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Equites: Libro 4 Della Serie Heku
Equites: Libro 4 Della Serie Heku
Equites: Libro 4 Della Serie Heku
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Equites: Libro 4 Della Serie Heku

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About this ebook

EQUITES, libro 4 della serie Heku, comincia con una guerra. Damon ed Emily continuano a litigare mente gli Equites devono difendersi dagli attacchi sia dei Valle sia degli Encala. Un incidente manda Emily all’ospedale e la tensione con i Valle diventa ancora più esplosiva.

Emily sospetta che gli heku le nascondano un segreto e fa di tutto per scoprirlo, fino a trovarsi a faccia a faccia con il lato oscuro degli heku, che finirà per accettare. Un Clan agricolo la ospita, e la sua visione dei sinistri heku comincia a cambiare.

Il suo passato con Keith torna a perseguitarla e un vile attacco dimostra agli Equites fin dove sono disposti ad arrivare i Valle e gli Encala pur di entrare in possesso degli eredi Winchester.

Un ultimatum potrebbe sconvolgere l’esistenza dell’intera specie.

LanguageItaliano
PublisherT.M. Nielsen
Release dateAug 6, 2011
ISBN9781466119796
Equites: Libro 4 Della Serie Heku
Author

T.M. Nielsen

T.M. Nielsen doesn't necessarily consider herself an author. She's an every-day woman who had a story to tell. Never intending to let anyone else read it, she decided to put it all down on paper. What she ended up with is a fascinating tale filling books full of drama, adventure, action, romance, and excitement.When asked why she decided to publish, she stated, "I want for others to be able to forget about problems in life and to lose themselves in my world... the world of the heku. While I write, I laugh, cry, grin, gasp, and my heart races. I want others to experience that too."T.M. Nielsen is a computer tech by trade and lives with her husband and two beautiful daughters. She's the author of Amazon.com's bestselling series The Heku Series and the Dimensions Saga, along with a Heku Series spin-off book called Return of the Encala. She's been listed numerous times on Apple's Breakout Books and on Amazon.com's top 20 in Fantasy.**** From TM ****I updated my books all the time! Check back often for new, cleaner versions. I can't afford an editor, but any time I hear of an error, I fix it immediately.

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    Book preview

    Equites - T.M. Nielsen

    Chapter 1 – Attacco

    Emily si svegliò di soprassalto quando sentì suonare un allarme in città. Si guardò attorno nella stanza, ma era sola. Sam uscì dalla nursery con Allen addormentato in braccio.

    Che cosa sa succedendo? Gli chiese.

    Non lo so, disse Sam, appoggiando Allen vicino a lei. Lei lo prese in braccio, cercando di togliersi dalla mente gli ultimi brandelli di sonno. Sam chiuse gli occhi e ascoltò attentamente.

    I Valle stanno attaccando, disse Sam.

    Emily rimase sbalordita: I Valle? Qui in città?

    Sam annuì: Sì, le truppe sono ferme fuori dalla città e il loro Consiglio è in riunione con il nostro, proprio in questo momento.

    Dovrei andare, disse Emily. Scese dal letto e cercò qualcosa da indossare. Erano già parecchie settimane che non riusciva ad allacciare i suoi jeans e odiava i vestiti che la facevano apparire incinta. Decidendo che non aveva altra scelta, si mise un paio di pantaloni e una camicia arricciata.

    Sentiva scoppi di voce all’esterno della sala del Consiglio. Accese i ventilatori, per evitare che il suo profumo raggiungesse chiunque si trovava nell’area dei processi, fece un profondo respiro ed entrò. Aveva usato la porta posteriore, quindi entrò dietro il Consiglio degli Equites. Quando apparve di fianco a Chevalier, l’intera sala cadde in silenzio e lei gli mise una mano sulla spalla.

    È una minaccia? Chiese Sotomar.

    Emily evitò di guardare Exavior, ma osservò attentamente gli Anziani nemici. Sentiva ancora l’allarme che suonava in lontananza.

    Non è qui per minacciarvi. Comunque trovo difficile credere che siate qui in pace, con l’intero esercito schierato, disse Maleth con rabbia.

    Quali sono esattamente le vostre richieste? Chiese Quinn.

    Chiediamo la restituzione dell’ultimo membro rimasto del Consiglio degli Encala e la restituzione della sua compagna, disse Sotomar, fissando Emily.

    Perché vi interessa se teniamo prigioniero Vaughn? domandò Quinn. Emily fu sorpresa dalla severità della sua voce e di quanto il suo tono le mettesse paura. Anche gli Anziani Valle fecero un passo indietro quando parlò Quinn.

    Abbiamo stretto un’alleanza con gli Encala e li stiamo aiutando a ricostruire, quindi chiediamo la restituzione di quello che è stato sottratto, disse Sotomar rivolgendosi a Maleth ed evitando di guardare Quinn.

    Possiamo discutere pacificamente la restituzione di Vaughn, ma non riconosciamo il legame imposto da un Antico, gli rispose Maleth con calma.

    Non c’è niente da discutere pacificamente. Con le forze degli Encala e dei Valle riunite, vi superiamo di numero e ci prenderemo quello che vogliamo, in un modo o nell’altro, gridò un altro degli Anziani Valle.

    Non parlate di me come se non fossi qui in piedi davanti a voi, disse Emily alla fine e tutti gli occhi si girarono verso di lei.

    L’Anziano Valle fece un passo avanti: Sei incinta?

    Emily non sapeva cosa rispondere. Sapeva che a quel punto poteva passare sia per essere incinta o per aver messo su qualche chilo.

    Lo guardò per un po’, finché Chevalier alla fine rispose: .

    Il bambino appartiene a Vaughn? le chiese l’Anziano.

    No!, rispose, seccamente.

    Allora dovrebbe essere punita per infedeltà, visto che Vaughn è il suo legittimo compagno, disse.

    Ti sfido a provare, disse Emily, facendo un passo avanti, ma il braccio di Chevalier le impedì di andare oltre.

    Ripeto, noi non riconosciamo nessun rituale compiuto da un Antico, disse Maleth.

    Porta il marchio degli Encala? chiese Sotomar, sogghignando.

    Per ora, gli disse Maleth, evitando di guardare Exavior. Era ovvio a tutto il Consiglio che non aveva condiviso quello che sapeva, e nemmeno il tempo che aveva trascorso con Emily. Appena avrà avuto il bambino, sarà rimosso.

    Avete sentito le nostre richieste. Se non saranno accolte in pieno, attaccheremo all’alba, disse Sotomar e i Valle uscirono dalla sala del Consiglio.

    Scegli sempre il momento peggiore per fare la tua entrata, le disse Damon.

    Puoi baciarmi il sedere! gli urlò.

    Smettetela voi due! disse Maleth. Non è questo il momento di battibeccare.

    Sì, Signore, disse Damon, guardando diritto in avanti.

    Abbiamo tre ore per fare un piano, disse Quinn.

    Ho convocato tutti i clan entro una distanza di tre ore di viaggio, ma saremo comunque di meno disse Chevalier.

    No, se sono qui io. Posso farne fuori qualche migliaio, gli ricordò Emily.

    Non possiamo correre il rischio. L’ultima volta non eravamo sicuri che saresti sopravvissuta.

    Cosa perdiamo se gli consegniamo Vaughn? chiese Quinn.

    La possibilità di farlo tacere quando chiama Emily, disse Chevalier, seccato.

    Che causa dolore, no?

    .

    Dolore che posso sopportare, consegnateglielo, disse Emily.

    Non basterà consegnare Vaughn. Vi vogliono entrambi, le disse Quinn.

    Allora consegnateci entrambi, non m’importa, una volta là, posso cavarmela da sola.

    Basta, le sussurrò Chevalier.

    No, non starò qui senza fare niente mentre l’esercito degli Equites è spazzato via a causa mia, disse con rabbia.

    Quinn la guardò sorpreso.

    Non possiamo rischiare di perderti. Finché sarai qui, avremo sempre un vantaggio, cercò di farle capire Maleth.

    No, se non me lo lasciate fare.

    Quanti ne puoi far fuori senza danni per te? Chiese Quinn.

    Non lo so, ammise.

    Mandatela via. La faremo portare in un clan remoto, magari in Europa, finché questa storia non è sistemata, suggerì Maleth.

    No! Non me ne andrò, gli disse Emily

    Non avresti scelta, Em, le disse Chevalier, accarezzandole una mano.

    Lasciatemi restare qui a combattere con voi. Perché avere questa capacità se non me la lasciate usare? Almeno lasciate che faccia fuori il loro consiglio e qualche centinaio di soldati, disse, disperata.

    È troppo rischioso, le disse Maleth.

    No, se sto attenta. Quando comincerò a sentirmi un po’ stordita o mi verrà il mal di testa, mi fermerò, ma a quel punto avremmo il vantaggio del numero.

    Ha ragione. Disse Damon, franco.

    Stai zitto, Damon, dissero contemporaneamente Chevalier e Maleth.

    Emily incrociò le braccia: Non ho bisogno del vostro permesso.

    Quinn la guardo sorpreso: Attaccheresti senza il nostro consenso?

    Avevo il vostro permesso quando ho fatto fuori gli Encala? Chiese.

