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Ho visto alberi danzare nella pioggia
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Ho visto alberi danzare nella pioggia

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Ho visto alberi danzare nella pioggia è una raccolta poetica che racchiude le poesie scritte in giovane età dal romanziere Pierluigi Tamanini.

Si tratta di folgoranti e geniali micro-visioni del mondo contemporaneo che introducono i temi e il ritmo sincopato dei futuri romanzi del Tamanini.

Eccone un esempio:

POESIA DELL’ATTIMO (a Fernanda Pivano)

un uomo che si scopa il fratello del suo fidanzato
e così case che crollano in un nano-secondo di agonia,
oggetti persi nel vivere
flash già perduti
cadute nell’anima le speranze di ieri e di domani

appunti tristi
angosce strascicate per anni (il dono più grande)
silenzi schivati come pallottole nella notte
nudi d’autore con fisici sfatti
piccole strade senza direzione né verso
estemporanee pazzie come insetti-fastidio
tanti pierrot che versano gocce amare nel cesso
“mi piaci e mi spaventi, morte maledetta”
duna infinita che bastava non guardarti
come scavare in un muro di sabbia altissimo:
ci vogliono degli attori, gente in gamba
prigionieri del proprio talento finché la vita va
fosse almeno maledettamente intrigante, un minimo piacente

ora ho i piedi algidi, messaggeri poco stanchi
tutto è stato tolto, pure la lobotomia
un treno vuoto
una ragazza
un incrocio di sguardi
il treno riparte

alcuni odori forti che sento solo io
sono persone che conosco

non deve essere più solo storia
in un liquido afono
un viaggio storto nello spazio lineare ciclico:
l’anima è lontana, è di là

cosa stranissima: ho paura di essere ucciso
un delitto programmato
un delitto di ormai qualche anno fa,
ed è in me un peso di piombo appoggiato al cuore
che neanche con mille scossoni è scivolato a farmi volare.
così io mi aggrappo a ciò che non esiste, la vita

niente sonoro per una mezzora

solitudine a due livelli incomprensibili
piccoli gruppi di uomini piccoli schiacciati dal cielo
incamminarsi nelle cave della madre per nascondersi e morire
macigno
acqua
macigno
e la mattina è già lì pronta per il riscatto.

- - -

La poesia è immortale, la poesia è tutto e niente.
Questa raccolta di poesia contemporanea ha forti radici nel novecento italiano e statunitense.
Si tratta di poesia rabbiosa, poesia piena di vita, poesia che scoppia nelle vene.

Poesia è germoglio, poesia è voglia di esprimere un concetto inesprimibile altrimenti.
Poesia è ragione, poesia è pazzia: poesia è poesia.

In questa raccolta di poesia contemporanea c'è tutto. La poesia ininterrotta è la rivoluzione del linguaggio. Leggiamo le poesie, ascoltiamo le poesie, cantiamo le poesie della vita!

"Devo premettere che io, prima di vederne il nome navigando in Internet, Pierluigi Tamanini non lo conoscevo; di lui non sapevo nulla. Poi ne ho scorto il nome in un qualche sito Internet e, curioso come sono, sono andato a curiosare tra le sue creazioni, scoprendo, sul sito italiano di Amazon, la raccolta “Ho visto alberi danzare nella pioggia”, distribuita a costo zero e mi sono lasciato invogliare. V’è da dire che le poesie raccolte dal bravo, anzi più che bravo, PierluigiTamanini nella raccolta “Ho visto alberi danzare nella pioggia” non sono tra le più facili da affrontare; non tutte almeno. Infatti Pierluigi Tamanini offre al lettore di “Ho visto alberi danzare nella pioggia” una raccolta di versi estremamente variegati nel genere.
Ribadisco comunque il fatto che Pierluigi Tamanini è un grande dosatore di emozioni, capace, come pochi altri, di emozionare e di colpire, a volte anche duro, i propri lettori."
www.passionelettura.it

LanguageItaliano
Release dateSep 6, 2015
ISBN9781310112089
Ho visto alberi danzare nella pioggia
Author

