Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Ordine esecutivo !!!
Ordine esecutivo !!!
Ordine esecutivo !!!
Ebook321 pages4 hours

Ordine esecutivo !!!

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Tutto precipitò con la pubblicazione dell’Ordine Esecutivo n. 11110 firmato dal Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy il 4 giugno 1963, col quale delegava al Segretario del Tesoro l’autorità del Presidente a rilasciare certificati d'argento.
In contrapposizione a questo Ordine Esecutivo, legittimamente emesso da un Presidente nell’ambito delle sue funzioni amministrative, ne fu emesso un altro in gran segreto dal gruppo di potere che governa il mondo, legato all’alta finanza, che vedeva profilarsi un reale pericolo di sopravvivenza prodotto dalla politica di Kennedy.
Quel nuovo Ordine Esecutivo non era seguito da aggettivazioni amministrative, ma indicava che era necessario procedere con l’esecuzione sul piano fisico di tutte le persone che minavano direttamente o indirettamente il reale potere del Nuovo Ordine.
LanguageItaliano
PublisherRobin Wood
Release dateMay 24, 2014
ISBN9786050305524
Ordine esecutivo !!!

Related to Ordine esecutivo !!!

Related ebooks

Banks & Banking For You

View More

Related articles

Reviews for Ordine esecutivo !!!

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Ordine esecutivo !!! - Robin Wood

    prodest?

    Ordine Esecutivo !!!

    Robin Hood

    La prima menzione storica di Robin Hood si trova in un passaggio dello Scottish Cronicon, scritto parzialmente da John Fordun tra il 1377 e il 1384 e completato dal suo allievo Wlater Bower, più o meno nel 1450, che integrò e modificò il lavoro del suo maestro.Nella loro opera si legge il seguente passaggio:

    In quel periodo, tra coloro che erano stati privati dei loro possedimenti, si sollevò il celebre bandito Robin Hood, le cui gesta il volgo si delizia di celebrare in commedie e tragedie, mentre le ballate sulle sue avventure cantate da giullari e menestrelli sono preferite a tutte le altre.

    Due Presidenti, Kennedy e Sukarno, all’epoca considerati rivoluzionari per motivi opposti, ispirandosi alle leggendarie gesta di quel personaggio, prima d’essere fisicamente eliminati, tentarono di ribellarsi alla lobby dei Banchieri proprietari della FED nell’intento di restituire l’immenso patrimonio in oro rubato a coloro che erano stati privati dei loro beni. Un’impresa impossibile, una tragedia dei nostri tempi che ancora affligge centinaia di milioni di persone, rendendole schiave del Sistema.

    Tutto precipitò con la pubblicazione dell’Ordine Esecutivo n. 11110 firmato dal Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy il 4 giugno 1963, col quale delegava al Segretario del Tesoro l’autorità del Presi­dente a rilasciare certificati d'argento.

    In contrapposizione a questo Ordine Esecutivo, legittimamente emesso da un Presidente nell’ambito delle sue funzioni amministrative, ne fu emesso un altro in gran segreto dal gruppo di potere che governa il mondo, legato al mondo dell’alta finanza, che vedeva profilarsi un reale pericolo di sopravvivenza prodotto dalla politica di Kennedy.

    Quel nuovo Ordine Esecutivo non era seguito da aggettivazioni amministrative, ma indicava che era necessario procedere con l’esecuzione sul piano fisico di tutte le persone che minavano direttamente o indirettamente il reale potere del Nuovo Ordine.

    Ispirandosi a questi fatti, sui quali sono stati apposti i sigilli del Segreto di Stato per 50 anni, scaduti nello scorso novembre 2013, il romanzo investigativo che segue è una fiction con sottofondo di realtà, almeno per quanto riguarda i principali personaggi politici coinvolti in quella battaglia.

    L’intero scenario proposto non è semplicemente frutto della fantasia dell’autore, che intende mantenere l’anonimato, data la delicatezza dei temi affrontati, ma la logica deduzione che emerge dalla documentazione custodita da un testimone diretto dell’intero intreccio di interessi finanziari globali. Prima della sua morte, avvenuta alcuni anni fa, oltre a raccontare dettagli inquietanti, ha voluto aprire la cassaforte dove sono custoditi i documenti che possono riportarci a fatti realmente accaduti.