    Vedo, disse e incrociò le braccia sulla scrivania davanti a sé.

    Questa volta la faccenda è più seria. È una guerra globale che si sta preparando da centinaia di anni, le disse Maleth. In questo momento dobbiamo decidere cosa succederà se la città sarà spazzata via e, se succederà, tu non dovrai essere qui.

    Non mi ascoltate mai, vero? Se mi lascerete combattere, la città non sarà spazzata via. Batté un piede sul pavimento e tutti la guardarono sorpresi.

    L’esercito della fazione è addestrato per combattere. Sono esperti e sono pronti a morire per difendere la città. Tu non ne fai parte, le disse Quinn.

    Stai dicendo che non faccio parte di questa fazione? gli chiese Emily, risentita.

    Non è quello che ho detto, solo che questa non è la tua battaglia.

    Fammi il nome di un qualunque altro membro di questa fazione di cui rifiutereste l’aiuto, se volesse combattere.

    Emily, no! disse Chevalier, brusco.

    Sì, invece e buona fortuna se cercherete di spedirmi via.

    Em, disse Chevalier, mentre usciva furibonda dalla sala del Consiglio.

    Lasciatela combattere. A che diavolo serve se non può combattere? Chiese Damon furioso.

    Stai dicendo che la teniamo con noi solo per sistemare i nostri casini? sibilò Chevalier.

    No, sto solo dicendo... a che serve avere un’arma se non la possiamo usare.

    A che serve avere un’arma se la distruggiamo? si intromise Maleth.

    Risuonò il rumore di elicotteri sopra il palazzo, che fece vibrare le porte e le finestre.

    È arrivato il clan di Samuel, disse Maleth, tirando un sospiro di sollievo.

    Portiamogli Vaughn e vediamo se riusciamo ad evitare una guerra consegnando solo lui. Se insisteranno a volere Emily, non avremo scelta. Una Winchester nelle mani dei Valle o degli Encala sarebbe un disastro, suggerì Maleth.

    Kyle? sussurrò Chevalier.

    Kyle apparve nella stanza:

    Fai scortare Vaughn da una delle tue unità dagli Anziani dei Valle, poi voglio che Mark e Frank portino Emily sull’elicottero. Manderemo Allen con il Consiglio, ordinò Chevalier.

    Separiamo Emily da Allen? Chiese Kyle.

    Chevalier chiuse gli occhi e annuì: Sì, dobbiamo separare gli eredi Winchester. Allen potrebbe non avere i poteri di Emily, ma è giovane. Non sapremo che effetti avrà il sangue dell’Antico su di lui finché non sarà cresciuto.

    Sì, Signore. Dove dobbiamo portarla? Chiese Kyle.

    Chevalier sospirò, abbattuto: Questo Consiglio non lo vuole sapere.

    Kyle confermò, chiaramente turbato, e uscì sfuocando dalla stanza.

    E ora? Chiese Quinn.

    E ora noi aspettiamo, gli rispose Chevalier, mettendosi comodo.

    Passò un’ora senza notizie, mentre il Consiglio rivedeva le strategie e le tattiche per sopravvivere a quella battaglia, poi Kyle tornò nella sala del Consiglio.

    Hanno accettato Vaughn, ma minacciano ancora di attaccare fra due ore se non gli consegniamo Emily, riferì Kyle.

    Informali che non è più qua, disse Quinn.

    Lo farei... ma prima dobbiamo trovarla. Ho tre unità che la stanno cercando. Se ne uso altre lasceremo scoperte le difese.

    Come fa una mortale a eludere un predatore nato? ringhiò Damon.

    Cercala tu, disse Kyle. Abbiamo già avuto questo problema altre volte e non è così facile come sembra.

    La troverò io, disse Damon, sfuocando fuori dalla stanza.

    Ci sono altri quattro clan in arrivo, pronti a combattere, però non siamo nemmeno vicini a essere alla pari, per proteggere la città, disse Kyle furioso. Suggerisco di evacuare il Consiglio.

    Lo faremo tra due ore, se non c’è altra soluzione, confermò Maleth.

    E se troviamo Emily, altrimenti io non me ne vado, disse Chevalier.

    Quinn sorrise: Damon la troverà.

    ***

    Sento il tuo odore, mortale. Non puoi nasconderti a un ‘vecchio’, disse Damon dall’interno della cucina.

    Emily si alzò accanto a un forno, dietro al quale si stava nascondendo: Tu lo sai che ho ragione io.

    Non spetta a me mettere in discussione quello che hanno ordinato gli Anziani. E questo vuol dire che ti metteremo su un elicottero in partenza. Le disse, prendendole il braccio.

    Lasciami combattere, Damon.

    Non posso, sarebbe contrario a un ordine diretto.

    Ascoltami, moriranno tutti in questa città a meno che tu mi lasci andare. Sai che posso farcela.

    Mi piacerebbe poterlo fare. Sarei entusiasta di vederti far fuori i Valle, ma ho ricevuto un ordine, disse Damon.

    Io non dirò niente se mi lasci andare. Di’ semplicemente che non mi hai trovato.

    Mentire al Consiglio?

    .

    No, disse Damon e cominciò a trascinarla fuori dalla cucina.

    Emily allungò un braccio e prese qualcosa dal ripiano, appoggiandolo al collo di Damon, che cadde con un forte tonfo mentre lei scappava. Corse fuori dal palazzo, verso la scuderia. Damon la raggiunse appena fuori dalla porta e le prese il pungolo, mentre la sollevava.

    Lasciami andare, Damon, gridò e scalciò mentre la teneva stretta in braccio. Entrò nella sala del Consiglio e la lasciò cadere sul sedere sul pavimento.

    Damon!, ringhiò Chevalier.

    Mi ha colpito con questo! Disse, tendendo il pungolo verso gli Anziani. Emily si rimise in piedi, afferrò il pungolo e gli toccò il braccio, mentre lui stava cercando di riprenderglielo. Damon cadde di nuovo a terra.

    Emily, smettila, disse Maleth, spazientito.

    Damon si alzò in piedi, afferrò il pungolo e alzò la mano per colpirla.

    Damon! Sibilò Chevalier. Damon abbassò la mano lentamente, ma continuò a guardarla furioso.

    Toccami di nuovo con quell’affare e anche l’Anziano non riuscirà a fermarmi, le disse, ribollendo.

    Non mi fai paura, gli ringhiò lei.

    Vuoi vedere che ti faccio cambiare idea?

    Smettetela, subito! Ordinò Quinn e sia Emily sia Damon alzarono lo sguardo su di lui, di colpo.

    Damon tornò al suo posto nel Consiglio.

    Non andrò con Mark e Frank, disse Emily incrociando le braccia.

    Invece sì, le rispose Chevalier.

    Mark e Frank arrivarono dietro di lei, che si voltò a dargli un’occhiata, per poi rivolgersi al Consiglio.

    Non obbligatemi a incenerirli, disse a muso duro e gridò quando sentì una puntura sul braccio. Ebbe appena il tempo di vedere Kyle in piedi dietro di lei, con una siringa, prima che l’oscurità la invadesse.

    Kyle l’afferrò mentre cadeva e la porse a Mark, che annuì e uscì con Emily tra le braccia, inerte. Frank sfuocò fuori con loro e chiuse la porta.

    Ancora un’ora. Continuano a non accettare il cessate il fuoco, senza Emily, disse Kyle.

    Damon rideva soddisfatto.

    Farà male al bambino? Chiese Maleth preoccupato.

    Kyle scosse la testa: No, me l’ha data il medico.

    Ok per lei, ma a te farà male? sospirò Chevalier.

    Kyle fece un sorrisino: Probabilmente sì.

    È così, allora... una guerra a Council City, disse Quinn, stringendo i pugni.

    E per una mortale..., Damon era indignato.

    Devi considerare cosa succederebbe se mettessero le mani su Emily, Damon, gli disse Maleth. Sarebbe un’arma mortale nelle mani di un nemico.

    Chevalier ringhiò. Non gli piaceva quando parlavano di sua moglie come se fosse una pedina. Chiuse gli occhi e sospirò quando sentì sopra di loro il rumore di un elicottero che partiva.

    Dobbiamo evacuare il Consiglio, disse Kyle in tono urgente.

    Io non voglio abbandonare l’esercito quando hanno bisogno di aiuto, disse Chevalier.

    Quinn annuì: Nemmeno io, dico di rimanere qui.

    Mandiamo via Maleth con il resto del Consiglio, allora. Quinn ed io staremo qui a combattere.

    Non voglio andarmene nemmeno io, disse Damon, risentito.

    Bene, allora, puoi restare. Il resto di voi se ne deve andare. Disse loro Chevalier.

    Maleth si alzò per andarsene, non aveva altra scelta. Se fosse capitato l’indicibile, lui sarebbe stato tutto quello che rimaneva degli Anziani e i nove Consiglieri sarebbero serviti per ricostituire la dirigenza. Mentre i Consiglieri si alzavano per andarsene, guardarono quelli che avevano deciso di restare e si inchinarono.

    Occupati di Emily e Allen per me, disse Chevalier a Maleth, con gli occhi pieni di dolore. Lei non lo capirà.

