L'organizzazione ed i processi aziendali rappresentati con lo standard BPMN
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About this ebook
Passare dallo studio di uno standard, ad applicarlo "veramente" in un contesto aziendale, non è semplice. I concetti e le definizioni che sembravano chiarissime, appaiono ad un tratto ambigue, quando le dobbiamo utilizzare per rappresentare un processo reale. Inoltre, un'analisi organizzativa non può fermarsi alla rappresentazione dei processi, ma deve prendere in considerazione anche gli altri elementi dell'architettura d'impresa. Nel testo si fanno degli esempi di collegamento ad altri standard, come UML, Archimate a TOGAF.
Questo volume racconta un'esperienza pratica di applicazione di questo modello esteso di rappresentazione dell'organizzazione aziendale. Il testo è scritto e raccontato dal punto di vista di un manager che ha lavorato negli ultimi vent'anni analizzando, disegnando, cambiando, sistemi informatici e strutture organizzative, quindi con grande attenzione alla realizzazione di modelli che siano strumenti di lavoro, e non solo pezzi di carta da esibire e poi mettere via.
Il testo è quindi molto ricco di figure, di esempi, e segue sempre il filo logico di un "progetto" di analisi organizzativa. Il lettore dovrà avere già conoscenza degli standard citati, e dei principi base di organizzazione aziendale, perché il testo non vuole essere una ripetizione di quanto si trova su tanti ottimi testi divulgativi.
L'edizione è stata particolarmente ottimizzata per il formato eBook, soprattutto per quanto riguarda le immagini.
La lettura potrà essere utile a neolaureati, in particolare ingegneri gestionali, aiutandoli ad entrare nella professione un pochino più "scafati", ma anche a manager esperti che vogliono qualche dritta veloce su come passare dagli standard alla pratica.
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L'organizzazione ed i processi aziendali rappresentati con lo standard BPMN - Massimo Coletti
Massimo Coletti
Disegnare l'organizzazione aziendale con lo standard BPMN
Questa edizione del libro è stata auto-prodotta, sfruttando i servizi di Narcissus, ed è specificatamente ottimizzata per la lettura su eReaders.
Nel testo si fa riferimento a diversi standard:
Archimate e TOGAF sono marchi di The Open Group, invito a consultare il sito www.theopengroup.org
UML è un marchio di OMG Object Management Group, il cui sito è www.omg.org
Enterprise Architect è un marchio e prodotto della Sparx Systems Pty Ltd, maggiori informazioni sul sito www.sparxsystems.com
Nel testo si può far riferimento incidentalmente anche ai nomi di alcuni prodotti software gestionali, i cui marchi sono proprietà dei rispettivi produttori software.
Roma, 28 febbraio 2015
L'autore si è laureato in Ingegneria Elettronica nel 1987, con un indirizzo di studi già orientato all'informatica ed all'ingegneria gestionale.
Da allora, ha lavorato per 13 anni nel mondo della produzione del software e della consulenza direzionale. Dal 2000 è entrato
nel mondo delle aziende, come Dirigente di Organizzazione, Risorse Umane, Sistemi Informativi, Sicurezza, occupandosi sempre del disegno di sistemi organizzativi, compliance, software ed in modo sempre crescente dell'integrazione fra architettura d'impresa, sistemi informatici ed organizzazione.
Ha pubblicato alcuni articoli, ed effettuato delle docenze presso Università o Master.
Progetto grafico:
la copertina è stata realizzata da Chiara Coletti, le immagini utilizzate sono disponibili in rete, su molti siti diversi, senza indicazioni di Copyright.
il progetto grafico del testo è basato sui modelli di impostazione offerti da Narcissus.
