Geopolitica dell'islamismo
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I Fratelli musulmani in Egitto, i movimenti separatisti del Turkestan orientale in Cina, il Fronte Nazionale di Liberazione Aceh Sumatra in Indonesia, il famigerato Stato Islamico in Medio Oriente e Nordafrica, come anche i gruppi integralisti esistenti in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, dell’onda d’urto islamista si parla ormai in tutto il mondo. E se il terrorismo jihadista è al centro di tutte le preoccupazioni, l’integralismo religioso di matrice islamica non sembra comunque contenersi. A partire dal 2011, i partiti islamici partecipano democraticamente ai governi di Stati quali: Turchia, Tunisia, Marocco e seppur brevemente, in Egitto. Insomma, o con la politica o con le armi, il proselitismo islamico integralista cresce, ma l’idea di una internazionale musulmana è però solo un’illusione. Tenere conto di tale pluralità è essenziale per la comprensione del fenomeno.
Questo libro spiega le origini ed i fondamenti della dottrina sunnita come di quella sciita e fornisce la base per qualsiasi discussione sul tema. Esso dimostra in particolare che capire gli islamismi oggi richiede uno studio geograficamente e politicamente approfondito di ogni singolo movimento.
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Geopolitica dell'islamismo - Anne Clémentine Larroque
Introduzione
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Dai Salafiti ai Fratelli Musulmani, dagli Uighur indipendentisti della Cina allo Stato Islamico (ISIS), passando per gli islamisti dell’Indonesia o ancora delle Filippine sino a quelli francesi, inglesi e americani, ciò che viene definito islamismo è una realtà complessa, che è necessario comprendere, in quanto i movimenti islamici costituiscono la principale novità emersa nel mondo musulmano dopo la stagione delle rivoluzioni in Medio Oriente e Maghreb, alla fine del 2011.
Tali movimenti non risalgono peraltro alle Primavere arabe; il loro attivismo politico inizia negli anni ’70 e può essere riconnesso alla rivoluzione iraniana e alla guerra che oppose gli Afghani ai Sovietici. Troppo spesso associati dai media al terrorismo jihadista, i movimenti islamisti fanno parlare di sé il mondo intero, sebbene siano ancora poco conosciuti.
A differenza dell’islam, l’islamismo è un’ideologia politico-sociale a carattere totalitario, fondata su una visione religiosa fondamentalista. Le sue basi dottrinali affondano nella modernità; in seguito, in epoca contemporanea, esso offrì una lettura politica dell’islam e si impose come alternativa politica al concetto di Stato, importato dai colonizzatori. In quanto ideologia politica, l’islamismo è inserito nella contemporaneità. A partire dal XIX secolo, subì un’evoluzione, simile a quella del socialismo, articolandosi in due frazioni e sperimentando una dialettica interna fra riformisti e rivoluzionari: entrambe le frazioni mirano alla costruzione di uno Stato islamico; i primi però perseguono una trasformazione graduale delle basi della società per arrivare allo scopo, mentre i secondi predicano la distruzione delle strutture statuali esistenti per imporre il proprio modello di Stato islamico dall’alto. Il modo di azione politica degli islamisti è vario: se essi hanno una forte influenza negli Stati teocratici, più di recente hanno assunto la direzione di alcuni governi in maniera democratica (in Turchia o, dopo le rivoluzioni arabe, in Tunisia, Egitto e Marocco). Questa legittimazione politica ha avuto come conseguenza un riconoscimento delle idee islamiste non solo nel mondo arabo-musulmano, ma anche in seno alla comunità internazionale, l’islamismo non è più visto necessariamente con paura; nel 2011, il premio Nobel per la pace fu assegnato a una militante islamista yemenita, appartenente a Al-Islah; insomma l’islamismo fa progressi.
L’islamismo si articola dal punto di vista dottrinale e delle sue modalità d’azione in forme diverse. La stessa parola islamismo fa riferimento a più realtà: movimenti ideologici, associazioni di predicazione, soggetti politici, gruppi terroristici e infine individui isolati, che si riconnettono alle teorie wahabite o salafite e possono trovarsi tanto in Paesi musulmani, quanto in terra miscredente. È difficile trovare un minimo comune denominatore fra queste realtà così differenti. Il presente volume nasce nell’intento di offrire una panoramica delle diverse individualità, che compongono l’islamismo, inserendole nel loro contesto politico e geografico di riferimento. Per tale motivo abbiamo scelto una struttura tripartita: studio delle origini e fondamenti delle dottrine islamiste sia sunnite che sciite (Cap. I); analisi delle relazioni politiche di ciascun movimento (Cap. II); studio degli islamisti in rapporto al problema della conquista del potere, questione il cui esame offre un campo di studio sui meccanismi dell’attuale geopolitica (Cap. III).
