50 Sfumature di Alieno
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About this ebook
La Delegazione di Orione, da secoli presente sulla Terra, ha deciso di rivelare al mondo i propri segreti. Cinquanta vicende strampalate, molte delle quali attraversate da sfumature sexy e da descrizioni umoristiche, accompagnano il lettore alla scoperta dei più scottanti misteri spaziali e terrestri: creature assurde, ufo colossali, cerchi nel grano, amplessi galattici, navi stellari, gatti dai poteri magici, pianeti sconosciuti e ritrovati tecnologici di ultima generazione...
Film e serie televisive di fantascienza fanno da sfondo a varie avventure: da "Incontri ravvicinati del terzo tipo" a "Star Trek", dall'"Invasione degli Ultracorpi" a "Visitors", da "Interstellar" a "Spazio 1999", passando per altri titoli famosi; l'intento è quello di mettere in luce alcune verità finora rimaste nascoste alla maggioranza dei terrestri.
Gli alieni si presentano in tutto il loro splendore, cosicché leggendo e sfogliando liete saran per voi le ore.
Il libro contiene 70 illustrazioni, di cui 12 a colori, ed è dedicato a Lilly Sacra d'Orione.
Copertina di Diego Luci.
Fabio Nocentini
Naturopata e scrittore, si è formato con una laurea in materie letterarie e frequentando poi numerosi corsi sulle discipline olistiche e sulle terapie naturali. Ha approfondito in particolare argomenti come radiestesia, test kinesiologici, rimedi erboristici e vibrazionali, campane tibetane; ha sviluppato un metodo personale di pranopratica, che include 5 simboli provenienti da antiche civiltà. Ha pubblicato libri per le Edizioni Mediterranee, la Giunti Demetra e la Flora srl. Tiene corsi e consulenze a Firenze e altrove.Naturopath and writer, he graduated in English literature at the University of Florence, Italy and then attended numerous courses in holistic disciplines and natural therapies. He studied in depth specific topics such as dowsing, kinesiological testing, herbal and vibrational remedies; he developed a personal method of pranic therapy. He published books in Italy for Edizioni Mediterranee, Giunti Demetra and Flora; he holds courses in various subjects.
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50 Sfumature di Alieno - Fabio Nocentini
1. Amica Aliena
Lo specchio della vendetta
Biancaneve, con l’aiuto degli alieni, sostituì lo specchio magico di Evangita, la regina cattiva: non appena costei vi si specchiò venne catapultata nello spazio e rovinò in un buco nero, tanto che la notizia fu riportata anche da un autorevole quotidiano interstellare, L’Eco di Marte.
A corollario di tale graziosa punizione il nome della stregaccia venne eraso per sempre dalle antologie nelle quali compariva, acciocché i posteri non ne serbassero memoria; laddove una volta campeggiavano i suoi scritti si pensò bene di applicare una pecetta che diceva: Testo indefinito, come il buco nel quale è sparito
.
2. Stefano Falotico
Anche i pugili credono agli ufo
L’altra sera mi è sembrato di scorgere una navicella spaziale nel firmamento stellato, e secondo me era aliena. Io sono un pugile: forse, dopo aver preso tante sonore mazzolate in un combattimento, avevo la vista appannata a effetto macchioline
.
3. Cristina Paola Colesanti
La geisha di un altro pianeta
La mia vicina di casa è una signora di circa ottant’anni, ha lunghi capelli bianchi raccolti in una crocchia. Un giorno mi disse che un tempo faceva la geisha.
– La geisha? – domandai meravigliata, e aggiunsi: – In che senso?
– Sì, la geisha, – rispose lei senza scomporsi. La guardai bene da capo a piedi e non mi sembrò possedere il physique du rôle adeguato per svolgere un lavoro del genere, ovvero non ha quella grazia bamboleggiante che di solito si attribuisce a tale tipo di professionista. Andai allora a controllare sulla Grande Enciclopedia Galattica per essere sicura di avere capito bene di cosa si trattava, anche perché, come tutti saprete, le geishe sono una categoria di lavoratrici scomparse da almeno cinquant’anni e non più incluse nelle fasce protette del Ministero del Lavoro Intergalattico, quindi non possono godere di quei trattamenti speciali un tempo riservati alle professioni che intendevano promuovere il patrimonio culturale di un popolo eccetera, eccetera. Insomma, riguardo alla voce riportata nella Grande Enciclopedia Galattica, scoprii un particolare relativo alle geishe provenienti dai pianeti Elboran e Likelihood; sono sicura che la mia vicina di casa ignora il dettaglio in questione, a meno che non sia stata davvero una geisha.
Qualche giorno dopo mi presi la rivincita.
Verso le 17.00, quando di solito costei rientra dalla sua passeggiata, mi feci trovare al portone di casa e, salutandola educatamente, le dissi:
– Ho scoperto una cosa interessante circa il mestiere che faceva. Una caratteristica che non conoscevo...
