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Il Libro del Guardiano - Il Primo Libro dei Guardiani
Il Libro del Guardiano - Il Primo Libro dei Guardiani
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Il Libro del Guardiano - Il Primo Libro dei Guardiani

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About this ebook

Dylan pensava di essere un giovane nella media, con un lavoro senza futuro e nessuna aspirazione particolare. Quando si imbatte in un libro nero con strani simboli e parole sconosciute, scopre che l'universo è molto più grande di quello che pensava. Il Guardiano della Terra, che deteneva quel libro e il suo immenso potere impedendo che cadesse nelle mani sbagliate, è stato ucciso. Ora la Terra ha bisogno di un nuovo Guardiano.

La battaglia per proteggere il libro comincia subito per Dylan, che si ritrova a doversi affidare ai suoi poteri appena risvegliati per sconfiggere le creature inviate in cerca del libro. La vita di Dylan si trasforma all'improvviso in un susseguirsi di avventure, pericoli e magia.

Per proteggere il suo libro e il mondo che ora si affida a lui, dovrà imparare a sopravvivere su un pianeta diverso, affrontare orrori ben oltre la sua immaginazione, padroneggiare le arti arcane, e soprattutto sconfiggere un Dio oscuro che ha già distrutto un mondo.

LanguageItaliano
PublisherBadPress
Release dateNov 25, 2015
ISBN9781507121849
Il Libro del Guardiano - Il Primo Libro dei Guardiani

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    Il Libro del Guardiano - Il Primo Libro dei Guardiani - Rain Oxford

    Capitolo 1

    Non è possibile...

    Sentii respiri pesanti alle mie spalle, ma non osai voltarmi per controllare. Corsi nuovamente con tutte le mie forze. La caviglia ferita rendeva più lento quell'esercizio straziante, ma quelle enormi fauci schioccanti erano un'ottima motivazione per andare avanti. La bestia non stava nemmeno correndo davvero; era come se stesse appena giocando con me.

    Non passò molto tempo prima che atterrassi malamente sull'unica caviglia sana, e rovinassi a terra. Piccole rocce appuntite mi si piantarono nella schiena, ma non ebbi il tempo di rimettermi in piedi perché la bestia mi era già sopra. Fissai quegli occhi rotondi, dello stesso scarlatto colore del sangue.

    La creatura aveva l'aspetto di un enorme lupo, con la pelliccia nera e arruffata e il muso appiattito. Aveva le orecchie basse, come se fosse furioso, ma il suo ringhio sembrava più un ghigno sprezzante che una minaccia. La bestia sapeva che ero ferito e privo di energia.

    Una bava sanguinolenta colò dalle sue fauci sulla mia spalla, e immediatamente una larga porzione della mia pelle divenne insensibile. La sua saliva era velenosa, forse un agente paralizzante. Con un ruggito, l'animale spalancò la bocca e...

    Signor Carter! Intende unirsi a noi, quest'oggi? La voce del signor Luis mi strappò dal mio sogno con la delicatezza di una martellata sul vetro. Sbattei le palpebre nella luce accecante, e cercai di ricordarmi cosa stessi sognando.

    No, signore risposi. Quando mi lanciò un'occhiataccia, mi trattenni dall'alzare le spalle. Qual era la domanda?

    Quali sono stati i successi e i limiti di Freud?

    La teoria psicoanalitica di Freud fu abbandonata perché non dimostrava nulla. Le sue idee non erano plausibili, e furono contestate. Tuttavia, attirò l'attenzione sullo studio dell'inconscio, della lotta per convivere con l'ansia e la sessualità, e del conflitto tra gli impulsi biologici e il controllo imposto dalla società.

    Molto bene. Dovrei richiamarla più spesso.

    Come preferisce, signore. Come desidera, mio signore Satana. La mia anima è sua per altri... Controllai il mio orologio e mandai un gemito. Perché diavolo il tempo scorre all'indietro, in queste prigioni? Questo è il Purgatorio, me lo sento.

    Il corso di Psicologia del signor Luis consisteva in una lezione frontale di due ore che sembrava durarne quattro nei giorni migliori, e puzzava sempre di metallo e muffa. L'odore di muffa di certo era dovuto al fatto che il signor Luis aveva almeno trecento anni, e quello di metallo derivava da tutto il sangue che beveva nelle pause tra una lezione e l'altra. L'unica finestra era molto piccola e posizionata in alto sul muro orientale, e dunque, durante quel momento della giornata, l'ambiente era inesorabilmente e dannatamente buio. I ronzanti neon ogni tanto sfarfallavano, dando a tutti l'impressione di trovarsi in un film horror di serie B.

    A meno che non ci fosse una domanda da fare o a cui rispondere, la classe rimaneva muta come una tomba. Gli studenti avevano iniziato presto a preferire il silenzio, dato che l'alternativa erano le farneticazioni senza senso del signor Luis. Il suo marcato accento britannico era stato divertente il primo giorno di scuola, ma era presto diventato una tortura da ascoltare. Il mio corpo reagiva paralizzandosi e cominciando ad avere brividi incontrollabili. Una ragazza ancor meno fortunata, Amy, dovette astenersi dal frequentare quella classe dopo la prima settimana, perché la voce del signor Luis l'aveva fatta svenire. Di certo non aveva aiutato il fatto che si fosse messo ad insultarla in qualche lingua straniera per il suo essere una donna.

    Le distrazioni migliori della stanza erano le incisioni e le scritte sui banchi. Man mano che il semestre progrediva, le frasi d'amore e gli scarabocchi in stile manga lasciavano sempre più spazio a progetti di omicidio e immagini di gente assassinata. Resistevano ancora alcuni interessanti disegni sperimentali di quando studiavamo il disturbo antisociale di personalità. Naturalmente, eravamo tutti adulti responsabili ed estremamente impegnati nei nostri studi.

    Mi dovevo essere addormentato di nuovo, dato che non ricordo niente fino a quando qualcuno non mi scrollò. Mi alzai di scatto, e mi resi conto di essere da solo con la mia ragazza.

    Ciao, Vi.

    Mi stavo preoccupando. Temevo che Dracula ti avesse finalmente preso.

    Mi alzai in piedi e mi stiracchiai. Vivian aveva ventitré anni, uno in più di me, e le mancavano un paio di centimetri per arrivare al metro e settanta. I suoi capelli erano folti, color rosso scuro, lunghi e lisci come seta. Le facevano risaltare gli occhi verdi, e la sua pelle di porcellana appariva ancora più perfetta. Aveva il corpo snello e naturalmente slanciato di una modella, e stava molto bene con quella canottiera militare che indossava spesso, assieme alla giacca di jeans, pantaloni dello stesso tessuto, e stivali col tacco alto.

    Hai fame? le chiesi.

    Lei sospirò. Sì, se solo avessi tempo per mangiare. Presi la mia borsa, le misi un braccio attorno alle spalle e cominciammo a camminare verso l'uscita. Devo essere in biblioteca prima che arrivi la folla di quelli del primo anno. Però prendimi qualcosa, avrò fame quando verrò da te stasera.

    Vivian era un tesoro di ragazza. Era bella, intelligente e talentuosa, e a differenza di molte donne che rispecchiavano questa descrizione, era anche estremamente gentile, umile e altruista.

