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Hetman: Donetsk Sta Chiamando - Una Breve Storia Di Aidan Snow
Hetman: Donetsk Sta Chiamando - Una Breve Storia Di Aidan Snow
Hetman: Donetsk Sta Chiamando - Una Breve Storia Di Aidan Snow
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Hetman: Donetsk Sta Chiamando - Una Breve Storia Di Aidan Snow

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"HETMAN: DONETSK STA CHIAMANDO - Una breve storia di Aidan Snow" di Alex Shaw
Aidan Snow, ex agente SAS, diventato agente MI6 torna in una breve storia.
Aidan Snow, ex agente SAS, diventato agente MI6 torna in una breve storia. Da espatriato, Brian Webb ha una vita grandiosa, una moglie stupenda ed una figlia perfetta. Ma tutto questo viene messo in pericolo quando, nel ritorno a casa da una notte di bevute, viene inseguito da un gruppo di aggressori armati. Chi sono gli inseguitori? Cosa vogliono da lui? E perché stanno sparando? Webb preferisce non aspettare prima di scoprirlo. Schiantandosi con un'auto rubata in un tentativo di fuga, Webb sanguina, barcolla e non vede via d'uscita..non avendo altra scelta, telefona all'unica persona che non lo deluderebbe mai. Aidan Snow. Arrivato a Kyiv, Snow prende in mano la legge nel tentativo di trovare e salvare uno dei suoi più vecchi amici. Coi fantasmi del passato sulle spalle, Snow dovrà nuovamente affidarsi alla sua formazione di SAS e non si fermerà fino a che non avrà scoperto la verità.
Genere: azione e avventura
Genere secondario: mistero, thriller e suspense
LanguageItaliano
Release dateDec 1, 2014
ISBN9781633397767
Hetman: Donetsk Sta Chiamando - Una Breve Storia Di Aidan Snow

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    Hetman - Alex Shaw

    lingua

    HETMAN:

    DONETSK STA CHIAMANDO

    di Alex Shaw

    ––––––––

    Kyiv, Ucraina

    Brian Webb barcollò nel fare cenno ad un taxi. Erano le prime ore del mattino e Brian, dalla sera precedente, non aveva mai smesso di bere. Il caldo del giorno aveva da tanto lasciato spazio al fresco della notte. Webb tremava, sotto la sua maglietta a maniche corte e i pantaloni coi tasconi.

    In pochi secondi, una Daewoo Nubira gialla e malconcia si fermò sul ciglio della strada. L'autista abbassò il finestrino del passeggero e poi, concordato il prezzo, Webb salì sui sedili posteriori. Erano le quattro del mattino quando a tutta velocità viaggiavano lungo le strade semideserte della città. Quella era stata una notte troppo lunga, anche per i suoi standard, disse Webb ridacchiando tra sé e sé. La vita era bella. Aveva una vita fantastica a Kyiv, una moglie fantastica ed una figlia fantastica. Che altro poteva desiderare? Lasciò cadere le palpebre, mentre il taxi si muoveva tra asfalto e ciottoli proseguendo giù verso il fiume Dnipro. La vibrazione gli faceva traballare la pancia e ciondolare la testa.

    Webb era arrivato in Ucraina nell'ottobre del 1997, con sole quattro parole della lingua russa, 'Da', 'Niet', 'Babushka' e 'Vodka' e, in qualche modo, era riuscito non solo a sopravvivere ma anche a fiorire. Non passando per uno del luogo dato il suo forte accento dello Yorkshire, ma venendo accettato per com'era dai suoi vicini, sarebbe stato triste se avesse dovuto lasciare la sua casa adottiva.

    Quando il taxi attraversò il fiume, aprì gli occhi ed abbassò leggermente il finestrino inspirando l'aria fresca del fiume. I suoi occhi incontrarono quelli dell'autista, che guardò subito altrove. L'uomo sembrava non essere dell'umore giusto per parlare. Il taxi proseguì lungo il ponte, attraverso l'Hydropark e poi su Levo Berezna, la riva sinistra di Kyiv, quando improvvisamente si fermò sul bordo della strada.

