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Una navicella aliena completamente automatizzata si avvicina al sistema solare.
Un guasto al motore iperluce l'aveva costretta ad un lunghissima deviazione dalla sua meta.
Il primo contatto non è dei più felici e l'equipaggio della Shira, una piccola nave spaziale cargo, dovrà lottare per la propria sopravvivenza e quella della Terra. Si giocherà una partita dove alla fredda logica della macchina si contrappone l'istinto e l'amore del comandate Adele Carter.
LanguageItaliano
Release dateApr 27, 2014
ISBN9786050302134
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    Giovanni Ficara

    e-mail: giovanni.ficara@gmail.com

    Una navicella aliena completamente automatizzata si avvicina al sistema solare.

    Un guasto al motore iperluce l'aveva costretta ad un lunghissima deviazione dalla sua meta.

    Il primo contatto non è dei più felici e l'equipaggio della Shira,una piccola nave spaziale cargo, dovrà lottare per la propria sopravvivenza e quella della Terra.

     Si giocherà una partita dove alla fredda logica della macchina si contrappone l'istinto e l'amore del comandate Adele Carter.

    Scrivere un racconto ambientato nel futuro è come costruire un castello con le carte da gioco, resiste e sta in piedi fino al primo sbuffo di incredulità o di noia del lettore.

     Quindi, vi prego, fate un bel respiro e leggetelo tutto d'un fiato.

    Con affetto       

    Giò

    *****

    Un oggetto non più grande di un vagone ferroviario si stava per immettere in orbita intorno al sole.

    Erano migliaia di anni che viaggiava nell'universo a velocità folle con la missione di trovare un pianeta simile al proprio. Un guasto irreparabile al sistema di navigazione iperluce lo aveva costretto a dirigersi verso il più vicino sistema solare.

    Nulla di umano avrebbe potuto resistere in un viaggio simile nondimeno l'intelligenza che governava la navicella sarebbe apparsa a molti quasi viva.

    Il cervello e la navicella erano, in effetti, una cosa sola perché l'intelligenza era anche distribuita in un esercito di nano-macchine che brulicanti dentro e fuori lo scafo riparavano, pilotavano, sondavano lo spazio alla ricerca del sistema solare adatto.

    La navicella però per quanto intelligente, volutamente non era stata dotata di autocoscienza.

    I costruttori sapevano benissimo che un qualsiasi cervello cosciente in mezzo al nulla alla fine sarebbe impazzito.

    Il lungo viaggio era stato comunque dispendioso, l'energia per attivare i possenti motori stava per finire, le nano-macchine erano costrette da molto tempo a cannibalizzarsi per trovare le materie prime per le riparazioni. Sopravvivere per portare a termine la direttiva primaria. L’essenza stessa della sua esistenza era di trovare un mondo adatto alla vita organica dove attivare il contenuto custodito nella crìocapsula.

    Ma come tutta la navicella anche la crìocapsula era ridotta male. Con questo senso di responsabilità cominciò il lento inserimento nell'orbita solare con tutti i sensori protesi nella ricerca.

    *****

    Ester sonnecchiava nella poltrona di guida della Shira, una vecchia nave cargo che l'armatore aveva trasformato in caccia-meteoriti.

    I motori antigravitazionali che avevano reso possibile e redditizio il volo spaziale, ma anche tutte le macchine destinate a sollevare qualcosa generavano il campo di forza grazie alle proprietà di un minerale particolarmente cristallizzato estremamente raro sulla Terra ma presente in alcune rocce disseminate nell'estrema periferia del sistema solare.

    Aveva finito il turno di lavoro e per contrastare la sua natura perennemente sovrappeso, avrebbe dovuto dedicarsi ad un po’ di ginnastica, lo prevedeva persino il regolamento. Che si fottano!

    La Shira normalmente viaggiava con un equipaggio di cinque persone ma anche questa volta erano stati convinti a partire in tre.

    Come ci riuscivano era un mistero. In tre era una vita d'inferno e fuori nello spazio le giornate di routine erano poche, l'imprevisto era quotidiano.

    << Ester Rich... sei ancora qui! >>

    Ester aprì gli occhi e accennò un saluto

    << Capitano...sonnecchiavo, questa è la poltrona più comoda. >>

    << Si hai ragione ma ora alza il culo e vai a riposare sul serio. Questo è un ordine. >>

    Il capitano Adele Carter in pantaloncini e t-shirt bianca della MMS ‘Marina Militare Spaziale’ era una donna esuberante, energica e molto femminile anche se preferiva atteggiarsi a maschiaccio.

    Con un sorriso sornione, mentre si accomodava, stava per fare una battutaccia su Jo Flik, il terzo membro dell'equipaggio, esperto in mineralogia ma facente funzione di meccanico e comunque bravo nel ricoprire tutti i ruoli che le emergenze imponevano, quando un allarme cominciò a suonare.

