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In viaggio con Dante all'Inferno
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Ebook147 pages1 hour

In viaggio con Dante all'Inferno

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About this ebook

Cosa faresti se Alighieri in persona ti proponesse un “tour” tra demoni e dannati?
Nella casa di uno scrittore, in piena notte, irrompe una misteriosa entità: nientemeno che il Sommo Poeta, fermamente intenzionato a condurlo all’Inferno con sé. Per una gita, diciamo così, di piacere. Tra sorpresa e imbarazzo, lo scrittore finisce con l’accettare; la sua sarà un’esperienza, appunto, infernale.
Questo dissacrante e spassoso romanzo ci racconta un aldilà affollato di personalità politiche, economiche e religiose del nostro tempo. Da quando la “Divina Commedia” è stata concepita molto è cambiato, ma in un modo che non avremmo mai potuto prevedere… e alla fine della lettura, scopriremo di aver gustato un insolito resoconto dei gironi danteschi, ma di aver anche visitato l’Italia del secondo Novecento, dai primi giorni della Repubblica fino agli anni di piombo e a Tangentopoli; cavalcando la fantasia, e quella parte di realtà che spesso supera ogni immaginazione.

Salvo Zappulla ha pubblicato diverse opere di narrativa e fiabe per bambini, arricchite dai disegni di noti illustratori. Collabora inoltre da anni, con articoli di critica letteraria, con le pagine culturali di numerosi quotidiani e periodici.
LanguageItaliano
Release dateSep 7, 2014
ISBN9786050320831
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    In viaggio con Dante all'Inferno - Salvo Zappulla

    scoperta

    SALVO ZAPPULLA

    In viaggio con

    Dante all’Inferno

    ROMANZO UMORISTICO

    IN VIAGGIO CON DANTE ALL’INFERNO

    © 2007 Casa Editrice Fermento

    © 2014 Salvo Zappulla

    Tutti i diritti riservati

    Layout interno dell’eBook: Scrittura a tutto tondo

    Ornamenti: Vectorian.net

    In copertina: The First Storyteller di Wackystuff @ Flickr Creative Commons. Licenza Attribuzione — Condividi allo stesso modo 2.0. L’immagine originale è stata modificata.

    Questo eBook è stato auto-pubblicato dall’autore Salvo Zappulla tramite Narcissus Self Publishing e può essere utilizzato per sole finalità di carattere personale: senza l’esplicito consenso dell’autore, il testo non può essere copiato, riprodotto, adattato, tradotto, trasferito, distribuito, licenziato o trasmesso in pubblico, né in tutto né in parte.

    ISBN: 9786050320831 — ASIN B00NE78ZHG

    L’Autore

    Giornalista e scrittore, Salvo Zappulla è nato nel 1961 nella provincia di Siracusa, a Sortino, dove tuttora vive. Ha pubblicato diverse opere di narrativa e fiabe per bambini, tra le quali Lo sciopero dei pesci (2008), illustrata da Carla Manea, edita da Il pozzo di Giacobbe e vincitrice del premio Prata. Nel 2013 ha pubblicato la fiaba Il pollaio dice NO!, illustrata da Lucia Scuderi, sempre edita da Il pozzo di Giacobbe. Ha inoltre pubblicato il romanzo Kafka e il mistero del processo con la Melino Nerella Edizioni, della quale è attualmente direttore editoriale.

    È presidente dell’Associazione Culturale Pentelite, che organizza la mostra-mercato dell’editoria siciliana a Sortino (SR). È inoltre presidente del Concorso letterario nazionale Città di Sortino. Collabora da anni, con articoli di critica letteraria, alle pagine culturali dei quotidiani La Sicilia e La voce di Romagna, dei mensili Il sud e Notabilis, del bimestrale La voce dell’Isola. È anche autore di testi teatrali; nel 2006 si è classificato secondo al premio Massimo Troisi con una pièce inedita.

    Email: salvozappulla1@gmail.com

    Pagina Facebook: https://www.facebook.com/salvo.zappulla.5

    Alle mie figlie

    Prologo

    Forse fu solo un sogno. O lampo di luce. O lampo di luce sconfinato in un sogno, come lama prepotente penetrata a squarciare la quiete del dolce abbraccio di Morfeo. Ci fu chi si permise di insinuare che era stata tutta una burla, uno scherzetto diabolico della mia fantasia perennemente svolazzante. Proprio così, disse — svolazzante. Ma io respinsi tali maldicenze e insistetti; insistevo con tutte le mie forze affinché venissi creduto: È tutto vero! strillavo. È tutto vero; è accaduto sul serio. Posso giurarlo! posso giurarlo!.