    Il filo conduttore, che abbraccia un secolo di intrighi finanziari internazionali, comincia con la nascita della FED (23 dicembre 1913) e con la conseguente acquisizione del suo pacchetto azionario da parte dei Banchieri che ha fortemente complottato per ottenere la gestione della stampa della moneta americana.

    Il secondo momento topico riguarda l’alleanza politico-finanziaria fra questi Banchieri e il loro candidato alla Presidenza USA, Franklin Delano Roosevelt, il quale 24 ore dopo il suo insediamento ufficiale con un Ordine Esecutivo affida nelle loro mani l’oro degli americani, in cambio di carta non redimibile pari al valore nominale relativo. Quella ordinanza ha consentito ai Banchieri di attuare il grande imbroglio organizzato a scapito dei Sultanati Indonesiani, all’epoca colonizzati dagli Olandesi, che consegnarono ingenti quantità d’oro (milioni di tonnellate) in cambio di carta non redimibile, ufficializzata dalla FED sotto forma di Titoli di Stato al portatore (Bonds) scadenti inusualmente 33 anni dopo, titoli pericolosamente ancora nelle mani dei legittimi eredi.

    Quella montagna d’oro, formalmente prestata dai Banchieri della FED alla Nazione senza riferimento alcuno alla provenienza originale (indonesiana) in cambio di carta non redimibile targata FED, ha consentito di stampare enormi quantità di dollari, immessi sul mercato finanziario mondiale per comprare tutto quello che era in vendita presso il mercato azionario di New York, le ricchezze naturali delle Nazioni bisognose di supporto, rendendole schiave per indebitamento, creando così immense concentrazioni di ricchezza reale attraverso le multinazionali.

    Quando qualcuno, Presidente degli Stati Uniti, cominciò ad indagare sulla mistificazione dei Banchieri del 1934, minacciando col suo potere la sopravvivenza della stessa FED, quando quel qualcuno cominciò a formalizzare accordi con chi custodiva i documenti necessari per provare gli imbrogli dei Banchieri, anch’esso Presidente di una Nazione e rappresentante di altre 25, aggregate fra loro come Nazioni non Allineate in contrapposizione ai due blocchi internazionali dominanti, le cose precipitarono. E’ il terzo momento topico.

    Chi racconta questi fatti mostra al mondo i suoi documenti, dai quali non è possibile sfuggire ridicolizzandoli o ignorandoli. Questa pubblicazione non li espone, riservandosi tuttavia di metterli a disposizione di coloro che ne facciano specifica richiesta, assumendosi personalmente il rischio del loro possesso. Sono gli scheletri del Sistema Bancario!

    Dunque, Ordine Esecutivo!!!

    Prefazione

    Un testimone diretto

    "Nella nostra vita arriva sempre il momento in cui qualcosa ci spinge a rivelare ciò che fino ad oggi è stato un personale segreto, qualcosa che custodisci gelosamente dentro, qualcosa che imbarazza. Io non faccio eccezione a questa regola, ma ciò che sto per raccontare sono fatti che potrebbero scatenare reazioni incontrollabili nel mondo dei potenti della Terra, della finanza mondiale, fatti dei quali sono stato testimone diretto o indiretto."

    "Il mio tempo è scaduto. Sento che le mie energie si stanno esaurendo velocemente e sono tormentato da molti dubbi ed esitazioni, gli stessi che hanno condizionato l’ultima parte della mia lunga vita. Ma oggi, alle soglie dei 90 anni, devo passare il testimone a qualcuno, non posso portarmi nella tomba segreti personali che non mi sono mai appartenuti, che nemmeno ora mi appartengono, che hanno prodotto sofferenze a milioni di persone, che hanno coperto i misfatti dei potenti del mondo, riducendo alla miseria i naturali beneficiari di quelle immense ricchezze."

    Chi parlava era Mr. Ronggolawe, segretario, autista, bodyguard, confidente del Presidente Sukarno, Padre fondatore dell’Indonesia. Aveva raccolto pazientemente i pezzi di un grande puzzle, avvenimenti storici dell’ultimo secolo legati ad un piano diabolico voluto e pensato alcuni secoli fa da una potente famiglia di banchieri tedeschi, di origine ebrea: LA CONQUISTA DEL MONDO.

