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Ursula Jones e il Segreto di Glendalough
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Ebook71 pages45 minutes

Ursula Jones e il Segreto di Glendalough

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About this ebook

Ursula Jones, la spericolata giornalista americana di Chicago, è reduce dall'avere risolto brillantemente un "Mistero sumero": Ed ecco che individua gli indizi per una nuova ancora più intricata inchiesta.
Ursula Jones è ostacolata dallo scetticismo della Polizia e non bastasse, anche del suo direttore. Senza contare l'omertà e le difficoltà frapposte da testimoni reticenti.
L'oggetto al centro dell'investigazione è un anticomanoscritto conteso per la sua bellezza e valore tra gente senza scrupoli.
Si tratta di una manoscritto maledetto la cui remota nascita - risale a più di mille anni prima, ai secoli di Carlo Magno - già è stata segnata da oscure trame culminate in un delitto.
In un certo senso, anticipatore del delitto odierno, stavolta in una Chicago del Duemila.

LanguageItaliano
Release dateFeb 10, 2014
ISBN9781311926999
Ursula Jones e il Segreto di Glendalough
Author

Guido Sperandio

Guido Sperandio was born and lives in Milan. A freelance writer for some thirty national newspapers and magazines, he later became a creative-copywriter in advertising.A writer for adults, he has also published for children and young people with major national publishers and in the USA.He has also written comics, including the legendary Topo Gigio and Tiramolla.After a life spent practising the most unbelievable genres of writing, he has recently replaced the cult of the Word with a passion for the Image. He has been seduced by Pop Art, starting with Andy Warhol & Co and is now working on and publishing a whole series of albums under the 'Guisp Collages' label.Any special notes?He has no mobile phone, no car or microwave oven, but he does have a very affectionate and intelligent cat called Tatablu.Guido Sperandio è nato e vive a Milano. Free-lance per una trentina di giornali e periodici nazionali, diventa in seguito creativo-copywriter in pubblicità.Scrittore per adulti, ha pubblicato anche per bambini e ragazzi con le principali case editrici nazionali e negli USA.Ha scritto anche fumetti, tra cui i mitici Topo Gigio e Tiramolla.Dopo una vita trascorsa a praticare i generi più improbabili di scrittura, ha recentemente sostituito il culto della Parola con la passione per l'Immagine. A sedurlo, la Pop Art, a cominciare da Andy Warhol & Co e così ora ha in corso l'elaborazione e la pubblicazione di tutta una serie di album con l'etichetta "Guisp Collages".Note particolari?Non ha cellulare, nè automobile o forno a microonde, ma ha una affettuosissima e intelligentissima gatta di nome Tatablu.

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    Ursula Jones e il Segreto di Glendalough - Guido Sperandio

    Qui Ursula, Good Evening

    Ursula Jones conduceva la rubrica Mistero Nero alla NCK, il network Number One (la rete televisiva Numero Uno) di Chicago.

    Mistero Nero trattava casi particolari, e difficili, intricati.

    La giornalista li indagava e dipanava, e sviluppava inchieste.

    Era brava.

    Appassionata.

    E appassionava.

    Milioni di persone aspettavano il martedì sera per vederla.

    Staccavano cellulari e telefoni per non essere disturbati durante la puntata.

    Ursula Jones, dunque, era famosa.

    E tutto filava alla grande.

    Se non che, Problema: le occorrevano sempre nuovi spunti, nuove storie, nuovi casi.

    *

    Quella mattina, appena in ufficio, la giornalista aveva scorso il suo taccuino. Dove, giorno dopo giorno, raccoglieva gli spunti che giudicava interessanti per la sua rubrica.

    Aveva sfogliato e risfogliato.

    Letto, e riletto.

    E meditato.

    E concluso: al punto in cui era non poteva rischiare di deludere.

    Era al colmo del successo e la vera sfida incominciava ora:

    per mantenere l’interesse (sempre più alle stelle) dei suoi fan.

    Nessuna delle idee nel taccuino le sembrava all’altezza.

    Ursula Jones aveva riposto idee, e taccuino.

    S’era data una scrollata di spalle. E s’era succhiato un cioccolatino.

    - Poco male - s’era detta. - C’è Internet!

    Internet: una miniera. Di cose, fatti, notizie e fantasie.

    Lei si sarebbe affidata al Web.

    E alla buona stella che assiste i naviganti.

    Il tavolo di Ursula Jones stava al centro di un salone.

    Assediato da plotoni di scrivanie.

    Affogato in una mare di persone spiritate.

    Sommerso da trilli di telefoni, e voci in gara a chi più urlava.

    Ursula Jones aveva piazzato ben visibile un cartello: DON’T DISTURB.

    I seccatori erano avvisati.

    (Gli urlatori, meno. Avevano continuato a disturbare, indisturbati.)

    *

    Per collegarsi a Internet, le occorreva il notebook

    Ma sul suo tavolo si alzava una montagna, c’era di tutto:

    ritagli di giornale, CD, boccette di smalto per unghie, creme alla lattuga per la pelle...

    occhieggiava il muso di un orsacchiotto di pelouche...

    sporgeva l’angolo della foto di un bassotto (morto e mai finito di compiangere),

    si intravedeva l’ingrandimento di due gatti ripresi mentre si rincorrono (Stanlio e Ollio, regolarmente spariti alla prima stagione degli amori, e mai più ritrovati).

    Non bastasse, la mattina, arrivando, lei aveva aggiunto

    il suo borsone, il cellulare, un block zeppo di appunti, una confezione accartocciata di cioccolatini, la sciarpa (srotolata dal collo e lanciata come un sasso.)

    Il notebook, super-prodigio, super-leggero, super-sottile-piatto, era finito dentro quel caos come una sogliola nella pancia di una balena. Ingoiato dal marasma.

    Aveva cacciato le mani nel mucchio.

    E rimestato, rimosso, rovesciato.

    Finché... idea!

    Aveva seguito un filo che partiva dalla presa.

    L’aveva tirato a sé.

    Il notebook era comparso.

    Tutti i giornali apparivano in Rete. Dalle riviste più lette ai fogli meno noti. E Ursula Jones s’era immersa a esplorarli.

    Attenta a non lasciarsene sfuggire una riga.

    Aveva beccato la piccola notizia riportata da un piccolo cronista su un piccolo giornale:

    Perfino la spazzatura si ruba adesso, i ladri non sono più quelli di una volta.

    Incuriosita, si era soffermata a leggere.

    Aveva così appreso che notti prima, la polizia aveva inseguito un’automobile sospetta. L’aveva bloccata e i due a bordo erano schizzati. Svaniti nell’oscurità.

    Gli agenti avevano ispezionato l’auto e, sotto un sedile, avevano scoperto un grosso libro. Vecchio e maleodorante.

    Roba da discarica. Da interessare la Nettezza Urbana e non dei malviventi seri con un pizzico di orgoglio, concludeva l’articolo, sprezzante.

    Per un attimo, la giornalista s’era chiesta se la storiella potesse fare al suo caso.

    Ma la lampadina come le si era accesa, s’era spenta.

    La vicenda, che lei cercava, doveva avvolgere in una ragnatela e tenere catturati.

    Quella del libro non prometteva sorprese clamorose.

    Aveva ripreso a navigare.

    Era scattata..

    Il titolo campeggiava nello schermo. Dominava la prima pagina della newsletter di un club di Chicago:

    Fine tragica di Thomas O’Donnell

    Viva impressione ha suscitato nella

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