Ho atteso con il sorriso stampato sulla faccia, ma la signora non si è scomposta; piuttosto, ha tirato fuori le mani dalle tasche del cappotto e me le ha mostrate. Aveva le unghie color blu pavone. Uno smalto indelebile che le donne, per tradizione, portavano in onore delle bandiere dei pianeti Elboran e Likelihood, quando tali mondi si coalizzarono per ribellarsi all’Impero... ma questa è un’altra storia.
tmp_e9b042544d9ce3fba7f5771d3ab34ee7_e_Xfgf_html_4c4096c9.jpg4. Giuseppe DJoNemesis Ciucci
Missione in codice: Caffè alla Buhaiola
Sono uno scienziato del futuro, tornato nella vostra epoca per una missione della massima importanza. Lasciate che vi racconti l’antefatto.
Era il 10 marzo 2069 e stavo lavorando all’invenzione che avrebbe cambiato le sorti dell’umanità: essa, infatti, avrebbe permesso di tornare indietro nel tempo e diffondere le informazioni necessarie per modificare il percorso temporale degli eventi, prima che un fatto catastrofico, causato dall’uomo, annientasse il pianeta. Mi mancava un pezzo fondamentale per completare la macchina del tempo: il Flusso miscelatore
, un congegno presente nei distributori automatici del caffè che si trovano in molte caserme dei carabinieri del futuro. Grazie a un amico idraulico, chiamato per il controllo annuale, ebbi modo d’infiltrarmi nella caserma della Buhaiola
, allo scopo di attuare il mio piano. L’amico intasò i bagni della caserma, situati accanto alla stanza del caffè, così da essere successivamente richiamato per la riparazione, e in questa occasione portò anche me, presentandomi come il suo assistente. Avevo nella borsa degli attrezzi un’essenza purgativa a effetto immediato e, con la scusa di un controllo al distributore delle bevande, riuscii a diluirla nello scomparto del caffè; poi, con un atto di apparente generosità, offrii a tutti la nera bevanda prodotta dalla macchinetta in questione e, grazie alla complicità involontaria di un certo maresciallo Lucas, fu facile distribuirla ai suoi colleghi. Dopo dieci minuti i carabinieri si ammassarono davanti ai bagni, e io dissi loro di andare a cagare fuori dall’edificio, perché i water erano ancora inutilizzabili; finalmente, con la caserma vuota, prelevai il Flusso miscelatore
e lo installai nella mia macchina del tempo per tornare all’anno 2015.
Ora sono qui nel vostro tempo e vi avverto: gli alieni sono già sulla Terra, se continuerete a inquinare e rovinare il pianeta costoro vi somministreranno una purga galattica, e vi manderanno tutti a cagare nello spazio!
tmp_e9b042544d9ce3fba7f5771d3ab34ee7_e_Xfgf_html_m6d917852.jpg5. Anna Rita Foschini
Evaliena
Adamo si annoiava a morte. Da quando il Demiurgo l’aveva creato impastando il fango per poi infondergli il ben dell’intelletto (o almeno ci aveva provato), si era reso conto di una cosa: non si batteva chiodo, lì sul pianeta Terra. Quest’ultimo era bello, nulla da dire: mari, monti, alberi, animali di ogni genere, il Sole, la Luna e le stelle.
– Sei il padrone di tutto questo, – gli aveva rivelato quello strano tipo che si manifestava come una voce tonante tra le nuvole, – godine a tuo piacimento e ringrazia il tuo Signore, che sono io, per avertene fatto dono.
Adamo lo aveva ringraziato a dovere, aveva mangiato i frutti degli alberi, bevuto l’acqua delle fonti, ammirato le albe e i tramonti. Tuttavia, dopo appena tre giorni di tanta goduria, gli si erano gonfiate oltremodo le due protuberanze rotondeggianti che si ritrovava tra le gambe, sotto una flaccida sporgenza ciondolante, della quale non comprendeva l’utilità.
Se fosse stato appena un po’ più intelligente, gli sarebbe bastato osservare il comportamento degli animali presenti sul pianeta e fare due più due uguale quattro; ma, si sa, gli uomini sono esseri limitati, e del resto la matematica non l’avevano ancora inventata. Quindi, pensava che il leone saltasse sul dorso della leonessa per giocare, e che i ruggiti compiaciuti di lei significassero che quel gioco le piaceva assai. Anche lui avrebbe voluto giocare, ma gli animali lo tenevano a distanza e non lo facevano partecipare ai loro svaghi.
– Signore, – invocò una sera che si sentiva più depresso del solito, anche se non sapeva cosa fosse la depressione, – mi sento solo e mi annoio. Ti prego, dammi un essere uguale a me, con il quale poter trascorrere piacevolmente l’eternità.
– Povero scellerato, – lo schernì la voce, – non sai a cosa vai incontro! Se è questo ciò che desideri, ti accontenterò, ma ricordati che non potrai mai ripensarci. Attendi fiducioso: la risposta ti arriverà dal cielo.