    Annuii e ci dirigemmo verso la grande cascata del campus, che era piuttosto semplice, molto larga e rumorosa. A stasera. La baciai per diversi secondi, poi lei si staccò con un sorriso. Il flusso della cascata sembrò improvvisamente irregolare, ma entrambi lo ignorammo.

    Ciao. Si allontanò, stringendosi nella sua giacca di jeans. Quella giacca era il motivo per cui odiavo l'inverno. Lentamente, mi diressi verso la zona del campus dove avevo il mio appartamento.

    Aprii la porta, entrai, la richiusi, e mi lasciai cadere sul divano a due passi da lì. Il mio appartamento era la deprimente rappresentazione della mia minuscola busta paga. Chi avrebbe mai immaginato che lavorare in un fast food non fosse il modo migliore per diventare ricco?

    Allungai la mano, al buio, cercando il telecomando. Dopo un primo fallimento, lo trovai e mi distesi con un sospiro, sistemandomi con le braccia dietro la testa. La televisione si accese sul canale del notiziario, e siccome non mi interessava un racconto dell'orrore in quel momento, presi di nuovo il telecomando e cambiai canale in cerca dei cartoni animati.

    Un grosso gatto dal pelo grigio saltò sul tavolino, emettendo un suono che riconobbi come una ricerca -più una richiesta- di attenzione.

    Ehi, Dorian. Com'è andata la caccia alla femmina? Lo accarezzai e fui ricompensato da un po' di fusa non troppo sentite Stasera c'è Vi, quindi fatti bello, mi raccomando. Mi alzai in piedi e andai in cucina. Sollevai l'interruttore, e dopo qualche secondo le luci si accesero, quasi con pigrizia.

    Un piccolo frigorifero anni Settanta color verde menta ronzava sotto un antico microonde risalente ad epoche passate. Al centro del lungo bancone di fronte c'era un lavello arrugginito, con da una parte una padella elettrica che funzionava come minimo metà delle volte, e dall'altra un bollitore che faceva il suo lavoro almeno un paio di giorni al mese.

    Presi la ciotola di metallo di Dorian e tirai fuori il suo cibo dalla credenza sopra il frigo. Di solito, quella lunatica bestiola compariva con aria impaziente non appena lo facevo, ma quando riempii la sua ciotola e la appoggiai sul pavimento, non lo vidi da nessuna parte. Tornai alla porta e accesi le luci del soggiorno. Dorian era sul divano, intento a soffiare verso l'ingresso con la schiena inarcata, il pelo ritto e gli artigli sguainati.

    Che succede? È arrivata Madre? Non ho sentito tuoni o puzza di zolfo...

    La porta cigolò minacciosamente, e la luce del crepuscolo scivolò nella stanza. Tuttavia, non apparvero né demoni né persone. Feci un passo fuori dalla soglia, con cautela.

    L'appartamento dove vivevo era decisamente migliore di molti altri più economici, dato che si trovava molto vicino all'università. Vivere lì significava che non avevo bisogno di una macchina, che comunque non avrei potuto permettermi. Grazie alla mia borsa di studio, un lavoro sicuro e la mancanza di vita sociale, ero uno dei rari studenti completamente privo di debiti. Valeva la pena vivere di ramen istantaneo per quella sicurezza in più, perché potevo uscire in corridoio o nel mio microscopico giardino senza essere aggredito o molestato. E vivere al piano terra era un bonus aggiuntivo, dato che nello stabile non c'era l'ascensore.

    Il vento soffiava forte, e stavo per girarmi e tornare dentro quando qualcosa attirò la mia attenzione. Un libriccino nero, piccolo e sottile, giaceva innocentemente sull'erba di fronte alla  soglia di casa. Sembrava innocuo, ma ebbi l'istinto di correre dentro e lasciarlo lì. Sembrava uno di quei film horror in cui sai di essere in un posto pericoloso, o qualcuno di malvagio ti sta guardando. Quindi, naturalmente, lo raccolsi.

    Mi diede i brividi, ma non in un modo necessariamente spiacevole. Non c'erano iscrizioni o un titolo sulla copertina di pelle nera, flessibile ma non particolarmente sottile. Le pagine erano insolitamente rigide e fredde, e la maggior parte erano bianche. Solo sulle prime dieci era scritto qualcosa, ma non era un racconto o un diario. Sembravano piene di parole, e mentre alcune erano scritte in lingue più o meno familiari, molte erano incredibilmente bizzarre. Chiusi il libro, mi diedi un'occhiata intorno, e tornai dentro.

    Dorian corse nella mia stanza non appena rientrai. Non volevo disturbarlo mentre si comportava in maniera così strana, quindi misi semplicemente il libro da parte, sulla libreria vicino alla televisione. Il mio stomaco vuoto, ora colpito dai crampi della fame, brontolò obbligandomi a prendere il cappotto. Non mi voltai a guardare di nuovo quel libro inquietante, né pensai al perché l'avessi tenuto.

    Dopo un paio di giorni, me n'ero completamente dimenticato.

    *      *      *

    Che ne è di noi dopo la morte? Mi è stato detto che sarei andato in Paradiso se fossi stato buono, ma ho sempre trovato ostico il concetto di Aldilà. Nonostante tentassi sempre di fare la cosa giusta per non ferire mai nessuno, non rubare, e mentire solo per non urtare i sentimenti di qualcuno, mi rendevo conto che tali concezioni di morale erano soggettive. Era altamente probbile che il mio pungente sarcasmo mi avrebbe fatto guadagnare un posto all'Inferno. Ma, se in Paradiso non si può essere sarcastici, di certo io non avrei mai potuto appartenervi.

    Sfortunatamente, in un momento abbastanza precoce della mia vita realizzai che non mi sarebbe mai accaduto nulla di particolarmente eccitante. Almeno, non finché avessi rispettato i principi morali che mi erano stati insegnati. Mi alzavo, andavo a scuola, andavo al lavoro, andavo a letto: non c'era nulla da aspettarsi dalla vita.

    *      *      *

    Con il numero delle vittime in aumento, la popolazione ricorre all'autodifesa. Il tasso di criminalità di Dallas sta raggiungendo il picco più alto degli ultimi dieci anni. Nonostante le indagini siano ancora in corso, le autorità ritengono che gli incendi appiccati alle stazioni di polizia di Dallas e Fort Worth siano di origine dolosa. Due persone sono state arrestate mentre cercavano di rapinare una banca, ma erano troppo impegnate a litigare per controllare i testimoni... Perché, a quanto pare, non stavano lavorando assieme. Avevano semplicemente scelto la stessa banca, e a questo si è aggiunto il fatto che quella banca era, in quel momento, oggetto di indagini da parte di una pattuglia di sei agenti.

    Era difficile non mettersi a ridere, cosa che avrei fatto in qualsiasi altro momento. Trovavo divertenti, se non esilaranti, gli idioti che venivano presi a causa di errori stupidi, ma questa volta volevo la televisione spenta, o tutt'al più muta.

