Il grande bianco
By Simone Corà
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About this ebook
Nessuno sa cosa sia, di certo tutti conoscono la potenza dell’Ideon, una creatura aliena che, comandata dal Giappone, ha distrutto gli Stati Uniti e ha scombussolato le sorti della Seconda Guerra Mondiale. E mentre si direziona verso ciò che rimane dell’Europa, un mega-stato guidato da un folle avventuriero miliardario, cinque meccanici esultato per la messa in moto dello Squalo, un robot alto cento metri, ultima arma a disposizione dell’umanità. In un mondo devastato da strampalate strategie di guerra, dove è sempre meglio distruggere che combattere o, be’, fuggire, e dove è consigliabile adorare come dèi chi ha zanne, unghie e spara colossali raggi laser, tutto è nelle mani del povero Patrizio, che in realtà vorrebbe solo fare il pilota.
Simone Corà
Riassumendo, scrive e legge più o meno da trent’anni, privatamente poco altro di significativo se non un nido di calabroni nel camino e una collezione incompleta di console che non sa dove mettere.Vagabonda nell’underground editoriale da quando ancora non gli cresceva la barba, in passato alcune pubblicazioni disperse e dimenticate tra librerie vere e digitali ed edicole (Edizioni XII, Delos, addirittura Cronaca Vera), oltre a qualcos’altro reperibile googlando.Firma due blog dedicati a tutto quello su cui di solito consuma gli occhi, cinema horror (welcome-to-midian.blogspot.com) e anime (anime-asteroid.blogspot.com).Tra i progetti futuri, rapire David Tennant e il cosplay di Ron Perlman.
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Book preview
Il grande bianco - Simone Corà
Il grande bianco
Un simpatico racconto scritto da Simone Corà e copertinato da Alessandra Parise
Seconda versione
Originariamente apparso come Squali contro alieni nell’antologia Ucronie Impure, a cura di Alessandro Girola
Siti dell’autore, cioè io:
http://welcome-to-midian.blogspot.com
http://anime-asteroid.blogspot.com
Per scrivermi: simoncora@tiscali.it
1.
Patrizio cade, crolla in ginocchio, perde del tutto l’equilibrio, si ritrova schiena a terra e rotola come fosse avvolto dalle fiamme. Strilla, ma non è per il dolore o per voglia di protagonismo: la sua voce è raggiante, felice, un fuoco d’artificio che ci riempie di colori.
«Si muove, cazzo!»
E solo adesso ce ne accorgiamo tutti, come ci fossimo persi a disegnare capezzoli e vagine sui banchi di scuola durante la spiegazione, e l’insegnante si mettesse a scagliare domande a bruciapelo che poco hanno a che fare con l’anatomia femminile. Il movimento è stato minimo, una scossa appena percettibile, ma Patrizio era l’unico in piedi, chiaro che ha percepito ben più di noi, scomodamente seduti nell’attesa che tutto iniziasse.
«Lo Squalo si muove!» Patrizio batte le mani. «Si muove!»
Ora la pressione è evidente, mi sento schiacciare verso il sedile. Pochi secondi, e dopo la salita, se i calcoli sono esatti e tutto il lavoro di questi mesi non è stato vano, si scende. Mi tengo forte alle maniglie di metallo. Il tonfo successivo è meno potente del previsto, l’impatto mi fa sobbalzare ma per fortuna Patrizio mi precipita addosso, mi pressa infelicemente sugli schienali con il suo quintale mal distribuito tra pancia e spalle.
«Grazie», gli dico tossendo quando si sposta, «molto gentile».
Lui mi guarda sorridendo, i denti lerci di grasso meccanico, la faccia che sembra pittata per un’incursione segreta in una foresta, il ciuffo di capelli schiantato sulla fronte, la barba fitta come un letto di chiodi. Non fa in tempo a sputarmi addosso il suo entusiasmo che ripartiamo, si va su e si torna giù, lo stomaco mi sale in gola e sento il vomito nel nelle ginocchia, ma va bene, non esplode nulla, siamo ancora in piedi, dovrei mostrare un minimo di apprezzamento.
Nel giro di dieci passi, il preciso movimento meccanico mi entra nel