    La Famiglia, così comunemente conosciuta, aveva ideato un piano strategico per governare il Mondo, politico ed economico, senza esporsi in guerre cruente, ma solo gestendo i bisogni finanziari delle fazioni in lotta, supportando entrambe le parti. Fra il ‘700 e l’800 il fondatore del Sistema, con i suoi 5 figli, gettò le basi delle moderne Banche Centrali, concentrando i propri interessi di banchieri in Inghilterra, Francia, Italia, Germania e Austria.

    Ronggolawe stava davanti a me, illustre sconosciuto, a raccontarsi come testimone diretto di avvenimenti storici di grande rilevanza finanziaria. Mi presentava le sue credenziali con la stessa enfasi che si tende ad usare dinnanzi a grandi personalità per accentuare il bisogno di qualificarsi, di non dare l’impressione di chi millanta credito. Credenziali di tutto rispetto, espresse dalla titolarità di certificati di deposito di 96 mila tonnellate d’oro presso l’UBS di Zurigo, a lui intestati direttamente dal Presidente Sukarno in qualità di amico e fiduciario.

    Fino al momento dell’incontro con Mr. Ronggolawe, un anziano signore in condizioni fisiche precarie, costretto a letto dagli acciacchi della vecchiaia nella sua modestissima casa presso Solo, la mia ricerca sui segreti del sistema bancario, delle sue origini, era pressoché priva di riscontri concreti, avvolta in una ragnatela impenetrabile di segretezza, tipica del muro di gomma. Ritenevo che le notizie storiche riportate, che conducevano prepotentemente alla città Indonesiana di Solo, residenza della Principessa Shaba, moglie preferita del Re Salomone (930 a. C.), fossero frutto della fantasia degli scrittori, di personali valutazioni di aspetti storici, politici e tecnici sul complesso intreccio di potere che lega Organismi Istituzionali preposti a Governare al Sistema Finanziario Mondiale gestito dalla lobby dei Banchieri.

    "Guardi dentro quale miseria sono costretto a vivere, pur essendo circondato da migliaia di tonnellate d’oro da custodire, destinate alla crescita del popolo indonesiano …".

    Furono queste le prime parole del nostro incontro, promosso da lui nonostante la precaria condizione di salute. Suo figlio Rudi gli aveva parlato delle mie ricerche sui misteri dei fondi indonesiani, in oro e cash, depositati in magazzini privati in Indonesia e in molte banche centrali e commerciali all’estero. Avevo incontrato Rudi casualmente, a Bogor, città vicino a Jakarta, in compagnia di altre persone con le quali avrei dovuto discutere le modalità d’accesso a informazioni riservate sull’argomento. Durante il meeting Rudi non disse una parola, ne’ tanto meno ero consapevole del suo grado di parentela con Mr. Ronggolawe, nonostante il nome del padre venisse spesso pronunciato come l’unica persona realmente informata sui molti intrighi finanziari del mondo.

    Una settimana più tardi Rudi mi telefonò presentandosi per quello che era.

    "Sono Rudi, ci siamo incontrati alcuni giorni fa durante un meeting di Bogor. Mio padre Ronggolawe vorrebbe incontrarla, conoscerla, forse per informarla su alcune storie vere, su come si sono evolute le vicende legate al mondo finanziario di cui lei va cercando riscontri."

    Non riuscii a memorizzare la località della sua abitazione, una tipica casa indonesiana fuori città, per niente lussuosa. Rudi aveva bisogno di proteggere il loro domicilio, inventandosi sempre percorsi nuovi per accedervi. Mr. Ronggolawe non amava esporsi in società, viveva da molti anni riservato, accoglieva in casa solo i suoi fedelissimi.

    La richiesta dell’incontro mi sorprese. Non immaginavo che la notizia delle mie ricerche fossero giunte alle sue orecchie, ne’ tanto meno che fosse scattato il momento di investire del problema uno straniero quasi indonesiano, uno che voleva saperne di più su argomenti scottanti, molto pericolosi. Mi disse che oltre due milioni di persone erano state accusate e sommariamente giustiziate nelle strade come comunisti responsabili del colpo di Stato subito da Sukarno ad opera del suo successore generale Suharto e della CIA, ma che in realtà fossero state indagate solo come possibili persone informate sul così detto Oro di Sukarno e sui relativi documenti. Lo stesso Ronggolawe dovette darsi alla macchia per molti anni, cambiando continuamente identità e residenza, per sfuggire alla cosiddetta caccia all’uomo dei militari del nuovo dittatore. Il suo nome compariva nella black list dei servizi americani con priorità assoluta. La sua costante presenza al fianco di Sukarno in qualità di bodyguard, assistente, autista e confidente, lo qualificava come testimone oculare pericoloso che doveva essere fermato a tutti i costi.