    Lo farò, mormorò Maleth e si diresse all’elicottero, seguito dai nove membri del Consiglio e da Sam che portava Allen.

    Damon si rivolse a Quinn e a Chevalier: Andiamo ad ammazzare un po’ di Valle.

    Chevalier sfuocò fuori dalla sala del Consiglio e sentì l’euforia della battaglia. Sentiva la tensione che cresceva mentre si avvicinava alla linea del fronte. Ora poteva lasciare affiorare gli istinti primitivi, normalmente repressi. Si fermò, poi avanzò lentamente verso il fronte. Un’ombra maligna era scesa sui suoi lineamenti e gli occhi del predatore scrutavano la fazione nemica.

    Sotomar si fece avanti: Sei venuto per mettere fine a tutto questo?

    Abbiamo mandato via Emily. Non è più qui, non possiamo consegnarvela, disse Quinn con una tale aria di comando che alcuni dei Valle fecero un passo indietro.

    Sì, lo so, Frank è uno dei nostri, gli rispose Sotomar, sorridendo.

    Chevalier rimase a bocca aperta. Aveva mandato via Emily con un Valle. Damon ringhiò e sfuocò in avanti, mandando Sotomar a finire a terra sulla schiena. I Valle avanzarono incontro alle truppe degli Equites e la battaglia cominciò.

    Chevalier vide Damon e Sotomar che si artigliavano e si girò dalla sua parte. C’era un Encala alla sua sinistra, pronto a finire un Equites ferito. Gli saltò addosso e gli strappò la testa velocemente, ringhiando forte mentre il sangue dell’Encala gli saturava i vestiti. Schivando un colpo di spada errante, si buttò su una guardia Valle e gli strappò un arto, la prima cosa che riuscì ad afferrare.

    Una tromba risuonò forte in lontananza e Chevalier si raddrizzò, respirando forte. Gli eserciti Encala e Valle si stavano ritirando. I feriti furono lasciati ai piedi degli Equites.

    Perché se ne vanno? chiese Damon.

    Non lo so.

    Quinn apparve accanto a loro: Hanno suonato la ritirata. Significa che l’hanno catturata?

    Chevalier si guardò attorno, cercando Exavior.

    Li inseguiamo? chiese Damon.

    Non siamo abbastanza forti per sconfiggerli, disse Chevalier girandosi verso gli altri due.

    Allora li lasciamo andare, disse Damon amareggiato.

    Mantenete la posizione finché riusciamo a capire perché si sono ritirati, ordinò Chevalier, poi ritornò verso il palazzo.

    Chevalier, Damon e Quinn apparvero contemporaneamente nella sala di controllo.

    Base a Equites 2, chiamò Chevalier alla radio.

    Base a Equites 2, ripeté.

    Chevalier ringhiò: Base a Equites 1.

    Qui Equites 1.

    Riuscite a mettervi in contatto con Equites 2? Chiese Chevalier.

    Equites 1 a Equites 2, chiamò il pilota.

    Equites 2, mi sentite?

    Base, nessuna risposta da Equites 2, rispose il pilota.

    Ritornate alla base, Equites 1, disse Damon, quando Chevalier non rispose.

    L’hanno presa, sussurrò Chevalier, guardando giù dal tetto del palazzo.

    ***

    Emily aprì lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte alla luce troppo forte. Cercò di muoversi, ma sentì un peso che le schiacciava il petto, tenendola ferma. Cercò di ricordare dov’era. Sentiva un forte odore di carburante, ma non c’erano rumori.

    Quando la nebbia nella sua mente iniziò a diradarsi, sentì cominciare il dolore nella gamba e nel braccio. Le faceva male anche la schiena e la testa pulsava. Rabbrividì per il freddo quando il vento la aggredì, dolorosamente. Ricordava di essere stata nella sala del Consiglio e il senso di colpa sul volto di Kyle dopo averle fatto l’iniezione.

    Più la testa si schiariva, più aveva paura. Gli occhi si erano adattati alla luce intensa, e si guardò attorno vedendo metallo contorto e legno a pezzi. C’era un pezzo di metallo che la teneva inchiodata al suolo e vide che il braccio destro era coperto di sangue. Cercò di spingere il metallo che le schiacciava il petto con la mano destra, ma riuscì a farlo muovere solo qualche centimetro.

    Alzò la testa di scatto quando sentì la radio: Base a Equites 2, rispondetemi, dannazione.

    Era la voce di Chevalier.

    Pronto? gridò Emily, più forte che poteva. Il metallo le schiacciava il petto e faceva fatica a respirare abbastanza a fondo da gridare.

    Emily allungò la mano destra e spinse via un pezzo di sedile rotto. Subito oltre si vedeva una massa di carne e sangue. Sentiva i vestiti che si bagnavano mentre la neve sotto di lei si scioglieva, ma il vento gelido continuava a soffiare.

    C’è qualcuno? gridò di nuovo.

    Equites 2, ci siete? sentì Chevalier che chiamava sconvolto.

    Mark? gridò Emily, guardandosi attorno, come poteva. Con i mucchi di metallo contorno che la circondavano, non riusciva a vedere molto.

    Frank? chiamò, ma non ricevette risposta e l’heku ferito alla sua destra non sembrava stesse guarendo. Si chiese se il danno fosse troppo esteso perché potesse auto-ripararsi.

    ***

    Niente ancora? chiese Damon dalla torre.

    Niente, rispose Chevalier con il microfono in mano.

    Maleth ha convocato una conferenza, andiamo, disse Damon, prendendogli il microfono dalle mani e riappendendolo.

    Chevalier lo seguì nella sala riunioni del Consiglio. Si sedette in silenzio e gli altri lo fissarono.

    Quinn ci ha detto di Frank.

    Chevalier strinse i pugni.

    C’era anche Mark, però. E’ uno dei migliori, gli disse Quinn.

    Damon ringhiò quando sentì la richiesta di un’udienza da parte dei Valle: Che cosa vogliono?

    Andiamo a scoprirlo, disse Maleth, alzandosi. Il Consiglio entrò nella sala e tutti si misero seduti. Anche Kyle era stato convocato, per rimanere di guardia nell’area dei processi.

    Entrarono Sotomar, Exavior e quattro guardie Valle.

    E adesso? chiese Quinn.

    Exavior si fece avanti: Chiediamo sempre che ci sia consegnata la mortale.

    Perché vi siete ritirati? Gli chiese Chevalier.

    C’è stata un po’ di confusione riguardo l’ubicazione di Emily. Ci siamo ritirati per controllare dov’è in questo momento, gli disse.

    Perché dovremmo dirvi dov’è? chiese Maleth, sorpreso.

    Per evitare una guerra, gli rispose Sotomar, facendo un passo avanti.

    Non capite proprio, vero? Chiese Chevalier furioso. Lo dirò più lentamente. Noi... non... vi... consegneremo... Emily. Potete bruciare questa città fino alle fondamenta, e non l’avrete.

    Quella era l’altra mia preoccupazione. Dove trovare la mortale, una volta che sarete tutti morti.

    Pensavo che ve l’avrebbe detto Frank, disse Quinn.

    Sì, beh, in questo momento abbiamo perso i contatti con lui, sospettiamo che la vostra guardia possa aver scoperto la sua identità.

    Non vi diremo dov’è, potete anche attaccare.

    ***

    Emily incuneò di nuovo il braccio destro sotto il metallo che aveva sul petto e spinse forte, riuscendo a farlo dondolare leggermente da un lato. Quando tornò indietro, lei spinse di nuovo, e continuò a farlo dondolare finché prese abbastanza slancio da spingerlo via da lei. Si mise seduta in fretta e urlò. Il dolore nella gamba e alla schiena erano forti e a ogni movimento le faceva male il braccio e le girava la testa.

    Cercò di respirare più lentamente e si guardò attorno. La gamba destra era inchiodata sotto l’elica dell’elicottero e, sotto, vedeva la macchia rossa sulla neve. Si toccò la fronte quando sentì una fitta di dolore, vide il sangue sulle dita. Cominciò a tremare mentre il vento gelido colpiva i suoi vestiti bagnati.

    Aiutami, sentì gorgogliare qualcuno di fianco. Vide che era Frank, accasciato sulla neve. Le braccia e le gambe erano straziate e la testa quasi completamente staccata dal corpo.

    Frank, riesci a guarire? Gli chiese.

    Aiutami, disse di nuovo, con gli occhi che la guardavano imploranti.

    Frank, ascoltami, riesci a guarire? gli chiese di nuovo, con voce più decisa.

    Gli occhi dell’heku si fecero vitrei e smise di parlare. Emily sospirò e guardò il vapore che le usciva dalla bocca quando respirava e poi si disperdeva nell’aria gelida.

    Cercò di scostare i jeans dalla gamba ferita e gridò quando sentì il dolore.

    Emily? sentì chiamare dietro di sé. Cercò di girarsi a guardare, ma sentì una forte fitta di dolore alla schiena e urlò.

    Stai ferma, sono quasi da te, questa volta riconobbe la voce di Mark.

    Vai da Frank, è ferito, disse, guardandolo.

    No, Frank è un Valle, disse Mark ed Emily sentì la tensione nella sua voce.

