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Il diario di Julia Jones Libro 2 La mia bulla segreta
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Il diario di Julia Jones Libro 2 La mia bulla segreta
Ebook75 pages1 hour

Il diario di Julia Jones Libro 2 La mia bulla segreta

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About this ebook

Julia è una ragazza normale di 12 anni che ama danzare e stare con i suoi amici a scuola... fino all'arrivo di Sara Hamilton quando tutto sembra cambiare. 

Prima di allora non ha mai avuto a che fare con ragazze meschine e bulli e, certamente, qualcuno che prova a umiliarla e a tarparle le ali. Julia sente che non può chiedere aiuto a nessuno e che deve affronatre Sara da sola. 
La domanda è: sarà in grado di contrastare Sara? O Sara prenderà il comando sul suo mondo? 

Questo libro descrive una situazione della vita reale piena di suspense che mostra come comportarsi con i bulli e rialzarsi. È un libro meraviglioso per le ragazze! Sarete sicuri di trovare un libro molto eccitante e stimolante. 

Un altro diario favoloso che stimolerà i giovani lettori. 

LanguageItaliano
Release dateJan 5, 2023
ISBN9781507106174
Il diario di Julia Jones Libro 2 La mia bulla segreta

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    Il diario di Julia Jones Libro 2 La mia bulla segreta - Katrina Kahler

    La mia bulla segreta

    Paura...

    PER FAVORE AIUTATEMIIIIII!

    Potei sentire un urlo straziante ma la scena era così surreale che era come se il suono provenisse da qualcun altro e non da me. Il terrore che provavo in quel momento era qualcosa che non avevo mai provato prima e sembrava precipitarmi in una paura così soffocante che avevo difficoltà a respirare.

    Com’è potuto accadere? pensai. Perché Sara aveva potuto farmi tutto questo? Il ricordo del suo volto balenò rapidamente nella mia mente e, in quel momento, potei sentire la cattiveria che sembrava uscire da ogni poro della sua pelle.

    Il sangue colava da un taglio profondo sulla mia mano e il polso batteva così velocemente che pensai che il mio cuore stesse per esplodere. E se mi dissanguo fino a morire? era tutto quello che riuscivo a pensare mentre colpivo duramente la porta ben chiusa del capannone. FAMMI USCIRE! gridai per quella che sembrava essere la milionesima volta e la mia voce diventò roca e rauca: ero arrivata al punto di pensare che fosse giunta la mia ora. Nessuno sarebbe venuto a salvarmi.

    In un ultimo disperato tentativo, spinsi ancora una volta la porta di legno e, con mio grande stupore, si aprì bruscamente. Mentre cercavo di riacquistare l’equilibrio, mi fermai per un istante, ancora scioccata dal fatto che fossi riuscita a fuggire. E quindi iniziai a correre.

    Iniziai a correre alla cieca attraverso la fitta boscaglia e fui grata che la luna splendesse in cielo, dandomi la luce di cui avevo bisogno per ritrovare la strada. Non sapevo in quale direzione andare ma dovevo sbrigarmi. Il taglio sulla mia mano non aveva un bell’aspetto, e più correvo più sembrava sanguinare. 

    Avevo provato un senso di claustrofobia in quel capannone. Appena mi ero resa conto che ero stata rinchiusa lì e che non c’era nessuno nelle vicinanze che potesse sentire le mie richieste di aiuto, avevo deciso che sarei dovuta uscire con ogni mezzo possibile. Sebbene sapessi che non avrei potuto passare attraverso quella piccola finestra, avevo deciso di provare comunque. Ma rimuovere la lastra spessa di vetro fu un grande errore e il vetro rotto aveva lacerato profondamente la mia pelle. Grazie alla luce della luna che brillava attraverso il vetro rimanente, riuscii a vedere che la ferita era grave. Poi in pochi secondi, la mia mano era coperta di sangue. Capendo che non c’era nulla da fare, cercai disperatamente di fuggire, dandomi l’adrenalina di cui avevo bisogno per sfondare la porta.

    Mentre esploravo la foresta che mi circondava, provando a decidere quale direzione prendere, mi chiesi se sarei riuscita a ritornare al campeggio. Poi, barcollando, feci un altro passo in avanti e caddi pesantemente a terra.

    I miei ultimi pensieri, mentre scivolavo in uno stato d’incoscienza, furono per Sara e di come tutto quel problema disastroso fosse iniziato alcuni mesi prima. Fino a quel momento ero stata così felice e i pensieri dell’incubo che mi aspettava non erano ancora presenti nella mia mente.

    Cinque mesi prima...

    Non volevo andare a scuola! Ero completamente terrorizzata al pensiero di entrare in classe e di doverla affrontare anche quel giorno. Mentre mi giravo nel letto, speravo che mia madre potesse darmi il permesso di rimanere a casa ma sapevo che non lo avrebbe mai fatto. Sbrigati, Julia! Devi alzarti subito dal letto o perderai l’autobus! Mia madre mi stava chiamando dal piano di sotto e, dal tono della sua voce, potevo dire che, se non fossi andata a fare colazione entro 60 secondi, sarei stata nei guai.  

    Perché quella faccia triste? mi chiese mentre mi sedevo davanti alla ciotola dei cereali sospirando. Sono solo stanca, è stato tutto quello che risposi. Stasera vai a letto presto, disse. Sei andata a letto tardi troppe volte ultimamente!

    Sì, va bene mormorai, in modo che non potesse sentirmi. Non aveva idea di cosa stesse accadendo a scuola. Pensava che tutto andasse bene! La signorina Jackson le aveva parlato molto bene del mio rendimento e dei miei progressi durante il colloquio con gli insegnanti il mese precedente, così mia madre pensava che avrei avuto un altro anno meraviglioso.

    Ma il vero problema era che io odiavo andare a scuola. Era l’ultimo luogo al mondo in cui sarei voluta stare tutti i giorni e

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