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Il fratello del figlio perduto
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Il fratello del figlio perduto

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È universalmente percepito che la gelosia tra fratelli è un sentimento tanto irrinunciabile quanto condizionante del loro rapporto. Nel primo capitolo l’autore riporta il proprio originale manifesto di intenti, come filosofia della vita e della relazione con l’altro, descrivendo la complessità del “sentire l’altro” nell’emozione empatica, quando essa è usata per dare voce “a chi non ne ha”. Il secondo capitolo propone, invece, sotto forma di racconto/intervista, un esempio di fulgida gelosia, ambivalente, con le sue due facce dell’odio e dell’amore, che mettono a nudo la genuina umanità degli attori, dipingendo di essa ogni sfumatura possibile. L’Autore prosegue nei capitoli successivi con un excursus sul conflitto e sulla sua corretta gestione, ricordando che la gelosia si manifesta spesso all’interno di un intreccio di relazioni che suscitano sempre e comunque grande stupore nell’osservatore, sia quando la relazione è fallace e distruttiva, per la sofferenza che procura alle persone esprimendosi nella prospettiva dell’odio, sia quando è empatica e costruttiva, per le incommensurabili risorse umane che genera e per la gioia che suscita esprimendosi nella prospettiva dell’amore.
LanguageItaliano
Release dateFeb 24, 2012
ISBN9788865370551
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    Il fratello del figlio perduto - Claudio Giuseppe Quaglia

    Claudio Giuseppe Quaglia, Il fratello del figlio perduto

    Copyright© 2012 Edizioni del Faro

    Gruppo Editoriale Tangram Srl

    Via Verdi, 9/A – 38122 Trento

    www.edizionidelfaro.it – info@edizionidelfaro.it

    Prima edizione: ottobre 2011 – UNI Service

    Seconda edizione: gennaio 2012 – Printed in Italy

    ISBN

    978-88-6537-054-4 (Print)

    978-88-6537-055-1 (EPUB)

    978-88-6537-056-8 (Kindle)

    In copertina: disegno infantile, Claudio Giuseppe Quaglia

    A tutti coloro

    che non possono parlare

    perché non c’è chi li ascolta

    perché non c’è chi li comprende

    Introduzione: Il conflitto è solo la punta dell’iceberg

    La gelosia tra fratelli rappresenta quel particolarissimo sentimento condizionante, ma al tempo stesso irrinunciabile, del loro rapporto, sotteso al conflitto che nasce dal naturale desiderio di accedere all’amore dei genitori con modalità preferenziali al fine di accaparrarsene quanto più è possibile.

    Propongo, sotto forma di racconto/intervista, uno spaccato della complessità che caratterizza la gelosia, con tutto il tormento che sottende a entrambe le valenze di un sentimento strattonato tra l’amore e l’odio, anche quando questo è vissuto all’interno dello spazio che dovrebbe essere il più protettivo del mondo in assoluto, ma che pur lo genera: il sistema famiglia.

    La verità è che nel mare magnum delle relazioni umane non si può navigare a vista, facendosi sballottare dalle onde senza governo, specie se i naviganti sono consapevoli del fatto che il conflitto sa nascondersi bene dietro ogni onda e che non sarà possibile evitarlo, qualora sia avvistato solo un attimo prima che li investa.

    Il conflitto è solo la punta di un doloroso iceberg.

    Capitolo Primo: Dare voce a chi non ne ha

    Voglio dare voce a chi non ne ha!

    Ci sono persone che per indole propria preferiscono tenere per sé i propri pensieri e le proprie convinzioni, le proprie sensazioni e le proprie emozioni, non amano parlare di sé per la timidezza o per la vergogna, per la paura di essere inadeguati a sostenere una corretta comunicazione o per il timore del giudizio che potrebbero ricevere dagli interlocutori, ma anche per non aprire conflitti che reputano inopportuni e per continuare a credere di stare in pace con se stessi e con il mondo intero.

    Autoingannandosi.

    Ma questo cosa vuol dire? Che esiste un mondo interiore inespresso e inesplorato, che crea un universo parallelo di persone che non partecipano a pieno titolo all’arricchimento esperienziale dell’umanità oppure che troppe persone vengono confinate dalla società civile in uno spazio discriminatorio da cui la voce non può uscire? O cos’altro può voler dire? Che esistono persone che si limitano a contribuire all’accrescimento della conta numerica degli individui che popolano la terra, senza partecipare fattivamente alla crescita culturale e spirituale dell’umanità oppure che ad esse, semplicemente, viene tolta la parola?