    La mia testa pulsava per un dolore sordo che rendeva le parole una incomprensibile accozzaglia di suoni. Il bancone di freddo laminato era piacevole contro la mia guancia, ma non era abbastanza per difendermi da quella muraglia di rumori che mi opprimeva, soffocandomi. Sentivo caldo come se avessi la febbre, sudavo e avevo l'urgenza di grattarmi. E questo sarebbe stato già abbastanza fastidioso senza quell'attacco di tachicardia, la disidratazione e una nausea insopportabile. Rimpiansi di essermi seduto così vicino alla televisione, ma il mio solito posto era occupato e non avevo la forza di muovermi. Andare in mensa nelle mie condizioni deprecabili era stata una pessima idea, ma mi ci ero trovato lo stesso. Quel vampiro del mio insegnante di Psicologia, quantomeno, non mi avrebbe cercato in un luogo pubblico come quello.

    Ehi. Non alzai lo sguardo su Vivian, quando si sedette vicino a me chiedendomi Stai bene? Mi tirai su a sedere e cercai di sorriderle con fare rassicurante. Il meglio che riuscii a fare fu guardarla storto e tornare alla mia posizione di prima.

    Oh no, sono già le tre? Devo andare. Saltò su dalla sedia, controllando il suo orologio.

    Non sono sicuro di come sia riuscito a trovare la forza o l'equilibrio per farcela, ma mi allungai per afferrare il suo polso prima che Vivian scomparisse. La tirai a me per farla sedere sulle mie ginocchia mentre trafficavo col suo orologio.

    C'era l'ora legale, ieri sera. Va tutto bene.

    Le sistemai l'orologio e mi girai di nuovo verso il tavolo, facendola alzare, e notai che aveva con sé una pila di documenti.

    Lavoro?

    Già. A quanto pare alcuni ricconi hanno cominciato a fare casino, quindi il vampiro doveva per forza mettersi in mezzo a cercare di far soldi. Vivian lavorava come assistente per un avvocato. Presto andrà peggio, comunque.

    Perché? Che deve succedere? chiesi io. Lei mi guardò come se stessi facendo il buffone, ma non mi lamentai. Per quello che ne sapevo, l'area di Wernicke del mio cervello poteva anche essersi bruciata, così come le mie possibilità di capire quello che stavo dicendo davvero.

    Beh, l'ondata di crimini e omicidi in arrivo non potrà che darmi ancora più lavoro.

    Eh? Che crimini? Quali omicidi? Di che stiamo parlando? Ok, ero un po' lento, ma era stata una giornata difficile. I lunedì sono estenuanti di base, e dopo cinque ore di test, frasi da completare e saggi da scrivere, c'era poco, nella mia testa, che non fosse completamente devastato. Cercare di sostenere una conversazione con Vivian quando era in Modalità Lavoro era come cercare di risolvere un cubo di Rubik ad occhi chiusi.

    Vivian sospirò. Sei davvero ingestibile di lunedì... I telegiornali ne stanno parlando di continuo: c'è stato un incremento improvviso nel numero delle vittime, e, cosa più importante, questa ondata si sta avvicinando.

    Mi rendevo conto che la mia espressione non era troppo educata, ma in quel momento non avevo il controllo di muscoli inutili come quelli della bocca o della faccia.

    Tutti gli omicidi sono uguali.

    Davvero? Qualcosa non tornava.

    Sì. Sono tutti incidenti.

    Spiegami di nuovo come questo li renda omicidi. Mi stavo nuovamente rivelando piuttosto lento, ma Vivian era quel genere di persona che andava avanti da sola con una conversazione che stava avvenendo solo nella sua testa. Sfortunatamente, molte volte non riuscivo a capire quando lo stesse facendo e quando no.

    Il numero di omicidi confermati non è cambiato di molto, ogni correlazione positiva è attribuibile alla paura, e questo succede perché tutti possono rendersene conto. C'è stato un aumento enorme di incidenti di ogni tipo, dagli incendi ai crolli, ai tamponamenti di massa per le strade. Non è una coincidenza, semplicemente non si riesce a rintracciare. E in ogni caso, ci saranno delle persone a cui verrà addossata la colpa, e quindi verranno spesi un sacco di soldi. Com'è andato il tuo esame?

    Ci misi un po' a rendermi conto che aveva cambiato argomento. Quale esame?

    Tutti.

    Allora... Quello di Anatomia è andato bene e poi anche quello di Psicologia. Quello di Storia Europea e Americana è stato massacrante. E quando sono riuscito a finirlo, a malapena ero in grado di leggere le domande di quello di Biologia.

    E quello di Chimica?

    Controllai il mio orologio e risposi. Manca ancora un'ora. Stavo cercando di dormire un po' quando sei arrivata tu.

    Non metterti a dormire in mensa. Vai a casa, mangia un po' di pane e beviti una Coca-Cola.

    Cercai di mettermi a sedere più composto e fui ricompensato con un nuovo attacco di nausea.  Non ho intenzione di alzarmi da questa sedia. Fammi un favore, passami uno di quei test.

    Lei era già in piedi e stava cercando di tirarmi su. Normalmente avrei combattuto per oppormi a ciò, ma oggi non ne valeva la pena.

    Riuscii ad afferrare la mia tracolla prima che finisse fuori portata, poi Vivian mi diede un bacio gentile e mi spinse verso l'uscita. Fortunatamente, arrivai a casa in tempo per mangiare prima di dover tornare in classe.

    Passò parecchio tempo prima che le sue parole riguardo agli incidenti mi tornassero in mente.

    *      *      *

    Qualcuno bussò alla porta. Lanciai un'occhiata alla sveglia e saltai fuori dal letto come se avesse preso fuoco. Erano le sette di sera, ed ero in ritardo di mezz'ora per il lavoro. La mia abitudine di spegnere la sveglia nel sonno mi avrebbe fatto licenziare, prima o poi, ne ero certo. Afferrai i pantaloni, li indossai in fretta sopra i miei comodi boxer neri, e mi misi addosso la maglietta mentre mi dirigevo verso la porta. Cercare di aprire e vestirsi mentre si è mezzi addormentati e in ritardo è una ricetta sicura per il disastro. Voglio dire, nella mia maglia c'erano quattro buchi, il difficile era beccare quello giusto.

    Il rumore di nocche sulla porta era leggero e quasi insicuro, quindi mi aspettavo una qualche ragazzina dall'aspetto grazioso. Invece, quando aprii mi trovai di fronte un uomo.

    Aveva i capelli scuri e spettinati, nessuna traccia di sopracciglia, barba o altri peli facciali, e gli occhi della tonalità di marrone più scura che avessi mai visto. La sua pelle aveva un colorito ambiguo che rendeva difficile identificare la sua razza, ma indovinai che la sua età si aggirasse sulla trentina. Era alto quasi un metro e novanta, una buona decina di centimetri in più di me, e aveva una corporatura atletica. Ma tutto questo era difficile da notare, di fronte alla sua particolare concezione di moda. L'uomo indossava una spessa casacca marrone chiaro, con larghi pantaloni neri dello stesso materiale ruvido e stivali rinforzati ai piedi. A tracolla sulla sua spalla destra pendeva una borsa sottile di pelle nera. Era di certo uno studente del college. 

    Mi sorrise nervosamente. Ciao. Mi chiamo Edward.