    "Lei mi deve aiutare. Ho giurato al Presidente Sukarno di fare il possibile per restituire al popolo indonesiano l’immensa ricchezza depositata all’estero … di loro proprietà. Fino a questo momento la situazione politica in Indonesia sotto il dittatore Suharto e le mie condizioni fisiche non me lo hanno permesso. Il mio tempo è finito e mio figlio non ha l’istruzione necessaria per capire e procedere. In cambio le racconterò la storia dell’Indonesia vista dal Presidente Sukarno, la storia del mondo finanziario e dei suoi intrighi, le mostrerò documenti originali che non lasciano spazio alla fantasia. Io ero presente, in mezzo ai protagonisti, segretario factotum del Presidente Sukarno. Lui si fidava completamente di me, mi raccontava tutto dei suoi incontri pubblici e privati. Mi raccontava delle strategie mondiali finanziarie, sentiva che aveva nelle mani un potere immenso, che poteva contribuire al cambiamento del mondo con l’aiuto dei fratelli Kennedy, John e Robert, con i quali condivideva un comune obiettivo: l’attacco al potere della FED strappato al Congresso con sotterfugi e imbrogli per restituirlo al Dipartimento del Tesoro, titolare previsto dalla Costituzione Americana. Mi raccontò del suo breve ma intenso rapporto con la grande attrice Marilyn Monroe, desiderosa di contribuire alla battaglia dei Kennedy contro la FED. Ma vede come sono finiti tutti? Morti ammazzati. Non si scherza con la FED … è gente potente … usa la CIA come e quando vuole, senza guardare in faccia a nessuno, grande o piccolo che sia. Niente oppositori ed io ne so qualcosa … Ho vissuto nella miseria, in fuga, dopo la morte del Presidente, per non insospettire i militari sguinzagliati dal nuovo dittatore Suharto alla caccia del tesoro di Sukarno … Una caccia spietata voluta dai banchieri e attuata dalla CIA, non dagli americani, anche loro vittime inconsapevoli ..."

    "Le voglio prima mostrare i miei documenti e alcuni box d’oro salvati con l’inganno; sono le mie credenziali, tutto originale, niente di fasullo. Io sono solo il rappresentante di questo patrimonio, il vero proprietario è il popolo indonesiano, è il loro oro. Può essere utilizzato solo per finanziare progetti sociali e infrastrutturali a loro beneficio. Niente politici o militari nella gestione, non sono il popolo e nemmeno lo rappresentano. Questo tesoro è il frutto di 350 anni di schiavitù coloniale, di miserie e di torti subiti. Deve servire per ripagare le sofferenze di quella gente ai suoi eredi. Io ho solo il potere di approvare l’uso diretto di questi depositi per promuovere condizioni di benessere nella gente indonesiana. La prego … mi dia una mano per trovare la soluzione giusta … Non lasci cadere nel vuoto queste informazioni Diversamente dopo la mia morte andranno disperse e i crimini ad esse connessi resteranno eternamente impuniti, come se quei fatti non fossero mai avvenuti ... Fino a quando mi resta fiato e lucidità sufficiente io le darò le informazioni che le servono per ricucire i fili di una lunga storia di crimini bancari e non solo ... Lei deve prima analizzare la documentazione, le ci vorrà del tempo per capirla e collegarla alle ragioni dell’obiettivo da raggiungere ... ma se segue i miei suggerimenti, la cronologia dei fatti, tutto diventerà chiaro fin dai primi momenti ... La prego, mi aiuti a morire sereno, in pace con la mia coscienza ... "

    I documenti che Mr. Ronggolawe mostrava parlavano da soli. Erano custoditi in un cofanetto in oro e pietre preziose come ornamento che riportava sul frontespizio un messaggio d’incitamento indirizzato al più fedele dei suoi collaboratori, amico e confidente. Documentavano l’assurdo vissuto di un uomo povero, prossimo alla morte, molto vicino al Presidente Sukarno, dal quale aveva raccolto confidenze importanti sugli intrighi del mondo finanziario e bancario, sulle difese arginate per contrastare il tentativo del Presidente Kennedy di strappare il potere di stampa della moneta americana ai Banchieri della FED e restituirlo al Dipartimento del Tesoro come stabilito dalla Costituzione.

