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Il Mondo Nelle Mani: divagazioni sul viaggiare
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Ebook333 pages2 hours

Il Mondo Nelle Mani: divagazioni sul viaggiare

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About this ebook

Dalla prefazione di Marco Aime: "Come ogni vero viaggio dovrebbe essere, questo libro è un work in progress... Più che un libro, questo di Anna Maspero è una sorta di ipertesto. Anche se lo state leggendo nella classica 'vecchia' versione cartacea, la sua struttura assomiglia molto a quella di testo a più livelli, con collegamenti interni, salti di stile, tratti narrativi che si alternano a citazioni, consigli per la lettura. Un libro multitasking, insomma, in cui Anna Maspero ha messo tutta la sua passione e la sua esperienza di viaggiatrice. Un libro che accompagna, che offre passaggi d'autore nati dalla lunga esperienza di viaggi di Anna Maspero, ma anche dalla sua capacità di confrontarsi con altri aspetti del viaggio che non siano solo quelli turistici. Per esempio, la riflessione sul viaggio degli 'altri', dei migranti, che spesso percorrono rotte inverse e parallele a quelle dei turisti. Non un manuale da seguire, quindi, ma la voce di un'amica con cui dialogare, discutere prima, durante e dopo il viaggio. Un agile vademecum per nomadi e stanziali da portare con sé in valigia o da tenere sul comodino della propria camera..."
LanguageItaliano
PublisherPOLARIS
Release dateSep 9, 2014
ISBN9788860590800
Il Mondo Nelle Mani: divagazioni sul viaggiare

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    Il Mondo Nelle Mani - Anna Maspero

    IL MONDO NELLE MANI

    divagazioni sul viaggiare

    Di

    Anna Maspero

    Prima edizione ebook: 2013

    Prima ristampa: 2014

    Copyright © 2013 Polaris

    ISBN 9788860590800

    Casa Editrice POLARIS

    www.polariseditore.it

    Collana Digitale ANEMOS

    www.polarisbookshop.it

    Il Mondo nelle Mani è disponibile anche in formato cartaceo

    Per acquistare il precedente libro dello stesso autore A come Avventura, Saggi sull’arte del viaggiare in formato cartaceo: www.annamaspero.com (tutti i proventi sono devoluti in solidarietà).

    Per acquistare Il Mondo nelle Mani, Divagazioni sul Viaggiare in formato cartaceo: www.polariseditore.it o nei Polaris Point o nelle migliori librerie.

    Per acquistare entrambi i libri in formato digitale: www.polarisbookshop.it o nelle migliori librerie online.

    I diritti di riproduzione, adattamento o memorizzazione elettronica, sia totale che parziale, comprese le copie fotostatiche, sono riservati. Nessuna parte di quest’opera in versione cartacea e in ebook può essere riprodotta senza l’autorizzazione scritta dell’editore. I post presenti sul blog dell’autrice non possono essere riprodotti senza l’autorizzazione scritta della stessa.

    Avvertenze

    I titoli racchiusi da asterischi sono collegamenti ipertestuali che rimandano alle relative divagazioni (racconti/approfondimenti sul tema del capitolo principale). Per ritornare al capitolo principale è sufficiente cliccare sul link ritorna a Il Mondo nelle Mani - capitolo n, sempre evidenziato da asterischi.

    RINGRAZIAMENTI

    Ai compagni di tanti viaggi

    con i quali ho condiviso strade,

    luoghi e incontri.

    Come ogni vero viaggio dovrebbe essere, questo libro è un work in progress, nato inizialmente come serie di post e cresciuto attraverso il confronto con altri viaggiatori incontrati lungo le strade del mondo e della rete.

    Ho riflettuto molto prima di dare alle stampe queste pagine, perché, prima e più che una scrittrice, sono un’appassionata lettrice e viaggiatrice e non posso non condividere l’affermazione di Alfredo Antonaros secondo cui ai viaggi, come ai libri, non si dovrebbe regalare il proprio tempo. Glielo si dà in prestito col pieno diritto di esigere un tasso da strozzini.

    Mi sono stati d’incoraggiamento i commenti ai miei post, come mi sono stati di grande aiuto i giudizi di amici, viaggiatori e scrittori. Il mio speciale grazie va al mio compagno, a Laura Ferretti e a Massimo Rossi per i preziosi suggerimenti. Così come ho un debito di riconoscenza verso gli scrittori i cui libri mi hanno accompagnata nei miei viaggi e nella stesura di queste riflessioni: i loro nomi sono nei consigli di lettura al termine di ciascun paragrafo.