Pierluigi Tamanini

Se desideri leggere i miei libri gratis o scoprire come diventare uno scrittore, iscriviti subito alla newsletter suwww.pierluigitamanini.com(seleziona il sito precedente, tasto destro del mouse e "vai al link"!)"Pierluigi Tamanini è un grande dosatore di emozioni, capace, come pochi altri, di emozionare e di colpire, a volte anche duro, i propri lettori."www.passionelettura.itVive in un paesino di montagna sopra Trento, dove è nato il giorno di Natale del 1977. A venticinque anni, fresco di laurea in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, è stato all’estero – Paraguay, Spagna e Inghilterra – durante lunghi stage e interscambi culturali. Rientrato in Italia ha lavorato come operaio metalmeccanico, postino, insegnante di materie tecniche, architetto, ingegnere ambientale in diversi settori (raccolte differenziate, indagini fognarie, sicurezza cantieri), archeologo, tecnico informatico, insegnante di sostegno, capotreno: ritiene la precarietà importante per la raccolta di materiale narrativo per i suoi romanzi.---RECENSIONI"Scoprire un nuovo talento letterario è un po’ come imbattersi in un banco di tonni con la speranza di pescare un aringa o ipotizzare che un miope possa trovare un quadrifoglio in una sconfinata distesa erbosa. Ogni anno, nella nostra penisola, circa cinquantamila nuovi autori iscrivono il loro nome nel catalogo letterario. Numeri non supportati poi dalle vendite, sempre in ribasso, che fanno quasi assomigliare tali dati ad una patologia incurabile.L’orda barbarica che affolla lo scalcinato mercato dell’editoria nostrana contribuisce ad alzare polvere e sotto a questa coltre spariscono autori che avrebbero tutti i requisiti per dover emergere. È quindi un vanto per la nostra redazione avere scoperto Pierluigi Tamanini, autore trentino, non ancora giunto nel mezzo del cammin della sua vita già particolarmente interessante e ricca di momenti che molti suoi coetanei hanno solo vissuto attraverso la trasposizione cinematografica.Autore in proprio, il termine self di questi tempi è talmente abusato da suscitare orticarie lessicali, Tamanini, esordiente con Rotte Mutande, romanzo di culto della gioventù trentina, ha poi continuato a produrre testi degni di essere letti. Il pesce illuminato, Bonsai, Un mucchio di parole e infine Resurrezione, romanzo casualmente capitato sulla nostra scrivania e che si è presentato come aria fresca, capace di sovvertire lo stantio colloso della mancata estate e dell’aridità letteraria stagionale."Wiliam Amighetti - critico letterario---Intervista a cura di cultura@valseriananews.info-Se immaginiamo un fiume e poniamo gli scrittori su entrambe le rive, con da un lato coloro che sono affermati e dall’altro quelli che tentano di guadarlo per raggiungere la celebrità: tu a chi chiederesti di lanciarti una fune per issarti sulle sponde della notorietà?-Credo che fra le centinaia di nomi noti cercherei di far vedere la mia mano a Hermann Hesse e a Kafka, ma soprattutto a Dino Buzzati, magari attirando la sua attenzione brandendo una copia de “il deserto dei tartari”.-Gran parte di coloro che cercano di guadare il fiume finiscono con l’essere spazzati via dalla corrente o dopo un timido approccio risalgono la riva e tornano nel mucchio degli sconosciuti.-Non trovi aiuto in generale. Non puoi affidarti ad una casa editrice che in teoria dovrebbe avere fra i suoi compiti quello di scoprire o riconoscere talenti... Quindi ti butti in acqua sperando di acquisire velocemente i primi rudimenti del nuoto, ma non può funzionare così. Certo, va anche detto che in Italia la percentuale di coloro che scrivono un romanzo è superiore rispetto a quella di coloro che poi lo leggono...-Resurrezione è un romanzo intimista. Lo specchio di una quotidianità che spesso cerchiamo di non vedere o quantomeno di far sì che la nostra immagine non finisca con il riflettersi dentro.-Tutti dovremmo affrontare di petto la nostra solitudine, anziché fingere che non esista. Non dobbiamo lasciarci distrarre da un continuo flusso di notizie inutili e spesso fasulle, che ci allontanano dal nostro vero io. Il protagonista di Resurrezione è costretto a vederla, respirarla, sentirla questa solitudine: è solo, straniero al mondo, incapace di parlare con la gente: proprio per questo affascina il lettore. Ognuno di noi – anche se non lo ammette a se stesso - si rivede in Efrem e nel suo mondo fatto di interminabili silenzi.