitano. Eravamo di pattuglia quando abbiamo trovato Emerisa incosciente sulla strada.

    Finn restò allibito. Cosa?!

    L’ho già portata dai preti. Aveva un dardo nel braccio ma è viva.

    Alric guardò tra gli alberi. Non è tipico dei Qualsax arrivare così vicini alla città.

    C’è dell’altro, signore, disse il Cavaliere. "Abbiamo trovato anche il mazzafrusto di Lady Kyrin sul bordo della strada.

    Alric spalancò gli occhi. Nei sei sicuro?

    Il Cavaliere annuì. Nessun altro che conosciamo porta un mazzafrusto a tre catene. Ci sono giù tutti i Cavalieri disponibili che la cercano.

    Io... cominciò a dire Finn.

    Alric si diresse verso gli alberi. Vai da Emerisa.

    Finn voltò il cavallo e sparì in fretta.

    Il Re si rivolse al Cavaliere. Vai a casa di Finn e parla con sua figlia Anni. Scopri quando tempo fa sono uscite di casa Emerisa e Kyrin.

    Sì, sire, rispose il Cavaliere, montando in fretta a cavallo.

    ***

    Svegliati, gridò una voce rude.

    Kyrin lo sentì e cercò di aprire gli occhi. Quando finalmente ci riuscì, era troppo buio e non riusciva a vederci bene.

    Sorvegliatela.

    Kyrin cercò di parlare ma le sue parole erano troppo confuse per essere comprensibili, quando cercò di sedersi, scoprì che i polsi e le caviglie erano assicurati a un duro tavolo di legno. Tirando leggermente, scoprì che le mani erano tenute strette contro il tavolo da cinghie spesse.

    Smettila di agitarti, disse la voce. Non puoi liberarti.

    Quando finalmente i suoi occhi si adattarono alla scarsa luce, Kyrin vide che era in una stanza quadrata di pietra, scarsamente illuminata. Il tavolo in mezzo era l’unico mobile e intorno a lei c’erano sei troll che la guardavano.

    Kyrin sentì la nausea e ricordò il dardo. I troll avevano avvelenato lei ed Emerisa. Dov’è l’altra donna?

    L’abbiamo lasciata a morire sulla strada, le rispose un troll. Lei, non la vogliamo.

    Perché...? fece per dire, ma aveva la bocca così secca che era difficile parlare. Dove sono?

    Tu hai preso la principessa e hai impedito il ritorno di Tiasis.

    Kyrin sospirò. Lasciatemi alzare e possiamo parlarne.

    No! Dobbiamo ricominciare da capo per riportarlo indietro, questa volta cominciamo con il sangue nobile.

    Io non ho sangue nobile.

    Abbiamo controllato prima. Tu porti sangue nobile. Disse rabbiosamente il troll.

    Kyrin scosse la testa. Ti sbagli.

    Non importa. Noi riportiamo indietro Tiasis.

    Kyrin tirò le cinghie, ma sembravano solide.

    Portate il Veggente

    Entrò un altro troll più vecchio, seguito da tre lupi. Kyrin lottò più forte per liberarsi quando uno dei lupi si avvicinò e passò leggermente il naso lungo il suo addome.

    Vedete, lei porta sangue nobile, disse loro il veggente. Aspettiamo il bambino e poi riavremo Tiasis.

    Avete intenzione di tenermi qui per nove mesi? disse Kyrin ridendo. Buona fortuna!

    Noi ti portiamo in città. Nessuno sa dove sei.

    Potrei sempre chiamare Sithias.

    Lui non è il tuo dio.

    Vero, ma gli piace tanto venire quando lo chiamo.

    Tu non chiami, o noi costretti a ucciderti

    Ma allora non avreste il vostro sangue nobile. Gli ricordò Kyrin.

    Il Veggente parlò per un momento con i troll. Noi le teniamo le mani separate. Così non può fare incantesimi. Non è abbastanza forte per rompere le cinghie. La teniamo tutto il tempo che serve.

    ***

    Che cosa hai scoperto? Chiese Alric quando Finn lo raggiunse.

    Ha detto che hanno avuto uno scontro con degli zingari ma che se ne erano andati quando sono state attaccate. L’ultima cosa che ricorda è Kyrin che estraeva il mazzafrusto perché aveva sentito qualcosa tra gli alberi.

    Emerisa sta bene?

    È solo un po’ intontita. I preti la terranno stanotte, solo per precauzione. Dopo aver parlato con lei, ho scoperto che lei e Kyrin si sono trovate nei guai quasi tre ore prima che la trovassero.

    È parecchio tempo per allontanarsi da qui.

    La troveremo. Anche se Emerisa non ha visto chi le ha attaccate.

    Vai da lei. Qui ci pensiamo noi.

    Grazie, sire, disse Finn e tornò al suo cavallo.

    Alric si rivolse al cavaliere che si stava avvicinando, Che cosa avete scoperto?

    Sono d’accordo con i primi rapporti, signore. Ci sono tracce di troll in quest’area. Direi che erano un centinaio.

    Seguiamoli. Voglio con me tutti quelli che sono stati dai troll l’altra volta, eccetto il Capitano. Vieni tu al suo posto e porta cinquanta Cavalieri.