    Inutile. Nessuno voleva darmi ascolto. E se anche c’era qualcuno disposto a farlo, mi incalzava con domande perfide e sospettose. Purtroppo, non essendo io in grado di fornire spiegazioni, si accresceva la diffidenza nei miei confronti e mi maceravo nello sconforto. Strepitavo impotente, mi agitavo; urlavo le mie ragioni al vento, che le disperdeva nello spazio infinito.

    Tutta la storia fu avvolta da un alone di mistero: qualcosa di surreale, scaturito dal cilindro di un mago o opera divina, non saprei dirlo. So di certo che qualcuno volle destinarmi al grande evento, alla rivelazione.

    Una stella luminosa si staccò dal cielo. Un puntino fosforescente, sfidando le leggi del tempo e della storia, percorse il suo cammino fino ad arrivare alla meta designata. Viaggiò col piglio sicuro dell’ambasciatore che non teme per la propria incolumità e con la certezza che l’importanza della sua missione è tale da essere superiore al prezzo di una vita, di qualunque vita.

    Il Tizio mi apparì una notte d’estate — agosto, se ricordo bene. La calura insopportabile mi aveva indotto a lasciare aperte le finestre. Per questo ebbe facile accesso alla mia casa. Me lo trovai, intruso, nella stanza da letto. Aveva il portamento fiero e aria da intellettuale; appariva trafelato, come avesse fatto una lunga corsa per fuggire da una prigionia o da un tiranno. E com’era vestito! Pareva un monaco stravagante, un medioevale chierico vagante. Nella mano destra due o tre libri, con la sinistra si asciugava la fronte.

    Notai che mi scrutava, studiava il mio volto; poi, estrasse di tasca una fotografia e, dopo averla fissata a lungo, un moto di soddisfazione si disegnò sul suo viso scarno.

    Io ero tranquillo, perfettamente consapevole di vivere un sogno. Ma, quando sentii alitarmi sul collo, cominciai a temere che stesse accadendo qualcosa di strano. E così fu.

    L’Entità mi posò una mano sulla spalla — i miei capelli a quel contatto divennero ritti, come attraversati da improvvisa scarica elettrica — e cominciò a parlare. Aveva accento toscano, parlava tutto d’un fiato e ogni tanto intercalava frasi ritmate che stentavo a decifrare.

    Sussultai: cosa voleva da me quello strano personaggio? L’avevo riconosciuto subito, sebbene lui si sforzasse di mantenere l’anonimato. Ne ricordavo il volto familiare impresso sull’etichetta delle bottiglie che pubblicizzavano una nota marca d’oliva, esposte nei supermercati. L’Alighieri, ecco chi era! L’inconfondibile naso aquilino! Come potersi sbagliare?

    Mi rasserenai un poco. Da questo punto di vista non avevo nulla da temere, considerato che non sono tipo da lasciarsi facilmente influenzare dalla pubblicità. E, anche se si fosse trattato di una nuova trovata, una specie di presa diretta per agganciare il cliente direttamente nella sua intimità, con me non avrebbe attecchito.

    Rammentai, poi, con inquietudine, che su di lui avevo letto una strana storia: era stato protagonista di un’impresa scabrosa. Di una Commedia mi pare si trattasse, che qualcuno aveva definito divina e nella quale si descrive un viaggio addirittura nei tre stati dell’aldilà.

    Debbo confessare che la cosa mi preoccupò. Ognuno, infatti, sceglie i luoghi da visitare che più lo attraggono o si addicono alle sue esigenze. In genere, qualsiasi località è degna di considerazione, anche la più disparata: c’è chi preferisce il riposante oblio delle onde marine; chi, animato da spirito d’avventura, opta per la montagna e le vette rocciose; chi, ancora, osa spingersi fin nelle aree inesplorate del nostro pianeta, che so, all’interno di una foresta tropicale o verso l’origine di una cascata. Ma scegliere come meta l’inferno! Bisogna essere davvero con le rotelle fuori posto. Tipo poco affidabile, dunque, il Nostro.