    Certo, Edward. La sua voce era inquietantemente gentile, per il suo aspetto selvatico, nonostante fosse piuttosto profonda e con un vago accento asiatico. C'era abbastanza sicurezza, nel suo tono, da far sembrare quella gentilezza una pantomima, come se stesse cercando di attirare in trappola un ignaro animaletto.

    Buon per te. Sono ateo. Niente Bibbie oggi, grazie. Il suo sorriso vacillò in confusione, e mi venne il dubbio che non fosse lì per vendere Bibbie. Sospirai e chiesi Cos'è che vuoi?

    Soltanto omaggiare i miei nuovi vicini.

    Ha detto omaggiare o mangiare? Aveva importanza? Quel tizio sembrava un predatore. Non del genere maniaco-pedofilo, più un lupo con la pelliccia di un agnello addosso. Non badare a me, sto solo leggendo il menu.

    Beh, sono in ritardo per il lavoro, piacere di averti conosciuto, ci si vede. Cercai di chiudere la porta, ma vi si oppose. Edward non mostrava più quel finto sorriso, e non stava nemmeno più guardando verso di me. Nonostante ciò, il suo sguardo rabbioso ed eccitato mi diede i brividi. Di solito la gente non mi faceva quell'effetto, escluso il signor Luis. Volse poi il suo sguardo su di me e il suo atteggiamento divenne gelido... Così come il sangue che mi scorreva in corpo.

    Ti ho trovato. Ebbi un brivido lungo la spina dorsale. Nessuno poteva sembrare così psicotico senza avere intenzione di mangiarmi. Almeno mi avrebbe preso prima che potesse farlo il signor Luis.

    Non sono la pecora che stai cercando. Stavo per dire qualcosa, probabilmente di incomprensibile, ma mi spinse via e si diresse verso la mia libreria. Mi resi conto che era stata quella, ad attirare la sua attenzione. Prese il libriccino nero e cominciò a sfogliarlo rapidamente, poi si fermò e mi guardò, perplesso.

    Non ci hai scritto il tuo nome sopra?

    Perché avrei dovuto? La mia voce uscì un po' traballante.

    Non sai cos'è questo? Lo guardò di nuovo. No, immagino di no.

    Guardai verso la porta con sguardo implorante, chiedendole silenziosamente di sbattere fuori quell'uomo. Non lo fece.

    Signor Edward, dovreste davvero andarvene, devo andare al lavoro.

    Abbiamo faccende più importanti da sbrigare, al momento. Qualcun altro sa di questo libro? chiese, con aria calma.

    No, ce l'ho solo da un paio di settimane. Non ci ho mai nemmeno pensato. Cos'è, un qualche cimelio di una gang o qualcosa di simile?

    Spero tu non stia mentendo. Loro possono identificare il suo odore su di te e su tutti quelli con cui sei entrato in contatto di recente. Non è una buona notizia per te, ma presto si renderanno conto che il libro è nuovamente sparito, e gli omicidi cesseranno. La sua voce, da gentile, era gradualmente sfumata verso un tono più brusco.

    Di che cosa stai parlando? Le luci lampeggiarono con violenza, assieme alla mia frustrazione.

    Tu... Guardò il lampadario per un momento. Sei stato tu a farlo? chiese, la voce nuovamente gentile.

    Chi diavolo sono 'loro', e perché sarebbe una brutta notizia per me?

    Forse questo libro non ti è giunto per caso.

    Stavo cominciando ad arrabbiarmi; mi dava sui nervi il fatto che stesse parlando da solo, o che ignorasse le mie domande. Chiusi la porta e tentai di calmarmi, deciso a non provocarlo fino a che non avessi avuto le mie risposte. Si rese conto della cosa e mise giù il libro sul tavolo, con un sospiro.

    Sai che ci sono delle bestie che ti stanno dando la caccia?

    Quella frase mi mise in allarme. Quali bestie? Perché? Edward rimase lì, fermo e impassibile, come se non mi avesse sentito. No, non lo sapevo.

    Ce ne sono tre. Non so cosa siano, ma so che vogliono questo libro. Hanno ristretto la zona di ricerca fino a quest'area, e molto presto ti individueranno e uccideranno chiunque ne abbia l'odore addosso, finché non l'avranno trovato. E questo posto puzza tremendamente di questo libro.

    E quindi tu hai intenzione di prendere il libro e dartela a gambe?

    Avevo intenzione, sì, ma adesso non ne sono sicuro. Se sei un mago forse non è giusto togliertelo.

    Quella era l'ultima cosa che mi sarei aspettato, e mi lasciò per un attimo senza parole. Non ero davvero ateo, solo agnostico, quindi non avevo basi religiose che mi facessero rifiutare l'idea... Ma qui sfioravamo il ridicolo. Immaginai che se c'erano davvero dei mostri a caccia di quel libro, quell'uomo non sarebbe venuto lì. Al sottoscritto non succederebbe mai qualcosa di così interessante.

    D'altra parte, nell'eventualità che stesse dicendo la verità... Se non sono un mago, prenderai quel libro e te ne andrai? E quanto ci vorrà prima che smettano di uccidere la gente da queste parti?

    Si fermeranno quando si renderanno conto che il libro non c'è più. Quando chiunque ne abbia l'odore sarà morto. Sei un mago?

    Il mio primo istinto fu quello di ridergli in faccia, ma rimasi in silenzio. Cosa avrebbe fatto se avessi risposto di sì?

    Rispondi alla mia domanda!

    È una domanda stupida sbottai Non esistono i maghi.

    Edward annuì. Allora me ne vado. Si mosse verso la porta, ma gli bloccai il passaggio, sempre più alterato.

    Se vogliono così tanto questo libro, posso usarlo per liberarmi di loro!

    Non lascerò che cada nelle loro mani. Il mio compito è proteggerlo.

    La sua voce noncurante mi fece tremare di rabbia. Le luci saltarono, e ci ritrovammo nell'oscurità. La mia rabbia si spense con loro, e aprii la porta per far entrare un po' di chiarore. Quasi sobbalzai quando vidi che Edward stava ghignando.

    "Quindi sei davvero un mago. Non posso portarti via il libro, se ti ha scelto e tu lo accetti."

    Una parte di me voleva solo uscire dalla porta e andare al lavoro, lasciando lì Edward, e l'altra parte voleva tornare in camera e buttarsi sul letto per dormire un altro po'. Non avevo intenzione di concedere a quell'uomo un'altra briciola del mio tempo, ma le parole uscirono dalla mia bocca prima che potessi fermarle.

    Quindi, se lo accetto cosa succede?

    La tua priorità maggiore nella vita sarà proteggere questo libro. Tuttavia, anche il mio scopo è proteggere i libri, quindi non potrò fare altro che difenderti finché non sarai in grado di farlo da solo, cosa che potrebbe impiegare diversi anni. In altre parole, diventeresti il mio apprendista.

    Lo guardai. Volevo dire qualcosa, ma non sapevo cosa.

    Magia.

    Di certo quell'uomo era un pazzo. Le luci non avevano niente a che fare con la magia, era solo la compagnia elettrica che si divertiva a farmi gli scherzi.