    Infine un grazie anticipato a voi lettori che, incuriositi, state sfogliando questo libro. Vi chiedo in prestito un poco del vostro tempo e aspetto di sapere da voi se dovrò restituirvelo con gli interessi o se, terminata la lettura, penserete che ne è valso l’investimento.

    Mi trovate sul mio blog www.annamaspero.com: vi aspetto perché, come scriveva Salinger ne Il giovane Holden: quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere vorresti che l’autore fosse un tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.

    Anna

    SOMMARIO

    PREFAZIONE

    INTRODUZIONE

    CAPITOLO 1 – SÌ, VIAGGIARE

    Partire, perché no

    Partire, perché no?

    Viaggiare aiuta, ma non è indispensabile

    La casa, tra partenza e appartenenza

    Nomadismo, neonomadismo e sradicamento

    Sogno: il nostro viaggio nasce

    Partenza: il nostro viaggio inizia

    On the road

    Il viaggio come meta

    Domande

    CAPITOLO 2 – VIAGGIO E VIAGGIATORI

    (In)finito viaggiare

    Chiuso per ferie

    Grandi viaggiatori & imperfetti viaggiatori

    Esploratori di ieri e di oggi

    Nuovi viaggiatori

    CAPITOLO 3 – L’ALTROVE FRA INCANTI E DISINCANTI

    Geografie immaginarie

    Geografie reali

    Geografie familiari e geografie altre

    Vicino e lontano, diverso e simile

    Going global

    Alla ricerca della bellezza

    Alla ricerca della felicità

    Alla ricerca della povertà?

    Infanzia rubata

    Vecchia cara Europa

    Il Belpaese

    Mal d’Africa

    Verso Oriente

    USA: go West

    Amor America

    Il continente diffuso

    CAPITOLO 4 – MODI E MODE DI VIAGGIO

    Turismi e turismatica

    Prendere tempo

    Tu chiamale, se vuoi, emozioni

    Soli ... o in coppia ...

    O in gruppo ...

    Anime in viaggio

    Budget o de luxe

    Per mare

    Per cielo

    Per terra

    CAPITOLO 5 – STRADA FACENDO

    Viaggi di carta e carte di viaggio

    Avvolti dalla nuvola

    Viaggiamo leggeri

    Piaceri e dispiaceri

    Sicurezza e rischio

    (S)consigli per gli acquisti

    Do you speak English?

    Viaggiare con tutti i sensi

    Incontro

    Quando gli stranieri siamo noi

    Una sola razza, quella umana

    Il meglio dell’uomo si incontra viaggiando

    Siamo tutti responsabili

    Niente - intervista ad Alberto Salza

    Volontourism e gap year

    I care

    RIL - rifiuto interno lordo

    CAPITOLO 6 – RITORNI

    Tornare

    Nostalgie

    CAPITOLO 7 – QUELLA VOLTA CHE IN VIAGGIO…

    Je me souviens

    Ogni viaggio è un romanzo

    Viaggiare per raccontarlo

    Letteratura disegnata

    Scrittura di luce

    Reporter di pace

    CAPITOLO 8 – IN VIAGGIO PER ITACA

    Non smettere mai di cercare

    Itaca

    DIVAGAZIONI

    Dove vivono i cammelli battriani

    Godot aspetta all’Avana

    Amarcord per un mondo in bianco e nero

    Sorridi che ti passa

    Give me a pen

    Kumbh Mela : l’acqua che purifica

    Mission

    Isole: paradisi terrestri e inferni marini

    Perdere tempo

    Nessuno

    Elogio della bicicletta

    Desiderio di deserto

    Mercati

    Mani

    Contatto

    Considero valore

    Pappagalli verdi

    Regno minerale

    Regno vegetale

    Regno animale

    Come le rondini

    IF : un viatico per i prossimi viaggi

    Web & App

    Da grande voglio fare la scrittrice di viaggio

    Una casa virtuale

    Fermo immagine

    INDICE ANALITICO

    AUTRICE

    PREFAZIONE

    di Marco Aime

    Più che un libro, questo di Anna Maspero è una sorta di ipertesto. Anche se lo state leggendo nella classica vecchia versione cartacea, la sua struttura assomiglia molto a quella di un testo a più livelli, con collegamenti interni, salti di stile, tratti narrativi che si alternano a citazioni, consigli per la lettura. Un libro multitasking, insomma, in cui Anna Maspero ha messo tutta la sua passione e la sua esperienza di viaggiatrice.

