Il fratello del ministro
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Nel 1980 Antonio Mennella inaugurava, con quest’opera, il “suo” teatro, che oggi annovera quattro commedie e tre drammi. E’ un teatro, come il mondo e la vita, vecchio e nuovo, nello stesso tempo. Perché, se è vero che in natura tutto si trasforma, è altrettanto vero che l’animo umano non fa parte della natura. Esso non è materiale, bensì risiede nascosto nell’uomo: costituisce la sua anima, in quanto sede e principio degli affetti, delle facoltà intellettive e della volontà. E l’animo umano di oggi non è tanto diverso da quello di millenni fa. L’amore e l’odio, l’avarizia e l’ingordigia, la gola e la lussuria, l’ira e la superbia albergano tuttora, e albergheranno sin alla fine dei secoli nell’animo umano. Non c’è quindi da meravigliarsi se un comune mortale, per giunta favorito dalla posizione di fratello di un ministro, si faccia trasportare dall’ingordigia al punto da perdere ignominiosamente la dignità. Non disdegnando neppure la totale distruzione dell’esistenza di un altro mortale pur di perseguire i propri sporchi interessi: già, al di fuori di lui e del fratello ministro, gli altri mortali non sono che pezze da piedi. Ma la cosa che più sconcerta, e disarma, è la constatazione che individui siffatti s’incaponiscono orgogliosamente a non voler riconoscere le proprie debolezze, non dico per cercare di correggerle, perlomeno per trattenerle nei limiti della decenza. Il famoso trionfo dell’ignoranza, che arranca nelle acque dell’incapacità di comprendere sperando di portare a riva, per alzarlo al cielo, il trofeo della fallace superiorità.
Antonio Mennella
Nato il primo gennaio 1943 e laureato in giurisprudenza, è stato un funzionario di dogana. Collabora, tramite articoli sulla birra nel mondo, con la rivista Degusta di Bologna. Ha pubblicato:Confessioni di un figlio dell’uomo – 1975 – romanzo;San Valentino – 1975 – poemetto classico;Gea – 1980 – romanzo;Il fratello del ministro – 1980 – commedia;Don Fabrizio Gerbino – 1980 – dramma;Gigi il Testone – 1982 – romanzo per ragazzi;Il figlioccio – 1982 – commedia;Umane inquietudini – 1982 – poesie classiche e libere;Memoriale di uno psicopatico sessuale – 1983 – romanzo per adulti;La famiglia Limone – 1983 – commedia;Gli anemoni di primavera – 1983 – dramma;Giocatore d’azzardo – 1984 – commedia;Fiordaliso – 1984 – dramma;Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989;La birra – 2010;Guida alla birra – 2011;L’Italia oggi – 2012 (i Comuni italiani nella loro pronunzia corretta e nome dei rispettivi abitanti, con notizie storiche sulle regioni e province).
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Il fratello del ministro - Antonio Mennella
Il fratello del ministro
commedia
Antonio Mennella
Published by Giuseppe Meligrana Editore on Smashwords
Copyright Meligrana Editore, 2014
Copyright Antonio Mennella, 2014
Tutti i diritti riservati
ISBN: 9788868150921
Opera Omnia di Antonio Mennella per Meligrana Editore
Sezione teatrale: Il fratello del ministro – commedia, 2014
Opera già pubblicata in versione cartacea nel 1980 col titolo attuale e nel 2010 col titolo All’ombra di un pezzo grosso.
In copertina:
Scatto dal film Gli onorevoli
(1963)
Meligrana Editore
Via della Vittoria, 14 – 89861, Tropea (VV)
Tel. (+ 39) 0963 600007 – (+ 39) 338 6157041
www.meligranaeditore.com
info@meligranaeditore.com
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Antonio Mennella
Nato il primo gennaio 1943 e laureato in giurisprudenza, è stato un funzionario di dogana. Collabora, tramite articoli sulla birra nel mondo, con la rivista Degusta di Bologna. Ha pubblicato:
Confessioni di un figlio dell’uomo – 1975 – romanzo;
San Valentino – 1975 – poemetto classico;
Gea – 1980 – romanzo;
Il fratello del ministro – 1980 – commedia;
Don Fabrizio Gerbino – 1980 – dramma;
Gigi il Testone – 1982 – romanzo per ragazzi;
Il figlioccio – 1982 – commedia;
Umane inquietudini – 1982 – poesie classiche e libere;
Memoriale di uno psicopatico sessuale – 1983 – romanzo per adulti;
La famiglia Limone – 1983 – commedia;
Gli anemoni di primavera – 1983 – dramma;
Giocatore d’azzardo – 1984 – commedia;
Fiordaliso – 1984 – dramma;
Dizionario di ortografia e pronunzia della lingua italiana – 1989;
La birra – 2010;
Guida alla birra – 2011;
L’Italia oggi – 2012 (i Comuni italiani nella loro pronunzia corretta e nome dei rispettivi abitanti, con notizie storiche sulle regioni e province);
Conoscere la birra – 2013.