UUID: e11838d4-c0de-11e4-b3a8-1ba58673771c
This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)
by Simplicissimus Book Farm
Table of contents
Introduzione
Le competenze
Ambito d'uso del BPMN
Altri standard di documentazione
Parte prima
A cosa serve la rappresentazione dei processi aziendali
Approccio metodologico generale
Rappresentazione dell'organizzazione aziendale
Obiettivi dell'organigramma
Potere e meccanismi di controllo
Rappresentazione dell'organigramma
Struttura generale dell'Organizzazione
Ruoli funzionali
Particolari configurazioni organizzative
Unità organizzative interfunzionali
Gestione delle versioni
Partecipanti esterni
Cataloghi degli elementi di riferimento
Come costruire i cataloghi
Parte seconda
Rappresentazione delle procedure aziendali
Calendari ed eventi
Censimento dei processi
Identificare i processi
Punti di attenzione
Relazioni con i dati
Dati ed applicazioni informatiche
Classificazione e struttura dei dati
Rappresentazione di un processo
Diagrammi di processo nello standard BPMN
Partecipanti e responsabilità
Strutturare i diagrammi di processo
Termine del processo
Informazioni e documenti
Variabilità e parametrizzazione
Alcune situazioni particolari
Attività di supporto
Sotto-processi con istanze parallele
Tecniche di uso di Enterprise Architect
Strumenti non specializzati
Com'è organizzato Enterprise Architect
Strutturare i Package
Gli elementi che rappresentano un processo
L'elemento composito di processo
Gli elementi interni del processo
Cataloghi
Diagrammi BPMN di processo
Gli altri diagrammi di processo
Elementi rappresentativi dei dati
I documenti intermedi
Tassonomia dei processi
Il catalogo dei Data Store
Altri approcci alla rappresentazione dei dati
Catalogo dei ruoli aziendali
Catalogo delle controparti esterne
Costruzione del funzionigramma
Parte terza
Tassonomia organizzativa
Le matrici di responsabilità
Casi particolari di matrici
Analisi organizzativa
La catena del valore
Piano di progetto
Strumenti per il Change Management
Modifica sui sistemi o sui dati
Compliance e modello di controllo
Parte quarta
Profili UML
Organigramma
Collegamenti fra BPMN e profilo UML
Ringraziamenti
Introduzione
Questo breve volume racconta un’esperienza di realizzazione della documentazione sui processi, della struttura organizzativa, del funzionigramma di un azienda, utilizzando uno standard ampiamente conosciuto, come il Business Process Modeling Notation, BPMN.
L'obiettivo di questo saggio, è di rivolgersi agli analisti di organizzazione ed a quel tipo di figura - che si sta affermando - che è l'Enterprise Architect. Si tratta di colui che ha una visione unitaria e strutturata dell’azienda, dagli obiettivi strategici, al contesto di mercato, dai meccanismi di funzionamento interni, ai sistemi informativi. E’ un ruolo professionale che sta acquisendo importanza, vista l’esigenza di un sempre maggiore coordinamento fra tutte le componenti aziendali in un contesto in cui è però necessaria anche reattività, flessibilità e decentramento delle decisioni. Da lui ci si attende un contributo per armonizzare tutte le iniziative, sia di tipo informatico, che organizzativo, che di servizi, in modo da garantirne la corretta integrazione in tutti i processi aziendali.
Per quello credo nell’utilità – al di là delle teorizzazioni – di acquisire una metodologia, ed anche delle indicazioni pratiche – come quelle che si possono trarre da un caso di esperienza sul campo. Questa base ci permette di sviluppare l’analisi organizzativa come un modello, su cui raccordare requisiti informatici, analisi delle possibili ottimizzazioni, impatto dei cambiamenti, evitando possibilmente di trasformare ciascuno di questi eventi in un complesso progetto di analisi, magari con (costosi) consulenti esterni.
Ho scritto questo materiale in italiano per due motivi:
per renderlo accessibile ai professionisti che magari non hanno una confidenza quotidiana con la lingua inglese;
per sottolineare che è stato scritto con un taglio attento alle caratteristiche peculiari della realtà nazionale che – sia per tipologia e dimensione delle aziende, che per cultura organizzativa – è diversa dai modelli prevalenti nella cultura anglosassone ed internazionale in generale.
Gli esempi riportati non sono necessariamente riferiti ad un'unica realtà: alcuni sono presi dal caso descritto, altri da strutture aziendali esistenti o immaginarie.
Per la realizzazione della documentazione è stato utilizzato un tool specializzato, economico ed estremamente efficace, che è l'Enterprise Architect della Sparx Systems. Non ho alcun legame con questa ditta, lo strumento in questione non è naturalmente indispensabile per svolgere l'analisi descritta, e ce ne sono molti altri che possono essere utilizzati con altrettanta efficacia.
Personalmente utilizzo questo strumento perché consente di gestire, nello stesso ambiente, modelli UML, BPMN, Archimate (pr restare all'ambito di interesse), con la possibilità di effettuare dei collegamenti fra elementi di modelli diversi, caratteristica che abbiamo ampiamente sfruttato, e ritengo decisamente utile.
Il disegno o l’analisi di un’organizzazione è un’esperienza estremamente viva, che permette di interagire con le persone, a tutti i livelli dell’azienda. Consiglio di trarre tutti i vantaggi che questa condizione può offrire. Il disegno dell’organizzazione deve essere un progetto sempre aperto a raffinamenti, al confronto, alla riflessione critica. La scelta di usare un formalismo apparentemente freddo e di una certa complessità, come il BPMN, non deve avere l’effetto di ingessare il lavoro. Al contrario, si deve sfruttare il fatto di costruire una rappresentazione basata su elementi standardizzati per manipolare il modello, per provare ad ingegnerizzarlo, come si può fare con un progetto meccanico o elettronico, godendo anche il particolare coinvolgimento che la natura estremamente umana
della materia organizzativa sa offrire. Ho usato il termine godendo
perché ritengo che questo sia un lavoro che va condotto in stretto contatto con le persone, a tutti i livelli dell’azienda, ed anzi che questi temi vadano discussi con tutti coloro con cui si interagisce. E’ questo confronto continuo quello che può migliorare la qualità del prodotto, e dare all'analista anche la soddisfazione di un rapporto umano, sanguigno a volte, molto più significativo della freddezza dei diagrammi.
