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Filologia massonica
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Filologia massonica

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Questo libretto nasce come eleborazione dei lavori svolti in grado di Apprendista da una Rispettabile Loggia durante l’anno di vera luce 6014. Senza alcuna pretesa di dottrina, vuol essere una traccia su cui ogni fratello possa costruire ulteriori riflessioni ed approfondimenti utilizzando i materiali proposti e la bibliografia posta a corollario.
Il tema iniziale parte dalla domanda, a dire il vero candidamente ingenua, sui motivi e le ragioni per i quali i Liberi muratori svolgono i loro lavori simbolici seguendo un preciso rituale. Poiché la risposta, posto che la Massoneria è un ordine iniziatico, era immediata e di estrema sintesi si è preferito, argomentare su che cosa debba intendersi per ordine iniziatico e per rito ad esso collegato.
A questi due punti basilari, svolti tracciandone le coordinate essenziali, sono stati aggiunti, ritenendole attinenti all’assunto, le riflessioni sulla diffusione degli Ordini iniziatici nell’antichità, sulle origini mitiche del rito massonico riguardo la costruzione del Tempio di Salomone, sulla leggenda di Hiram Abif, sulla sua acquisizione da parte delle corporazioni costruttorie, e, infine sulla Geometria sacra.
Le schede di approfondimento (Riflessioni sulla epistelologia, natura, prassi e funzioni contemporanee di un rito; Dai collegia fabrorum agli statuti dei magistri muri) cercando di ampliare l’argomento, suggeriscono altre visuali d’osservazione di una materia tanto complessa per gli apporti sincronici e diacronici che la costituiscono.
Il titolo allude al metodo di lavoro che, a fronte della speculazione esoterisca, sulla quale del resto esiste una ampia e pregevole letteratura, utilizza l’episteme per mettere in luce gli aspetti storici da cui l’Istituzione massonica trae origine e sui quali ha sviluppato il mito di Hiram, ponendolo a fondamento dei rituali dei primi tre gradi.
LanguageItaliano
Release dateApr 27, 2015
ISBN9786050372793
Filologia massonica

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    Filologia massonica - Maria Concetta Nicolai

    Maria Concetta Nicolai

    Filologia massonica

    FILOLOGIA MASSONICA

    Riflessioni sul rito e sulle sue origini

    Maria Concetta Nicolai

    Edizione aprile 2015  

    ISBN: 9786050372793

    Autopubblicato con Narcissus.me

    www.narcissus.me


    Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl


    ISBN: 9786050372793

    This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)

    by Simplicissimus Book Farm

    Indice dei contenuti

    Due parole di presentazione

    Perché i Fratelli liberi Muratori svolgono i propri lavori secondo un rito

    Che cosa è un rito

    Cosa deve intendersi per Ordine iniziatico

    Diffusione degli Ordini iniziatici nell’Antichità

    Le basi mitiche del Rito massonico

    Il tempio di Salomone e Hiram l’architetto sostituiscono le storie di Giano

    La Geometria sacra

    SCHEDE DI APPROFONDIMENTO

    Dai collegia fabrorum agli statuti dei magistri muri

    Riflessioni sulla epistemologia, natura, prassi e funzioni contemporanee di un rito

    Note

    Due parole di presentazione

    Questo libretto nasce come eleborazione dei lavori svolti in grado di Apprendista in una Rispettabile Loggia durante l’anno di vera luce 6014. Senza alcuna pretesa di dottrina, vuol essere una traccia su cui ogni fratello possa costruire ulteriori riflessioni ed approfondimenti utilizzando i materiali proposti e la bibliografia posta a corollario.

    Il tema iniziale parte dalla domanda, a dire il vero candidamente ingenua, sui motivi e le ragioni per i quali i Liberi muratori svolgono i loro lavori simbolici seguendo un preciso rituale.