    Un satellite della fitta rete d’avvistamento meteoriti aveva cominciato ad inviare dati.

    La posizione del satellite sensore era all’estrema periferia del sistema solare ma in ogni caso abbastanza vicino alla loro posizione.

    La rete di satelliti era stata concepita per allertare nel caso si fosse avvicinato qualche meteorite contenente minerali interessanti. La nube di Oort ne era piena e spesso le comete di passaggio ne perturbavano le orbite facendoli deviare verso l'interno del sistema dove era più facile raccoglierli.

    Uno dei grandi pannelli visivi che prima ricreava le immagini dello spazio esterno si riconfiguro' automaticamente rendendo visibili tutti i dati in arrivo.

    Il software di filtro evidenziava colorando i valori importanti e quelli anomali.

    Adele rimase alcuni istanti assorta nello studio dei nuovi dati, cercando di capire il motivo che aveva indotto il software di bordo nel dare una così alta priorità ai dati in arrivo.

    Si concentrò sui valori che spiccavano in rosso. Voltandosi verso Ester sussurrò << Non hanno alcun senso! >> Ester che era pragmatica per natura << Si è guastata la sonda, è evidente, ci sono valori troppo fuori scala. >>

    Jo che, richiamato dall'allarme, era appena entrato s’intromise con vigore <>

    Le due donne si girarono verso di lui << In effetti, hai ragione >> disse il comandante Adele.

    Jo Flik era un afroasiatico minuto con lineamenti fini e una carnagione scura che risaltava sempre in mezzo a quelle fin troppo bianche delle sue colleghe spaziali.

    Il comandante proseguì << Di sicuro se i dati sono corretti l'oggetto rilevato non è un meteorite.

    Primo: non si è mai visto un meteorite viaggiare a quella velocità, si sarebbe già polverizzato da chissà quanto tempo.

    Secondo: i dati indicano che sta rallentando! >>

    *****

    La navicella intanto aveva finito la manovra d’avvicinamento al sistema solare e si accorse di essere colpita da onde elettromagnetiche coerenti d’origine sicuramente non naturale.

    In pochi secondi le difese automatizzate trovarono l'origine della trasmissione radar ed il cannone laser di prua si attivo'.

    Il fascio laser alimentato direttamente dai motori ad antimateria rimase attivo il tempo necessario per distruggere la sorgente radar sconosciuta.

    La navicella fu come percorsa da un brivido mentre si riconfigurava per l'abbordaggio del satellite.

    Il cervello principale della navetta stava riattivando le procedure di guida in caso di un avvistamento di altre forme di vita Non aveva emozioni, ma dopo così tanto tempo un incontro con una forma di vita aliena significava che, in un modo o nell'altro, la fine della sua missione era vicina.

    I suoi programmi tattici le dicevano che le percentuali di riuscita, disattivando il radar, erano aumentate.

    Ora aveva un po’ di tempo per capire chi e cosa aveva costruito quel manufatto.

    *****

    Ester non sopportava il modo da saputello di Jo e quando il monitor improvvisamente smise di ritrasmettere i dati della sonda disse immediatamente <>

    Adele senza fare una piega, del resto ogni capitano che si rispetti deve dare l'impressione d’avere tutto sotto controllo, stava valutando tutte le sfaccettature di un fatto così insolito.

    << Vorrei sbagliarmi ma credo proprio che tra non molto l'ammiraglio ci chiamerà >> e ne scimmiotto' la voce.

    Ester e Jo la guardarono perplessi non sapendo se sorridere per la battuta o se era da prendere sul serio.

    Le implicazioni di un viaggio nella periferia del sistema solare dove erano posizionate le sonde, facevano venire i brividi anche agli spaziali più esperti.

    L'Uomo era riuscito a navigare nello spazio del sistema solare grazie ad una fortunata invenzione, il motore antigravitazionale. Questo però per funzionare aveva bisogno di essere immerso in un campo gravitazionale di un pianeta, del sole, o comunque di un corpo celeste dotato di una certa massa.

    La gravità ai confini è così bassa da non poter essere sfruttata da quel tipo di propulsorii e rientrare solo con i motori a reazione era molte volte impossibile.

    Nella cabina di pilotaggio cadde il silenzio, solo il ronzio delle pompe elettriche monotono accompagnava i pensieri dei tre.

    <>

    *****

    La navicella che nel frattempo era riuscita a sincronizzarsi con la posizione della sonda, cominciò ad estendere con delicatezza le morse d'attracco. Era importante non danneggiarla ulteriormente.

    Il lavoro da fare per capire la tecnologia costruttiva era tanto e molto importante, da quello dipendeva la possibilità di stabilire un contatto con la nuova civiltà.

