Nuvole Rosa
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Book preview
Nuvole Rosa - Fabiana Gibertini
Farm
4 febbraio 2008
Slam!
Marco, il mio migliore amico, se n’è andato sbattendo la porta.
Ehm… quella con la faccia da ebete che guarda impietrita la porta sono io.
Piacere, Elena. (non potevate scegliere momento migliore per fare la mia conoscenza ;P )
In questo momento sto pensando a quant’è incasinata la vita. Sono nei bagni della mia scuola: io e Marco ci incontriamo qui quando uno dei due ha bisogno di parlare. Ci fumiamo una canna, ci affacciamo alla finestra e, come per magia, tutti i problemi, le ansie, le rotture sembrano diventare meno pesanti, quasi risolvibili.
Ed oggi tutti e due avevamo qualcosa da dire.
Tempismo perfetto.
Lui mi ha appena detto che mi ama.
Quando io un minuto prima gli ho confessato di essermi innamorata per la prima volta nella mia vita.
Non di lui naturalmente.
Di una ragazza: Sara.
Non so se l’ha sconvolto più il fatto che io non lo ami, o il fatto che io sia innamorata di una ragazza.
Ma non l’ho voluto io.
È successo e basta.
Mi batte forte il cuore quando la vedo, la cerco ogni mattina nel cortile della scuola, prima di entrare.
Quando penso a lei mi sembra di volare, ho un sorriso deficiente stampato sulla faccia, sono agitata e non riesco a stare ferma (le mie amiche pensano che stia prendendo qualche droga).
Conosco Anna, Betty e Manu dalle medie: a tutte e quattro piace disegnare, e grazie a questa passione in comune siamo diventate amiche e, anche se abbiamo scelto scuole diverse, usciamo spesso insieme.
Non siamo il tipico gruppetto di amiche che si ritrova a casa dell’una o dell’altra a scambiarsi confidenze…
Beh, forse è meglio che ve le presenti… così capite ciò che intendo.
Anna è quella vestita di nero, sta passando il periodo dark
, ha l’orecchino al naso e ascolta musica gotica… Lei è quella che ha perennemente una birra in una mano e una canna nell’altra. Non ha tanti amici, sembra rinchiusa nel suo mondo, e ne esce solo per disegnare ciò che vede nelle sue fantasie: farfalle, donne alate… cose così, per poi rientrarci subito dopo.
Betty invece, è quella ragazza con gli occhi azzurri, e quello di fianco, è l’innamorato di turno. Dicono sia la più bella della scuola, è alta, ha un fisico da modella, ma anche se lei non se la tira per niente, se la passa piuttosto male.
Non riesce ad avere amicizie femminili perché sono tutte invidiose di lei, e tutti i ragazzi le chiedono di uscire solo perché è bella e sperano di potersela scopare.
Così passa le sue giornate a disegnare: donne brutte, magari un po’ cicciottelle, con i brufoli, i denti sporgenti… ma sempre sorridenti perché innamorate e ricambiate dell’uomo che sta al loro fianco, o perché sorseggiano un tè chiacchierando con le loro amiche.
Poi c’è Manu… ehm, non si vede, ma si sente.
Piccolina di statura e minuta di corporatura lei è quella che in qualunque posto sia, scuola, bar, tram, dà lezioni di arte, bellezza e paradossi; parla così veloce ed è così appassionante ascoltare ciò che dice, che riesce ad ammaliare tutti. Gesticola, si infervora, è sempre elegante nel vestire, sembra quasi una dandy, per lei tutto è arte, estetica… una specie di Oscar Wilde al femminile.
Manco io. Ma io non mi so descrivere. Vabbè, ci provo.
Io sono quella col piercing al labbro, tuta e scarpe da ginnastica.
Mi vergogno del mio seno grosso e mi vesto sempre largo, in modo che non si veda.
Il mio unico hobby è disegnare qualsiasi cosa: qualsiasi soggetto per me è degno di essere rappresentato.
Mi piace stare in compagnia delle mie amiche e di Marco, perché condividono la mia stessa passione e mi sento capita.
Mi faccio qualche canna ogni tanto, a volte mi ubriaco, ma mai niente di grave, ho un certo autocontrollo.
A scuola me la cavavo abbastanza bene, soprattutto in italiano, ora ho solo Sara nella mente.
Passo le mattinate a scriverle poesie e a disegnare di nascosto il suo viso per averla vicino.
Quando non c’è nessuno in casa mi chiudo in camera e mi spoglio nuda: mi guardo allo specchio e immagino Sara con il mio stesso corpo, seni sodi, ventre piatto, gambe affusolate, fondoschiena burroso.
Lei, al contrario di me, ha i capelli lunghi.
Mi domando sempre come sarebbe accarezzarli. Sembrano morbidi.
I miei, invece, sono un po’ rovinati dalle tinte, però li sto curando, vorrei ritornare del mio colore e lasciarmeli così.
10 febbraio 2008
Sospiro.
Oggi non c’era.
Non l’ho vista da nessuna parte. In cortile, in bagno, nei corridoi e neppure durante l’intervallo.
La mattinata mi è sembrata interminabile, tutte le materie mi sembravano noiose, niente ha saputo stimolare la mia mente, così ho semplicemente messo in stand-by il cervello perché se non c’è lei tutto perde di interesse.
Betty mi ha mandato un sms, mi ha chiesto se le raggiungerò al solito bar sotto ai portici; le ho scritto che non mi andava e che dovevo studiare.
Il che era vero, ed io l’ho fatto uno sforzo, ho aperto il libro di mate… ma quando ho visto tutte quelle formule ho pensato:
1- chi ci capisce qualcosa è bravo;
2- a cosa mi serviranno?
Poi è arrivato mio padre dal lavoro, verso le 18:30. Quando mi ha visto si è meravigliato della mia presenza in casa. Per oggi ha avuto la sua piccola soddisfazione e io me ne posso stare in pace per un po’.
Ore 20:30
Ho appena cenato. Mi sono accorta che domani avrò un’interrogazione di economia.
Stavolta mi metto d’impegno, vorrei prendere un bel voto, Sara sarebbe fiera di me.
Ho saputo che lei è molto brava.
Vorrei diventare brava come lei.
Vorrei essere come lei.
Vorrei essere lei.
17 febbraio 2008
«She isn’t real… I can’t make her real… »
Slipknot, Vermilion Part 2
Sono al settimo cielo.
Stamattina ci siamo guardate.
Io sono arrivata in ritardo, ho parcheggiato lo scooter nel cortile della scuola ed in fretta mi sono tolta il casco, ho preso lo zaino e mi stavo avviando verso la mia classe.
L’ho vista subito: stava chiacchierando con una sua amica; nello stesso momento in cui ho posato gli occhi su di lei, ha lanciato uno sguardo nella mia direzione.
Mi ha sorriso! Non avevo mai visto un sorriso così bello! E quegli occhi così lucenti… la guarderei per ore e ore… mi piace com’è vestita oggi, più di sempre: ha una camicia bianca e la cravatta, una minigonna a pieghe, i calzettoni e stivaletti neri.
Non si veste come le altre, ma non penso