    Nonostante le moltissime informazioni di cui oggi disponiamo, o forse proprio a causa di esse, viaggiare per certi versi è diventato più difficile. Questo se per viaggiare intendiamo vivere una esperienza, non solo spostarsi da un luogo all’altro. Lo spostamento, anzi, è sempre più rapido e meno costoso, rispetto al passato. Mete un tempo ritenute inaccessibili, sono oggi a disposizione di un numero sempre maggiore di turisti, ma è proprio questo che rende più difficile vivere esperienze originali. La rapidità dell’aereo annulla le distanze, le trasforma in semplice attesa da trascorrere tra un aeroporto e l’altro. In mezzo, nulla. Spazio e tempo vengono compressi nella parentesi di un volo, tra un pasto, un film e un nescafè.

    Anche le informazioni sono molto più numerose di un tempo. Il viaggiatore oggi è bombardato da immagini, video, guide, testi che gli raccontano il luogo dove si recherà. La cosa può essere un vantaggio, certamente, ma limita di molto la sorpresa, la scoperta inaspettata e il viaggio diventa sempre più una verifica di ciò che già conosciamo.

    È la fine dei viaggi allora? Aveva ragione Claude Lévi-Strauss che non ha più senso viaggiare? Non credo e non lo crede nemmeno l’autrice di questo libro, che vuole invece stimolare il lettore a cercare altre strade, passando attraverso la letteratura, la storia, l’aneddoto personale, il consiglio amichevole.

    Un libro che accompagna, che offre passaggi d’autore nati dalla lunga esperienza di viaggi di Anna Maspero, ma anche dalla sua capacità di confrontarsi con altri aspetti del viaggio che non siano solo quelli turistici. Per esempio, la riflessione sul viaggio degli altri, dei migranti, che spesso percorrono rotte inverse e parallele a quelle dei turisti.

    Non un manuale da seguire, quindi, ma la voce di un’amica con cui dialogare, discutere prima, durante e dopo il viaggio.

    INTRODUZIONE

    Il viaggio è un’azione a cui sono necessarie le parole.

    - Gian Luca Favetto -

    Un libro che parla di viaggio, che però non racconta di imprese ormai già fatte o già viste, che non dispensa consigli per risolvere situazioni critiche e che non ha neppure la pretesa di essere un saggio di filosofia. Una scrittura che confonde i generi, mescolando saggistica e narrativa, mondo interiore ed esteriore, viaggi e letture, pensieri dell’autrice e storie raccolte in giro per il mondo. La trama è il fluire del viaggio, divagando alla ricerca di senso fra i mille spunti che esso sa offrire a chi è in ascolto. Un po’ come Ulisse che, nonostante il fermo proposito di ritornare ad Itaca, prima di raggiungerla vagò nel Mediterraneo lasciandosi sedurre dal piacere dell’avventura, indugiando e perdendosi prima di ritrovare la rotta verso casa.

    Sono riflessioni da viaggiatore a viaggiatore, intervallate da divagazioni con approfondimenti e brevi racconti, nate sulle pagine della rivista online "il reporter" e poi riscritte e ampliate per trasformarle in un viaggio intorno al viaggio, dal sogno, alla preparazione, alla realizzazione, al ritorno e alla memoria dell’esperienza vissuta. Un passaggio, quello dai post al libro, necessario per ricostruire un percorso e lasciare una traccia, laddove invece la rete tutto ingloba, ma tutto disperde, come le gocce d’acqua nell’oceano. Al termine della lettura, scorrendo pagina dopo pagina o muovendosi in libertà fra parole e paragrafi come nella navigazione in rete, ciascuno avrà disegnato una mappa mentale personale per orientare il proprio cammino nel mondo.

    PAROLE capaci di emozionare e di evocare lontane seduzioni, ma anche parole oneste, che scavano nei falsi miti del viaggio e ne rivelano le contraddizioni, gli incanti come i disincanti. Perché gli slogan servono solo per vendere.

    PAROLE necessarie e non banali. Perché è inutile aggiungere altro rumore al rumore.

    PAROLE che hanno ali e radici. Perché ognuno di noi è un poco nomade e un poco stanziale.

    PAROLE semplici, senza tecnicismi da lessico accademico. Perché l’esperienza del viaggio rimane la fonte e i destinatari sono altri viaggiatori, non degli addetti ai lavori.

    PAROLE in cui cercarsi e forse riconoscersi. Perché la lettura ci rivela ciò che è già dentro di noi, anche se non detto e qualche volta neppure pensato.

    PAROLE che parlano di viaggio. Per riflettere sul senso, o meglio sui sensi dell’andare, spostando il fuoco dai luoghi al viaggiare e al viaggiatore.

