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Diario Spirituale: Il Dolce Profumo Di Un Piccolo Fiore Bianco
Diario Spirituale: Il Dolce Profumo Di Un Piccolo Fiore Bianco
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Ebook163 pages1 hour

Diario Spirituale: Il Dolce Profumo Di Un Piccolo Fiore Bianco

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About this ebook

Questo libro propone gli ultimi due anni del diario spirituale che Dawio ha tenuto dal 1987 al 1999. Viene descritto in modo poetico e filosofico il suo cammino spirituale.
LanguageItaliano
Release dateNov 16, 2016
ISBN9783735707024
Diario Spirituale: Il Dolce Profumo Di Un Piccolo Fiore Bianco
Author

Dawio Bordoli

Insegnante di Yoga sciamanico, musicoterapista, suona bhajan/kirtan da oltre 20 anni, costellatore immaginale, master Reiki, channelor e autore di 19 libri sulla crescita personale e spirituale.

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    Book preview

    Diario Spirituale - Dawio Bordoli

    Indice

    Domenica 23 novembre 1997

    Lunedì 24 novembre 1997

    Martedì 25 novembre 1997

    Mercoledì 26 novembre 1997

    Venerdì 28 novembre 1997

    Sabato 29 novembre 1997

    Domenica 30 novembre 1997

    Lunedì 1. dicembre 1997

    Martedì 2 dicembre 1997

    Mercoledì 3 dicembre 1997

    Giovedì 4 dicembre 1997

    Venerdì 5 dicembre 1997

    Sabato 6 dicembre 1997

    07/12/97 08.29.25

    07/12/97 15.58.03

    07/12/97 22.11.12

    08/12/97 21.09.31

    09/12/97 04.19.10

    10/12/97 04.45.32

    12/12/97 03.46.12

    13/12/97 03.30.24

    16/12/97 22.05.14

    17/12/97 03.14.36

    19/12/97 04.21.00

    20/12/97 05.03.52

    21/12/97 02.55.56

    22/12/97 03.01.33

    23/12/97 03.58.49

    24/12/97 04.56.18

    25/12/97 05.52.39

    25/12/97 13.51.31

    26/12/97 19.43.48

    27/12/97 04.16.24

    28/12/97 05.57.12

    28/12/97 10.20.47

    28/12/97 15.36.33

    28/12/97 21.35.16

    29/12/97 04.23.42

    30/12/97 07.55.36

    31/12/97 08.05.41

    23/01/98 05.00.33

    24/01/98 04.31.44

    26/01/98 05.07.30

    27/01/98 04.56.46

    27/01/98 21.40.13

    28/01/98 04.28.21

    29/01/98 04.34.43

    29/01/98 21.07.14

    31/01/98 05.45.59

    01/02/98 05.35.15

    02/02/98 04.44.04

    03/02/98 04.33.21

    06/02/98 02.55.41

    14/02/98 05.58.44

    16/02/98 21.02.47

    06/03/98 21.54.10

    08/03/98 20.50.03

    09/03/98 20.59.19

    13/03/98 19.37.43

    19/04/98 21.41.28

    23/08/98 14.03.00

    23/08/98 21.57.20

    25/08/98 21.33.50

    06/12/99 21.17.42

    08/12/99 07.41.54

    09/12/99 21.05.03

    11/12/99 06.56.28

    12/12/99 19.24.42

    18/12/99 18.02.09

    19/12/99 07.38.27

    19/12/99 21.13.35

    20/12/99 04.20.32

    20/12/99 20.14.07

    22/12/99 21.32.18

    25/12/99 09.16.21

    Biografia

    Domenica 23 novembre 1997

    Accade molto spesso la mattina, durante la solita meditazione.

    A un certo punto, senza che io faccia niente perché tutto ciò succeda, c’è uno strano dolore nella parte iniziale della spina dorsale che, a poco a poco, sale lungo tutta la schiena arrivando all’altezza della nuca.

