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L'arbëreshë di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Aspetti sociolinguistici
L'arbëreshë di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Aspetti sociolinguistici
L'arbëreshë di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Aspetti sociolinguistici
Ebook150 pages52 minutes

L'arbëreshë di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Aspetti sociolinguistici

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About this ebook

Questo libro è rivolto a tutti coloro che vogliono approfondire le proprie conoscenze circa le minoranze linguistiche presenti in Italia, in particolar modo l’arbëreshë parlato a San Marzano di San Giuseppe (TA). La comunità presente a San Marzano è ancora poco conosciuta se confrontata con le altre presenti sul territorio; questo è uno dei motivi che mi hanno spinta a indagare con un duplice approccio l’argomento: sociolinguistico ed esterno nel capitolo 2, più percezionistico ed interno nel capitolo 3…

INDICE IN SINTESI DEL VOLUME: Introduzione. – 1. Cenni storici. – 2. Inchiesta. – 3. Marker di lingua. – Allegato 1 (Domande del questionario). – Allegato 2 (Rappresentazione dei dati). – Riferimenti bibliografici.
LanguageItaliano
Release dateNov 5, 2014
ISBN9786050330519
L'arbëreshë di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Aspetti sociolinguistici

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    L'arbëreshë di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Aspetti sociolinguistici - Natascia De Padova

    Natascia De Padova

    L'arbëreshë di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). Aspetti sociolinguistici

    L'arbëreshë

    di San Marzano di San Giuseppe (Taranto). 

    Aspetti sociolinguistici

    Natascia De Padova

    Edizione novembre 2014

    ISBN 9786050330519

    Autopubblicato con Narcissus.me

    www.narcissus.me

    ___________________________________________________

    Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl

    ___________________________________________________

    UUID: 9786050330519

    This ebook was created with BackTypo (http://backtypo.com)

    by Simplicissimus Book Farm

    Copertina:

    Grafica e Design Giacomo Conserva 

    www.acm-print.it

    Consulenza informatica:

    Marco Longo

    Elettronica 2000 -

    via E. Toti Vaste di Poggiardo LE

    Alla mia famiglia.

    INTRODUZIONE

    Questo lavoro si propone di indagare alcuni aspetti dell’arbëreshë parlato a San Marzano di San Giuseppe (TA) con un duplice approccio: sociolinguistico ed esterno nel capitolo 2, più percezionistico e interno nel capitolo 3. Il motivo per cui ho deciso di svolgere questa inchiesta è da ricercarsi nelle radici della mia famiglia, in cui tutt’oggi si adopera l’arbëreshë.

    Le dinamiche che caratterizzano il periodo storico, le discussioni che ruotano intorno alla nascita dell’albanese d’Albania, ancora molto dibattuta, saranno al centro della trattazione del primo capitolo.

    Nel capitolo successivo viene presentata l’inchiesta svolta sul territorio tramite questionario auto-valutativo, teso ad indagare gli atteggiamenti degli abitanti di San Marzano nei confronti delle varietà linguistiche a loro disposizione. Attraverso il questionario si è cercato di comprendere fino a che punto sia ragionevolmente ipotizzabile un futuro per l’arbëreshë di San Marzano, a partire da questo sono stati elaborati diagrammi di rappresentazione dei dati ed è stata proposta un‟analisi delle risposte più significative.

    Nell’ultimo capitolo, invece, si affronta il problema dei marker linguistici maggiormente percepiti dai parlanti di albanese d‟Albania come tipici dell’arbëreshë di San Marzano. Si è dedicata attenzione anche al processo speculare, cioè ai marker linguistici di distanziazione maggiormente percepiti dai parlanti arbëreshë quando devono descrivere l’albanese d’Albania. Anche questo capitolo è rappresentativo di un’inchiesta condotta attraverso l’ausilio di un registratore; seguono cenni di grammatica albanese indispensabili per comprendere alcune differenze con l’arbëreshë. Vengono analizzati i marker e i livelli di organizzazione cui appartengono.

    CAPITOLO PRIMO

    CENNI STORICI

    1.1) L’arbëreshë in Italia

    In Italia vi sono 50 comuni (di cui 41 sedi comunali), posti in Piemonte (comunità di recente immigrazione a causa di esigenze lavorative), Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, all’interno dei quali una parte della popolazione utilizza una varietà italo-albanese denominata arbëreshë.

    In senso linguistico intendiamo con italo-albanese una forma di albanese influenzata in misura considerevole dall’italiano e dai suoi dialetti nel corso di una simbiosi ininterrotta di parecchi secoli(ÇABEJ 1976, p.7).

    Gli Italo-Albanesi parlano tutti tosco (Alb. Meridionale) e si denominano arbëreshë; lo stesso appellativo mostra l’appartenenza alla variante meridionale poiché il termine, se confrontato con l’equivalente ghego arbëneshë, mostra il rotacismo di -n- intervocalica in -r- (PELLEGRINI 1998, pp.18-19), tipico dei dialetti toschi.

    Gli Albanesi d’Albania, invece, dopo il XVIII sec. si identificano con il termine shqiptar. Vi sono due diverse scuole di pensiero riguardo alla spiegazione etimologica; la prima, poco accreditata, vede in questo termine la manifestazione dell’orgoglio dell’indipendenza, per cui, "shqipë"= aquila e il suffisso –tarë, danno vita a shqipëtarë= abitante della terra delle aquile (DE PADOVA, 1999 A, p.5). La seconda, che raccoglie più consensi, spiega come shqiptar derivi da shqip= chiaro, parlata chiara, parlata comprensiva passando poi al valore etnico (PELLEGRINI 1998, p. 22).

    La lingua arbëreshë è una varietà conservativa della lingua shqipë, cioè della lingua che oltre due milioni e mezzo di Albanesi parlano oggigiorno in Albania, in aree limitrofe e in molte altre terre d’emigrazione. A causa di questa conservatività Çabej sosteneva che un albanese d’Albania sentendo parlare un albanese d’Italia, avrebbe avuto la stessa impressione che un italiano di oggi avrebbe ascoltando la lingua dei tempi di Dante. (DE PADOVA, 1999A, p.5-6).

    Gli insediamenti, di questi popoli albanofoni passati nella penisola, si sono concentrati perlopiù nell’Italia centro-meridionale mentre le migrazioni verso l’Italia settentrionale sono servite, quasi sempre, non solo per cercare nuove possibilità lavorative, ma hanno anche favorito la riduzione della densità di tali popolazioni nelle colonie meridionali. L’esempio più eclatante di questa migrazione interna è, il caso del Piemonte in cui gli arbëreshë sono riusciti a produrre nuove sedi e nuovi nuclei. La comunità ha raggiunto, ad oggi, gli oltre 10.000 individui italo-albanesi, ha fondato un’Associazione culturale (dal nome "Jeta"= vita) ed ha ottenuto dal Comune di Torino una chiesa per esercitare il culto bizantino (TELMON 1992, p. 51).

    Una dettagliata mappatura delle colonie italo-albanesi viene fornita da Pellegrini in: Carta dei dialetti albanesi d’Italia (uscita nel Profilo dei dialetti italiani a cura di M. Cortellazzo, Pisa, Pacini, 1977). Nel volume di commento riporta l’elenco dei nomi italiani unitamente a quelli albanesi, indicazioni numeriche circa gli abitanti secondo il "XI Censimento generale

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