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Fratelli di fuoco (Giona Sei-Colpi 2)
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Ebook108 pages1 hour

Fratelli di fuoco (Giona Sei-Colpi 2)

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About this ebook

Dopo l’assedio raccontato ne “La notte dei risorti viventi”, Roma è in mano ai francesi del generale Oudinot. Per dimostrare la gratitudine nell’aiuto a debellare la Repubblica Romana degli insorti e a liberare la città dai seguaci di Mazzini e Garibaldi, lo Stato Pontificio organizza per domenica 15 luglio 1849 una messa solenne nella Basilica di San Pietro in onore di Oudinot, a cui il generale parteciperà di persona: chi voglia organizzare un attentato per colpire al cuore tanto la Chiesa quanto la Francia non avrà occasione migliore.

Giona Sei-Colpi e la sua nuova amica, la Sfregiata che durante l’assedio di Roma ha saputo tener testa a orde di morti viventi, dovranno assicurare l’incolumità dell’odiato generale, in una città ostile e con il costante pericolo di invasioni di morti viventi: è il momento per Giona Hex di reclutare altro personale, è il momento di farsi aiutare da altri... fratelli di fuoco. -

Questo racconto rientra nel progetto di scrittura collettiva “Risorgimento di Tenebra”, ideato dal gruppo Moon Base. -

Lucius Etruscus è vice-curatore di ThrillerMagazine e redattore di SherlockMagazine, gestore del database “Gli Archivi di Uruk” e di vari altri blog, come il “CitaScacchi”. Scrive saggi su riviste on line, ha partecipato (sia come giuria che come autore) al romanzo corale “Chi ha ucciso Carlo Lucarelli?” (Bacchilega Editore) e su ThrillerMagazine racconta le indagini del detective bibliofilo Marlowe... non “quel” Marlowe, i cui retroscena sono raccontati nel blog NonQuelMarlowe.
LanguageItaliano
Release dateSep 27, 2014
ISBN9786050324129
Fratelli di fuoco (Giona Sei-Colpi 2)

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    Fratelli di fuoco (Giona Sei-Colpi 2) - Lucius Etruscus

    Lucius Etruscus

    Fratelli di fuoco

    La seconda missione di Giona Sei-Colpi

    nel Risorgimento di Tenebra

    Crediti

    Collana: Giona Sei-Colpi n. 2

    Prima edizione digitale: settembre 2014

    In copertina: elaborazione grafica dell’autore,

    con la supervisione di e-grafico

    Sito dell’autore: luciusetruscus.altervista.org/index.htm

    Questa è una storia di pura finzione, quindi ogni riferimento a persone realmente esistenti è puramente casuale e non voluto. Luoghi e nomi, quand’anche fossero realmente esistenti, sono stati piegati ai fini narrativi e perciò slegati da qualsiasi pretesa di veridicità.

    Trama

    Dopo l’assedio raccontato ne La notte dei risorti viventi, Roma è in mano ai francesi del generale Oudinot. Per dimostrare la gratitudine nell’aiuto a debellare la Repubblica Romana degli insorti e a liberare la città dai seguaci di Mazzini e Garibaldi, lo Stato Pontificio organizza per domenica 15 luglio 1849 una messa solenne nella Basilica di San Pietro in onore di Oudinot, a cui il generale partecipa di persona: chi voglia organizzare un attentato per colpire al cuore tanto la Chiesa quanto la Francia non avrà occasione migliore. Giona Sei-Colpi e la sua nuova amica, la Sfregiata che durante l’assedio di Roma ha saputo tener testa a orde di morti viventi, dovranno assicurare l’incolumità dell’odiato generale, in una città ostile e con il costante pericolo di invasioni di morti viventi: è il momento per Giona Hex di reclutare altro personale, è il momento di farsi aiutare da altri... fratelli di fuoco.

    Questo racconto rientra nel progetto di scrittura collettiva "Risorgimento di Tenebra", ideato dal gruppo Moon Base.

    L’autore

    Lucius Etruscus è vice-curatore di ThrillerMagazine e redattore di SherlockMagazine, gestore del database Gli Archivi di Uruk e di vari altri blog, come il CitaScacchi. Scrive saggi su riviste on line, ha partecipato (sia come giuria che come autore) al romanzo corale Chi ha ucciso Carlo Lucarelli? (Bacchilega Editore) e su ThrillerMagazine racconta le indagini del detective bibliofilo Marlowe... non quel Marlowe, i cui retroscena sono raccontati nel blog NonQuelMarlowe.