Adamo non comprese quelle frasi sibilline, e come avrebbe potuto? Era un uomo e per giunta il primo: sprovveduto e senza alcuna esperienza. Si sdraiò sotto un albero e cominciò ad aspettare, con il naso rivolto all’insù. Non passò troppo tempo che scorse un disco luminoso sbucare da dietro la Luna e scendere lampeggiando, fino a toccare il suolo. Titubante, si tirò su e mosse qualche passo in direzione dell’oggetto sconosciuto, domandandosi se fosse quella la risposta del cielo. Non ebbe più dubbi quando vide aprirsi una porticina e uscirne un bipede che scese una scaletta e posò i piedi a terra. Era un grazioso animaletto, molto simile a lui anche se più esile e con una lunga criniera color del Sole; gli si avvicinò senza mostrare timore, lo studiò per qualche istante con i suoi occhioni verdi e storse in una smorfia disgustata la boccuccia a forma di cuore.
– Signore delle Galassie, – esclamò con una vocetta acuta che quasi perforò i timpani di Adamo, – chi sarebbe questo scimmione?
– E taci per una volta, ingrata di una femmina! – imprecò la voce tra le nuvole. – Hai visitato tutti i pianeti dei molteplici universi e conosciuto ogni sorta di alieno. Questo è l’ultima possibilità che ti concedo: prendere o lasciare. Se non ti accontenti, ti rispedisco tra i Grigi di Zeta Reticuli.
– Neanche morta! – ribatté stizzita la leggiadra creatura. – I Grigi sono così… grigi. Uffa, questo qui, però, è un energumeno brutto e peloso, e non sembra nemmeno tanto furbo…
– Beh, lo ammetto, – sospirò la voce, – non mi è riuscito del tutto bene. Però la sua dabbenaggine potrebbe essere un vantaggio, per te che sei così evoluta; inoltre, l’ho dotato di un gingillo che, ne sono sicuro, saprai apprezzare. Fidati, per una volta, femmina incontentabile! Adesso, figli miei, andate e moltiplicatevi… – e la voce sfumò nell’eco di una risata.
Adamo aveva assistito a quella discussione a bocca aperta e non ci aveva capito nulla: dove doveva andare? E cosa doveva moltiplicare? Non sapeva fare le addizioni, figuriamoci le moltiplicazioni. Una vocina, nella scatola semivuota del cranio, continuava a ripetergli che stava per cacciarsi in un mare di guai, ma quella bestiolina scesa dal cielo era davvero attraente. Sotto la tuta spaziale, aderente come una seconda pelle, s’intuivano delle morbide rotondità, soprattutto nella parte alta del torace. Con sua grande sorpresa, la protuberanza che aveva tra le gambe si animò e cominciò ad agitarsi.
Scappa finché sei in tempo!
, lo esortava una voce nel suo cervello; No, no, rimani e vedi che cosa succede!
, lo tratteneva un’altra voce, fino a quel momento sconosciuta, che proveniva direttamente dal basso ventre. Adamo non sapeva a quale delle due dare retta, ma mentre la prima si affievoliva, la seconda lo incitava con veemenza. Alla fine, decise di assecondarla.
– Chi… chi... sss... sei? – chiese alla creatura, in tono emozionato.
– Andiamo bene, anche balbuziente mi doveva capitare! – sbottò lei. – Comunque, mi chiamo Eva e sono un’aliena. Il Signore delle Galassie mi ha spedita quaggiù per popolare questo pianeta, ma non sono sicura di volerlo fare con un decerebrato primitivo come te. Anche se… – gli si avvicinò e gli posò la mano su un bicipite guizzante, – fatti guardare un po’ meglio. Uhm, come fisico non sei messo male… – spostò la mano a tastare gli addominali, – proprio niente male… mica come quei mollicci dei Grigi!
Al tocco delle dita delicate, la protuberanza di Adamo s’irrigidì e sì aprì prepotentemente un varco tra le foglie di fico che la celavano. Eva la fissò e rimase a bocca aperta dallo stupore.
– Per tutti gli anelli di Saturno, hai capito che roba? Per un gingillo come questo vale la pena di sopportare la stupidità umana!
Fu così che Eva rimase sulla Terra e divenne la prima donna (aliena).
6. Fabio Nocentini
Il mistero dei droni negli androni
Dopo l’avvistamento di alcuni droni sconosciuti in volo su Parigi, anche Firenze è divenuta teatro di un fenomeno analogo, che ha causato sconcerto e preoccupazione nelle autorità cittadine e nei residenti. La notizia è stata diramata da tutti i media: giornali, televisioni, siti Internet, radio e gruppi di comari radunatesi a frescheggiare nei crocicchi delle strade; la polizia ha aperto un’inchiesta.
Quattro droni identici, di piccole dimensioni e a forma di disco volante, con tanto di lucine lampeggianti, sono stati visti volteggiare ad almeno tre metri da terra in quattro musei della città, e precisamente nei loro androni: la Galleria degli Uffizi, il Museo di Storia della Scienza, Palazzo Pitti e il Museo della Specola. Vari testimoni hanno riferito di essere stati colpiti da scariche nauseabonde, provenienti dagli oggetti volanti, simili a cacche di piccione: taluni hanno ricevuto l’omaggio sul viso, altri – più fortunati – sui vestiti. Una turista straniera ha riferito di essere stata investita da un raggio violaceo che le ha paralizzato le corde vocali per circa dieci minuti, impedendole così di urlare;