    Però... Avevo sempre pensato che si sarebbero potute spiegare molte cose, con la magia. Come i recenti omicidi.

    Cosa ha a che fare questo libro con la magia? Perché quelle bestie lo stanno cercando?

    Non mi è permesso dirtelo finché il tuo nome non è sul libro.

    Mi resi conto che stava tenendo in mano il libro solo quando lo alzò, aperto, e me lo porse per firmarlo. Il Diavolo vuole che firmi il suo libro nero. Lo osservai come se potesse darmi le risposte che Edward mi nascondeva.

    Non è cortese farmi aspettare disse impaziente. Io scossi la testa.

    Non firmerò niente senza sapere in che cosa mi sto cacciando.

    Chiuse il libro e lo ripose nella sua borsa, accanto ad un altro apparentemente identico.

    È molto saggio da parte tua disse, come se si fosse aspettato una risposta del genere.

    Quello è un altro libro?

    Sì. Io ne sono il Guardiano. Tirò fuori il secondo libro per un istante, prima di farlo scivolare di nuovo nella borsa. Il Guardiano del libro che tu hai trovato è morto, ed ero stato incaricato di recuperarlo e trovargliene uno nuovo... Ma sembra che ne abbia già scelto uno.

    Ne parli come se avesse una mente propria.

    Ce l'ha rispose lui. Considera queste tre cose, prima che io ti dica altro riguardo alla scelta che devi fare: questi libri e i loro mondi sono magici, le creature che li cercano sono molto potenti, e io ho davvero poca pazienza. Mi fa piacere che tu sia riluttante al firmare senza sapere cosa dovrai affrontare, ma devi decidere in fretta così possiamo andarcene.

    Allora comincia a spiegare. Controllai il mio orologio mentre sospirava esasperato. Oh merda, spiega mentre andiamo. A lavoro mi bolliranno vivo.

    Edward rispose con un'occhiata profondamente confusa.

    Andiamo! Mi seguì fuori dalla porta, e la chiusi alle nostre spalle. Tenne facilmente il passo con me mentre marciavo attraverso il campus.

    Sei sicuro di voler essere coinvolto?

    Lo sono già, no? Quelle 'bestie' mi uccideranno se non faccio qualcosa.

    Ci sono cose molto peggiori.

    Tipo cosa? Mi fermai e mi voltai verso di lui. No, aspetta, cosa dicevi prima dei mondi dei libri?

    Mi osservò con un'espressione gentile e paziente. Ti spiegherò tutto, ma preferirei farlo senza testimoni.

    C'era la tipica folla universitaria delle sere di metà settimana, ma non c'era nessuno nel raggio di dieci metri attorno a noi. E poi, devi essere davvero sicuro di voler essere coinvolto in tutto questo.

    Riprendemmo a camminare. Pensavo non volessi perdere tempo.

    Riflettere prima di prendere una decisione che cambierà il tuo futuro non è mai una perdita di tempo. Non voglio stare qui troppo a lungo, semplicemente. Voglio che tu decida ora: finché sono qui, sia il libro in questione che il mio sono in pericolo, e questo mi sta mettendo addosso una gran pressione.

    Da dove vieni?

    Non ne hai mai sentito parlare.

    I tuoi vestiti sono comuni, là?

    Mi sentii maleducato quando abbassò lo sguardo per osservarsi, aggrottando le sopracciglia. Arrivammo al fast food e gli archi giallo flash mi illuminarono dall'alto, come a voler sfottere sia me che la mia minuscola busta paga.

    Non mi sorprende. È passato molto tempo dall'ultima volta che ho visitato questo mondo rispose finalmente Edward, nel momento in cui entrammo.

    Cosa vuoi dire? Che non sei di questo mondo? chiesi scettico.

    Ovviamente.

    Oh, giusto. Che sciocco.

    Un libro può rappresentare un solo mondo, quindi ovviamente il mio viene da un altro. È semplicemente logico che io venga da quel mondo. Sul serio, è così strano per te? Dopo tutto quello che hai scoperto oggi?

    L'alieno non aveva tutti i torti. Vatti a sedere, ti raggiungo quando finisce il mio turno. Devo sostituire uno, quindi sarà questione di un paio d'ore.

    Si sedette senza protestare, ma potevo sentire l'impazienza che emanava il suo intero essere. Mi recai dietro il bancone e salutai Jean con un Ehi, Jean. Lei tirò fuori la testa da dietro il forno e sorrise.

    Jean era una diciassettenne con un corpo di quindici anni. Le sue curve delicate ma piene si abbinavano bene alla sua personalità. Bionda platino naturale, i suoi capelli morbidi e vaporosi le incorniciavano il viso rotondo e infantile. Aveva gli occhi blu scuro, e una pelle particolarmente liscia per essere un'adolescente. Nonostante le sue abitudini alimentari degne del peggior camionista, quell'energia assurda che le rendeva impossibile comportarsi come una persona normale riusciva anche a mantenerla stabile su un peso corporeo sano.

    Malcolm ti stava cercando. Gli ho detto che avevi un appuntamento d'emergenza dal dentista.

    Grazie. Molto meglio dell'epidemia di vaiolo che gli hai detto la scorsa settimana, o dell'antirabbica che ho dovuto fare la settimana prima.

    Si girò di nuovo verso il forno, rimettendosi gli auricolari nelle orecchie. La sua minigonna da scolaretta ondeggiò mentre cominciava a ballare. Era una ragazza interessante: era intelligente senza essere pesante, aveva una fervida immaginazione, e le piacevano alcune cose che facevo. Sfortunatamente, si sforzava troppo per rendere tutti felici. Inoltre, lavorare con lei era difficile perché tendeva a dimenticarsi che lei era appena una liceale, e io uno studente del college. Nonostante avessi poi una fidanzata e fossi parecchio più vecchio di lei, sembrava essersi prefissata come scopo nella vita quello di incastrarmi per un appuntamento.

    *      *      *

    Tre infernali ore dopo, riuscii finalmente a trascinarmi fuori dal bancone e a sedermi di fronte ad Edward, che pareva affascinato dalle automobili. Mi osservò attentamente mentre mi spalmavo una crema per le scottature sulla mano, lì dove le patatine fritte ci prendevano gusto a sputarmi addosso. Quelle patatine erano la mia maledizione.

    E dunque? Spara.

    Ne sei assolutamente certo?

    Un'altra ora così, e comincerò a pregare quelle bestie perché pongano fine alle mie sofferenze. Parla in fretta, prima che svenga.

    Preferirei tu non svenissi. Osservò le automobili per qualche secondo, prima di rivolgersi di nuovo a me.

    Dovremo cominciare con un po' di storia.

    Oddio no.

    Dai, fatti coraggio disse, come se avesse potuto leggermi nel pensiero. Ancora prima della creazione dell'universo, i dodici Dei, gli Iadnah, selezionarono dodici mondi e li resero adatti alla vita. Per ognuno di questi, crearono un libro in cui scrissero il loro vero nome. Fino a qui capisci tutto?

    Dodici Dei, libri, vero nome. Capito. Perché?

    Cosa? replicò perplesso.

    Perché hanno bisogno dei libri? Sono Dei.

    Edward rise, in maniera sincera e spontanea, cosa che andava decisamente contro l'impressione che mi ero fatto di lui fino a quel momento.