-Se seguiamo gli input che i media propongono oggi, dovremmo mangiare solo piatti che ci vengono proposti da chef rinomati in programmi pseudo real life. Quindi travasando il concetto a livello letterario bisognerebbe cibarsi solo di best-sellers, trilogie più o meno sexy o saghe fantasy. Il tuo romanzo lo paragonerei invece ad un brodo caldo. Serve. Aiuta a digerire l’indigestione di parole troppo precotte.-Ho cercato nella stesura del romanzo di essere originale, non solo nella scelta dell'ambientazione e della trama, ma nell'uso di ogni singola parola. Credo che il dovere morale di ogni scrittore sia di scegliere sempre la parola di adatta: esaustiva e sintetica, in una parola essenziale. Non sono un lettore di best-seller: perché dunque dovrei essere uno scrittore di best-seller? Nella letteratura – quella vera – ci deve essere sincerità, anche nella finzione. Insomma, il lettore saggio sa quanto vale un brodo caldo nelle fredde sere d'inverno culturale degli ultimi decenni.-La sensazione di precarietà di Efrem è una cartina di tornasole della nostra quotidianità ed è il sunto anche delle tue esperienze personali.-Nei miei romanzi l'autobiografia la fa spesso da padrona, ma allo stesso tempo anche la pseudo-autobiografia: amo giocare col lettore attraverso il dualismo verità-finzione. Ho lavorato anch'io in fabbrica, sono stato in Lettonia, amo correre, adoro le montagne innevate... ma ciò che conta è l'amore per ciò che si vuole mostrare agli occhi del lettore. Alla fine, se ci pensi, la nostra quotidianità è spesso vissuta con superficialità: ci alziamo, lavoriamo, mangiamo, camminiamo... portando all'estremo questa routine nel romanzo, si crea un meccanismo d'immedesimazione e ci accorgiamo che Efrem non solo è uguale a noi, ma si potrebbe addirittura affermare che noi siamo Efrem.-Negli alberghi si cerca di contrastare il senso di solitudine lasciando una copia della Bibbia nel cassetto del comodino. Tu che libro lasceresti come analgesico?-A livello stilistico la mia più grande maestra è la recentemente scomparsa Agota Kristof. Chi ama la lettura non può esimersi dal assaporare e riassaporare La trilogia della città di K: si tratta di tre romanzi brevi in cui la scrittrice ungherese dà il meglio di sé con una prosa asciutta e tagliente che non ha eguali.-Immaginati come ministro alla cultura. Ormai nel bel paese tutti possono aspirare ad un posto in parlamento. Cosa faresti per far risorgere il patrimonio letterario che è stato disperso negli ultimi anni?-Se fossi il ministro della cultura credo inizierei a promuovere iniziative culturali che meritano di essere considerate tali e taglierei tutto ciò che è pettegolezzo, falsità, letteratura da quattro soldi. Farei rinascere la vera letteratura, quella dei Baricco, dei Calvino, dei Buzzati: vale più un romanzo che mille saggi scopiazzati e raffazzonati. Sarò uno dei pochi a pensarlo, ma credo che il romanzo, ancor più del cinema che tanto amo, sia la forma espressiva più adeguata per crescere e capire veramente se stessi.---Chiede a chi legge i suoi libri di condividere - dopo la lettura - il loro parere tramite una SINCERA RECENSIONE: aiuterà così i futuri lettori a capire se è il libro che fa per loro, e darà utili indicazioni all'autore per migliorare il romanzo stesso e il proprio modo di scrivere.Per quanto riguarda la POETICA di romanziere, le domande che lo ossessionano riguardano identità e verità: chi narra e cosa narra – fatti accaduti dentro di sé, o fuori di sé?Analizzando a posteriori ogni sua storia è facilmente riscontrabile, per quanto riguarda l’aspetto formale e strutturale, una forte tendenza alla meta-narrazione e alla scrittura su più livelli, mentre, per quanto riguarda i contenuti, una ricerca di equilibrio attraverso un dualismo di opposti: istinto/ragione, cambiamento/stabilità, viaggiare/stanziare, esperienza corporale/meditazione interiore."Scrivo romanzi, perché lo reputo il modo migliore per avvicinarsi alla verità."Pierluigi Tamanini

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