    Le nano-macchine, appena si fu stabilizzato l'ancoraggio, si riversarono in massa sulla sonda. Molte penetrarono nel foro provocato dal laser riuscendo così a raggiungere agevolmente la parte danneggiata. Ognuna di loro riferiva costantemente con il cervello principale della navetta che assimilava tutte le caratteristiche della macchina aliena.

    Ci vollero molte ore perché la mente della navetta formulasse un quadro completo delle tecnologie e finalità della sonda.

    La tecnologia era incredibilmente primitiva e questo era un bene ma il perché fosse lì non rientrava in nessuno scenario ipotizzabile.

    Le migliaia di anni nello spazio avevano degradato di molto le sue capacità di logica. Numerosi processori e molte memorie si erano logorati per l'eccessivo uso ed erano stati disassemblati per recuperare altre parti più importanti per la sopravvivenza del carico.

    In ogni caso ora che l'hardware della sonda era stato catalogato era ora di pensare un po’ a se stessi.

    In poche ore la sonda fu assorbita, completamente metabolizzata, perfino la pila atomica al plutonio trovò una valida sistemazione all'interno della navetta.

    *****

    Adele era sempre più perplessa, aveva inserito tutti i dati provenienti dalla sonda nel computer di bordo sicura che qualche nuova correlazione sarebbe emersa.

    Invece niente di niente, i dati sono corretti e la sonda ha smesso di funzionare perché attaccata da un’entità non identificata evidentemente ostile!

    Il resoconto del computer di bordo era lì davanti agli occhi, doveva accettarlo.

    Se come esempio pensiamo al crivello di Eratostene si può dire che: '' Se con un setaccio virtuale tolgo l'impossibile quel che resta è la verità"

    Sullo schermo principale apparve la richiesta di collegamento " Trasmissione in arrivo. Sarà sicuramente il gran capo.''

    Infatti, come diede conferma apparve sullo schermo il volto noto dell'ammiraglio <> Adele fece un cenno di saluto

    << Ammiraglio è sempre un onore ma questa volta speravo proprio di sbagliarmi. >>

    << Per favore passa sulla banda criptata ho un po’ di cose da discutere in privato >>

    << Ok fatto! >>

    << Come sai abbiamo perso un satellite vicino alla tua posizione e se non fosse per il dubbio di un attacco premeditato da parte di un oggetto sconosciuto non ti ordinerei mai di esporti con il tuo cargo ad un viaggio fuori sistema.

    In questo momento siamo in allarme giallo e la vostra nave è stata inserita in una missione militare di primo contatto e valutazione. >>

    <

    Infatti stavamo per far ritorno sulla base di Marte dove tra l'altro avremmo scaricato il carico, quasi una tonnellata di rocce agravit.

    L'ammiraglio ebbe un attimo d’esitazione

    << Ce la fai ad arrivare sul posto con il combustibile che ti è rimasto? >>

    <>

    Per il carburante non ti preoccupare, tra le navi vicino alla vostra posizione c'è anche una nave cisterna, devi resistere solo tre giorni o poco di più.

    <> ripeté con voce acuta che tradiva l'ansia.

    << Tre giorni da soli, inermi davanti ad un possibile nemico. Cosa vuole che facciamo, gli raccontiamo le barzellette? >>

    <

    Non devi fare nulla. Quando arriverà la flotta potrai ritornare al tuo lavoro. Parti subito. >>

    << Bene, faccio approntare un canale diretto con la flotta, scarico il minerale e parto subito dopo. >>

    << Buona fortuna Adele! Chiudo. >>

    Adele si diede un pizzicotto sperando di uscire dall'incubo. Dopo un attimo premette il pulsante dell'interfono:

    << Ester, JO c'è del lavoro da fare. I militari hanno appena requisito la nave ! >>

    *****

    Le nano-macchine sulla navicella avevano finito di calibrare le antenne radio copiando le specifiche della sonda distrutta.

    La mente della navicella si mise in ascolto analizzando tutte le comunicazioni che riusciva a captare.

    Mise tutta l'enorme capacità di calcolo di cui disponeva nel compito di dare un senso ai dati in arrivo.

    La prima scoperta fu la base numerica.

    Tutti i dati erano trasmessi in base 2 ma ce n'erano molti che avevano senso solo se interpretati in base 10.

    Si chiese per un microsecondo se studiare quella pazzia potesse contagiarla ma l'enorme impulso al dovere la fece proseguire senza più indugi.

    Nelle memorie della sonda c'erano anche immagini.

    Immagini radar, ma anche visive provenienti da arcaici gruppi ottici.

    Le immagini in memoria erano quasi tutte di rocce che le erano passate vicino, ma l'ultima riprendeva un raggio laser mentre la colpiva!

    La mente colse con orrore le implicazioni che una subroutine le inviava. Andò a controllare il flusso dei dati che aveva ricevuto mentre la colpiva.