    Ti ho appena raccontato qualcosa che poche persone, nel tuo mondo, accetterebbero anche con evidenza di prove... E tu ti metti a sindacare sull'agire degli Dei? I libri sono... Esitò, pensando a che parole usare. Rappresentano, proteggono e controllano il potere dei mondi.

    Stavo per chiedergli di spiegarsi meglio, ma sollevò una mano e mi fermò. Per favore, trattieni le domande fino alla fine.

    Ci proverò. Edward annuì.

    Uno degli Iadnah, Vretial, decise che il suo mondo non era abbastanza potente. Fra tutti gli Iadnah lui era il più subdolo e malvagio, a differenza di suo fratello Avoli, che era di animo gentile, ma anche facilmente ingannabile. Vretial rubò il libro di Avoli e vi cancellò ogni nome, a parte il suo. Quel mondo divenne suo, e gli altri Dei, per la paura, nascosero i loro libri affidandoli a guerrieri di ogni mondo.

    Uno per ogni mondo, o più di uno?

    Un solo guerriero per ogni mondo. Ognuno di questi possiede dalla nascita eccezionali poteri mentali. Gli Dei ci hanno chiamato Noquodi, ma il nome più comune è Guardiani. I due mondi appartenenti a Vretial sono chiamati Oltreterre, o mondi esterni. I Guardiani tramandano i loro poteri di generazione in generazione, e i loro figli sono noti per essere maghi. Nonostante tutti possano praticare la magia, le persone naturalmente dotate sono veri maghi, discendenti dai primi guerrieri.

    Quindi, se io sono un mago, cosa di cui tu sembri essere convinto, significa che sono il discendente di un Guardiano?

    Esatto. Inoltre, quando firmerai il libro, diventerai molto più potente di quanto tu sia ora. Chiunque scriva il proprio nome su un libro degli Iadnah riceve il marchio di quel mondo, e impara a viaggiare tra i pianeti liberamente. Fintanto che il nome resta nel libro, chi ve l'ha scritto aumenta a dismisura il proprio potere, e rimane legato a quel mondo. È loro responsabilità proteggerlo, dato che il loro potere magico vi è strettamente legato. Dopo la morte, il nome rimane nel libro e nessuno sa cosa ne è di loro.

    È possibile cancellare il nome di una persona dal libro così che non possa più usare i suoi poteri? Tipo, se ne sta abusando troppo o qualcosa di simile?

    Solo gli Iadnah o i Guardiani possono cancellare un nome, ma se lo fanno, quella persona svanisce.

    E se qualcun altro scrivesse il mio nome?

    Ognuno può solo firmare col proprio nome. Come se si stesse firmando un contratto che non può essere contraffatto.

    Quindi, se io scrivo il mio nome in questo libro, diventerò un Guardiano e potrò viaggiare tra i mondi?

    Edward scosse la testa in segno negativo. Puoi raggiungere solo i mondi nel cui libro è stato scritto il tuo nome. Puoi viaggiare in tutti, se scrivi dappertutto il tuo nome, ma sono ben nascosti, quindi sarebbe un'impresa ostica. Comunque, non devi essere un Guardiano di un libro per poterlo firmare. A parte quello di Vretial, ogni libro ha uno e un solo Guardiano.

    Quindi, questo libro appartiene al Guardiano della Terra, giusto?

    Giusto.

    Come è morto?

    Vretial ha colpito di nuovo, di recente. Ha inviato servitori molto potenti col compito di rintracciare i libri che restavano. Hanno trovato solo un Guardiano, e lui è riuscito a nascondere il libro prima che lo uccidessero.

    Quello era il Guardiano del libro che ho trovato? Quello della Terra? E i servitori sono i mostri che mi danno la caccia?

    Non esattamente. Ronez, il precedente Guardiano della Terra, è stato ucciso da maghi fedeli a Vretial. Chi sta cercando questo libro non è un servitore, ma una bestia... E ce ne sono tre, per quel che riesco ad avvertire. Quando Ronez è stato ucciso gli Dei mi hanno mandato sulla Terra per recuperare il libro e proteggerlo finché non fossi riuscito a trovare un Guardiano adatto. A quanto pare, mi toccherà crearne uno.

    Fermo lì. Se servono i libri per viaggiare tra i mondi, e le bestie vengono da come diavolo si chiama, come sono arrivate qui? E come fanno i servitori a spostarsi?

    Lì si cela il mistero. Gli Dei negano tassativamente la possibilità di viaggiare senza i libri... Ma non forniscono una spiegazione.

    Quindi le bestie potrebbero fiutarmi da qui? Alla mia domanda, scosse di nuovo la testa.

    Quando il libro è stato abbandonato, ha cominciato a pulsare di energia per essere trovato da un nuovo Guardiano. Se sono abbastanza vicine, le bestie possono percepire il suo potere e seguirlo come una traccia. E il libro non smetterà di pulsare fino a che qualcuno di adeguato non si dichiarerà suo Guardiano.

    Dunque... Nel caso io firmassi il libro e diventassi il tuo apprendista, questo cosa implicherebbe?

    Dovresti abbandonare gli studi, dato che questo non è un posto adatto dove praticare la magia. Dovresti venire con me e vivere nel mio mondo.

    I miei occhi si spalancarono. Vuoi... Che lasci la Terra? È tipo l'unico posto che abbia mai conosciuto risposi. Non è un problema per me lasciare il college e il lavoro, sono sicuro di poter sopportare una vita senza il mio professore psicolabile. Ma... La mia fidanzata?

    Ehi, hai intenzione di presentarmi il tuo amico?

    Improvvisamente, Jean si era materializzata di fianco a me. Ero talmente preso dall'idea di lasciare la terra, che la sua voce dolce e morbida mi fece sobbalzare. Mi voltai verso di lei, ed Edward si alzò in piedi.

    Umh... Jean, questo è Edward. Edward, questa è Jean. Lei gli porse la mano, e per un attimo ebbi l'immotivata paura che non sapesse come reagire. Dopotutto, non avevo mai incontrato un alieno in vita mia, ma con mio grande sollievo si sporse in avanti e le strinse la mano cordialmente.

    Vado a prendere un paio di hamburger dissi, alzandomi in piedi.

    No, no, ci vado io disse Jean, allontanandosi di un passo dal tavolo. Torna pure a sedere. Corse di nuovo in cucina, e io tornai al mio posto.

    Edward parve più cauto nel sedersi, questa volta, come se temesse un'altra imboscata a sorpresa da parte di qualche nuova ragazza su di giri. Lei è la fidanzata che sei preoccupato di lasciare?

    No. E fai attenzione, quando Jean è nei paraggi. Sa essere astuta, quando vuole qualcosa... Tipo un ragazzo. Come sono le donne sul tuo pianeta?

    Lanciò un'occhiata al di sopra della mia spalla. Oh, ci sono un sacco di tipi di donne diversi.  Come per le donne del tuo mondo, tendono a essere più feroci degli uomini quando sono arrabbiate. Tendenzialmente, il mio mondo non è troppo diverso dal tuo. È più semplice, sotto alcuni aspetti.