    Sì, signore, e il Cavaliere corse a raggruppare i Cavalieri. Alric guardò in fondo agli alberi, sperando che Kyrin stesse bene.

    ***

    State rovinando la mia reputazione, sapete? Chiese Kyrin, tirando le cinghie. Dubitava ancora dell’opinione dei troll che lei fosse incinta. Conosceva abbastanza bene i troll e aveva in programma di cavarsela da sola.

    Smettila di parlare. Gridò uno dei troll.

    Ci sono voci di una donna nelle dimensioni, continuò Kyrin, In qualche modo si è messa con i Nosata e veniva rapita in continuazione. Triste, veramente. Sono riuscita a restare alla larga dal Qualsax ma no... dovevano pensarci i troll.

    Ho detto di stare zitta!

    Se l’è meritato, così impara a innamorarsi del capo dei non-morti. Ho sentito che hanno addirittura avuto dei figli... disgustoso.

    Ti metteremo il bavaglio se non stai zitta.

    Non potete tenermi imbavagliata per nove mesi.

    Possiamo farlo per la maggior parte del tempo.

    Kyrin scrollò le spalle. Ti stavo solo spiegando perché è una cattiva idea. Non voglio che roviniate la mia reputazione.

    Noi non tocchiamo la reputazione. Disse il troll.

    Sì, invece. Sapete che cosa mi succederà quando si saprà che sono stata rapita dai troll? Ah, tutti quanti mi prenderanno in giro e rideranno di me.

    Non importa.

    Ti interessa che devo andare?

    Tu non vai.

    No... ho bisogno di andare alla toilette.

    Il troll alzò gli occhi. Tienila.

    Per nove mesi? Chiese Kyrin.

    Tu, portala, disse il troll a un altro che brontolò e cominciò a sciogliere le cinghie alle caviglie e a polsi.

    Kyrin si sedette e scosse la testa prima di congelare tutti i troll nella stanza. Il lupo che era ancora di fianco al Veggente si congelò anche lui ma i suoi occhi la seguirono quando uscì, chiudendo la porta dietro di sé.

    Kyrin guardò la lunga caverna e corse, usando la scarsa luce delle torce lungo la strada. Sperava di trovare un’arma prima di arrivare alla porta perché non sapeva quant’era lontana da Valhara.

    Girò un angolo, ancora correndo e arrivò in un’enorme caverna piena di troll.

    Accidenti, sussurrò, facendo un passo indietro.

    Tutti i troll si voltarono a guardarla.

    ***

    Sta diventando troppo buio per vederci, disse un Cavaliere ad Alric,

    Non possono avere molto vantaggio e si fermeranno per la notte. Spiegò Alric. C’è la possibilità di raggiungerli se continuiamo.

    Preferirei trovarla e riposare dopo, disse uno dei Cavalieri. Lei non si è mai riposata mentre eravamo nelle dimensioni ed io ho intenzione di renderle il favore.

    Alric studiò i Cavalieri. Va bene, continuiamo.

    Potrei perderli al buio, disse loro il ranger. Era un mezzo elfo e vestito di pelle con un arco sulla schiena. Normalmente non succede. Comunque è un rischio che si corre di notte.

    Cerchiamo di seguire le tracce. Se riterrai che stai per perderle, allora ci fermeremo per la notte.

    Sì, sire. Rispose il ranger e poi continuò a camminare verso nord. Era l’unico non a cavallo ma i ranger preferivano comunque andare a piedi.

    I Valhariani lo seguirono mentre si faceva lentamente strada lungo la linea degli alberi, appena fuori dal territorio dei Qualsax.

    Strano come abbiano evitato i Qualsax eppure siano riusciti a rapire la signora di Valhara, disse uno dei Cavalieri.

    Alric annuì. Credo proprio che sia una vendetta perché abbiamo fermato quello che stavano facendo per riportare in vita Tiasis.

    Però adesso non possono più farlo, no?

    Non con il metodo che stavano usando in precedenza. Sithias ed Erianah li tengono d’occhio. Se stanno ancora cercando di riportarlo in vita probabilmente dovremo occuparcene noi.

    Penso che dovremmo farlo, solo per aver toccato la signora, disse rabbiosamente uno dei Cavalieri.

    Alric sorrise a quello che ora era conosciuto come un ‘Cavaliere delle dimensioni’, uno dei Cavalieri con cui Kyrin aveva fatto il salto dimensionale per salvare le loro vite. Erano ancora tutti completamente devoti a lei e molto protettivi.

    Terrò conto del suggerimento, gli disse Alric. Non sarà facile liberarsi dei troll, comunque. Gli elfi ombra erano praticamente raggruppati intorno ad Aloria. I troll sono sparpagliati in tutta la dimensione.

    Se le fanno del male...

    Calmati. Non è facile sconfiggere Kyrin. Immagino che sia più che altro irritata per essere stata rapita.

    Non è colpa sua.

    Vaglielo a dire. Lo vedrà come un segno che sta diventando debole.

    Oh buon Dio, questo vuol dire che se ne andrà di nuovo?

    Alric scrollò le spalle. Da quando era tornata dopo la chiusura dei portali Kyrin

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1