    Il cofanetto conteneva 35 certificati, ciascuno dei quali sigillato dentro una confezione laminata in pelle trasparente, simile all’attuale plastificazione dei documenti, per proteggerli dalle intemperie del tempo.

    "Ciò che protegge i documenti è pelle umana. Una circostanza di crudeltà che qualifica da sola il disprezzo dei Banchieri per la vita umana. E’ solo un dettaglio, il resto è anche peggio. Se si cerca di utilizzarli, anche solo per dare corso alle disposizioni del Presidente Sukarno, nascono immediate difficoltà bancarie nel riconoscere i diritti del legittimo affidatario come persona avente titolo. Si rischia l’incriminazione penale o addirittura la morte, con l’accusa di tentativo di appropriazione indebita e truffa. Le banche si sono così impadronite di centinaia di migliaia di tonnellate d’oro, rendendo difficile anche la più semplice delle operazioni bancarie su questi titoli, ovvero la verifica storica della titolarità. Così i documenti sono rimasti custoditi come preziosi pezzi di carta dentro questo cofanetto, regalo personale del Presidente, che per me ha più valore del loro contenuto."

    Lui mi diceva: - Ricordati, sono fondi di proprietà del popolo e i benefici devono ricadere direttamente su di esso. Niente business personali. - Non immaginava quali pericoli rappresentavano solo se si andava fisicamente presso la banca di emissione a reclamarne i diritti ...

    Suo figlio arrivò con il box in oro e pietre preziose e me lo consegnò in visione. Prima di tutto Ronggolawe volle che assumessi una posizione ufficiale rispetto a quanto stava per mostrarmi, facendomi giurare sulla riservatezza e sul massimo impegno nel perseguire gli scopi per i quali quei tesori erano stati costituiti. Niente business, solo progetti sociali, a cominciare dall’istruzione infantile e giovanile per adeguarla ai livelli più elevati del mondo occidentale, e per la costruzione di infrastrutture essenziali in grado di cambiare l’habitat del suo popolo eliminando le baraccopoli urbane. Rudi aveva pronta una bozza di procura generale con la quale venivo autorizzato direttamente da Ronggolawe a procedere con ampia libertà d’azione verso il conseguimento dei loro obiettivi come pensati e descritti nelle numerose disposizioni del Presidente Sukarno, autorizzandomi ad utilizzare i documenti originali che mi avrebbe mostrato.

    Presi il box nelle mani, soppesandolo non per determinarne il peso di 96 mila tonnellate d’oro, ma per valutare l’impegno che stavo assumendo. Quale porta stavo aprendo? A quali conseguenze sarei andato incontro? Forse era meglio lasciar dormire ancora il mastino posto a guardia di una documentazione inquietante di cui non avevo la più pallida idea del suo contenuto? Ero ancora in tempo per ritirare la mia disponibilità, a costo di perdere la faccia dell’investigatore coraggioso e mostrare solo quella dell’opportunista? Ma qualcosa di irrefrenabile assunse il controllo delle mie decisioni, stracciando ogni perplessità come cartaccia. Presi il contratto e lo firmai, assumendone gli obblighi.

    Con tre certificati master l’UBS documentava un deposito complessivo di 96.168 tonnellate d’oro.

    Altrettanto sorprendente fu la presenza di diversi box, ciascuno dei quali contenente 21 lingotti della Crown London, 100 kg d’oro per box, mal conservati in uno sgabuzzino della casa.

    "Sono uno dei pochi privilegiati che può accedere direttamente ai grandi depositi della Nazione. Ce ne sono decine e di uno di questi posseggo la chiave, che con altre 4 simili, ma non uguali, è possibile aprire l’ingresso blindato", disse Mr. Ronggolawe mostrandomi una stella d’oro.

    "Il meccanismo non funziona se non si inseriscono le cinque stelle nel posto giusto. Ognuna è diversa dall’altra, con un peso specifico costituito da una lega d’oro fusa con altri metalli al fine di evitare falsificazioni. Le persone che le hanno in custodia sono i garanti del deposito e non possono accedervi singolarmente. Ogni operazione deve essere eseguita congiuntamente dai cinque responsabili e comunicata al Team che decide l’utilizzo complessivo dei Fondi. Le mostrerò delle foto che documentano l’interno di uno di questi depositi".