    Ad esempio? chiesi io, ma Jean tornò in quel momento con quattro hamburger: uno per me, uno per Edward e due per sé. Prima che potesse sedersi il suo cellulare squillò. Torno subito sospirò per poi allontanarsi.

    Tornai a guardare Edward, che stava scrutando il suo hamburger appena scartato con un'espressione disgustata.

    Che cos'è questo?

    Alzai gli occhi al cielo, dato che più volte mi ero fatto la stessa domanda. Cibo.

    Lui mi guardò. No, seriamente. Che cos'è questo?

    Presi il mio e ne strappai un morso. Lui fece una faccia ancora più disgustata, cosa che in qualche modo riuscì a far sembrare il panino ancora peggiore. Mandai giù il surrogato di carne con pane dolciastro; non mi consideravo un critico culinario, ma c'era semplicemente qualcosa di sbagliato nei menu da un dollaro del fast food.

    Com'è il cibo sul tuo pianeta?

    Commestibile.

    Interessante. Parlami del posto in cui vivi.

    Beh, il mio mondo non è affollato come il tuo. Non abbiamo automobili o benzina, molti posti non hanno elettricità, e...

    Non avete elettricità? chiesi, decisamente a voce troppo alta. Per fortuna non c'erano altri clienti che potevano sentirci.

    Il mio popolo accetta la magia, ci sono molti che la esercitano, ma la magia può interferire con gli apparecchi elettrici. Il nostro mondo è più semplice nella vita di tutti i giorni, ma la nostra tecnologia supera di gran lunga la vostra. Abbiamo scuole, come voi, mestieri, città grandi e piccole. Molta gente però fa come me: io non lavoro per il pubblico, possiedo una capanna nella foresta e vivo da solo con Tibbit.

    Cos'è un Tibbit? chiesi perplesso.

    Tibbit è il mio animale domestico sorrise lui. È un uccello, un cray per l'esattezza, che è simile al vostro falco.

    Come fai a conoscere il mio mondo?

    Non viaggio mai senza prima studiare quello che mi aspetta. Ho diverse migliaia di anni, ho avuto abbastanza tempo per imparare com'è fatto il tuo mondo, ma principalmente perché conoscevo bene il Guardiano della Terra.

    Diverse migliaia di anni. Quindi era vivo quando il signor Luis era bambino. I secoli erano stati più clementi con Edward che con lui. E io che pensavo fossi sul centinaio. E il matrimonio? Dev'essere difficile restare sposati per sempre. E sto solo parlando per te, eh.

    Ai Guardiani viene consigliato di fare figli, specialmente con persone di altri mondi, per mescolare il sangue. Solo i Guardiani sono immortali, ma la mia gente vive più a lungo di voi Terrestri. Il matrimonio da noi è tendenzialmente simile al vostro, solo che dura un determinato numero di anni, circa venti, e non esiste il divorzio.

    Quindi, hai detto che la magia è praticata liberamente nel tuo mondo?

    Sì, è anche rispettata. Molti maghi qui sulla Terra hanno usato apertamente i loro poteri.

    Come mai sembri umano?

    Molti mondi hanno una consistenza simile. Dopo tanti esperimenti, gli Dei hanno valutato questa forma come la più efficiente. Per essere precisi, il mio mondo ha usato questa forma più a lungo del tuo, tuttavia la mia specie ha un corpo più adatto al mio pianeta. Siamo leggermente più densi degli umani, quindi più pesanti. Abbiamo un miglior istinto di sopravvivenza, e possiamo restare più a lungo senza cibo né acqua. La vita media del mio popolo è attorno al centinaio d'anni. Ovviamente, un mago o una maga potente, con un uso accurato della magia può vivere per diverse centinaia di anni. E poi ci sono altre piccole differenze.

    Quindi il tuo mondo è più ostile?

    No, abbiamo semplicemente pericoli di altro tipo. Non abbiamo la stessa tecnologia quindi non possiamo usarla come difesa, e per quello usiamo la magia, di solito. Almeno, le persone che la praticano. Non abbiamo armi nucleari. Possediamo macchine in grado di distruggere il sole, ma non le utilizziamo su noi stessi.

    Riguardo la religione?

    Esiste. Tutti sanno degli Dei e degli altri mondi, ma non dei libri. La gente crede che si possa viaggiare tra i mondi solo con l'aiuto degli Dei. La religione non è più così importante per il mio mondo, ed è una delle ragioni per cui ci sono molte meno guerre. Abbiamo tante abitudini, però, che sono fondate sui vecchi culti.

    Nel tuo mondo ci sono stati e continenti?

    No, non come nel tuo. Ci sono otto grandi isole, ognuna col suo re. A parte a Mokii, non ci sono le tasse o la cittadinanza, ma ogni isola ha il suo modo diverso di raccogliere fondi per cose come la scuola. Il mio mondo è un po' più vasto del tuo, e c'è molta più terra, ma anche molti abitanti in meno. Canjii e Anoshii non sono adatte alla coltivazione di cibo, quindi Anoshii è prevalentemente composta da città e mercati. Lì la magia è illegale in gran parte dell'isola. Canjii è usata in prevalenza come luogo di prigionia ed esperimenti biologici. È un ottimo posto in cui non andare.

    Furbo. Tenete la roba biologicamente pericolosa e i cattivi lontani da tutti gli altri. Tu dove vivi?

    A Shomodii. È meno popolata delle altre isole, perché il suo meteo è variabile e difficile da prevedere. E poi ha molti maghi, che hanno bisogno di parecchio spazio personale.

    Come fai a conoscere la mia lingua? Con i congiuntivi e tutto?

    Ho avuto molto tempo per imparare.

    E le malattie? Come mai i germi del mio pianeta non ti uccidono?

    Si limitò a sogghignare di nuovo. Pensi davvero che gli Dei sarebbero stati così incompetenti da lasciare che accadesse?

    Si tirò indietro, rimettendosi con la schiena dritta. Mi resi conto che entrambi eravamo chini l'uno verso l'altro.

    Com'è l'atmosfera nel tuo mondo?

    È quasi la stessa in tutti i mondi, a parte su Enep, Mulo e Dios. La vostra è più secca, più inquinata e rarefatta della mia, ma hanno tutte più o meno gli stessi componenti. Non preoccuparti, ti adatterai. Ci sono solo tre mondi in cui, per un motivo o per l'altro, le persone devono vivere sottoterra.

    Dimmi la verità. Mi vuoi davvero come apprendista?

    Lo vidi corrugare le sopracciglia. Il libro ha...

    Lo interruppi. So cosa vuole il libro. Voglio sapere cosa vuoi tu.

    Edward sospirò. Quando l'espressione concentrata sul suo volto cominciò a durare per più di tre minuti, cominciai a preoccuparmi. Mi resi conto che non aveva mai preso in considerazione se volesse o meno farmi da mentore. Controllai il mio orologio, e rimasi scioccato realizzando che lo conoscevo da una manciata di ore.