    Dubbi amletici.

    Ecco quindi che, per fugare i miei dubbi e i vostri dubbi, sotto le mentite spoglie di un’intervistatore, tanto apparentemente ingenuo quanto curioso, voglio dare voce a chi è stato relegato in una posizione di secondo piano, quella posizione di ruolo che nei film spetta alle comparse, che per contratto non possono parlare. Nei film le comparse servono a fare numero, spesso sono parti integranti della scenografia, è per questo che sono tante e spesso si muovono tutte insieme, più o meno coordinate, come le formiche che, dal canto loro, hanno quelle fondamentali e apprezzatissime caratteristiche di essere molto laboriose e soprattutto molto silenziose!

    Ma qui parliamo del film della vita.

    In esso le comparse, come le formiche, si somigliano tutte fra loro, come tante gocce d’acqua, ma solo apparentemente identiche e maledettamente inespressive! E voi, non avete mai sentito la voglia di intervistare almeno una delle comparse di questo mondo? Intendo un’intervista senza velleità particolari ossia un semplice colloquio per conoscere il suo punto di vista, anche se a volte proprio la semplice corretta comunicazione potrebbe assumere uno scopo ben più preciso: offrire alla comparsa una via d’uscita da quel set sul quale sta recitando una parte che, non solo non ha scelto di interpretare silenziosamente, ma che neppure le è mai piaciuta.

    Ebbene, aiutatemi ad intervistarle tutte!

    Potreste darmi una mano a raccogliere tutte le interviste di tutte le comparse di questo mondo o credete di non esserne capaci? Credete davvero che quest’impresa sia impossibile? Ed è proprio vero che non avete mai accarezzato l’idea, o meglio non avete mai avvertito il desiderio, di possedere il magico Anello di Re Salomone, che vi avrebbe consentito di comprendere il linguaggio di tutte le creature viventi, di tutte quelle che sappiamo bene non possono parlare, e che, grazie ai poteri dell’anello magico, potrebbero finalmente dialogare con voi ed esprimere i propri desideri più reconditi, i sentimenti mai esternati, gli affetti mai sollecitati, le intenzioni mai manifestate e i progetti mai avviati?

    Ma allora, cosa state aspettando? Indossate l’anello magico e disponetevi all’ascolto!

    La belva più feroce del mondo potrebbe raccontarvi gli struggenti episodi di amore per i propri cuccioli di cui è stata protagonista, ma che non ha mai confidato a nessuno perché doveva essere in linea con la sua cattiva reputazione immutabilmente stereotipata. L’animale più ritirato del mondo potrebbe raccontarvi di alcune idee che gli frullano in testa, idee di ampio respiro concepite per poter assicurare un futuro di certezze per sé e i suoi piccoli, e potrebbe descrivervi progetti pensati e sognati, ma mai realizzati solo perché la timidezza gli ha impedito di parlarne e di confrontarsi con chi era in ascolto oppure, più semplicemente, perché nessuno si è mai posto in suo ascolto.

    Ora, però, mettiamoci dalla loro parte.

    E ditemi se non avete, per caso, il desiderio di farvi piccini piccini, come i microbi, tanto da poter stare dentro una goccia d’acqua e guardare tutte le altre gocce e il resto del mondo dalla sua prospettiva interna. Se lo desiderate davvero, impegnatevi nel soddisfare questo vostro e mio desiderio, provate a guardare il mondo dalla prospettiva dello sguardo altrui, che vi condurrà a scoprire, finalmente, quanto può essere diversa ogni singola goccia d’acqua, come ogni singola formica, come ogni singola comparsa, come ogni singola persona di questo mondo. Ma per realizzare questo progetto occorrono tutte le interviste possibili, per cogliere tutte le verità possibili, prese da ogni prospettiva possibile, perché in carenza di esse non potremmo mai capire bene né come funziona il sistema né quale sia la verità più autentica.

    Per farlo dobbiamo cambiare prospettiva.

    Oh, se solo avessimo tutte le interviste possibili! Riusciremmo a scoprire quale immenso e variegato

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