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Ghost villages: villaggi dimenticati
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Ebook178 pages1 hour

Ghost villages: villaggi dimenticati

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About this ebook

Un sorprendente viaggio attraverso 10 villaggi dimenticati del Nord Ovest (Val d' Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia) tra storia, architettura, escursioni e paesaggi.
Dalla magia del borgo di Savogno, in cima ad una mulattiera di 2886 gradoni, alle strade della libertà del borgo di Avi, dalla comunità artistica di Bussana al castello dei templari di Biassa, fino al piccolo ed incantevole villaggio di Barmaz.
Alla scoperta di un patrimonio minore sulle tracce di borghi recuperati e progetti futuri.
LanguageItaliano
Release dateAug 14, 2014
ISBN9786050317565
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    Book preview

    Ghost villages - Debora Bergaglio

    Introduzione

    PERCHE' QUESTO VIAGGIO...

    Cosa rende così speciali e così affascinanti, agli occhi di chi li visita, alcuni borghi sperduti e dimenticati dalla civiltà? Cosa c'è di tanto attraente in un mucchietto di ruderi, di pareti sbilenche, di travi pericolanti che sembrano poter crollare da un istante all'altro?

    Noi di Buonviaggioitalia.it ce lo siamo chiesti durante alcune escursioni fra le vallate di montagna che toccavano alcuni di questi villaggi e abbiamo trovato la nostra risposta. LA LORO STORIA, o meglio, LE LORO STORIE. Sono questi gli ingredienti che danno sapore e significato a paesi che sembrano non esistere più, se non nel ricordo di pochi anziani le cui origini e la cui infanzia si perdono fra quelle pareti oggi fragili e incerte.

    Da una ricerca su Internet si possono trovare diverse informazioni su molti di questi borghi purtroppo sparsi in tutta Italia, ma ciò che abbiamo notato è che in molti casi si tratta per lo più di un interesse al lato noir, misterioso del territorio. Una curiosità rivolta alle leggende e al lato maledetto e un po' fantasy di casupole ormai vuote, spoglie, impolverate. Non a caso li chiamano paesi fantasma, ghost villages, proprio perché solo i fantasmi potrebbero ancora vivere lì, in quei luoghi dove non c'è più acqua, elettricità, gas e mezzi di sostentamento.

    Ma per noi non sono dei ghost villages, per noi il termine corretto è villaggi dimenticati, ovvero borghi a cui nessuno pensa più, di cui nessuno ricorda la storia. Ecco il nostro scopo, il nostro metodo nello scrivere questo e-book: riportare alla luce le storie di questi patrimoni dell'umanità, scrigni offuscati di tradizioni, civiltà, usanze, vite. E raccontando, aiutare i lettori, turisti, visitatori che decideranno di andare a fare un'escursione in qualcuno di questi borghi, a onorarne la storia, il passato, per proiettarlo in azioni responsabili nel futuro. E raccontando ancora fornire spunti, esempi, buone pratiche e idee agli amministratori e politici locali, regionali e nazionali affinché investano attenzione e risorse verso questi patrimoni che rischiano di andare per sempre perduti.

    Nel futuro non vorremmo infatti più vedere villaggi abbandonati e soprattutto dimenticati, ma vissuti, recuperati, ristrutturati e restituiti alla collettività. Un nuovo destino per questi borghi è infatti possibile, oltre che desiderabile. Nei racconti che troverete sono riportati alcuni casi di successo in cui i paesi sono ritornati in vita. Ed ecco che la nostalgia e il lato noir con cui normalmente si usa guardare a questo argomento, lasciano il posto all'economia del territorio, alle buone pratiche, agli investimenti fatti col cuore e col buon senso, ad un marketing territoriale rispettoso delle tradizioni e del patrimonio di civiltà intriso nei borghi rurali.

    Ma ora è tempo di ascoltare la storia dei villaggi dimenticati. E' tempo di indossare gli scarponcini e mettersi in cammino per visitare quei luoghi un tempo così pieni di vita e oggi così ricchi di tracce da interpretare e decifrare, per ridisegnare un territorio migliore, più in armonia con la natura e con l'uomo.

    Debora Bergaglio

    NOTE IMPORTANTI PER I LETTORI

    Per ogni villaggio abbiamo riportato un itinerario escursionistico a cura del Cai o di altre Associazioni che organizzano escursioni sul territorio. Ricordiamo a tutti i visitatori di prestare molta attenzione e di evitare accuratamente di accedere alle abitazioni pericolanti e ai ruderi che si stanno visitando. Per la propria sicurezza e incolumità è necessario osservare dall'esterno e non addentrarsi negli alloggi, nei porticati, sotto gli archi e negli altri ruderi.

    PREMESSA

    Nei testi che seguono troverete la storia di dieci villaggi dimenticati del Nord Ovest Italia, (Valle D'Aosta, Piemonte, Lombardia e Liguria) con l'aggiunta di un borgo rinato dell'Abruzzo. Malgrado l'incongruenza geografica, abbiamo voluto aggiungere il paese abbruzzese di S. Stefano di Sessanio come esempio di recupero e rilancio del territorio e del suo patrimonio storico, sociale e architettonico.