    Poiché la risposta, posto che la Massoneria è un ordine iniziatico, era immediata e di estrema sintesi si è preferito, argomentare su che cosa debba intendersi per ordine iniziatico e per rito ad esso collegato.

    A questi due punti basilari, svolti tracciandone le coordinate essenziali, sono stati aggiunti, ritenendole attinenti all’assunto, le riflessioni sulla diffusione degli Ordini iniziatici nell’antichità, sulle origini mitiche del rito massonico riguardo la costruzione del Tempio di Salomone, sulla leggenda di Hiram Abif, sulla sua acquisizione da parte delle corporazioni costruttorie, e, infine sulla Geometria sacra.

    Le schede di approfondimento (Riflessioni sulla epistelologia, natura, prassi e funzioni contemporanee di un rito;Dai collegia fabrorum agli statuti dei magistri muri) cercando di ampliare l’argomento, suggeriscono altre visuali d’osservazione di una materia tanto complessa per gli apporti sincronici e diacronici che la costituiscono.

    Il titolo allude al metodo di lavoro che, a fronte della speculazione esoterisca, sulla quale del resto esiste una ampia e pregevole letteratura, utilizza l’episteme per mettere in luce gli aspetti storici da cui l’Istituzione massonica trae origine e sui quali ha sviluppato il mito di Hiram, ponendolo a fondamento dei rituali dei primi tre gradi.

    L’immagine di copertina riproduce il celebre dipinto Atalanta ed Ippòmene di Guido Reni nella versione conservata alla Pinacoteca di Capodimonte a Napoli.

    Perché i Fratelli liberi Muratori svolgono i propri lavori secondo un rito

    La risposta, a questo interrogativo, proposto come riflessione nei lavori di loggia, potrebbe essere immediata, tanto da essere formulata semplicemente in questo modo: La Massoneria svolge i propri lavori seguendo un rito poiché è un Ordine iniziatico. Tuttavia, prima di giungere a tale lapidaria definizione, è il caso di argomentare sui seguenti punti:

    1 - Che cosa è un rito;

    2 - Che cosa è un Ordine iniziatico;

    3 - Su quali basi, mitiche, antropologiche, storiche e religiose la Massoneria ha strutturato il proprio rito.

    Che cosa è un rito

    Il Rito è una forma di comportamento ripetitivo e condiviso all’interno di un dato gruppo. L’origine del vocabolo latino ritum, da cui quello italiano, deriva dal sanscrito vedico Rita che letteralmente significa conforme all’Ordine.¹

    L’ordine a cui un qualcosa deve essere conforme è riferito a quello cosmogonico, ovvero a quello insito nella realtà che un Ente creatore ha tratto da un primordiale Caos, riempiendolo ordinatamente di determinati elementi.²

    Questa ermeneutica della forma deve, ovviamente, appartenere alla cultura di un dato gruppo che vi si riconosce e vi fonda il mito delle proprie origini. Ne consegue, pertanto, che per rito si intende una serie di determinate azioni ripetitive ed immutabili, atte a relazionare la sfera umana con l’universo del Sacro. Appare evidente, quindi che il rito per avere valore ed efficacia deve possedere una struttura in cui si inseriscono alcuni caratteri ed elementi condivisi e riconoscibili all’interno della cultura del gruppo che lo utilizza.³ Essi sono:

    Logòmena (le cose dette - le formule)

    Dromena (le cosa fatte - gli atti rituali)

    Deiknymena (le cose mostrate - gli oggetti simbolici)

    Orgioneja (la cerimonia)

    Pista (i partecipanti)