    Webb si sedette sul sedile anteriore e si guardò intorno. Non era la sua strada. L'autista scese di corsa e se ne andò. Rallentato dall'alcool, Webb rimase seduto per diversi secondi, prima di realizzare che qualcosa non andava. Si trascinò fuori dall'auto e si appoggiò alla porta. Guardò l'autista, che si voltò indietro per poi scappare di corsa. Poi sentì un rumore di passi alle sue spalle e si girò. Fu in quel momento che li vide, illuminati dall'inquietante bagliore delle luci della strada. Un gruppo di quattro grandi uomini avanzava esattamente nella sua direzione. Per un momento, Webb guardò ipnotizzato davanti ai suoi occhi, focalizzati sulle mazze da baseball che due di loro tenevano.

    La figura più vicina indicò l'uomo e il gruppo partì di corsa. Webb sentì che il cuore pulsava più velocemente. Non poteva difendersi. Abbassò lo sguardo e vide che le chiavi del taxi erano ancora inserite. Senza pensarci due volte, strisciò sul sedile del guidatore, lasciò il freno a mano e spinse il taxi lontano dal bordo della strada. Sentì delle urla e poi un forte scoppio quando qualcosa colpì il retro del taxi. Il cuore di Webb iniziò a battere all'impazzata; sembrava che volesse uscirgli dal petto. Sudava, le mani umide sul volante. Osò dare un'occhiata all'indietro e vide delle luci che lo seguivano. Che cosa stava succedendo? Perché gli stavano dando la caccia? Webb non ne aveva la minima idea.

    Sfrecciò attraverso una serie di semafori, mancando per poco un'autocisterna. Ora conosceva le strade, non era molto lontano da casa, ma non poteva condurli lì. L'alcool, che si rifiutava di uscire dal suo sistema, gli faceva vedere la strada a tratti a fuoco, a tratti fuori fuoco; Webb si appoggiava pesantemente sui comandi e la macchina sobbalzò quando scalò di marcia per affrontare una curva. Graffiò una macchina parcheggiata con lo specchietto e il vetro si frantumò cadendo. Il suo respiro si fece più pesante. Pensieri correvano nella sua mente; chi erano...che cosa volevano..? Raggiunse l'autostrada che tagliava in due il distretto Harviskiy Massif e vide, illuminata dai neon dell'insegna del supermercato Billa, una Lada, Samara, coi contrassegni della milizia. Webb la puntò. Mentre rallentava e si avvicinava, si accorse che era vuota. Batté il pugno sul volante, frustrato, e mentre stava per imprecare, sentì un forte schianto che causò un suono metallico sulla Daewoo. Si abbassò.  Non aveva mai sentito un colpo di pistola prima, ma capì immediatamente che era ciò che era stato quel rumore.

    Chiunque lo stesse inseguendo, aveva iniziato a sparare! Schiacciò l'acceleratore fino in fondo. La Daewoo sobbalzò in avanti, facendo la cresta alla curva ed attraversando il parcheggio, prima di rimbalzare sopra il bordo del prato e poi ritornare sull'asfalto. Non appena Webb ingranò le marce, iniziò a provenire un fastidioso rumore dalle sospensioni anteriori. Vide uno spazio nello spartitraffico, sterzò di scatto verso sinistra e tagliò la strada, cambiando direzione. Spinse sul taxi affinché corresse più veloce; doveva scappare. La Daewoo iniziò a vibrare rabbiosa nel raggiungere i 100 chilometri orari. Il sudore gli scendeva sulla fronte. C'erano più macchine ora, mentre continuava lungo la strada principale di nuovo in direzione del fiume. Guardò lo specchietto retrovisore, ma non vide nessuno al suo seguito. Fece un profondo respiro e si rilassò lievemente, mentre l'adrenalina iniziava a lasciare il suo corpo.

    Ormai erano quasi le cinque del

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