    Dov’è il pilota?

    Morto, le rispose Mark, ed Emily sentì che gemeva per il dolore.

    Sei ferito in modo grave? gli chiese, tremando.

    Parecchio conciato, disse respirando forte. Dobbiamo portarti via da questo freddo, poi potrò guarire.

    Sono intrappolata sotto l’elica, gli disse, cercando di non muovere il braccio rotto.

    La toglierò io, ci sono quasi, disse Mark, stringendo i denti.

    ***

    Ritiratevi nel palazzo, urlò Kyle all’aria mentre i suoni della battaglia continuavano intorno a lui. Gli Equites stavano perdendo forze velocemente e non aveva ricevuto nessun rapporto sulle condizioni degli eserciti nemici.

    Kyle corse con le sue truppe mentre indietreggiavano per proteggere il palazzo. Cadaveri insanguinati, senza testa, erano sparsi nelle strade di Council City e l’odore di morte era forte. Tre grossi elicotteri atterrarono sul prato del palazzo e nuove truppe Equites saltarono fuori e si misero immediatamente in formazione di battaglia.

    Chevalier andò incontro al generale che era appena arrivato e lo informò di quello che sapeva. Un’imboscata della cavalleria Equites aveva pareggiato un po’ i numeri, anche se il nemico era ancora più forte. L’arrivo di nuove truppe ridiede speranza agli Equites, che si prepararono all’ultima resistenza. Se fossero riusciti a tenere il palazzo, gli Equites avrebbero potuto considerarla una vittoria.

    Quinn zoppicò da Chevalier. Il battaglione tre è andato.

    Chevalier annuì: Anche il battaglione sei.

    I cavalieri rimontino a cavallo. Devono arrivare alle loro spalle e circondarli, disse Damon, arrivando con passo malfermo e tenendosi un fianco insanguinato.

    Chevalier si girò e si chinò in posizione di difesa quando l’esercito nemico apparve davanti a loro sul prato del palazzo.

    Ultima possibilità di consegnarci la Winchester, gridò Sotomar, i vestiti grigi strappati e pieni di sangue.

    Venite a prenderla, gli rispose Damon sprezzante.

    Mentre gli Encala e i Valle muovevano verso il palazzo, i nuovi Equites che erano appena arrivati, andarono in prima linea, freschi e pronti a combattere. Chevalier tolse la spada dalla mano di Damon e avanzò su Sotomar, con gli occhi famelici.

    Non la prenderete mai, disse Chevalier mentre Sotomar la guardava acquattandosi.

    Non potete sconfiggerci, siamo in troppi, disse Sotomar, sogghignando, mentre il sangue gli colava sul mento, poi alzò lo sguardo quando atterrarono altri quattro elicotteri e ne balzarono fuori heku in cappa verde. Chevalier li guardò orgoglioso. Avevano guadagnato abbastanza tempo da permettere ai rinforzi di arrivare.

    Lo pensi ancora? chiese Chevalier, sornione.

    Sotomar si lanciò verso la gola di Chevalier, che riuscì a schivarlo, saltando di lato. Chevalier abbassò velocemente la spada e gli staccò la mano destra. Le truppe heku appena arrivate discesero come un’onda sulle truppe nemiche stanche ed esaurite. Sotomar saltò di nuovo e riuscì ad affondare i denti nella spalla di Chevalier, staccandone un pezzo per poi sputarlo a terra. Chevalier ringhiò furioso e abbassò la spada, mentre Sotomar rotolava via.

    Chevalier sentì una mano sulla spalla, mentre si preparava a ficcare la spada nel cuore di Sotomar: È finita.

    Si guardò attorno e tutto quello che riuscì a vedere era un mare di cappe verdi. Guardò Sotomar e abbassò la spada: Ti arrendi?

    Sotomar guardò le sue truppe. Erano tutti o gravemente feriti, prigionieri o morti. Annuì e abbassò lo sguardo a terra.

    ***

    Mark fu finalmente in grado di trascinarsi fino a Emily, che vide che la parte inferiore del suo corpo era schiacciata e che un braccio pendeva inerte al suo fianco.

    Tenterò di togliere quell’elica, disse Mark spostandosi verso il pezzo di metallo contorto. Spinse forte contro il metallo che volò via da lei, schiantandosi contro il fianco della montagna. Emily urlò quando il movimento scosse la sua gamba ferita. Ricadde sulla neve e sentì le ossa della schiena che stridevano.

    Stai giù ferma, devo fermare il sangue, le disse Mark. Si sfilò la cintura e l’avvolse intorno alla sua gamba stringendola.

    C’è una piccola caverna qui dietro. Riesci ad arrivarci da sola? le chiese, quasi in tono di scusa.

    Emily annuì e poi gridò mentre si voltava sulla pancia. Appoggiò la fronte sulla neve e respirò forte, mentre il dolore aumentava. Strinse i denti e si tirò in avanti con il braccio sano, spingendo nella neve con un piede.

    Brava ragazza, ancora un pezzetto, sentì che diceva Mark dietro di lei.

    La radio, disse Emily tra un respiro affannoso e l’altro.

    La batteria è scarica, disse piano, Continua a muoverti.

    Emily piantò ancora una volta la mano nella neve. Non sentiva più le dita, ma riuscì a spingersi avanti con il piede qualche centimetro per volta verso una rientranza nella parete di roccia. Dopo un’ora di movimenti dolorosi entrò nella rientranza e il vento smise di ululare intorno a lei. Si appoggiò al pavimento di roccia e cercò di riprendere fiato.

    Emily, tornerò subito. Devo accendere un fuoco, le disse Mark. Lei annuì e appoggiò la testa contro una roccia.

    Perse e riprese i sensi più volte mentre la giornata gelida scivolava in una notte dal freddo pungente. Aprì gli occhi quando trasparì una luce e sentì il calore del fuoco. Mark era seduto vicino a un po’ di legna minuta e la sventolava leggermente. Sentiva gli occhi pesanti e li chiuse, lasciando che l’oscurità avesse la meglio.

    Emily? Sentì la voce di Mark e alla fine aprì gli occhi. Era seduto più diritto, ora, ma la parte inferiore del suo corpo aveva degli angoli strani. Si stupì quando vide che aveva le braccia e le gambe nude. Si era tolto i vestiti.

    Cosa... , riuscì a dire.

    Devi metterti i miei vestiti. I tuoi sono bagnati le disse. Farà male, ma non puoi rimanere con i vestiti fradici.

    Sentì che le strappava la camicia e poi la tirava delicatamente sul braccio rotto. Le fece scivolare la propria camicia sul braccio il più attentamente possibile ma Emily gridò lo stesso quando lo mosse. Una volta passato il braccio rotto, Emily spinse dentro l’altro braccio. Lui gliela allacciò e la lasciò riposare per un momento.

    Ok, anche i pantaloni, disse e le strappò i jeans allo stesso modo. I suoi pantaloni furono più facili da mettere, viste le dimensioni, ed Emily si sentì subito più calda. Le avvolse un pezzo di cavo intorno alla vita per tenerli a posto.

    Mark gettò gli abiti di Emily nel fuoco, che ruggì per qualche minuto, mandandole ondate di calore. Sentì gli occhi che si chiudevano e si lasciò andare.

    Si sforzò di aprirli quando sentì ululare i lupi. Vide Mark seduto al suo fianco, che guardava nella notte. Proprio mentre scivolava di nuovo nel sonno, sentì un lupo che gridava di dolore.

    Emily? sentì chiamare ancora ma lei voleva solo dormire. Non soffriva più. Il freddo l’aveva resa insensibile.

    Dai, Em, apri gli occhi, sentì che le diceva Mark. Li aprì lentamente e lo guardò. Ora indossava gli abiti del pilota.

    Stai bene? Gli chiese, con la voce rotta. Non ne era sicura, ma il suo corpo sembrava stranamente distorto.

    Mark sorrise: Va tutto bene, sono solo guarito nel modo sbagliato, i danni erano troppo estesi.

    Lei annuì: Sono così stanca.

    Ho bisogno che resti sveglia, disse e lei obbligò gli occhi a stare aperti.

    Dobbiamo andarcene da qui. Io non riesco a portarti. Ci ho pensato e credo che potremmo sostenerci a vicenda e andare più veloci; ho visto una città, a circa otto chilometri da qui. Se riusciamo a farti arrivare lì, potrai trovare un ospedale, le disse.

    Anche tu, rispose Emily che stava cercando di concentrarsi, c’era una nebbia densa intorno ai suoi pensieri.

    Mark sorrise: Se servirà... allora sì.

    Emily annuì e guardò Mark che si alzava goffamente in piedi. Le tese una mano: Spingi con la gamba sinistra e tira con il braccio destro.

    Emily cercò di fare come le diceva, ma il dolore era straziante e sapeva che Mark avrebbe dovuto tirarla in piedi lui. Gli si appoggiò contro, avvolgendogli il braccio intorno alla schiena, mentre la terra le sfuggiva sotto i piedi. Aspettò e alla fine si sentì un po’ più stabile.

    Ok, gemette.

    La prenderemo con calma, disse Mark. Riusciva a spostarsi in avanti da solo ed Emily lo usava come gruccia per avanzare a piccoli passi verso la città.