    La testa comincia a far male e il dolore dalla nuca si dirige verso il centro.

    Il fatto forse più curioso è che il corpo intero si è messo a vibrare in modo alquanto strano, come se fosse pervaso di un’energia che non è fisica.

    Ogni cellula del corpo ne è impregnata.

    Il cammino di questa strana vibrazione ha termine alla sommità del capo e da questo momento in poi ho la sensazione che tutta l’operazione ha avuto termine.

    Ma unicamente il cammino è finito, non l’intensità di tutto il processo.

    Tale intensità aumenta nella misura in cui il cervello, o meglio la mente, non cerca minimamente di interferire con tutto quanto accade.

    Se solo cercassi di identificarmi con esso, il tutto svanirebbe.

    Lunedì 24 novembre 1997

    Questa mattina presto, lo stesso fenomeno si è verificato in modo insistente a tal punto che la mente era completamente senza alcun movimento, anche se straordinariamente sveglia, attenta e sensibile.

    C’è stato un vedere che dalla zona frontale si è diretto verso la parte centrale della testa e poi, col passare del tempo, si è alzato verso la parte superiore del capo.

    Una luce molto intensa, chiara e senz’ombra e un suono simile a un sibilo ad alta frequenza si sono fatti avanti in modo del tutto naturale e involontario.

    La mente veniva letteralmente pulita di ogni pensiero, lasciando il corpo con una certa stanchezza, anche se un’energia di una certa forza era presente all’interno del corpo fisico.

    Martedì 25 novembre 1997

    La cosa strana di tutta questa faccenda è che non c’è assolutamente niente di forzato, tutto accade spontaneamente.

    La meditazione mattutina o serale è totalmente libera, non viene eseguita alcuna tecnica particolare: è ascolto allo stato più puro.

    Quello stato particolare di cui parlavo prima non viene indotto in alcun modo possibile.

    La prova ne è che questo fenomeno si verifica anche durante il giorno, in modo del tutto inaspettato, indipendentemente da quello che sto facendo o dicendo.

    A volte ho come la sensazione che anche le persone che sono vicine percepiscano che in quel particolare istante sta accadendo qualche cosa di strano.

    Quando arriva, tutto si acquieta, c’è una calma che pervade ogni cosa, è come una benedizione. Non è un’illusione, ma un fatto assolutamente reale.

    Ne ho parlato anche con altri e pure loro sentono che è accaduto qualche cosa di diverso, la situazione esteriore e interiore cambia di qualità. Se questa cosa non la si può indurre, tanto meno la si può prolungare.

    Viene senza che tu la chiami e se ne va del tutto inaspettatamente.

    Ma lascia il segno della sua venuta.

    Mercoledì 26 novembre 1997

    La capacità di percepire oltre il pensiero, ecco che cos’è la meditazione.

    Personalmente ritengo la meditazione la chiave che ci permette di aprire la porta dietro la quale il fattore spazio-temporale viene trasceso.

    La meditazione non è tanto l’arte del fare, ma piuttosto l’arte di essere.

    La mente, con tutto il suo contenuto che forma la coscienza, determina l’azione, che a sua volta non può che essere limitata, in quanto affonda le sue radici nel passato.

    A questo punto verrebbe da chiedersi: esiste un’azione che non sia vincolata al passato.

    Mi sembra che la maggior parte di noi più che agire, reagisce.

    La memoria, attraverso il pensiero, s’interpone nella percezione della realtà filtrandola, dandoci così una visione limitata e soggettiva di quest’ultima.

    In verità vediamo la realtà per quello che noi crediamo che sia e non per quello che è.

    Il pensiero limita la percezione poiché guardiamo il presente con gli occhi del passato.

    Ed è sempre lo stesso passato che, modificandosi nel presente, si proietta nel futuro.

