La Primavera del Botticelli
()
About this ebook
La Primavera del Botticelli non è quella esposta agli Uffizi. Non quella vera. Quella vera è a casa di Tessa, custodita da sempre nella sala di Fra' Diavolo. Qui i personaggi del dipinto nascono dalla tela ogni giorno. In bilico tra reale esistenza e follia la storia si dipana fino all'invitabile epilogo quando Zefiro diventato per Tessa padre, maestro, amico, vorrà esserne anche l'amante.
Sura Bizzarri
Sura Bizzarri vive a Maresca, in Toscana con la famiglia e numerosi animali. Coltiva da sempre la passione per la scrittura. "La Primavera del Botticelli" è il suo primo romanzo. E' arrivata un'altra appassionante storia nella quale il gusto per il cibo vegetale, la carne umana e il pensiero totalmente primitivo si intrecceranno fino a dissolversi l'uno nell'altro. A Love Supreme - Cannibal Caino è disponibile per tutti qui su Smashwords e tra breve sulle pricipali librerie on-line. (Se non la trovate andate in fondo alla pagina di ricerca e disattivate l'adult filter cliccando su "Deactivate adult filter", è una storia non adatta ai bambini.)
Related to La Primavera del Botticelli
Related ebooks
La Nonna Rating: 3 out of 5 stars3/5L'occhio di gatto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSguardi a Venezia Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIo, esisto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlla conquista delle stelle Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNinna nanna ninna oh questa mamma a chi la do: Dove vanno a finire i pensieri di una mamma nel suo correre quoitdiano? Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLettere dalla Terra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPop corn all'aperto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUno sguardo dalla finestra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn cielo di stelle Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNel silenzio di Alice Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUna spirale aperta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa Caverna Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPITIPACCHIO Maiku Sae diviene strega kuarzica Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCuore ingordo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDi Stanze: 7 nuovi autori bolognesi dal Navile Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa ragazza resiliente Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsOspite d'un giorno solo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCosì Vicinissimamente Lontano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa strega e le altre Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMi fai una storia: Inventare, raccontare, vivere avventure fantastiche nel quoatidiano con i nostri bambini Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMe ne basta la metà Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsOcchi azzurri oltre il cielo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'abbraccio delle parole: I giorni della quarantena Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsAlfabeto Montessori: Le parole che possono cambiare il mondo Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFigli miei Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsUn lunedì senza ombrello Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL altra metà delle note Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsNel cuore delle case: Viaggio interiore tra case e spazi mentali. Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsL'inventrice di Sogni Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Performing Arts For You
Manuale Di Dizione Italiana: Regole Ed Esercizi Pratici Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI fratelli Karamazov Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Principe Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsTra donne sole Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Quattrocento - Letteratura e teatro (41): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 41 Rating: 0 out of 5 stars0 ratings500 Film da vedere prima di morire: Quarta Edizione 2019 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Medioevo (secoli XI-XII) - Letteratura e teatro (29): Storia della Civiltà Europea a cura di Umberto Eco - 29 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsSEGRETI E BUGIE DI FEDERICO FELLINI. Il racconto dal vivo del più grande artista del ‘900 misteri, illusioni e verità inconfessabili Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRacconti sardi Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsIl Maestro tra danza e musica. L’accompagnamento musicale nella lezione di danza classica dell’Ottocento, dal violino al pianoforte Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsCome si scrive una sceneggiatura Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI capolavori Rating: 4 out of 5 stars4/5Cuore di tenebra Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLa casa in collina Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDelos Science Fiction 214 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI misteri dell'antico Egitto Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsFritz Lang Alfred Hitchcock. Vite parallele Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsC'eravamo tanto amati. I capolavori e i protagonisti del cinema italiano Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsDelos Science Fiction 215 Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsArlecchino servitore di due padroni Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsGuerra e pace: Ediz. integrale Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsI 10 brani da ascoltare almeno una volta nella vita Rating: 5 out of 5 stars5/5Pasolini sconosciuto. Interviste, scritti, testimonianze Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsRomeo e Giulietta Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsPole Dance Stretching - Super Flessibilità e Forza per la Massima Performance Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe commedie Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsLe leggende del castello nero e altri racconti Rating: 5 out of 5 stars5/5Le baccanti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsMANUALE PER SCRITTORI 3.0 - La professione più ambita del Web: Trucchi e Segreti per scrivere da professionisti Rating: 0 out of 5 stars0 ratingsShakespeare è Italiano Rating: 0 out of 5 stars0 ratings
Reviews for La Primavera del Botticelli
0 ratings0 reviews
Book preview
La Primavera del Botticelli - Sura Bizzarri
La Primavera del Botticelli
By Sura Bizzarri
Copyright © 2011 By Sura Bizzarri
Smashwords Editions
Smashwords Edition, License Notes
This ebook is licensed for your personal enjoyment only. This ebook may not be re-sold or given away to other people. If you would like to share this book with another person, please purchase an additional copy for each recipient. If you’re reading this book and did not purchase it, or it was not purchased for your use only, then please return to Smashwords.com and purchase your own copy. Thank you for respecting the hard work of this author.