    "Spero che ciò sia sufficiente per presentarmi, per garantirle che le informazioni in mio possesso sono autentiche, di prima mano".

    Mi mostrò una serie di fotografie fatte all’interno del caveau privato che mostravano immense quantità d’oro e montagne di carta moneta proveniente da 140 nazioni diverse.

    Noi la chiamiamo spazzatura, nonostante provengano dalle Banche Centrali delle rispettive Nazioni come pagamento degli interessi annuali per il supporto concesso da Sukarno necessario alla stampa di carta moneta. Il Presidente ha rilasciato migliaia di documenti che garantivano il valore della carta moneta stampata dalle diverse Banche Centrali con i suoi depositi in oro, come quelli che vede nelle foto. Se prova ad immetterli nuovamente nel sistema bancario da cui provengono viene subito accusato di riciclaggio internazionale.

    "Quando incontrai Sukarno la prima volta eravamo entrambi molto giovani. Lui era impegnato in una battaglia politica all’epoca assurda. Voleva unificare i Sultanati in un solo Stato, per il quale aveva scelto il nome Indonesia. 105 Stati autonomi, la maggior parte dei quali sottomessi al potere coloniale olandese, spesso in guerra fra loro. Una missione davvero impossibile, tenuto conto che il suo idealismo non era supportato adeguatamente. Correvano gli anni ’30. Io lo seguii fin da allora. Mi assunse come autista e insieme ci muovemmo in lungo e largo per l’Indonesia chiedendo di parlare ai Sultani del suo impossibile progetto, del desiderio di cacciare dai loro territori la superpotenza Olanda, che sfruttava il popolo ormai da 350 anni schiavizzandolo per produrre sempre più spezie, il vero oro dell’epoca. Il commercio delle spezie valeva molto più dell’oro."

    "Portava con se una lettera di presentazione del Sultano di Yogyakarta, il vero e unico sponsor dell’impossibile missione. Il Sultano si diceva affascinato dall’energia di Sukarno, dalla sua intelligenza e determinazione. Decise di pagare tutte le spese necessarie per la propaganda, mettendogli a disposizione somme di denaro allora rilevanti. Dopo la morte del Sultano Paku Bueno X, il padre biologico del Re di Solo, diretto discendente per linea sanguigna del Re Salomone, il potere di rappresentare tutte le ricchezze delle Dinastie davanti al Mondo Finanziario passò nelle mani del Sultano di Yogyakarta, Sri Sultan Hamengkubwono IX, al quale venne accordato il titolo di M1."

    Persona coltissima, nella sua posizione di M1, Hamengkubwono IX mantenne costanti contatti col mondo dell’alta finanza americana, con i banchieri della FED e con i responsabili del Dipartimento del Tesoro USA. Sono affermazioni ben documentate dagli oggetti esposti nel museo a lui dedicato presso la Corte di Yogyakarta, ancora attiva. Impiega 2.000 persone e trasmette intatta e incontaminata l’atmosfera coloniale del passato e la regalità della persona che l’aveva creata.

    L’elemento che prova la sua attività nell’alta finanza mondiale sono i Federal Reserve Bonds del 1934, Titoli di Stato al portatore emessi dalle Federal Reserve Bank in cambio di specifiche quantità d’oro, scadenti dopo 33 anni, titoli esclusivamente concentrati in Indonesia. Il loro controvalore in dollari ammonta a migliaia di trilioni di dollari, somma gigantesca che gli USA non potranno mai ripagare e che non intendono onorare, almeno fino a questo momento, disconoscendo la loro esistenza e provenienza.

    "Le voglio mostrare alcuni esempi dei titoli in questione. Ovviamente sono solo delle fotografie, la documentazione originale è custodita nei nostri caveau. Mi creda, corrispondono in tutto alle emissioni consegnate dalla FED. Sono migliaia di documenti contenuti in centinaia di box, la maggior parte dei quali ancora sigillati come alla consegna."

    "Provengono dalle diverse Banche FED, ognuna delle quali adottò modelli di stampa specifici e valori differenziati che vanno da singoli titoli di 100 milioni di dollari fino ad un miliardo."