Contattalo:
antonio.mennella@awf.it
PERSONAGGI
Don Michele Sarzola
Don Raffaele Piacquadio
Il signor Ferrante
Carminuccio detto lo Zoppo
Saverio
Nicola
Vittorio
Erminia
La Signora
Due Questurini
In una città del Sud Italia, negli anni ’70 del secolo XX.
ATTO PRIMO
Studio di don Michele Sarzola. L’arredamento è abbastanza pesante: riflette la persona arricchita, manierata e priva di gusto. A sinistra, la porta di là e di qua ritratto a figura intera del Ministro. La biblioteca, in fondo. A destra, la scrivania con uno scranno dietro e il portatelefono di là; davanti, due sedie imbottite di cui solo quella di là viene utilizzata.
SCENA PRIMA
DON MICHELE E DON RAFFAELE
Il secondo, piuttosto avanti negli anni, chiude la porta e si trascina con palese affanno. Il primo, seduto dietro la scrivania in atteggiamento altezzoso, si limita a porgere affettatamente la mano.
RAFFAELE – Che piacere rivedervi, dopo tanto tempo!
MICHELE – (apatico) Accomodatevi.
RAFFAELE – (siede) Forse... ho disturbato.
MICHELE – (si rende conto che deve sforzarsi ad apparire diverso) Non sia mai detto! Don Raffaele Piacquadio è sempre il benvenuto in questa casa.
RAFFAELE – (con abbandono nostalgico) Sembra ieri che voi e vostro fratello, due scugnizzi imprevedibili, mi facevate dannare l’anima tutte le sante sere. Quante volte dovetti rimanere fino a notte fonda dietro la finestra con lo schioppo spianato! (Pausa.) Eh, sì! Allora una scorpacciata di ciliege sostituiva volentieri il piatto di minestra che spesso mancava.
MICHELE – (con velato risentimento) Sono trascorsi decenni.
RAFFAELE – Ricordate, don Michele? Concetta non buttava mai un paio di pantaloni smessi dal nostro Fabrizio. Vostra madre, la buonanima, con pazienza certosina li arrangiava per voi.
MICHELE – (alla fine sbotta) Don Raffaele! Non tanto per me... (Indica il ritratto.) E poi... ué! Chi vi crederebbe? Oggi, Sua Eccellenza è in grado di vestire d’oro la città e il vostro paesello.
RAFFAELE – Un tempo era anche il vostro, don Michele.
MICHELE – Ma è rimasto troppo piccolo per ospitare un ministro, o me stesso che, modestamente... sono quello che sono.
RAFFAELE – Per questo vi ammiro entrambi. Ne avete fatto, di sacrifici: e il risultato si vede. Fabrizio, avesse sofferto la metà di voi due, coi soldi che ci ha consumato, pure lui...
MICHELE – (perentorio) Il passato... è passato. Non esiste più!
RAFFAELE – Scusate se mi sono un po’ lasciato andare. A una certa età si vive soltanto di ricordi.
MICHELE – A voler pignoleggiare, egregio signore, non poco vi siete sbracato. Io, sono un galantuomo, dai sentimenti gentili, teneri. Ma una persona più suscettibile (accenna di nuovo al ritratto)... E voi avreste finito di sguazzare, don Raffaele Piacquadio!
RAFFAELE – Mi sono permesso con voi, che siete cresciuto nel mio cortile, di toccare determinati tasti.
MICHELE – (indignato) E non dovete sfiorarli nemmeno con me! Che sono un netturbino, io? o il vostro barbiere? Trent’anni fa, potevate essere quello che millantate, col beneficio d’inventario logicamente; oggi, la gente constata con mano chi è don Michele Sarzola. Per non parlare (indicando ancora il ritratto) di Giovanni, una potenza nella Capitale. Beh! cambiamo argomento. (Significa, gesticolando nervosamente, di venire al sodo.)
RAFFAELE – Sono qui per Fabrizio. E’ una vita che presta servizio lontano da casa. Gli succedesse qualcosa, coi tempi che corrono... non lo vedremmo nemmeno spirare.
MICHELE – (contento di potersi prendere la rivincita) E’ il suo mestiere, carissimo amico. Quando si fa una scelta, bisogna essere consapevoli degli inconvenienti a cui si va incontro. Lo pagano profumatamente per questo. Oh! sapete che guadagna più di me? Io, non prendo mica l’indennità di rischio. E... c’è dell’altro (indica con la mano introiti illeciti): voi mi avete capito. Con la differenza che, io, sono il pilastro del Comune; lui... Volete mettermi alla sua stregua? E’ un maresciallo di piedipiatti, e basta.
RAFFAELE – Sì, ma ormai siamo vecchi. Da un po’ di tempo la povera Concetta non riesce più a stare in giro per la casa. Col figlio vicino... ecco. Fabrizio ha una femminuccia grandicella, la moglie molto servizievole...
MICHELE – (sempre più soddisfatto, e ironico) Anch’io vivrei felice accanto a mio fratello che mi vuole un sacco di bene. La buonanima, dopo le rinunzie, gli stenti per tirarci su, come insinuavate voi testé, avrebbe desiderato godersi due gioielli invidiati dalle mamme del globo