    E, allo stesso tempo, avevo accettato tutto quello che mi aveva detto come se ci credessi, nonostante non avesse alcun senso. La magia non esiste, gli alieni che sembrano umani sicuramente non esistono, e Dorian si sarebbe irritato parecchio se non fossi tornato presto a casa per dargli da mangiare. Ma mi divertiva l'idea di abbandonare la Terra verso un nuovo mondo, e avevo sempre sospettato che la magia esistesse davvero. Ogni tanto sembrava che alcune cose assurde succedessero solo per il mio vantaggio, o che qualcosa si rompesse o smettesse di funzionare quando mi arrabbiavo.

    Forse, volevo semplicemente credere che tutto fosse vero.

    Prima che Edward potesse decidersi, Jean tornò indietro, si sedette e sorrise allegramente. Scusate annunciò, per poi osservare con fare preoccupato l'hamburger di Edward. Non hai fame?

    No, non troppa. Si alzò in piedi È stato un piacere conoscerti, ma devo andare. Sfiorò la sua borsa come per assicurarsi che ci fosse ancora, e mi guardò. Tu vieni?

    Sapevo che, in realtà, stava chiedendo se avevo intenzione di firmare il libro. Sogghignai.

    Tu vuoi che venga?

    Mi rispose con uno sguardo irritato. Forse, realizzai, non era così furbo cercare di far saltare i nervi al mio possibile futuro mentore. Mi alzai e lo seguii, dopo aver fatto un cenno a Jean che si stava divorando l'hamburger lasciato da Edward. Forse avrei dovuto salutarla meglio, dato che non avevo idea di quando l'avrei rivista... Ma avrebbe potuto pensare che fosse un trucco per fregarle il cibo, e sarebbe sfociato in una protesta violenta. Mettersi tra Jean e il suo piatto è un'esperienza che si prova una volta soltanto nella vita.

    Una volta fuori, Edward si voltò verso di me. La luce della luna, alle sue spalle, lo circondava di un alone quasi mistico, e lasciava la sua faccia avvolta nell'oscurità.

    Il mio ultimo apprendista era di qualche anno più giovane di te. Ero ansioso di essere il suo maestro, ma poi ho scoperto che era spaventosamente noioso, e mancava totalmente di creatività.  Certo, faceva tutto quello che gli dicevo e si esercitava con il massimo impegno, ma non era in grado di adattarsi, di prendere una cosa che aveva imparato e applicarla a qualcosa di diverso.

    Dov'è ora?

    È diventato quello che chiameresti un avvocato. Si voltò di nuovo e cominciò a camminare verso il campus. Non funzionava. Per quanto io volessi insegnargli, non ne ero in grado. Non si è mai fidato di me, e presto mi sono reso conto che nemmeno io mi sarei mai fidato di lui. Aveva un modo diverso di vedere le cose, e alla fine ha deciso che non gli piaceva come insegnavo. Capirai dunque come io sia esitante, all'idea di avere un nuovo apprendista. È pur vero, però, che tutti gli altri miei apprendisti sono sempre stati una mia scelta. Tu saresti il primo apprendista Guardiano.

    Beh, non ti posso promettere che non sarò noioso, e sono pigro a livelli esasperanti. Sono anche sarcastico, irritabile appena sveglio, e praticamente un cataclisma su due gambe. Ma non sto pensando di fare il Darth Vader con te. Almeno, non penso lo farò. Il potere corrompe in modo assoluto, e questo non va bene se sei assolutamente senza potere.

    Edward si fermò di botto, improvvisamente teso, e mi resi conto che eravamo totalmente soli. Non c'era nessuno in vista, nemmeno una macchina. A Houston c'era sempre qualcuno in giro, ma in quel momento gli unici rumori erano il vento e l'allarme di un'auto lontana.

    Dobbiamo andarcene. La sua voce era poco più di un soffio.

    Sono qui, vero? chiesi con calma.

    Annuì. Stanno già rintracciando la scia.

    E le persone che mi sono state attorno? Tipo... Sentii il sangue gelarsi nelle vene. Vivian. La mia ragazza. La uccideranno.

    Sì. Stava tirando fuori il libro, e feci un passo indietro. Non c'è più tempo per le esitazioni. Scrivi il tuo nome, o me ne vado mi avvisò, chiaramente stanco della mia mancanza di cooperazione.

    Lo farò. La mia voce era più tremolante ed esitante di quanto avrei voluto. Mi porse il libro, ma non lo presi. Lo farò quando la mia ragazza sarà al sicuro. Io lo accetto e lui mi ha scelto, quindi non puoi portarmelo via. Dovrai aiutarmi aiutando Vivian.

    Il suo ringhio mi diede i brividi. Significherebbe mettere il libro in pericolo.

    Significherebbe salvare la vita a Vivian!

    Il sacrificio di pochi umani per la vita di milioni.

    Il sacrificio di umani innocenti che non hanno fatto nulla per meritarsi una cosa simile! La vita è piena di rischi. A volte la via più sicura non è quella da percorrere. Bisogna prendere le parti del più debole. Tutto questo ti dice nulla?

    Pensai che con quell'occhiata mi avrebbe incenerito sul posto, ma quando fece scivolare di nuovo il libro nella sua borsa, scorsi un barlume di divertimento dietro quei suoi occhi freddi.

    Sarai davvero una spina nel fianco, eh? Se andiamo dalla tua ragazza e loro arrivano, possono seguirci quando ce ne andiamo. Forse non riuscirebbero a vedere dove stiamo andando. In quel caso non avrebbero motivo di uccidere la tua fidanzata.

    Motivo? Non significa che non lo faranno! Lui sospirò ma non negò. Non firmerò quel libro finché non sarà al sicuro. Non ci sarà forza esistente che ti permetterà di trascinarmi via senza la certezza che Vi sia al sicuro!

    Non ti fidi di me?

    Non ho motivi per farlo. Non sembrò divertito o arrabbiato, soltanto pensieroso. Forse lo farò, un giorno, e capisco quanto in questo momento mi renda difficile essere il tuo apprendista, ma non posso fidarmi ciecamente di te quando ti conosco da poche ore soltanto.

    Va bene. Quindi, cosa suggerisci di fare per salvare la tua ragazza?

    Combattere. Appena sono sistemati, partiamo per il tuo pianeta. E quando il Dio brutto e cattivo manderà altri sgherri a caccia del libro, Vivian avrà smesso di avere il mio odore. Feci una pausa. Ma... Se il cattivo di turno è un Dio, perché ha bisogno di mandare dei servitori per trovarci? Non dovrebbe già sapere cosa stiamo per fare?

    I libri sono protetti dagli altri Dei. Non può vedere dove sono, o con chi si trovano. La mia ipotesi è che qualsiasi tipo di potere che permette ai suoi servi di attraversare i mondi, in barba alle regole degli Dei, non funziona per qualcuno di così potente.

    Mi resi conto in quel momento di una cosa che mi aveva tormentato inconsciamente.

    Aspetta, se il libro che firmo è quello della Terra, e il libro è un portale per la Terra... Non servirebbe, tipo... A niente? Mi guardò sogghignante, con aria orgogliosa. Lo sapevi! Volevi solo vedere se me ne sarei reso conto da solo!

    Dovrai firmare anche il mio libro. Sei bravo a trovare le falle nelle informazioni che ti do. È un'ottima dote per un Guardiano.

    Quindi mi stai mettendo alla prova? chiesi, più scioccato di quanto

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