    Ogni rito tra origine da un mito di fondazione4 (leggenda, antenato, divinità) che esprime l’ordine cosmologico della cultura di appartenenza e i principi che regolano le relazioni all’interno di questa. Il Mythos è a-storico ed a-temporale, ma viene attualizzato ogni volta che il rito è eseguito nelle condizioni stabilite (formule, atti, oggetti, cerimonia e partecipanti). Pertanto il rito non si svolge nella scansione temporale lineare (passato-presente-futuro), ma vive nel "hinc et nunc (qui ed adesso), ovvero nel tempo circolare e sempre uguale a sé stesso dell’eterno ritorno" che è proprio del mito fondativo.⁵ Per raggiungere questo scopo i partecipanti usano, secondo l’ordine stabilito dal cerimoniale, formule, atti, e oggetti che sono pertanto funzionali, ma da soli non costituiscono un rito. Il cerimoniale stabilisce la modalità con cui formule, atti ed oggetti rimandano al Mito, ma, allo stesso modo, da solo non costituisce il rito.

    Ne consegue che il Rito esiste solo e a condizione che un dato gruppo omogeneo e in numero valido, utilizzando formule, atti ed oggetti secondo un cerimoniale codificato, rinnova il Mito di fondazione. In questo senso si può affermare che il Rito è una entità esistente poiché partecipa della esistenza dei partecipanti di cui aggrega le energie (volontà, ragione, sentimento e intelletto) verso un comune obiettivo. Al riguardo si fa notare che il comportamento fisico e l’intenzione psichica di ogni singolo partecipante determinano l’omogeneità del gruppo e la validità del rito.

    Cosa deve intendersi per Ordine iniziatico

    Un ordine iniziatico è una associazione strutturata in vari gradi (funzioni, competenze, doveri) depositaria di una dottrina tradizionale soteriologica (soter = salvezza + logòs = parola) che permette di penetrare l’ordine del mondo oltre il dato materiale e fisico, aspirazione che l’uomo ha inseguito fin dagli albori della civiltà costruendovi sopra il linguaggio simbolico del mito riservato ad una stretta cerchia di cultori.

    Ogni ordine iniziatico fonda la sua dottrina sul principio che l’ordine cosmico poggia su un segreto (esoterikòs = interno), accessibile a patto di rinunciare a vedere le cose fermandosi al dato esteriore e ritrovare un sistema cognitivo originario, fondato su un’ottica percettiva che guardi le cose dall’interno, qualità che si ottiene mediante l’iniziazione esoterica (eisagoge, in-ire: entrare dentro).

    Pur disponendo di un corpus dottrinale specifico ed orientato al quale si accede gradualmente, l’ordine iniziatico non impartisce un insegnamento strutturato, ma si limita a fornire i tempi, gli strumenti e il metodo di approccio ai codici via via offerti, in modo tale che ognuno si costruisca liberamente una propria semiotica mediante il confronto, il dibattito, il ragionamento nella consapevolezza che:

    Signum, quantum est in se, importat aliquid manifestum quo ad nos, quo manuducimur in cognitionem alicuius occulti.

    Al riguardo, occorre tuttavia puntualizzare che tale percorso cognitico, che per esemplificazione chiameremo esoterico, non dà luogo, secondo la semiotica, ad una pragmatica, ovvero allo studio della relazione dei segni con coloro che li usano¹⁰, in quanto l’accesso ai codici segnici è sottoposto ad un processo del tutto personale e, oltre tutto indicibile, in quanto relativo alla sfera dell’inconscio.¹¹

    Su queste basi si colloca la pratica di ingresso ad un ordine iniziatico, comunemente detta iniziazione. Da un punto di vista normativo essa rientra nelle cerimonie preposte ai riti che segnano il passaggio da uno status ad un altro¹²; ma oltre ai caratteri propri di questi, che sono per lo più pubblici e comunitari, e che pertanto hanno una funzione di integrazione sociale, quella esoterica impone una netta demarcazione tra società di origine e quella a cui si chiede di accedere, ed è officiata da una élite che determina il trasferimento della dottrina tradizionale, o per lo meno dei suoi elementi costitutivi, da un individuo che la detiene ad un altro che la riceve.¹³

    La separazione

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