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Capitolo 1 – Origine e fondamenti delle dottrine islamiste
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I – Distinzioni lessicali e prime basi dell’islamismo
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1 Precisazioni lessicali: islam, islamismo, islamismo radicale, islam politico e fondamentalismo
A – Gli islam. L’islam è la terza religione monoteista, rivelata dal profeta Maometto, nella prima metà del VII secolo d.c. nella Penisola araba. Con l’islam è nata la civiltà arabo-musulmana: essa si è estesa territorialmente nel corso di un secolo, dal Mediterraneo sino alla Persia, creando il Dar-al-Islam*, la patria dell’Islam. Esiste dunque una differenza fra l’islam (scritto con la lettera minuscola) e l’Islam (scritto invece con la maiuscola): la prima parola fa riferimento alla religione predicata da Maometto, la seconda all’insieme dei Paesi dominati da un potere che si richiama alla legge musulmana, vale a dire ai Paesi islamici. Questa religione è un vettore di creazione culturale e, a livello maggiore, di un insieme di civiltà. La sua espansione ha determinato la diffusione della lingua araba e dei costumi e delle tradizioni legati all’islam.
La parola islam significa in arabo volontà di essere obbedienti, di fare la volontà di Dio. Per coloro che professano la religione musulmana, Allah significa unico Dio, creatore dell’Universo. Maometto, mercante itinerante e capo militare del clan dei Qurayshiti – tribù araba della Mecca – è stato scelto per ricevere la parola divina attraverso la mediazione dell’angelo Gabriele. Se l’islam si colloca cronologicamente dopo le altre due grandi religioni monoteiste (ebraismo e cristianesimo) ne riconosce i profeti e colloca Maometto come l’ultimo di loro. I fondamenti della religione sono raccolti in un libro sacro, il Corano* (che in arabo significa recitazione) composto da 114 capitoli, chiamati sure*, divisi a loro volta in versetti. Il testo coranico è la principale fonte della legge islamica o Sharia, vale a dire l’insieme delle regole rivelate da Dio a Maometto, che si applicano alla vita sociale e religiosa dei musulmani all’interno della comunità.
La Sharia* richiama dunque la duplice identità dell’islam originario: regola il credo, ma contiene anche le norme sociali della vita comunitaria. La Sharia dunque ha un’essenza giuridica. Questo insieme giuridico è composto dal Corano, dai racconti sulla vita del profeta (la Sunna*), e da altre due fonti di diritto: l’Ijma e il Qîvas.
Sunnismo e Sciismo. Se l’islam è ormai in procinto di diventare la prima religione monoteista del Mondo, è pur vero che conosce numerose divisioni interne: i Sunniti sono coloro che seguono la Sunna e rispettano la successione tradizionale del Profeta dalle origini. Costituiscono circa il 90% della popolazione musulmana mondiale. Gli Sciiti da parte loro, stimati fra il 10 e il 15% della comunità, si sono opposti alla successione originale e hanno scelto di seguire Alì, cugino e genero del Profeta, in seno al partito dello Shia, non riconoscono la Sunna e considerano l’imam* quale unica fonte dell’autorità spirituale e temporale dell’islam, contrariamente a quanto fanno i Sunniti per i quali egli è un semplice capo preghiera.
Gli Sciiti si dividono in più rami, fra i quali gli zaiditi*, i duodecimani* e gli ismaeliti. Correlato con il loro rifiuto di riconoscere la successione del profeta è l’imamato, la considerazione cioè dell’imam quale vera guida spirituale della comunità. Ogni movimento sciita ha stabilito modalità diverse di successione all’imam. Gli zaiditi sono i meno rigidi, diversamente dai duodecimani i quali credono che il dodicesimo imam (IX secolo) non sia morto. Non avendo capi religiosi, hanno accettato la tutela temporanea dei Sunniti, circostanza che è valsa loro l’integrazione e un maggior successo rispetto agli altri due movimenti. Tuttavia, l’esempio della guerra civile siriana ha mostrato come Sunniti e Sciiti abbiano ancora la capacità di contrapporsi con ferocia. Vedremo inoltre come gli islamisti sciiti e sunniti obbediscano a regole di comportamento e dottrine molto diverse.
B – Islamismo, islamismo radicale e islam politico. Islam e islamismo differiscono nella loro natura e per gli obiettivi perseguiti dai rispettivi sostenitori. L’islam è una religione mentre gli islamisti sono degli ideologi politici. I musulmani formano la comunità dei credenti chiamata Umma islamiyya che segue le regole dell’islam e i suoi testi sacri. Gli islamisti aderiscono ai principi islamici, vale a dire ad una serie di regole politiche contenute nell’islam. Il loro scopo è rafforzare l’Umma*. Il suffisso -ismo agganciato a islam sta a indicare la rivendicazione politica dei precetti presenti nel Corano. La dottrina politica deriva dal messaggio religioso ma se ne differenzia, anche se esiste un collegamento fra le due sfere in quanto la religione islamica contiene in sé un’idea di governance. La dimensione politica è parte integrante dell’islam. Tuttavia, gli islamisti spingono il progetto di costruzione politica più lontano: lo Stato islamico deve inglobare tutta la società, le sue leggi,