    PAROLE che parlano a tutti gli appassionati di mondo. Perché siamo tutti imperfetti viaggiatori e ci siamo stancati sia dell’ostracismo del turista che della mitizzazione del viaggiatore.

    PAROLE che danno vita a frammenti di pensiero da ricomporre come le tessere di un mosaico. Perché less is more e quella del frammento è forse la formula di scrittura più adatta a un’epoca di comunicazioni veloci, di stimoli continui e di eccesso di informazioni.

    PAROLE da salvare. Perché solo le cose che hanno un nome esistono.

    PAROLE che sfiorano la pelle del mondo e scavano alla ricerca di senso, disegnando un percorso in orizzontale e in verticale, fuori e dentro di noi. Perché il viaggio offre un diverso punto di osservazione sull’altro e l’altrove, ma anche su se stessi e sul proprio mondo. E alla fine contano soprattutto i chilometri percorsi dentro se stessi.

    - capitolo 1 -

    SÌ, VIAGGIARE

    Partire, perché no

    Viaggiare è una brutalità.

    Obbliga ad avere fiducia negli stranieri e

    a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici.

    Ci si sente costantemente fuori equilibrio.

    Nulla è vostro, tranne le cose essenziali.

    - Cesare Pavese -

    Ricordo le poche, misurate parole di un vecchio contadino per spiegare perché per lui felicità "l’è sta a ca sua: Viaggia chi non sta bene a casa propria, chi non ha casa viaggia per trovarsela, viaggia chi non ha soldi e chi ne ha troppi, viaggia chi non è felice perché non ha trovato il proprio posto. Io conosco solo due cose, la mia terra e le mie bestie e loro conoscono me, e sono un uomo felice". La vita gli aveva offerto due sole alternative, restare e sudare sulla terra o emigrare, e lui aveva scelto la sua zolla, elaborando una sua filosofia ricca di profonda saggezza contadina.

    Oggi è diverso, ci troviamo davanti a una pluralità di possibilità che rendono la nostra vita più facile, ma certo anche più complessa. Vivere in un determinato luogo è per la maggior parte di noi una scelta e non un destino, come invece è stato fino a un passato ancora recente. Chi poteva restare, restava. Chi non poteva, emigrava. E chi riusciva, tornava.

    Viaggiare, escludendo gli spostamenti di lavoro, rientra nella sfera del superfluo. Per qualcuno è un’esigenza interiore profonda, per qualcun altro voglia di fuga o semplicemente desiderio di interrompere la routine con una pausa salutare, per altri forse solo uno dei tanti bisogni indotti dall’industria dell’evasione. Per molti tutte queste cose insieme miscelate in dosi variabili. In un periodo di crisi economica si viaggia però meno o per periodi più brevi e diminuiscono i forzati del viaggio continuo, i bulimici tesi soprattutto ad accumulare chilometri e paesi, così come quelli che partono più per abitudine, per moda o per noia che per piacere e per passione.Chi continua a viaggiare anche in periodi di crisi è più probabilmente un turista per scelta e non per caso. La necessità di contenere le spese diventa anche l’occasione per riscoprire mondi a noi più vicini, modi di muoversi più semplici ed essenziali e, non ultimo, per interrogarsi sulla necessità stessa del partire. Ecco allora alcune riflessioni-provocazioni fra il serio e l’ironico sul perché NON partire.

    Io resto …

    … perché in agosto per starsene in pace è meglio Milano.

    … perché non c’è nulla come il gabinetto di casa propria.

    … perché il viaggio è anche noia, fatica, rischio… non per niente in inglese riposarsi si dice to rest, mentre la parola travel, viaggio, in origine significava travaglio, lavoro.

    … perché le avventure che raccontiamo al ritorno sono quelle che durante il viaggio chiamiamo sfighe.

    … perché quel che si trova viaggiando spesso delude le aspettative.

    … perché alla fine si scopre che tutto il mondo è paese e che il diverso è sotto casa.

    … perché il vero viaggio di scoperta è finito ed è sempre più raro provare straniamento e stupore.

    … perché sul web si trova tutto ciò che un tempo si poteva conoscere solo spostandosi fisicamente.

    … perché ormai anche per gli antropologi è più interessante studiare l’homo turisticus che l’abitante di atolli sperduti.

    … perché partire è un po’ fuggire.

    … perché a furia di viaggiare si diventa stranieri a casa propria e nessuno a casa d’altri.

    … perché il viaggio è un’evasione solo apparente e si è sempre in libertà vigilata.

