Psicosi e nevrosi
By Henri Baruk
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Psicosi e nevrosi - Henri Baruk
psichiatrica
CAPITOLO PRIMO
INTRODUZIONE
Per comprendere i principi di terapia e di assistenza psichiatrica è necessario avere alcune nozioni fondamentali relative alle malattie mentali, nonché alla loro semeiotica ed eziologia.
Le manifestazioni del sistema nervoso sono di due ordini. Le une si riferiscono principalmente ai meccanismi di esecuzione automatica, le altre alla mente che comanda e mette in moto questi meccanismi per adeguarli al loro scopo. Allo stesso modo in cui un'automobile si compone, da un lato, di una serie di meccanismi, quali un carburatore, un magnete e, dall'altro, di una persona che guida il veicolo e mette in moto i suoi meccanismi per avviarsi sulla strada prescelta, non diversamente, ad esempio, il nostro movimento volontario offre allo studio due grandi ordini di fenomeni. Esso comporta infatti sia dei meccanismi automatici come la via piramidale, le radici ed i conduttori, i muscoli addetti all'esecuzione del movimento, sia una decisione, un momento d'inizio, una particolare iniziativa della volontà che mette in azione tutti i meccanismi precedenti.
Ora la patologia distingue nettamente questi due ordini di sistemi: in un caso, come nella emiplegia volgare, un soggetto può avere la via piramidale incapace di funzionare; egli è paralizzato, però conserva tutta la sua volontà e decisione di movimento; in un altro, invece, l'esecuzione di movimento è intatta, ma il malato non è più in grado di volere, di decidere il movimento e resterà indefinitamente nella posizione in cui è posto. Questo è ciò che accade nella catatonia ad esempio. Nello stesso modo si potrà distinguere l'individuo i cui meccanismi automatici della parola non funzionano più (afasia) dall'individuo che ha perso la volontà di parlare (mutismo). Il primo vuol parlare e si rende conto di tutto, ma le parole non gli vengono e il meccanismo della parola gli fa difetto. Si prenda, ad esempio un grande musicista, un virtuoso che diventi improvvisamente incapace di trovare le sue note sul pianoforte o di leggere la musica. Egli ha perso, per così dire, la tecnica materiale della espressione esterna della musica, però il suo pensiero musicale resta intatto, tanto è vero che riconosce infallibilmente anche i minimi errori, sia di esecuzione che di stile, nei pezzi che sente, e l'ispirazione musicale continua all'interno di lui. Quest'uomo è colpito nei suoi meccanismi di esecuzione e non già nello spirito o nella persona. Parimenti un abile operaio, rotto ad un certo gesto, può perdere a un tratto, per un disturbo circolatorio localizzato, l'abitudine perfetta di quel gesto che rappresentava tutto il suo valore professionale. Diventa un aprassico, ma egli non è né un alienato, né un vero malato di mente. Questi è colpito solo in certi meccanismi puramente tecnici. In contraddizione con i fatti precedenti ecco il caso di un grande clinico, avente tuttora una prodigiosa memoria e che conosce a fondo l'anatomia 'e la patologia e che è capace, quando riesce a fissare la sua attenzione, di fare un esame clinico impeccabile, grazie alle sue notevoli qualità professionali, e che, pur possedendo dei mezzi di lavoro così meravigliosi, passa giornate intere a tagliare pezzi di carta, a bucare tappi, a stracciare libri, e la cui mente è trascinata da torrenti di idee che si muovono senza posa, senza per altro potersi fissare su nessuna cosa. Qui tutti i meccanismi di esecuzione sono perfetti, ma lo spirito è vagabondo. Indubbiamente, se un giorno egli riuscisse a fissare di nuovo la sua mente, sarebbe di nuovo istantaneamente il grande clinico che è sempre stato, e ritroverebbe la sua bella personalità nascosta oggi come da un velo, ma non distrutta.
Esempi di tal genere si potrebbero certo moltiplicare, ma i pochi addotti possono bastare, secondo noi, a far comprendere quale sia il campo della neurologia e quale quello della psichiatria.
Non dobbiamo però dimenticare che i meccanismi di esecuzione automatica sono collegati il più delle volte, con centri e vie localizzati, prestandosi meravigliosamente al parallelismo anatomo-clinico. Per questa ragione il loro studio ha finito per specializzarsi e dar luogo a quel ramo della patologia che va sotto il nome- di neurologia, ramo in cui dominano le lesioni localizzate.
Al contrario, la mente, che dirige questi meccanismi di esecuzione, in base alle nostre conoscenze attuali, sembra sfuggire alle rigide localizzazioni cerebrali; essa sembra essere influenzata soprattutto dalle diffuse lesioni della funzione. Questo avviene solitamente nelle intossicazioni, nei disturbi umorali, ormonali e vascolari.
L'alcool non è forse anch'esso uno degli agenti essenziali della follia? Un tossico suscettibile di turbare in modo generale il funzionamento delle cellule nervose è più nefasto, per la sfera mentale, di una distruzione nettamente localizzata. Questo campo dei disturbi diffusi della funzione, in relazione alla mente direttrice, costituisce il campo delle psicosi e delle nevrosi.
Indubbiamente tra l'uno e l'altro campo ci sono delle interferenze importanti, però solo alla fine del secolo XIX la neurologia acquista una propria individualità.