    Al tramonto, videro le luci in lontananza e Mark la incitò a muoversi. Continuava a reggerla mentre si muovevano lentamente verso le luci. Emily, una strada! disse quando i piedi toccarono l’asfalto.

    Lei fece un cenno, troppo esausta e troppo sofferente per rispondere.

    Ti farò stendere di fianco alla strada. Aspetterò accanto a te finché non arriva un’auto, ok? Mark non era sicuro che lei capisse.

    Sei caduta mentre facevi una scalata. Eri da sola, le disse e rimase a osservarla.

    Emily chiuse gli occhi, barcollando.

    Emily, ho bisogno che tu stia sveglia ancora per un momento... stavi facendo una scalata, e sei caduta, le disse Mark.

    Emily alla fine annuì e sentì Mark che la lasciava cadere sulla strada. Dopo poco sentì che si avvicinava un’auto e che spariva la presenza confortante di Mark. Il suono dei freni dell’auto fu l’ultimo che sentì prima che l’oscurità l’avvolgesse.

    ***

    Signore! Urlò Kyle mentre correva dentro la sala del Consiglio. Emily è a Calumet, Wisconsin. La stanno portando in eliambulanza a St. Paul.

    Mi aggiornerai mentre andiamo, disse Chevalier correndo verso il tetto del palazzo. Salì sull’elicottero, seguito da Kyle e Quinn.

    Il pilota decollò in fretta e Chevalier si girò a guardare Kyle.

    Hanno detto che l’hanno trovata su una strada fuori Calumet e che aveva avuto un incidente durante una scalata.

    Chevalier aggrottò la fronte: Una scalata? Abbiamo qualche clan nel nord del Wisconsin?

    No, rispose Kyle. È sola però, non c’era nessuno con lei.

    È grave?

    L’infermiera ha detto che non è in pericolo di vita, ma che è piuttosto conciata, gamba rotta, braccio rotto e non sapevano ancora cos’altro; arriveremo a St. Paul fra circa un’ora, quando saremo lì dovremmo avere più notizie.

    Equites 1 a base, chiamò Chevalier alla radio.

    Qui base.

    Trovate il clan più vicino a Calumet, Wisconsin. Voglio che quell’area sia perlustrata. Dite loro di cercare un elicottero e gli altri. Se trovano Frank vivo, lo voglio io, ordinò Chevalier.

    Qui base, ricevuto, chiudo.

    L’elicottero atterrò in un piccolo aeroporto fuori St. Paul, dove li aspettava un taxi per portarli all’ospedale. I tre heku corsero dentro e Chevalier si fermò alla reception.

    Mia moglie è appena arrivata in elicottero, Emily Russo.

    La donna anziana guardò il computer e gli sorrise: Sì, è in sala operatoria.

    Per che cosa? chiese Chevalier sorpreso.

    Ti chiamo un medico, caro. Guardarono mentre le dita artritiche componevano lentamente un numero e lei che continuava a sorridergli mentre il telefono suonava.

    È arrivata la famiglia di Emily Russo, disse.

    Ok, e riappese.

    Vi accompagnerò in una sala d’attesa. Il medico del pronto soccorso vorrebbe parlare con voi, disse.

    Si alzò lentamente e prese un bastone. Gli heku camminarono pazientemente dietro di lei mentre avanzava zoppicando, senza fretta, lungo un corridoio bianco infinito.

    Qui, miei cari, disse, indicando una piccola sala riunioni.

    I tre heku entrarono, due medici si alzarono e strinsero loro la mano.

    Prego, sedetevi, disse il medico più anziano.

    Siete tutti parenti? Chiese.

    Chevalier annuì: Sì, io sono suo marito, questi sono suo fratello e suo padre.

    Molto bene, allora potete restare tutti, disse.

    Come sta? Non sappiamo molto, gli chiese Chevalier.

    Prima di tutto, lasciate che vi rassicuri, non ci sono ferite tali da metterla in pericolo di vita e il bambino sta bene, spiegò e il medico accanto a lui confermò.

    Ok

    Non c’è un modo di addolcire la pillola, quindi elencherò semplicemente le lesioni. Aggrottò la fronte e guardò l’altro medico.

    Chevalier si sentì stringere le stomaco.

    Ha una frattura al braccio sinistro, tibia e perone della gamba destra sono rotti e sono fuoriusciti dalla pelle e ha la spalla sinistra slogata. Questo per gli arti, disse il medico più Anziano.

    Il medico più giovane appoggiò i gomiti sul tavolo e guardò in faccia Chevalier: Probabilmente la lesione più seria è alla schiena. Ha una frattura da compressione a quattro vertebre, insieme a sei costole rotte. Abbiamo fatto una RM e il midollo spinale non è compromesso.

    Chevalier annuì, lottando per rimanere calmo.

    Ha una seria commozione cerebrale, che stiamo controllando attentamente. A parte quello, è piena di tagli e abrasioni e ha le dita della mano sana congelate. Sembra che si sia spinta fino alla strada, disse il medico giovane.

    Possiamo vederla? Chiese Quinn quando Chevalier non riuscì a parlare.

    Non in questo momento, è in sala operatoria. Stanno cercando di sistemarle la gamba e il braccio e cercheranno anche di stabilizzare la schiena in modo da evitare ulteriori danni. Abbiamo... qualche... preoccupazione, aggiunse, dando un’occhiata al medico più anziano.

    Perché? chiese Kyle.

    Ci preoccupa che continui a ripetere che ha avuto un incidente durante una scalata.

    Sì, perché?

    Beh, ci troviamo ben lontani da montagne o anche colline abbastanza alte da causare quel tipo di danni. La maggior parte delle donne incinta non fa scalate, specialmente in zone pericolose. Poi, ci sono i suoi vestiti, disse, scambiando un’occhiata con l’altro medico.

    Non aveva abiti da escursione o roba del genere? Chiese Kyle."

    Beh... non aveva i suoi vestiti, disse, e si strinse le spalle.

    Che cosa vuol dire? chiese Chevalier.

    Il medico allungò la mano sotto il tavolo e tolse una pila di vestiti impregnati di sangue. Chevalier prese la camicia, che una volta era stata bianca. Era una camicia da uomo con i bottoni e lo stemma verde degli Equites sul taschino, parte dell’uniforme delle guardie. Poi prese i pantaloni e li rimise a posto, anche loro facevano parte dell’uniforme.

    Sono miei.

    Abbiamo dovuto chiamare i RIS per quella, ma hanno scoperto che non è sangue umano, disse il medico con un lieve sorriso.

    Chevalier mantenne il viso impassibile e annuì.

    Indossa sempre vestiti che non le vanno bene? Chiese il più Anziano.

    Chevalier aggrottò la fronte: No, deve essere successo qualcosa ai suoi e si è cambiata, mettendo i miei. Erano nel suo zaino perché avrei dovuto raggiungerla domani.

    Il medico annuì e si alzò: Vi faremo sapere appena esce dalla sala operatoria.

    Proprio mentre usciva, suonò il telefono di Kyle: Sì?

    Dove?

    Andateci subito e portatelo qui prima di tornare a Council City, ordinò Kyle e riattaccò.

    Hanno trovato Mark. È piuttosto malconcio e non è guarito correttamente. Ci ha detto dove trovare l’elicottero e gli altri corpi. Dovrebbero arrivare entro un’ora, poi riporteranno Mark in città. Dovrà essere riaggiustato, li informò Kyle.

    Che cosa è successo? Chiese Chevalier.

    Non l’hanno detto. Dovremo aspettare finché non arriva Mark.

    Gli heku attesero notizie di Emily nella sala riunioni. Aspettarono in silenzio e non parlò nessuno finché non suonò il telefono di Kyle, quasi due ore dopo.

    Sì?

    Ok.

    Hanno fatto venire un’auto a noleggio. È fuori nel parcheggio e Mark è seduto dietro.

    Chevalier annuì e uscì, seguito da Quinn e Kyle. Andarono verso la Jeep Cherokee e aprirono la portiera dietro. Chevalier guardò Mark e poi si girò verso Kyle sconvolto.

    Mark, fu tutto quello che riuscì a dire Kyle.

    Mark era sdraiato sul sedile posteriore. La parte superiore del corpo sembrava abbastanza normale, ma la parte inferiore era contorta in angoli innaturali.

    Stai bene? gli chiese alla fine Kyle.

    Mai stato meglio, rispose, con un mezzo sorriso.

    Che cosa è successo? gli chiese Chevalier.

    È stato Frank. Ha cercato di togliere i comandi al pilota. Lui ed io abbiamo cominciato a lottare e Frank ha finito per sbattere sul quadro. Poi mi sono accorto che stavamo precipitando. Il pilota è riuscito a tirar su il muso all’ultimo momento, ma abbiamo colpito il fianco della montagna. Mark tacque e abbassando gli occhi.

    Pensavo fosse morta, disse a bassa voce e Chevalier capì che si sentiva in colpa per le ferite di Emily.