Negli anni 90 e nei primi anni del 2000, l’analisi dei processi è stata affrontata, prevalentemente, come una disciplina subordinata ai grandi sistemi informatici gestionali (i software ERP, i CRM, SRM e così via), secondo un approccio che privilegiava l’adeguamento dell’organizzazione aziendale alle best practice scolpite nelle rigidità (più o meno reali, ma questo è un altro capitolo) del software.
Solo negli ultimi anni si sta invertendo tale percezione, ponendo le discipline del Business Process Management (BPM), dell’Enterprise Architecture (EA), dell’Enterprise Information Modeling (EIM) allo snodo fra la strategia di impresa e la sua attuazione con lo strumento dei sistemi informatici, e comprendendo come la libertà, creatività e reattività nel disegno organizzativo siano essenziali per differenziare l’impresa rispetto alla concorrenza, e non per uniformarsi, siano in definitiva strumenti di vantaggio competitivo al pari di efficaci politiche di prodotto, di logistica, di marketing.
Quanto descrivo in questo testo non vuole rappresentare a sua volta una best practice; personalmente sono convinto che, soprattutto per aspetti specifici
di un'organizzazione, come la sua architettura, il disegno di un'evoluzione o un cambiamento debba essere fatto pensando al contesto specifico, al sistema
costituito dall'azienda, le persone che la costituiscono, l'ambiente con cui interagisce. Le best practice è bene restino nel bagaglio professionale dell'analista, siano un elemento di confronto, ma non siano un qualcosa di rigidamente applicato.
Quindi invito il lettore ad usare il testo per farsi venire delle idee, idee sue, che saranno stimolate dal particolare contesto in cui si troverà a lavorare.
Le competenze
Nella scrittura di questo testo ho scelto di non trattare molti temi teorici alla base delle metodologie applicate. Assumo quindi che chi lo legge abbia competenze di:
Analisi e disegno di organizzazioni ed architettura di impresa;
Analisi e disegno di processi;
Standard BPMN;
Metodologie di gestione di progetti;
Standard UML (base);
Auditing (base).
Nella sezione bibliografica, fornirò comunque dei riferimenti ad alcuni testi su questi argomenti.
Inoltre, se il lettore desidera a sua volta utilizzare il software Enterprise Architect (è disponibile anche una versione gratuita di prova), assumo che ne conosca abbastanza bene il funzionamento; in questo testo non troverà una copia del manuale, ma solo indicazioni specifiche su come utilizzarlo per l’ambito di applicazione descritto.
Ho cercato di scrivere questo saggio rivolgendomi a tutti i livelli di lettori, privilegiando chi è comunque alle prime esperienze pratiche di analisi organizzativa e disegno di architettura di impresa.
L’organizzazione è una materia che non si può improvvisare. E’ troppo frequente vedere manager, direttori generali, amministratori, che disegnano soluzioni organizzative di buon senso
, generalmente in maniera piuttosto veloce, e quasi sempre senza un’analisi strutturata a supporto. Queste soluzioni non funzionano, o se funzionano è per un colpo di fortuna: non basta l’esperienza, anche lunga, e la capacità manageriale.
Molto spesso, la sfiducia, o una certa supponenza nei confronti dell’Organizzazione (intesa come funzione aziendale), è la conseguenza proprio di questa superficialità.
E’ beninteso, non basta la competenza, e l’uso rigoroso di metodologie, per fornire il supporto organizzativo all’innovazione, allo sviluppo aziendale. Occorre anche quella dose di inventiva e capacità di uscire dagli schemi, che gli anglosassoni definiscono maverick.
Per avere un esempio, basta vedere il modello più diffuso di gestione del rapporto col cliente delle aziende di telefonia. Quasi tutte utilizzano una struttura organizzativa basata su una stratta separazione fra rete tecnica, e rete commerciale, nel cui ambito è inserito anche il supporto utente, i famosi call center a cui ci si rivolge per problematiche amministrative, commerciali e tecniche. Provate ad attivare un contratto: farete tutti i passi necessari, interagendo al telefono, o via internet con un commerciale, dopodiché potrete controllare lo stato dell’attivazione, che sarà invariabilmente in lavorazione
? Non sarebbe