Sino ad allora la psichiatria e la neurologia non costituivano che una sola disciplina. Da allora in poi spesso è stato difficile precisare i loro rispettivi rapporti, e taluni autori: Buscaino, Guiraud, Lhermitte, Kleist, von Bogaert, cercano il più possibile di collegare la psichiatria allo studio delle localizzazioni cerebrali. Altri, invece, hanno voluto escludere la psichiatria dalla patologia del sistema nervoso o almeno ridurla a metodi puramente psicologici e psicogenetici. Ora, per poter porre questo problema è necessario che lo stesso medico abbia un'esperienza egualmente profonda in psichiatria e in neurologia, il che suppone, nello stato presente dell'organizzazione ospedaliera, una pratica estesa tanto degli ospedali di medicina interna che di quelli psichiatrici. Solo allora si potrà vedere, in questa cultura mista neuro-psichiatrica il campo rispettivo delle due discipline, nonché i legami che le uniscono.
CAPITOLO SECONDO
ASPETTI DELLE NEVROSI E DELLE PSICOSI
Dal lato clinico, il campo della psichiatria è più complesso di quello della neurologia. Difatti un sintomo neurologico, come ad esempio la paralisi muscolare, si presenta sotto un solo aspetto, quello esterno oggettivo. Lo stato della mente non ha alcun peso nella sua realizzazione, e il lavoro del medico si limita a scoprire, con precise indagini, il meccanismo incriminato. Invece un sintomo psichiatrico, come ad esempio la catalessia, si presenta sotto due aspetti: uno esterno, oggettivo, con immobilità, assenza d'iniziativa e atteggiamento passivo, e uno interiore, soggettivo, intimamente collegato al primo, e quindi non dissociabile da esso, con speciale torpore mentale e disturbi nel corso del pensiero, che spiegano questa inibizione di movimento. Si tratta di un'inibizione la quale non è solo motoria, ma psicomotoria: in altre parole, nel campo psichiatrico i disturbi esteriori, apparenti, sono indissolubilmente collegati ai disturbi del pensiero, a disturbi cioè che essendo soggettivi non possono essere studiati che mediante l'introspezione, l'interrogatorio e altri mezzi indiretti.
L'intensità e il grado di questi disturbi sono molto variabili. A volte essi sono leggeri, non tanto da non essere percepiti dal soggetto, ma non provocano alcun notevole turbamento nel suo comportamento esterno; sono i casi generalmente noti sotto il nome di nevrosi. A volte, invece, sono più intensi ed alterano tutto il comportamento: l'ammalato diviene allora quasi estraneo agli uomini normali (alienus, alienato). Queste sono le psicosi.
Nel primo caso, il disturbo psichico non riesce ad alterare ostensibilmente il funzionamento della personalità. Nel secondo caso, anche la personalità è palesemente alterata, in maniera più o meno profonda. Qualche esempio varrà ad illustrare meglio quanto abbiamo detto finora.
1) Astenia - Confusione mentale. Ecco anzitutto le sindromi dell'esaurimento consecutive a un sovra affaticamento fisico o morale. In un primo stadio esse si traducono in sensazioni soggettive, come stanchezza muscolare, dolori vaganti, difficoltà nel lavoro, tendenza all'abulia, ecc. Il malato, quando vuol concentrare la propria attenzione, sente di urtare contro una specie d'inerzia e gli sembra che ogni suo sforzo sia vano. Tale è la sindrome dell'astenia, sindrome neuropatica. In uno stadio più accentuato, non si tratta più delle sole sensazioni soggettive accusate dal malato, ma di un vero e proprio rallentamento di tutte le attività psichiche, con obnubilazione, lentezza nelle risposte e spesso disturbi di percezione, con onirismo e disorientamento. Ci troviamo allora davanti al quadro clinico della psicosi nota sotto il nome di confusione mentale. (Delasiauve, Chaslin, Regis, ecc.). In questo stato di confusione il malato si trova in una condizione di torpore che, accentuandosi, può arrivare a un'inibizione completa, a un aspetto pietrificato che si suole designare col nome di stupore. In questo stato, la personalità si sforza ancora di rispondere, di agire, e lo studio psicologico di questi ammalati dimostra, come dimostrano le risposte ad alcuni tests da noi praticati, al pari del Vermeylen, che la volontà è relativamente conservata, però urta contro una specie di barriera: i meccanismi automatici non scattano più, le idee sono bloccate, le associazioni rallentate e per così dire coagulate in un blocco unico.
Il malato ha l'impressione di brancolare nella nebbia, è mal orientato, non sa bene dove si trova, perde la nozione del tempo. Qualche volta vive quasi in un sogno, come quel malato che, in una sala di ospedale, credeva di essere in un corridoio della metropolitana, o quell'altro che si credeva in una postazione di artiglieria. A volte si può parlare di telescopia dei ricordi », e l'ammalato si trova trasportato in un periodo anteriore della sua vita (ecmnesia), come quel malato che si credeva ritornato a undici anni prima, al tempo del suo fidanzamento e del servizio militare.
Questi disturbi non sono malgrado tutto molto profondi, e il malato a tratti ritorna alla realtà, ma gli costa fatica restarvici. Si avverte che la personalità è come assediata da un tormento che la stringe senza distruggerla 1). Questa confusione costituisce effettivamente il tipo dei disturbi mentali sintomatici e passeggeri: essa può essere o il prodotto di gravi esaurimenti, o un tipo di reazione a febbri e infezioni, come l'obnubilazione del tifico, a intossicazioni (alcool, disturbi epatici, uremia), o ancora ai traumatismi cranici, o, infine, a modificazioni della pressione intracranica. Spesse volte abbiamo visto prodursi questa