    Quando alla fine l’ho trovata, stava piuttosto male. Aveva le ossa rotte e le sanguinava la testa, disse Mark con dolore. Io non stavo guarendo bene e non potevo sollevarla, ma poi è riuscita a strisciare verso una rientranza nella montagna, per togliersi dal vento freddo. Ho acceso un fuoco e ho fatto asciugare i miei vestiti, poi ho bruciato i suoi. Erano gelati e inzuppati di sangue, disse loro Mark, guardando nervosamente Chevalier.

    Siamo riusciti a zoppicare fino alla strada. È lì che l’automobilista l’ha raccolta, disse Mark sospirando.

    Chevalier guardò Mark con gratitudine: Grazie, ho un grosso debito con te.

    Mark scrollò le spalle: Era mio dovere.

    No, non è vero, hai fatto molto di più del tuo dovere, gli disse Kyle piano.

    Come sta?

    È in sala operatoria, non lo sappiamo ancora.

    E il bambino? chiese ancora Mark.

    Il bambino sta bene. Chevalier sorrise: "Ritorna a Council City, prendi l’elicottero.

    L’heku alla guida annuì: Riavrete l’auto tra qualche ora.

    Quinn decise di ritornare con Mark, quindi Chevalier e Kyle ritornarono in ospedale. I medici stavano giusto entrando nella sala riunioni quando arrivarono.

    Come sta? chiese Chevalier sedendosi.

    È andato tutto bene. potete vederla, ma vi avverto... non è un bello spettacolo, disse, alzandosi.

    Chevalier e Kyle seguirono il medico nell’unità di terapia intensiva e il medico li lasciò soli.

    Entrambi gli heku rimasero sulla soglia a guardarla. La gamba destra di Emily era appesa al soffitto con un’imbracatura, il braccio e la spalla sinistra erano ingessati e appoggiati su un cuscino. Un leggero lenzuolo copriva il resto del corpo, ma il viso era pieno di abrasioni, aveva un occhio nero e una borsa del ghiaccio sulla testa. Era collegata a due monitor che emettevano i loro bip dalla parete vicina e quattro sacche appese sopra il letto immettevano lentamente fluidi nel suo braccio.

    Chevalier si sedette al suo fianco e le accarezzò delicatamente la mano destra. Le dita erano bendate per il congelamento. Kyle era rimasto sulla soglia, quasi timoroso perfino di avvicinarsi.

    Entrò un’infermiera e sorrise a Chevalier, poi controllò la cartella di Emily.

    È sedata? le chiese.

    Non in questo momento. E’ sotto antidolorifici, però, e la sua commozione cerebrale l’ha quasi sempre tenuta in stato di sopore da quando si è svegliata dopo l’intervento. Quando è sveglia continua a vaneggiare di qualcosa che si chiama heku. L’infermiera sorrise a Emily e poi uscì.

    Chapter 2 – Guarigione

    Chevalier depose Emily sul loro letto, lentamente e con estrema cautela. Lei trasalì quando la schiena toccò il materasso, ma poi si rilassò mentre si sistemava. Le appoggiò la gamba su diversi cuscini e ne inserì uno anche sotto il braccio.

    Ti serve qualcosa? le chiese, sedendosi accanto al letto.

    No, sto bene, sorrise.

    Allen vuole vederti

    Sì, va bene, gli rispose. Sam entrò portando Allen. Il bambino guardò Emily e si sporse dalle braccia di Sam per baciarle la fronte.

    Ti voglio bene, mamma, le disse, guardandola incuriosito.

    Emily gli sorrise: Ti voglio bene anch’io, baby.

    Ti fa male?

    Qualche volta, gli rispose con un piccolo sorriso.

    Basta così, disse Chevalier e Sam riportò Allen fuori verso la scuderia.

    Come sta Mark? Chiese Emily. Avevi promesso.

    Ok, lo faccio chiamare, disse Kyle. Non volevano che Emily si preoccupasse per Mark, quindi avevano aspettato che lui guarisse correttamente. Il medico della fazione aveva dovuto rompergli quasi tutte le ossa della parte inferiore del corpo in modo che si risistemasse da solo correttamente.

    Mark entrò qualche minuto dopo e le sorrise: Ehi, killer.

    Emily lo osservò attentamente: Sei ok?

    Certo! le rispose Mark, facendo una piroetta.

    Grazie, gli disse Emily, piano.

    L’heku le toccò la mano: È stato un piacere, bimba. Mi hai riportato i vestiti?

    Emily sorrise: Sicuro che li rivolevi? Erano pieni di robaccia Valle appiccicosa.

    Mark rise e uscì dalla stanza.

    Ha chiamato Exavior? chiese e bassa voce.

    No, non ancora, disse Chevalier, cercando di sembrare interessato. Non si fidava di Exavior e non dimenticava che era lì quando i Valle e gli Encala aveva cercato di distruggere la città degli Equites.

    Emily chiuse gli occhi e fece una smorfia.

    Ti fa male? chiese Kyle, afferrando la borsa che gli aveva consegnato il medico.

    No, disse Emily, ma il suo volto diceva il contrario.

    Non puoi nemmeno difenderti, quindi non tentare nemmeno, le disse Kyle, riempiendo una siringa.

    Emily spalancò gli occhi: Per favore, no, sto bene.

    Mm, disse, rimettendo il flacone nella borsa.

    Kyle... no! Urlò mentre le iniettava l’antidolorifico. Lo guardò storto e poi si sentì rilassare mentre il farmaco si diffondeva nel suo corpo.

    Chevalier soffocò una risata: Apprezzo che lo faccia tu. Non me lo perdonerebbe mai.

    Nessun problema, sono sicuro di essere già nei guai con lei per l’iniezione nella sala del Consiglio. Più di così... .

    Torni tra cinque ore? Chiese Chevalier. Kyle annuì e poi scomparve.

    Chevalier rimase a guardare Emily che dormiva e controllò le istruzioni dei medici. Sorrise quando lesse che temevano avesse riportato un danno cerebrale a lungo termine, poiché ripeteva incessantemente la parola ‘hekoo’ quando era sotto farmaci. Si chiedeva come sarebbero andate le quattro settimane di riposo a letto. La schiena era fasciata e doveva rimanere il più immobile possibile per tutto il tempo. Poi c’erano le sei settimane di gesso al braccio e le otto settimane per la gamba.

    Scosse la testa. Non sapeva come fare per farle seguire gli ordini dei medici. Sapeva che era un compito impossibile e alla fine decise che avrebbe fatto del suo meglio e basta.

    Emily fu ubbidiente per tutte le prime tre settimane. Ogni volta che cercava di muoversi, la schiena le faceva tanto male da farle accettare di stare a letto. Kyle continuò con le iniezioni ogni cinque ore per qualche giorno, poi scese a una o due al giorno per il resto del tempo.

    La parte che le dava più fastidio era essere imboccata. Con un braccio ingessato e le dita dell’altro bendate e troppo rigide per piegarsi, Chevalier doveva imboccarla, e lei lo trovava umiliane e degradante.

    Che cosa vuoi per pranzo, oggi? le chiese, una volta finito il film.

    Un sandwich, almeno posso mangiare da sola, gli rispose, flettendo le dita. Stavano mano a mano diventando meno rigide.

    Chevalier sorrise: Ok, anche se a me non da fastidio.

    Ci scommetto, gli disse, guardandosi attorno nella stanza.

    Abbiamo persino un nuovo cuoco. Sono sicuro che gli piacerà preparare i sandwich, molto facile, le rispose, sapendo che l’ordine era già stato ricevuto.

    Quanti giorni ancora prima che possa tentare di mettermi in piedi? Gli chiese, per la seconda volta quel giorno.

    Mancano ancora sei giorni, Chevalier sogghignò.

    È così noiosooooo... , disse, scoraggiata.

    Chevalier andò alla porta e prese il vassoio, poi si sedette a tavola. Alzò la campana e porse ad Emily mezzo sandwich con insalata di uova. Emily masticò lentamente, tenendo il sandwich tra le dita rigide. Finì la prima metà e mangiò l’altra un po’ più in fretta.

    Da bere? le chiese Chevalier, prendendo il bicchiere speciale che usavano per lei. Aveva un coperchio e una cannuccia, perché potesse bere sdraiata.

    Emily ne prese un sorso, e sputò immediatamente un liquido rosso per tutto il letto. Chevalier rimase senza fiato e appoggiò immediatamente il bicchiere, poi afferrò un tovagliolo. Emily aveva i conati di vomito e le gocciolava il sangue dal mento.

    Damon!, gridò Chevalier.

    Damon apparve istantaneamente nella stanza e represse un ghigno: Problemi?

    Il nuovo cuoco le ha dato da bere del sangue, sibilò Chevalier, frugando in un cestino pieno di cioccolatini, in alto su uno scaffale.

    E... ne vuoi un po’ anche tu? Chiese Damon confuso.

    Chevalier ringhiò: Puniscilo. E’ il tuo lavoro, no?

    Emily cominciò a cacciarsi cioccolatini in bocca, cercando di liberarsi del sapore di sangue.

    Damon sogghignò guardandola, poi sfuocò fuori dalla stanza.

    Mi dispiace, Em. Avrei dovuto controllare quello che aveva mandato, disse Chevalier, togliendo le coperte e buttandole in un angolo. Apparvero dei servitori che le misero un lenzuolo e coperte pulite.