Capitolo 1
Mi chiamo Tessa, ormai non sono più giovane. Ne è passata di acqua sotto i ponti dell’Arno, le case hanno cambiato colore, le macchine hanno riempito le strade, i tetti sono stati scoperti e poi ricostruiti, i bimbi sono cresciuti e i vecchi spariti.
Ne è passato di tempo dai miei primi ricordi e i ricordi sono ancora tutti lì, riposti in tante tasche che si aprono da sole. Non ne ho persi neanche uno, conservo gli odori, i suoni, i sapori e anche le più intime emozioni di tutti i personaggi che hanno incrociato, intrecciato, condiviso la mia vita. E tuttora la mia vita continua a intrecciarsi, confondersi e specchiarsi con quella di tutte le persone che sono intorno a me. E sono tante.
Molti mi credono pazza, ma sono solo sincera, non cerco di sembrare un’altra; la verità non ha paura di se stessa.
Vivo da sempre tra il Campanile di Giotto e la Torre di Palazzo Vecchio, cammino da sempre tra i corridoi degli Uffizi e Giardin de Boboli. Insegno ai bimbi a lavorare la creta, a impastare la terra con le mani e ammorbidirla, modellarla, sfiorando il divino. L’odore di terra bagnata si spande nella grande stanza-laboratorio, le narici se ne impregnano: le mani umide, i capelli che ricadono sul viso, i vestiti da lavoro sporchi di argilla e l’impegno degli occhi e dei volti riportano me e i miei studenti a uno stato primordiale; gli alberi fuori dalla parete di vetro sono la nostra foresta, quando piove ci sentiamo immersi in un vapore di giungla, ci addentriamo nella nostra Africa-madre fiorentina e creiamo totem protettori e monoliti ancestrali. L’arte dei bimbi è commovente, è vicina alla creazione, la creazione dal niente, guidata dall’istinto, dai pochi concetti appresi, dai desideri. Non è guidata da un obiettivo imprescindibile, è libera e spontanea, respira dei piccoli respiri dei creatori, ha in sé i tocchi delle piccole dita e le cicatrici dei momenti di noia e di rabbia. Non ha tesi da giustificare, non ha recinti di correttezza entro i quali dover stare.
Il mio laboratorio, la mia casa, il mio giardino alberato, la mia Firenze sono il mondo che voglio ricordare per sempre, che lascerò a chi verrà dopo di me.
Io sono nata qui. Avevo pochi mesi e passavo intere giornate con la nonna; mia madre doveva lavorare in un negozio del centro. Nonna Tina mi metteva nel seggiolone e preparava marmellate con i frutti degli alberi del nostro giardino. Parlava, parlava sempre, mi spiegava passo dopo passo tutte le operazioni di pelatura e bollitura della frutta, di invasamento sottovuoto. Mi raccontava novelle, storie della sua lontana infanzia, filastrocche e antiche credenze su fate e streghe. La magia del suo mondo mi incantava già da piccolissima; i suoi gesti semplici e concreti, i suoi rimedi contro ogni mio problema, il suo modo ironico e fluido di farmi apprendere la vita, la sua voce calma e sicura riempivano i miei cedimenti, colmavano le mie insicurezze.
Quello che la mamma mi ordinava e imponeva di fare sembrava irraggiungibile, non mi sentivo mai pronta. Nonna Tina esprimeva lo stesso concetto riconvertendolo alla mia portata, facendomelo percepire come qualcosa che desideravo, nata da me; mi rendeva sicura, coraggiosa, in grado di provare.
Le giornate con lei erano il ribollire dei fornelli accesi, l’odore dolce e consolante dello zucchero che cuoceva con la frutta, il sapore d’infanzia del pane col burro. La cucina era solida e chiara, sempre invasa dalla luce prepotente delle grandi vetrate che perimetrano l’intera casa, le voci di Firenze arrivavano attutite, ma ben distinte, la calma dei nostri gesti mi rendeva tranquilla, sicura.
Il giardino era il teatro dei miei giochi, il respiro dei miei discorsi, il filo sul quale stendevo i miei progetti e sul quale camminavo in equilibrio tra i desideri, i doveri, i compiti e l’ozio dei pomeriggi vuoti, fra le parole cantilenanti della nonna e il sonno che calava come l’ombra dal faggio.