    Pian piano il contenuto dell’intera Commedia cominciò ad affiorare meglio nella mia mente. E la preoccupazione aumentava. Sentivo odore di guai.

    Che mi voglia condannare in uno dei suoi gironi?. Questo fu il mio primo assillo. Certi sogni cominciano per gioco e non si sa mai come vanno a finire, lasciando conseguenze nella profonda psiche. Gridai il nome di mia moglie puntando a farmi svegliare: volevo interrompere il sogno, non desideravo esserne coinvolto. Tempo perso. La mia consorte era profondamente addormentata e, nonostante i ripetuti scossoni ricevuti, continuava il suo riposo. Non poté quindi salvarmi dall’incubo.

    Or perché nel tuo pensier tanta paura? mi chiese, sorridente, l’indesiderato ospite.

    Seguitai a osservare perplesso quella figura che pareva uscita da un racconto di Dino Buzzati. Ma, quel linguaggio strano? Credo avesse intuito la mia insofferenza poiché, questa volta, si espresse con termini normalmente colloquiali. Sorrise conciliante, come a voler spezzare la tensione e, quasi avesse letto nei miei pensieri, soggiunse: Hai peccato così tanto da ritenerti già condannato?.

    Allora è vero. Vuoi portarmi con te all’inferno! urlai angosciato, girandomi sull’altro fianco per non vederlo. Ma lui, ostinato e invadente, mi si parò ancora davanti. Non hai nulla da temere disse perché all’inferno ci sei già.

    Sono morto? replicai tremante, mentre pensavo alla mia famiglia e cercavo di togliermelo dalla vista. Vattene da dove sei venuto. Chi ti conosce. Non t’ho mai letto né sfogliato: solo a scuola, tanto tempo fa, costretto da un insegnante, tuo devoto. E poi, chi ti ha dato il permesso di introdurti nei miei sogni? Chi ti credi di essere? Riesco a sognare di meglio, io. Altro che diavolacci, ruffiani e cercatori d’anime!. Mi sentivo sollevato.

    Hai fantasia mi disse e con la scrittura te la cavi, anche se non sei una cima. Comunque, per quel che ci serve, fai al caso nostro. D’altra parte, dopo aver sondato il terreno in lungo e in largo, abbiamo verificato che, per l’operazione che intendiamo realizzare, sei l’unico disponibile sul mercato. E ci accontentiamo.

    Grazie tante risposi, incerto se ritenermi lusingato o risentito. Ma dimmi, come fai a saperlo?.

    Che cosa?.

    Sì, insomma, che a scrivere me la cavo. Noi non ci siamo mai incontrati prima d’ora. Non mi conosci e per me sei un estraneo.

    Io so molte più cose di quante tu possa immaginare. Le mie scelte non sono mai frutto del caso.

    Cosa vuoi esattamente da me?.

    "Voglio farti riscrivere alcuni canti della mia Commedia disse, assumendo un’espressione seria. Rifaremo il viaggio all’inferno, tu ed io. Ti fornirai di carta e penna e riporterai tutte le tue impressioni. Potrai scrivere liberamente quanto riterrai opportuno, senza censure di sorta. Naturalmente, nei limiti del possibile, cercherai di attenerti alla fedele cronaca, senza eccessive divagazioni a carattere personale. Ecco, considerati un inviato in missione speciale. Io mi limiterò a farti da guida e, tutt’al più, se ne avrai necessità, interverrò per darti una mano. Sarò sempre al tuo fianco, silenzioso e discreto, a disposizione per ogni evenienza" concluse.

    Squadrai da capo a piedi quella figura eterea e mi abbandonai a una smorfia di scetticismo.

    "Cosa c’è? Cosa guardi? Ti assicuro che sono una guida coi fiocchi. Anche se sulle mie spalle pesano settecento anni, ho un’agilità che nemmeno te la sogni. E la memoria? dovresti vedere, non perde un colpo: sono in grado di ripetere i miei versi dal principio alla fine: Nel mezz…".

    Per carità!. Mi tappai le orecchie con le mani. Scusa, non è per cattiveria, ma ho già la mente confusa… dissi cercando di prendere tempo,

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