    "Ovviamente anche i box in cui sono custoditi, compresi i documenti necessari per il loro riscatto, sono diversi da banca a banca. Poiché erano tutti redimibili dopo 33 anni, i box e le mother box erano state costruite sufficientemente resistenti per supportare una custodia così lunga senza rischio di danneggiamento. Alcuni di questi box sono stati aperti più per soddisfare la curiosità di qualcuno che per necessità pratica. La maggior parte di essi, però, è ancora sotto i sigilli originali."

    La presenza in Indonesia di migliaia di titoli emessi dalle 12 Banche Federali contro un corrispettivo di alcuni milioni di tonnellate in oro, proveniente esclusivamente dai Sultanati indonesiani e filippini, racconta di una manovra nebulosa gestita da M1 a supporto degli urgenti bisogni finanziari degli USA all’epoca. Cosa aveva spinto M1 ad accettare di finanziare il rinnovo degli armamenti americani e di supportare i bisogni crescenti della FED impegnata a stampare dollari destinati a garantire il funzionamento delle Banche Centrali del Mondo?

    Mr. Ronggolawe intervenne a proposito, raccontando lo sfogo del Presidente Sukarno contro l’errore di valutazione commesso all’epoca, finendo col potenziare la struttura della FED più di quanto non fosse possibile immaginare.

    "Negli anni ’30 il supporto del Sultano Hamengkubwono IX per la missione impossibile di Sukarno, l’unificazione di tutti i Sultanati in un'unica Nazione, non si limitò al solo aspetto finanziario, ma si spinse oltre, verso le relazioni internazionali da lui gestite in qualità di M1. Egli propose al Presidente USA una sorta di scambio, il supporto finanziario con la cessione in prestito di grandi quantità d’oro in cambio di una informale promessa di supporto politico nella lotta contro il colonialismo olandese e di accettazione dell’unificazione dei Sultanati in una nuova Repubblica, l’Indonesia. L’aria di guerra soffiata da Hitler costrinse i due negoziatori a stringere i tempi delle reciproche promesse, nelle quali appariva scontato che i Titoli di Stato emessi, scadenti nel 1967, 33 anni più tardi, fossero solo un mezzo per convincere i diversi Sultani a mettere a disposizione degli USA il loro patrimonio aureo in cambio di carta difficilmente redimibile, data l’enormità del debito. Inoltre l’unificazione dei 105 Sultanati in un nuovo Stato avrebbe aperto uno scenario internazionale del tutto nuovo con la scomparsa degli stessi Sultanati, creditori originari nei confronti degli USA. Insomma, fu progettato un vero imbroglio ai danni dei Sultani, che dovettero accettare le decisioni unilaterali di M1 senza discutere le conseguenze del credito."

    Con l’approssimarsi della data di scadenza dei titoli del ’34, prevista per il 1967, si attivò un nuovo meccanismo perverso che contrapponeva il debitore USA al creditore M1, il Presidente Sukarno, rappresentante ufficialedegli interessi dei Sultani e dei loro eredi. Con il riconoscimento ufficiale della nuova Nazione Indonesia nel 1950, il cui Padre Sukarno divenne anche Presidente, il Sultano Hamengkubwono IX ritenne di dover trasferire i suoi poteri di M1 allo stesso Presidente. Era una soluzione politica necessaria per difendere gli interessi patrimoniali dei Sultani, diventati privati cittadini, e per supportare adeguatamente la neo Nazione Indonesia, ormai affrancata dal colonialismo olandese.

    "Paradossalmente quella che sembrava la miglior soluzione internazionale per la realizzazione del progetto Indonesia si rivelò per ciò che ancora oggi il mondo soffre. Il regalo ai banchieri in oro in cambio di carta straccia fece scatenare l’avidità fino al momento mascherata da propositi di patriottismo finanziario. I banchieri della FED, un’istituzione pubblica voluta dal Congresso, giocarono una pesante partita contro gli interessi degli stessi americani, contro il suo popolo, coinvolgendolo senza informarlo in una valanga di debiti, mai registrati come debito pubblico, liberamente gestiti dai banchieri senza scrupolo che comandavano, che dettavano regole che non necessitavano di transitare per il Congresso per la loro approvazione. Le vittime, gli indonesiani, che hanno

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1