Sin dai primi mesi, quando ero inquieta e la nonna non riusciva a leggere i miei desideri, mi portava nella sala di Fra' Diavolo, al piano superiore. Era una stanza grandissima, piena di luce e poco altro; un tappeto decorato, un tavolo basso con zampe di leone, un divano inciso con volti di uomini e donne colpiti dalla grazia e un quadro, il quadro. Solo il gatto restava con me, si accoccolava sul tappeto e mi parlava in miagolese, mi girava intorno e strusciava la testa sulle mie gambe.
La nonna veniva spesso a controllarmi, non sentiva la mia voce, non sentiva movimenti. Mi trovava sempre buona, gli occhi dentro il quadro, le mani ferme in grembo, uno stato di calma e serenità. Ogni volta io entravo nel quadro, ne restavo coinvolta, ne mangiavo e ne bevevo in una comunione intensa. La nonna sorrideva, mi chiamava; la guardavo e la rassicuravo, poi mi voltavo di nuovo e riprendevo la profonda e partecipata osservazione.
Mentre diventavo grande le mie abitudini si modificavano ben poco; Firenze cresceva, ma il traffico non toccava il nostro bel giardino, la scuola assorbiva molto del mio tempo, le nuove amicizie mi portavano più spesso fuori di casa, ma il rapporto con la nonna era sempre quello e le sedute nella sala di Fra' Diavolo erano sempre intense. Lì facevo i compiti, leggevo e ascoltavo musica. Lì mi ponevo domande sul senso delle cose, lì riflettevo e incessantemente ripensavo ogni mia esperienza. Tuttora frequento ogni giorno quella sala, quando sono sola, quando, usciti i bambini e finito di pulire e riordinare il laboratorio, mi concedo a me stessa.
Nonostante il nome poco rassicurante ereditato dalla storia, la mia sala è mite come una giornata di primavera, luminosa come un campo di grano che muove il pomeriggio, familiare come un gatto che fa le fusa, emozionante come la vocina di un bimbo che per la prima volta chiama mamma.
Capitolo 2
Qualcuno suona il campanello. Sono nel laboratorio, le mani lavorano la creta che gira sul piccolo tornio. Mi pulisco in fretta, sto attendendo i bimbi più piccoli, quelli del primo corso. Stavo proprio preparando tante piccole forme per facilitare il loro lavoro. Il pulmino giallo scarica tante vocine che mi salutano, felici di venire ad impastarsi, sporcarsi, tuffarsi nella creta umida.
Bimbi, oggi siamo indiani d’America che vedono passare una mandria di bisonti; ci dobbiamo nascondere dietro i cespugli, lasciarli passare osservandoli bene, in silenzio e poi, invece di fare una foto, usiamo la creta per costruire tante statuine uguali a loro. Intanto cominciamo a parlare piano e dipingiamoci righe verdi sul viso per nasconderci tra le foglie. Dobbiamo farci piccoli, sembrare foglie tra le foglie.
Urla dei bimbi che si incolonnano in fila e cercano di scavalcarsi per farsi truccare prima. Passo accanto alla fila e segno di verde ognuno di quei visi sorridenti e sdentati.
Ora bimbi facciamo piano, cominciamo a calmarci. Tutti fuori, ognuno si nasconda dietro gli alberi o le foglie più grandi.
Maestra, maestra, sono dipinto troppo poco, mi vedono. Scappano!
Passo nuovamente davanti alla fila e concedo altri tratti di verde a tutti.
Bimbi, ora siamo pronti! Usciamo in silenzio e … occhi aperti!
Il mattino è rilassante; i bimbi, anche se piccoli, si controllano bene. Entrano nella parte e mi seguono man mano che impartisco istruzioni e passiamo dal puro gioco ai primi rudimenti della lavorazione. Ci divertiamo, io e loro, ci sono tanti piccoli incidenti ironici, tante domande che suonano buffe, tante piccole scoperte che ci emozionano.
Il pomeriggio di solito tengo i corsi più avanzati, per bambini più grandi, ragazzi e anche adulti. Ci sono anche anziani che creano, modificano e distruggono quello che ritengono impresentabile. Il continuo lavorio del mio laboratorio è un brulicare da formicaio, è l’ora d’uscita dagli uffici in una grande città, è una fabbrica con tanti mattoni viventi che si scambiano, si spostano, si sporcano e si puliscono, prendono e posano arnesi, si impegnano per poi rilassarsi nella contemplazione della loro opera.
Gli scaffali sono pieni di vasi, calici, statue, globi; normalmente gli studenti portano a casa il loro lavoro, ma qualche