    Dello stesso autore

    eBook in vendita a 0,99 euro:

    La notte dei risorti viventi (Risorgimento di Tenebra). Giona Sei-Colpi 1

    La variante di Marlowe. Un’indagine scacchistica di Marlowe

    De Marlowe Mysteriis. Mistero Marlowe 1

    La caduta degli Uscieri. Mistero Marlowe 2

    Notovitch e la vita segreta di Gesù. Storie da non credere 1

    Petronio e la Cena di Trimalchione. Storie da non credere 2

    Platone, lo schiavo filosofo. Commedia breve in quattro atti di quando i libri non si leggevano

    eBook gratuiti:

    L’apprendista stregone. Viaggio fra le varie versioni di una storia antica

    Dieci contro mille. Il grande cinema di assedio

    Tradurre l’incubo. Da Shakespeare a Goethe

    La Falsa Novella. Viaggio tra i falsi vangeli inventati dai romanzieri

    Lupin contro Holmes. Scontro fra titani del pulp

    Mistero Shakespeare. Analisi inedita di un mistero inestricabile

    Ninja. Storia di un mito cine-letterario

    Spaghetti Marziali. Quando gli italiani inventarono il kung fu western

    Fratelli di fuoco

    Avvertenza

    Questa è un’opera di pura fantasia, e sebbene sia una rivisitazione di veri eventi storici con protagonisti e luoghi reali, tutto quanto raccontato non ha alcuna pretesa di validità storica né tanto meno di verosimiglianza: è solo una rielaborazione fantasiosa di fatti reali.

    I caratteri descritti di personaggi reali sono anch’essi frutto di fantasia: non è intenzione dell’autore dileggiare o dissacrare figure di alto livello della storia italiana, bensì renderle più caratterizzate all’interno di una storia fantasiosa che non ha alcun rapporto con la vera storia d’Italia.

    «Fratelli, ma perdio

    intendo che il fratello

    la pensi a modo mio;

    altrimenti, al macello»

    da Il deputato (1848)

    di Giuseppe Giusti

    (deputato della Repubblica Romana nel 1848)

    1

    Roma,

    notte del 2 luglio 1849

    «Maledetto Garibaldi.»

    Era inevitabile che l’argomento fosse questo, ma per chiamarmi a quest’ora di notte speravo che il generale Roselli avesse qualcosa di più concreto da dirmi.

    «Se ne è andato, come se Roma non fosse più un suo problema. Semplicemente è montato in sella e se ne è andato. Maledetto Garibaldi.» Non c’è rabbia in queste parole, né astio: il generale se ne sta in piedi davanti alla finestra aperta, con le braccia raccolte dietro la schiena e mugugna queste frasi.

    «È stato un duro colpo per tutti noi, generale» rispondo.

    «Dovevi sentirlo, due giorni fa, il generale Garibaldi.» Una lunga pausa, quasi che pronunciare quel grado abbia messo alla prova i suoi nervi. «Davanti a Mazzini si faceva bello, pieno di idee e di ardore. Il Gianicolo è perduto? E allora? Roma non è ancora presa, non è tornata in seno alla Chiesa: si va avanti a combattere contro i francesi amici del papa. Però, che bella idea!» Emette un leggero riso amaro. «E i cittadini inermi che intorno al Gianicolo prenderanno in testa le cannonate francesi? Li si lascia lì a morire tutti?» Sbuffa. «Dovevi sentire la sua voce, Carlo...» continua senza guardarmi, «sembrava quella di chi sa cosa sta dicendo, di chi ha la minima idea di cosa va proponendo. In fondo è così che ha conquistato tutti, Garibaldi: sparandole sempre più grosse finché anche l’ultimo dei dubbiosi non ha finito per credergli.» Lo vedo stringersi le mani dietro la schiena quasi a farle sanguinare. «Che ci vuole?, ha detto. La soluzione è a portata di mano: si prendono i trentamila romani che vivono in quella zona controllata dai francesi, si strappano dalle loro case e li si porta dall’altra parte del Tevere, in salvo. Facile, no? Perché non ci abbiamo pensato prima? Per fortuna a Roma è rimasto qualcuno con del sale in zucca, che ha fatto notare che non abbiamo mezzi per organizzare una simile iniziativa, né munizioni per difendere questo esodo biblico.» Scuote la testa.

    «Era davvero un piano inattuabile, generale» intervengo.

    Roselli annuisce. «Però il ministro Avezzana non ha avuto problemi a nominarlo generale... generale come me» Ecco, ora sì che si sente l’astio e la rabbia. «Tutti sanno che Garibaldi è un utile idiota, che lo si teneva a Rieti perché non facesse danni a Roma e che lo si è chiamato solo come ultima risorsa contro i francesi. E ora è il generale Garibaldi? Non gli bastava il già grande regalo di essere colonnello della Repubblica Romana?»

    Lo lascio sfogare, ha diritto anche lui ad una dose di veleno: in questi giorni terribili sfogarsi sembra essere diventata l’ultima nostra spiaggia. Cosa dovrei rispondergli, che almeno Garibaldi sa farsi ascoltare dai soldati? Che quando c’è lui in giro gli uomini non ascoltano più nessun altro... men che mai il generale Roselli? Eppure il mio amico lo sa che provenire dallo Stato Pontificio non va a suo favore né essere un generale da camera gli vale il rispetto dei soldati, che lo hanno inquadrato bene sin dall’inizio: Roselli è un maestro sulla carta, ma nella guerra dal vivo non sa dove mettere le mani. Lui sa bene tutto questo, ma ora è il momento del giusto veleno.

    «E lui?» continua, sempre senza girarsi. «Come ha dimostrato la propria gratitudine il grande generale

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