    Immaginò che la trasmissione della foto fosse l'ultima cosa fatta. L'analisi dei dati, facendoli collimare con la foto, le avrebbe fatto capire com’erano strutturate le trasmissioni radio.

    Le ci volle parecchio tempo per venirne a capo perché l'immagine prima di essere trasmessa era stata compressa con algoritmi sofisticati, parte della sua mente ne apprezzava l'eleganza, la bellezza matematica, l'efficienza dell'algoritmo, ma altre parti del cervello della navetta avevano capito che quella trasmissione aveva sicuramente allertato i costruttori della sonda. Era stata scoperta!

    Come nel cervello di una bestia braccata l'ansia della fuga ebbe la meglio su gli altri pensieri. I processori cognitivi della navicella interruppero il lavoro di decifrazione e si dedicarono alle strategie per nascondersi.

    *****

    Sulla Shira tutto era pronto per l'accensione dei motori.

    Una volta avviati sarebbe stato tutto gestito dal computer di bordo.

    Ricontrollò che la boa segnaletica, agganciata al carico rilasciato nello spazio, funzionasse a dovere.

    I reattori a getto di plasma avevano quasi finito di preriscaldarsi. I laser avrebbero ionizzato l'idrogeno a temperature di milioni di gradi e le bobine di confinamento del plasma ionizzato, lo avrebbero canalizzato fuori, fornendo una spinta alla Shira di 6 g

    Accelerazioni superiori erano possibili solo sulle navi automatiche di rifornimento, dove teoricamente con i razzi al plasma si potevano raggiungere i 50 g.

    Questo perché il corpo umano può sopportare bene solo 6g.

    << Dieci secondi all'accensione >>

    Ester: << Tutti i sistemi sono GO >>

    Jo: << Tutti i sistemi pronti per il rock & roll.>>

    L'accelerazione si fece sentire per molti minuti. Le vibrazioni si propagarono all'intero cargo mettendone a dura prova la struttura.

    Finalmente i reattori si spensero e il cargo proseguì per inerzia verso la sua nuova destinazione.

    Adele accese la comunicazione verso il comando della Terra

    << Qui Shira, Siamo in viaggio. Arrivo previsto tra quarantotto ore Passo. >>

    Sullo schermo apparve l'ammiraglio Pavlov

    <

    Anche le navi d’appoggio sono partite, presto non sarete più soli. Le invio la frequenza radio per contattare la Destinity che dirige la flotta in arrivo. Buona Fortuna, chiudo. >>

    Ester che non era per nulla contenta disse:

    <>

    Adele che aveva ripreso la sua solita espressione autoritaria disse:

    <

    Jo, lancia una diagnostica su tutti gli apparati indispensabili.

    Ester tu mettiti in contatto con la Destinity e vedi se sanno qualcosa più di noi. Poi controlla le provviste d’acqua e aria, insomma voglio una stima di quanto potremo sopravvivere senza aiuti.

    Io vado a ricontrollare la rotta e farò un po’ di simulazioni per vedere se si può risparmiare del propellente.

    Ci ritroviamo in sala mensa tra un’ora così ci aggiorniamo.

    Coraggio andate, con un po’ di fortuna ne verremo fuori. >>

    *****

    La mente della navicella intanto aveva studiato la strategia migliore per affrontare il primo contatto.

    Nel punto dove prima stazionava la sonda riconfigurò un folto numero di nano-macchine facendole sembrare rottami della sonda.

    Poi si allontanò verso un grosso asteroide. Vi si ancorò saldamente e trascinandolo ritornò indietro quel che bastava per rimanere in contatto con le nano-macchine lasciate nello spazio.

    Così mimetizzata si sentì più al sicuro e riprese il lavoro di decifratura delle memorie della sonda.

    *****

    Le ore passarono in fretta nella Shira, le manovre per girarsi e fermarsi sarebbero iniziate a breve.

    Adele prima di iniziare la manovra si fece eseguire dal computer di bordo una scansione a larga banda dello spazio circostante. I dati che arrivavano dalle scansioni dei sofisticati radar della Shira venivano immediatamente ritrasmessi alla Destinity.

    Nel punto dove avrebbe dovuto esserci la sonda non vi era nulla o quasi nulla.

    Piccoli frammenti che creavano ancora più mistero al mistero. Nelle vicinanze non c'era niente che potesse avvalorare l'ipotesi di un incidente e neanche spiegare dove erano gli altri pezzi della sonda.

    Il Comandate della Destinity s’inserì sul monitor principale

    << Comandate Carter, volevo suggerirle di iniziare subito una scansione per rilevare tracce di Plutonio, forse riusciremo così a farci un’idea più precisa. >>

    << Si ha ragione inizio subito la calibrazione dei sensori, ecco ci vorrà un attimo!

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