    È così disgustoso, disse, con un altro conato di vomito.

    Mi fa infuriare che abbia commesso un errore così stupido, sibilò Chevalier.

    Era disgustoso, ma non ha fatto danni, gli disse, mangiando un altro cioccolatino.

    Damon riapparve nella stanza quasi un’ora dopo ed Emily lo fissò, torva.

    Rallegrati, è stato punito, Damon si dondolava sui piedi, con le mani strette dietro la schiena.

    Che cosa gli hai fatto? chiese Emily. Era curiosa.

    Gli ho fatto mangiare quello che ti stava preparando per cena. Disse Damon sogghignando.

    Sì, penso che funzioni, Chevalier fece una smorfia.

    Che cosa stava preparando? Chiese Emily scettica.

    Non so cos’è... roba rossa come delle stringhe, rabbrividì. Si guardò attorno nella stanza e continuò a dondolarsi sui piedi.

    Stai aspettando qualcosa? Gli chiese Emily.

    Damon la guardò: Sto aspettando, nel caso qualcun altro tentasse di aggredirti.

    Come se te ne importasse, scattò lei.

    Invece sì, davvero disse Damon, fingendo di essere preoccupato: Vorrei diminuire il tempo che passiamo a portarti in giro per il palazzo.

    Fuori! gli disse, tirandogli un cioccolatino e mancandolo.

    Bel tiro.

    Vattene! urlò Emily.

    Damon, sospirò Chevalier e Damon sfuocò fuori dalla stanza.

    È esasperante!.

    Sì, è vero. Posso farti avere qualcosa?

    Suppongo che non ci siano ghiaccioli in questo posto, vero? Gli chiese.

    Ghiaccioli?

    Non importa, sospirò.

    ***

    Tutti pronti? Chiese Chevalier.

    Emily annuì, con gli occhi improvvisamente impauriti.

    Il medico della fazione era nella stanza, pronto con gli antidolorifici. Kyle teneva la mano sotto il braccio rotto e Chevalier la stava sollevando con la mano sotto il braccio sano.

    Ok, al mio tre... , disse Chevalier e contò lentamente fino a tre.

    Simultaneamente, il medico girò le gambe fuori dalla sponda del letto, mentre Kyle e Chevalier la alzavano e la giravano. Gridò, piano, quando si sedette sulla sponda del letto, respirando pesantemente.

    Hai bisogno di sdraiarti? Le chiese Chevalier.

    Emily scosse la testa. Non voleva doverlo rifare.

    Dopo qualche momento, alzò la testa e si guardò intorno nella stanza.

    Come ti senti? Le chiese il medico.

    Solo un po’ stordita, datemi un attimo, rispose, chiudendo forte gli occhi.

    Tutti la osservavano con attenzione.

    Ok, disse, aprendo gli occhi.

    Allora? Le chiese Chevalier. Sia lui sia Kyle erano pronti ad afferrarla se fosse caduta.

    Sono seduta! Sorrise.

    Vuoi provare ad alzarti? Le chiese il medico ed Emily annuì.

    Ok, eccoti in piedi, disse, mentre Kyle e Chevalier la sollevavano in modo che si appoggiasse sul piede sano.

    Chevalier la prese sotto il braccio ingessato, fungendo da stampella mentre Emily manovrava per arrivare alla finestra. Ispezionò tutto, dalle nuvole in cielo, all’erba. Aveva fissato il soffitto per quattro lunghe settimane.

    Mi hanno dato delle stampelle? Chiese, guardandosi attorno.

    Solo una, non puoi usare la stampella sotto il braccio sinistro, le disse il medico, porgendole la stampella. Se la infilò sotto il braccio e Chevalier la lasciò andare. Zoppicò lentamente attraverso la camera con Chevalier accanto pronto ad afferrarla.

    Ah, libertà! Disse con un ampio sorriso.

    Grande, ora seminerà le guardie e scapperà in men che non si dica, disse Damon dalla soglia.

    Emily si accigliò: Perché sei in camera mia?

    Devo parlare con l’Anziano, le rispose, osservandola. Stai ingrassando a vista d’occhio, furia di stare a letto, no?

    Emily afferrò un vaso e glielo tirò in testa. Lui schivò e il vaso andò in pezzi sul muro dietro di lui.

    Damon, lo richiamò Chevalier: Nel mio ufficio tra dieci minuti.

    Damon annuì, si inchinò a Emily e uscì lentamente dalla stanza.

    Uffa! Urlò Emily.

    Chevalier andò nel suo ufficio. Damon lo stava già aspettando.

    Perché devi irritarla in questo modo? gli chiese, sedendosi dietro la scrivania.

    Perché è così facile. Gli rispose Damon sogghignando.

    Allora, cosa volevi?

    Damon si fece serio: Quel bicchiere di sangue... non credo fosse un incidente.

    Chevalier aggrottò la fronte: Spiegati.

    Per caso l’hai assaggiato?

    No.

    Non era sangue umano, era di heku.

    Chevalier ringhiò: Di chi?

    Non lo so. Ero solo curioso e ne ho assaggiata una goccia. L’ha ingoiato?

    Non credo, disse Chevalier furioso.

    Non so molto di quelle rune, ma se è il sangue di Vaughn... . Il ringhio di Chevalier lo interruppe.

    Scoprilo.

    Ok, posso suggerire di mandare l’Anziano Quinn a fare le domande?. Ha un certo talento nell’ottenere le informazioni, disse sorridendo.

    Sì, vai a chiederglielo, per favore, e fammi sapere.

    Damon annuì e uscì dall’ufficio di Chevalier, che prese una pila di carte e stava cominciando a scorrerle quando sentì che convocavano il Consiglio.

    Chevalier fu il primo ad arrivare, ma gli altri lo seguirono quasi subito. C’era una sedia vuota al posto dell’Inquisitore. Non era ancora stato eletto nessuno per sostituire Quinn.

    Ho convocato il Consiglio perché una rappresentativa dei Valle ha chiesto udienza, li informò Maleth.

    Grande, sibilò Damon.

    Fateli entrare, disse Maleth e tutti gli occhi si voltarono verso la porta. Entrò Exavior, seguito da quattro Guardie Imperiali.

    Cosa possiamo fare per voi oggi? Gli chiese Quinn socchiudendo gli occhi.

    Sono venuto a chiedere il rilascio di Sotomar.

    No, disse Chevalier, deciso.

    Invochiamo a suo favore l’immunità diplomatica.

    No.

    Exavior fece una smorfia: Non volete nemmeno discutere le condizioni per il suo rilascio?

    Quinn ringhiò: Ha condotto un attacco alla nostra città. A pensarci bene, l’hai fatto anche tu.

    Un attacco giustificato, disse Exavior.

    Giustificato? Vi abbiamo restituito l’Anziano degli Encala, contro il mio parere, oltre a tutto. Sibilò Chevalier.

    È solo la metà di quello che è stato portato via, ricordò loro Sotomar. Quindi cominciamo a discutere di Sotomar.

    Chevalier alzò un sopracciglio: È un prigioniero di guerra e non lo lasceremo andare.

    Questo rimane da vedere. Sono qui anche per controllare lo stato di salute della Winchester, disse Exavior, guardando direttamente Chevalier, che strinse gli occhi, rispondendogli furioso: Non sta bene, grazie al vostro infiltrato che ha fatto precipitare il suo elicottero.

    Exavior sembrò visibilmente scosso: Cosa?

    Vi sarete certamente accorti che da un po’ non sentite più Frank, no? gli chiese Quinn.

    Noi... Exavior guardò uno dei Valle che erano con lui. Non sapevamo che ci fosse un problema.

    È ferita in modo grave? Chiese uno dei Valle.

    Non sono affari vostri, rispose Quinn.

    Sì, invece. Il benessere della Winchester è importante per tutte le fazioni, disse Exavior sdegnato.

    Se fosse stato così importante, la vostra fazione non avrebbe abbattuto il suo elicottero, scattò Maleth.

    Insisto per accertare personalmente che è viva, disse Exavior deciso.

    Damon diede un’occhiata a Chevalier, che annuì.

    Ti porterò da lei, ma da solo, gli disse Damon.

    Gli altri Valle si spostarono per mettersi intorno a Exavior e una delle guardie disse: Non ci fidiamo a lasciarlo da solo con voi.

    È ok, lasciatemi andare, ordinò Exavior e le guardie indietreggiarono.

    Damon saltò oltre la scrivania e atterrò di fronte a Exavior: Seguimi, allora.

    Lo condusse nella camera di Emily e si fermò fuori dalla porta: Aspetta qui.

    Exavior annuì e Damon sparì nella camera.

    Che cosa vuoi? Gli chiese, dal letto.

    Hai compagnia. Mi accertavo solo che fossi decente, disse, serio.

    Chi? chiese sorpresa.

    Exavior, stai attenta a quello che gli dici, ok? Sarò qui anch’io casomai servisse. La sua serietà la rendeva nervosa e annuì in silenzio.

    Damon andò alla porta e l’aprì. Entrò Exavior e rimase sulla soglia, guardando Emily.

    Fece una smorfia: Come stai?