    Morale: c’è del vero in tutte queste affermazioni, ma personalmente mi sento un po’ nomade e un po’ stanziale. Per me, curiosa di mondo, il perché no ha sempre un punto interrogativo alla fine…

    <><><><><><><><><><><><><><><>

    Consigli di lettura

    Andrea Semplici, In viaggio con Kapuscinski - Dialogo sull’arte di partire, Terre di Mezzo Editore.

    Riflessioni dell’autore ripensando al suo incontro con Kapu, all’Africa percorsa con i suoi libri nello zaino, all’incredibile storia di un reporter diventato leggenda.

    Eric J. Leed, Per mare e per terra, Il Mulino Editore.

    Il viaggio non per scelta, ma obbligato, quello di schiavi ed emigranti, missionari e soldati.

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    Partire, perché no?

    Per la stessa ragione del viaggio, viaggiare.

    - Fabrizio De André -

    Ecco alcune delle possibili risposte (mie o rubate ad altri scrittori e viaggiatori) alla domanda che si erano posti Rimbaud e Chatwin: Cosa ci faccio io qui? o, in altre parole, Perché viaggiamo?

    Perché ci viene naturale farlo: tutti gli animali si muovono, ma solo l’uomo viaggia.

    Perché, anche se non è indispensabile, aiuta a vivere.

    Per fuggire dalla routine.

    Per godere del piacere della lontananza.

    Per prendersi una vacanza dal sé di sempre. E, forse, per andare incontro al sé più vero.

    Per capire ciò che siamo, se si è giovani.

    Per fregare il tempo, se si è più vecchi.

    Per curiosità.

    Per nostalgia.

    Per fare silenzio.

    Per aprire gli occhi e il cuore.

    Per lasciare il superfluo e riassaporare il gusto delle cose semplici.

    Per ritrovare il piacere dell’incontro e dello scambio.

    Per desiderio di avventura e anche di correre qualche azzardo.

    Per recuperare la dimensione del gioco e della scoperta.

    Per sentirci vivi e vivere il momento.

    Per mettere in moto tutti sensi.

    Per emozionarci, per appassionarci, per riuscire ancora a provare stupore.

    Per ritrovare luoghi familiari e persone conosciute.

    Per lasciare i luoghi familiari e le persone conosciute.

    Per avvicinare il diverso. E contaminarci.

    Per capire che c’è un sentire comune che appartiene all’uomo, a qualsiasi latitudine.

    Per guardarci da una certa distanza e comprendere che le nostre verità sono relative.

    Per riorientarci nella vita.

    Perché è una piacevole dipendenza che non fa male.

    Perché è una promessa.

    Perché è bello perdersi e poi ritrovarsi, partire e poi tornare.

    Perché, se non ora, quando?

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    Consigli di lettura

    Paul Theroux, Il tao del viaggio, Dalai Editore.

    Un distillato di decenni di viaggi e letture: guida, manuale, miscellanea, vademecum…

    Emanuele Trevi, Il viaggio iniziatico, Editore Laterza.

    Una ricerca dove si mescola geografia, letteratura e ricerca del sacro.

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    Viaggiare aiuta, ma non è indispensabile

    Andarsene è vincere la propria causa contro l’abitudine.

    - Paul Morand -

    Abitudini ce ne sono diverse e non tutte da buttare. E comunque, in dose omeopatica, le abitudini sono rassicuranti e diventano un utile strumento di sopravvivenza perché favoriscono l’adattamento al proprio ambiente. Se si sceglie di vivere altrove, mantenerne alcune permette di salvaguardare identità e appartenenze, come ben sanno le decine di milioni di persone strappate alla loro quotidianità e forzate a vivere in campi profughi, per le quali le abitudini sono un miraggio di felicità impossibile.

    Quando però si trasformano in necessità o addirittura in dipendenza, quando se ne diventa schiavi, allora è tempo di partire, perché la routine è una sorta di pilota automatico che atrofizza i sensi e i sentimenti, meccanicizza i gesti e appanna la visione del mondo.

    E quale miglior interruzione della routine se non il viaggio? In viaggio siamo curiosi, osserviamo i dettagli e la bellezza del mondo, assaporiamo l’attimo e godiamo del piacere semplice di respirare, di muoverci, di vivere, vivere solamente. In viaggio guardiamo, parliamo, leggiamo, fotografiamo, scriviamo e, volenti o nolenti, ci mettiamo in gioco e ci adattiamo almeno un poco agli usi e ai costumi locali. "Vedere quando viaggiate diventa una specie di esercizio spirituale: non è più cercare ambienti interessanti, ma provare un interesse continuo per tutto ciò che vi circonda" scrive Rolf Potts in Vagabonding.

    In viaggio procediamo passo dopo passo

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