    Il pensiero è sempre memoria, ed essendo passato, esso è fondamentalmente morto.

    Non vediamo quasi mai ciò che è, ma piuttosto ciò che dovrebbe essere, a dipendenza del nostro vissuto.

    Interpretiamo la realtà, non siamo mai capaci di entrare in contatto con i fatti così come sono, salvo forse in certi rari e particolari momenti.

    Questa non è un’ipotesi, ma una realtà di fatto che può essere osservata da chiunque sia seriamente e appassionatamente intenzionato a scoprire l’essenza della meditazione.

    Sono decisamente rari i momenti nei quali riusciamo a vedere i fatti per quello che sono, nella maggioranza dei casi siamo in contatto con ciò che immaginiamo che sia la realtà.

    Il pensiero distorce la pura percezione di ciò che è.

    Esso ci mantiene schiavi del tempo psicologico (passato, presente e futuro).

    Possiamo riconoscere solo ciò che già abbiamo conosciuto.

    Il pensiero non potrà mai toccare ciò che è al di là del tempo e dello spazio.

    Non sto dicendo che memoria, pensiero siano negativi, è senz’altro giusto che essi trovino la loro corretta collocazione nella nostra vita quotidiana, soprattutto per quel che concerne gli aspetti organizzativi di quest’ultima.

    A livello pratico il pensiero è essenziale (es.: per guidare un’automobile, imparare una lingua, ecc.).

    Ma psicologicamente esso è diventato, o forse lo è sempre stato, una grande schiavitù.

    Dovremmo pensare solo quando è veramente necessario, e se no rimanere con una mente calma e silenziosa (non resa silenziosa artificialmente) e dunque altamente sensibile e percettiva?

    Personalmente ritengo che meditare significhi questo, anche se la descrizione è ben lontana da ciò che viene descritto.

    Venerdì 28 novembre 1997

    Non voglio assolutamente convincere nessuno né tanto meno fare alcun tipo di propaganda.

    Scrivo semplicemente perché mi va di scrivere, libero da ogni pretesa e senza un fine particolare, se non quello di esprimere, nel modo più naturale e spontaneo, ciò che mi passa nella mente.

    Forse quello che dico non vi risulterà del tutto nuovo, ed è giusto che sia così perché ogni cosa è già dentro di noi...non c’è niente di nuovo sotto il sole!

    Se quello che viene espresso lo avete sentito o letto da qualcun altro, ebbene, non c’è niente di male; non mi ritengo né il primo né tanto meno l’ultimo ad aver esteriorizzato delle riflessioni immediate.

    Non mi permetterei mai di rivendicare alcun diritto d’autore, siete completamente liberi di fare ciò che volete con quello che state leggendo.

    Non sono un riformatore, un rivoluzionario, un asociale, un poeta, un filosofo, un pensatore,...un pazzo (o forse sì?!), vi invito solo a non etichettarmi, altrimenti mi uccidereste.

    Identificarsi con qualcuno o in qualche cosa significa, secondo me, imprigionarsi.

    Etichettare significa creare tutta una serie di associazioni che finiscono con il condizionarci e dunque ci troveremmo in gabbia.

    Accontentarci di etichette, simboli, pregiudizi, preconcetti, opinioni, idee, cioè di qualsiasi associazione mentale, è un voler limitare la capacità di percezione e rimanere ancorati al pensiero, senza più essere in grado di osservare i fatti per quello che sono e non per quello che vorremmo che siano.

    Quanto siamo strani, cerchiamo Dio (o qualsiasi altro surrogato) e crediamo di trovarlo nei libri, nella musica, nelle chiese, nell’amore sentimentale e romantico, nella sessualità, nelle parole, nei pensieri, ecc., ma queste sono solo ricette create dall’uomo al fine di poter soddisfare un desiderio millenario di realizzazione divina.

    Ma quando abbiamo fame non ci accontentiamo di un semplice libro di ricette, ci

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