    Inoltre il borgo abruzzese è stato anche fra i primi villaggi dimenticati trattati dal magazine www.buonviaggioitalia.it e ci ha fornito l'ispirazione per la realizzazione di questo lavoro. Ci sembrava quindi giusto e doveroso includerlo, nonostante non faccia parte dell'area geografica fin qui trattata.

    Testi di Debora Bergaglio e Alessandro Tavilla

    Foto di Vittorio Puggioni e Alessandro Tavilla

    Grafica e Impaginazione a cura di Elena Fossati

    Rovine lungo la Via Francigena

    Barmaz, Val D'Aosta

    Nel Comune di Saint - Denis, provincia di Aosta

    UN MONITO AI PASSANTI

    Ci sono sentieri percorsi da secoli che conservano un fascino misterioso e trasmettono un'energia inspiegabile. Percorsi che risalgono la montagna, guadano ruscelli, superano ponti, entrano ed escono dalla civiltà, per raggiungere una destinazione ben precisa. E anche se la meta non ha più il significato di un tempo, quando la polvere del sentiero si staccava dal fondo per posarsi sui sandali e sulle misere calzature dell'epoca che calpestavano la terra, il cammino continua ad essere battuto in cerca di una nuova meta da raggiungere.

    La strada è sempre li, da secoli, è stata tracciata da tempo, è ancora oggi segnalata ed è solcata dal passo ritmato di moderni scarponcini tecnologici resistenti all'acqua e alle asperità del terreno.

    Membra allenate che forse non conoscono la destinazione, ma il gusto di assorbire un po' dell'energia e della forza di quel cammino compiuto da tanto tempo. Si dice che sia il viaggio che conta, più che l'arrivo. Si dice che nell'attesa e negli ostacoli che incontriamo sul cammino stia il vero significato dello spostamento, più che nell'approdo. Dev'essere per questo che così tante vie di pellegrinaggio della storia sono state riscoperte e riportate in auge ai giorni nostri. Forse ci sono dei messaggi da cogliere lungo quei sentieri, insegnamenti di vita rimasti sospesi nella bellezza della natura che li circonda, sulle vette e fra le vallate, impigliati tra fiori, erbe selvatiche e fusti d'albero. Bisogna solo saperli cogliere e imboccare la giusta direzione.

    FRA I BORGHI VALDOSTANI

    Un cartello con su scritto: Via Francigena deviazione, ci porta verso le rovine della borgata di Barmaz, nel Comune di Saint-Denis, in Val D'Aosta. Ci guardiamo intorno e ci accorgiamo di trovarci di fronte all'abitato di Pontey e nello scenario delle montagne facenti parte del Parco Naturale del Mont Avic. Le deviazioni hanno un fascino tutto loro. Ti portano per un po' al di fuori della via maestra e ti consentono di scoprire qualcosa di straordinario, come nel caso di Barmaz, villaggio valdostano abbandonato da una cinquantina d'anni che non nasconde i propri ruderi, ma anzi, li mostra in bella vista a tutti gli automobilisti che percorrono la statale 26 verso Aosta.

    Un grappolo di abitazioni costruite intorno al 1600 che colpisce dritti al cuore, quando lo si scorge nel panorama dei graziosi borghi valdostani che spuntano a destra e a sinistra fra le vallate.

    Castelli, piazze e centri storici compongono una meravigliosa tela paesaggistica che attira turisti da ogni dove; ma anche in questa Regione d'Italia troviamo molti villaggi dimenticati, fra i quali Barmaz rappresenta uno dei più singolari sinora incontrati per via della sua posizione geografica. A differenza, infatti, di altri paesi nascosti fra i monti, inghiottiti dalle vallate, isolati dal mondo e raggiungibili con escursioni di diverse ore, lui se ne sta placido ad osservare il traffico della 26, aspettando, forse, che qualcuno si accorga di lui.

    TRE IPOTESI PER UN FUTURO NUOVO

    Ed in effetti così è stato, poiché in passato sono state formulate diverse ipotesi di recupero, fra cui la realizzazione di un villaggio di artisti valdostani per il rilancio degli antichi mestieri, ispirato all'esempio di Bussana Vecchia e portato in Consiglio regionale, ma anche la creazione di un Albergo diffuso, illustrata in una recente tesi di Laurea, che ci riporta alla mente il caso di S. Stefano di Sessanio, e per ultimo circolava anche l'ipotesi di un centro per la riabilitazione post operatoria di bambini e per il soggiorno di disabili in tenera età. Prospettive intelligenti per riportare in vita Barmaz, che uniscono storia, arte, cultura e il necessario indotto economico che consentirebbe uno sviluppo sostenibile; eppure, benché se ne discuta da anni e il villaggio

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