    Emily diede un’occhiata a Damon e poi riportò lo sguardo su Exavior: Sono viva.

    Exavior guardò Damon nervosamente, si avvicinò al letto e si inginocchiò: Non lo sapevo.

    Eri troppo occupato a cercare di far fuori la mia fazione, disse, risentita.

    Era mio dovere.

    Ok.

    Emily, io sono riuscito a tener fuori l’appartenenza a una fazione dalla nostra amicizia, disse piano. Come stai?

    Sto bene.

    Emily diede di nuovo un’occhiata a Damon e riportando poi lo sguardo su Exavior.

    Puoi uscire un minuto? Chiese Exavior a Damon.

    No, rispose incrociando le braccia.

    Exavior si rivolse di nuovo a Emily: Ti hanno picchiato?

    Emily fu stupita: No, avete fatto tutto voi.

    Io non sono la mia fazione.

    Ci avete attaccato.

    Io non ti avrei fatto del male.

    Da quello che ho sentito, eri piuttosto deciso a catturarmi, però.

    Quelli sono affari della fazione, disse. Io riesco a separarli dall’amicizia.

    Non so se posso fidarmi di te.

    Se avessi voluto catturarti, avrei potuto farlo la prima sera, quando eri da sola nella mio pickup, le ricordò.

    Ma adesso lo faresti, vero? gli chiese socchiudendo gli occhi, sospettosa.

    No, le rispose, accarezzandole il braccio.

    Indietro, gridò Damon, afferrando il colletto di Exavior e gettandolo dall’altra parte della stanza.

    Exavior si rialzò furioso: Non le ho fatto niente.

    Giù le mani.

    Qui ho finito, disse Exavior dirigendosi verso la porta.

    Exavior? Lo chiamò Emily: Gli Equites non mi farebbero mai del male.

    Dagli tempo. Hai il mio numero, disse, uscendo.

    Damon tornò da Emily: Stai bene?

    Lei annuì e l’heku uscì, chiudendo la porta dietro di sé.

    Damon tornò con Exavior nella sala del Consiglio. Il Valle si riunì ai suoi compagni, mentre Damon riprendeva il suo posto.

    Ho la conferma che è viva. Ora torniamo a discutere di Sotomar, disse Exavior freddamente.

    Qui abbiamo finito, credo, disse Quinn.

    Torneremo.

    Molto bene, saremo pronti, gli disse Maleth.

    I Valle uscirono e Chevalier si rivolse a Damon: Allora?

    Non c’è molto da dire. È stata piuttosto fredda con lui e questo non gli è piaciuto, gli rispose Damon.

    Come gli ficchiamo in testa che Emily non è disponibile per chiunque la voglia prendere? Chiese Quinn, incavolato.

    Potrebbe essere una cosa duratura. Ancora un’altra ragione di odio tra le fazioni, aggiunse Maleth.

    I consiglieri sentirono un rumore di colluttazione provenire dalla porta della sala. Sfuocarono nell’atrio e videro le quattro guardie Valle immobilizzate dalle truppe degli Equites.

    Dov’è Exavior? Chiese Damon furente.

    La signora era nell’atrio del quinto piano quando lui è uscito, l’ha afferrata e la portata via, disse uno degli Equites, stringendo il collo del Valle che stava trattenendo.

    Chevalier sparì in un lampo, seguito da Damon. Apparvero nella stanza da letto, ma era vuota. Continuando a salire le scale, apparvero sul tetto e videro Exavior di fronte a Emily. Mark era chino, con le mani ad artiglio, tra i due. Emily era appoggiata al muro intorno al tetto con indosso solo la camicia d notte, la stampella ai suoi piedi.

    Damon e Chevalier andarono verso di loro.

    Te l’ho già detto, non mi hanno picchiato, disse Emily, frustrata.

    Non la bevo la storia dell’elicottero, Em, disse Exavior.

    Mark ringhiò: Non è una storia.

    Stai spingendo un po’ troppo in là la tua immunità diplomatica, disse Damon e Exavior girò su se stesso per affrontarli.

    Non avevo scelta. Dovevo parlare con lei da solo. Non lo ammetterà mai di fronte a voi, se abusate di lei, disse Exavior rabbiosamente.

    L’unico che mi ha fatto male, oggi, sei tu, disse Emily, con la voce che rivelava il dolore che stava provando.

    Chevalier apparve al suo fianco: Che cosa c’è che non va?

    La schiena, mi ha sollevato, sussurrò, senza fiato.

    Damon fu su Exavior in un istante, a terra, con le mani intorno al collo del Valle: Ti avevo avvertito di non toccarla.

    Exavior lo fissava torvo: Non intendevo farle male. Guardò Mark e Chevalier che aiutavano Emily ad andare verso la porta. Stava lamentandosi. Il movimento le mandava forti fitte di dolore alla schiena.

    Emily, la chiamò Exavior, ma fu bloccato dalle mani di Damon che gli stringevano il collo.

    Fermi, gridò lei, lottando per riprendere fiato tra le fitte di dolore. Non ce la faccio.

    Kyle apparve dietro di lei e le fece un’iniezione prima che lei riuscisse a vederlo. Quando vide cosa aveva causato, Exavior ne fu inorridito. Emily si rilassò lentamente nelle braccia di Chevalier. Lui la passò a Mark, che sfuocò via con lei. Kyle e Chevalier andarono dove Damon aveva immobilizzato Exavior.

    Considera cancellata l’immunità diplomatica, gli disse Chevalier. Kyle annuì e scomparve, per far portare in prigione le guardie Valle.

    Io... io non lo sapevo, disse Exavior mentre si alzava.

    Se dovrà passare le prossime quattro settimane a letto, verrò a ucciderti personalmente, gli disse Chevalier mente Damon trascinava Exavior nel palazzo.

    Chevalier andò nella camera di Emily e si bloccò quando sentì Mark ringhiare. La guardia si girò in fretta e poi si rialzò, aprendo le mani: Scusi, Anziano.

    Chevalier guardò Emily. Era di nuovo a letto con il braccio e la gambe sui cuscini e dormiva profondamente.

    Sta’ con lei, tornerò fra poco.

    Quando Chevalier arrivò alla prigione, Quinn e Maleth erano già arrivati e stavano osservando l’Inquisitore dei Valle che veniva chiuso in una cella, il più lontano possibile da Sotomar.

    Damon sbatté la porta e rivolse l’attenzione agli Anziani.

    Notifica i Valle che il loro gruppo ha aggredito la Winchester e viene trattenuto finché non avremo deciso la loro punizione, ordinò Maleth a Damon.

    Damon uscì proprio mentre Kyle girava l’angolo: Suggerisco di rinforzare il perimetro della città. Non è impossibile che i Valle cerchino di liberare i loro consiglieri.

    Chevalier confermò: Fallo.

    Lasciatemi parlare con lei, disse Exavior da dietro le sbarre.

    Chevalier lo fissò con ira: Hai già fatto abbastanza.

    Deve sapere che non intendevo farle male.

    Questo rimane da vedere.

    Credo di aver bisogno di fare un po’ di conversazione con il cuoco, disse Quinn mentre andava in un’altra parte della prigione con un sorriso malevolo sulle labbra.

    Chevalier ritornò nella camera di Emily e lasciò libero Mark, ma sentì che si fermava fuori dalla porta. Tirò una sedia vicino al letto e la guardò dormire. Chevalier era sprofondato nei suoi pensieri, riflettendo sui prigionieri Valle quando la sua voce lo riportò al presente.

    Digli di smetterla, disse Emily, la voce poco più di un sussurro.

    Chevalier non era sicuro che fosse sveglia, ma quando la guardò, vide che lo stava fissando.

    Dire a chi di smetterla?

    Kyle.

    Sta cercando di aiutarti.

    Sono stufa di essere drogata contro la mia volontà, disse, socchiudendo un po’ gli occhi.

    Dovevamo portarti giù dalle scale. Stavi soffrendo troppo.

    Lei annuì: Immagino di sì.

    Come va la schiena?

    In questo momento non mi fa male.

    Che cosa ti ha detto? Le chiese Chevalier.

    Voleva sapere chi mi ha rotto il braccio e la gamba, disse con una smorfia.

    Non credono che l’elicottero sia precipitato. Pensano sia una storia inventata per coprire le tue lesioni. Disse Chevalier con un mezzo sorriso.

    Sì, l’avevo capito. Emily alzò lo sguardo quando bussarono alla porta.

    Avanti, sbraitò Chevalier.

    Quinn entro e sorrise a Emily: Come stai, cara?

    Bene, rispose lei e Chevalier rise. Sapeva che a Emily il nuovo Anziano non piaceva.

    La settimana scorsa... hai per caso... ingerito un po’ sangue? Le chiese Quinn preoccupato.

    No, l’ho sputato, disse. Roba disgustosa.

    Quinn accennò un sorriso: Molto bene, purché tu ne sia sicura.

    Perché? Chiese e guardò Chevalier quando Quinn non rispose.

    Chevalier sospirò: Era sangue heku. Però non siamo sicuri perché te l’abbiano propinato.

    Beh... adesso lo sappiamo, disse Quinn.

    Dimmelo, domandò Emily, perentoria.

    Chevalier fece un

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