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I Gemelli dell'Uomo di Dio
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Ebook108 pages1 hour

I Gemelli dell'Uomo di Dio

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Il testo richiama una visione extrasensoriale di uno spaziotempo altro, dove il “Sublime” che agisce nel nostro spazio, entra telepaticamente controllando i Simplicii (nella linguistica del nostro mondo “folli”), che usa come arma per diversificare la componente religiosa di cui è il capo. Nel nostro spaziotempo, egli ha al suo fianco, anche se lontano ma vicino con il pensiero, un “Gemello celeste”, anch’egli vampiro non solo mentale, che si avvale della cosiddetta controiniziazione.
L’avvento dei tempi in cui il tutto non sarà più in funzione della dicotomia bene-male è alla base della ricerca psichica degli Adepti da cui entrambi provengono. Quindi, la formula finale volutamente cattolica, prevede l’attesa per la maturazione della vera Sophia Mistica. Nella stesura, permane l’ambiguità dei Simplicii, con una diagnosi psichiatrica finale che può rivelarli semplicemente folli, in preda probabilmente, a un sogno assurdo.
LanguageItaliano
Release dateDec 1, 2013
ISBN9788862598934
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    I Gemelli dell'Uomo di Dio - Edward Kelley

    I GEMELLI DELL’UOMO DI DIO

    Edward Kelley

    EDIZIONI SIMPLE

    Via Weiden, 27

    62100, Macerata

    info@edizionisimple.it / www.edizionisimple.it

    ISBN edizione digitale: 978-88-6259-893-4

    ISBN edizione cartacea: 978-88-6259-847-7

    Stampato da: WWW.STAMPALIBRI.IT - Book on Demand

    Via Weiden, 27 - 62100 Macerata

    Tutti i diritti sui testi presentati sono e restano dell’autore.

    Ogni riproduzione anche parziale non preventivamente autorizzata costituisce violazione del diritto d’autore.

    Prima edizione cartacea novembre 2013

    Prima edizione digitale novembre 2013

    Copyright © Edward Kelley

    Diritti di traduzione, riproduzione e adattamento totale

    o parziale e con qualsiasi mezzo, riservati per tutti i paesi.

    Possiamo solo ricordare che la simbologia del settentrione si ritrova nel contemporaneo ambiente sufico-persiano, a indicare la notte di luce, polo cosmico sovrassensibile che trascende l’individualità terrestre e verso cui l’adepto si orienta per poter conoscere il proprio gemello celeste".

    (Tratto da: Il mistero dei Rosa+Croce di A. C. Ambesi Ed. Mediterranee).

    ALBERTO CESARE AMBESI

    Si ringrazia la consulente di lingue latina e greca Prof.ssa Maria Teresa Ricci.

    Il testo richiama una visione extrasensoriale di uno spaziotempo altro, dove il Sublime che agisce nel nostro spazio, entra telepaticamente controllando i Simplicii (nella linguistica del nostro mondo folli), che usa come arma per diversificare la componente religiosa di cui è il capo. Nel nostro spaziotempo, egli ha al suo fianco, anche se lontano ma vicino con il pensiero, un Gemello celeste, anch’egli vampiro non solo mentale, che si avvale della cosiddetta controiniziazione.

    L’avvento dei tempi in cui il tutto non sarà più in funzione della dicotomia bene-male è alla base della ricerca psichica degli Adepti da cui entrambi provengono.

    Quindi, la formula finale volutamente cattolica, prevede l’attesa per la maturazione della vera Sophia Mistica.

    Nella stesura, permane l’ambiguità dei Simplicii, con una diagnosi psichiatrica finale che può rivelarli semplicemente folli, in preda probabilmente, a un sogno assurdo.

    Indice

    Parte Prima: I Simplicii

    Gli Occhi (Controllo)

    Dialogo prima del limbo - Il gemello primo

    Colui che

    Il Preambolo

    Parte Seconda: Il Cybergemello (Gemello 2)

    Il Sangue di Gea (hieros gamous)

    Il Fattore Dimensione Limitata (le posizioni umane del tempo)

    Nutrimento

    Rapporto: ricordi da non dimenticare

    Ritorno al nutrimento

    Redde Rationem

    Ritorno

    Gli Inferi

    Qui ed Ora

    La Donna Scarlatta

    Epilogo (Sublime)

    Coloro che...

    PARTE PRIMA: I SIMPLICII

    Sto scivolando sulle scale. perché questa luce? sembra quasi finta. un fischio sottile mi ferisce la base del cranio. non so.... forse è una forma di tortura..... sono molto bravi. Conosco i loro trattamenti, tu cambi, impercettibilmente. Senza che niente si riesca a decifrare dai comportamenti..... qualcosa dentro il cranio, sotto la superficie del tuo corpo, ti sollecita a un infinito riposo. ... qualcosa ti entra dentro....un sottile serpente di languore che ti fa seguire le voci con un’ubriacatura di consenso.

    Ancora tre gradini e capirò. il mio fratello mancato. strappato da me. stanno forse verificando la sua arrendevolezza. sento fitte dalla parte sinistra. la parte di cuore che mi è stata affidata.

    In realtà non abbiamo nulla di decisamente nostro. Ogni cosa appartiene al presidio del controllo. Solo il Sublime, nell’altra realtà, ha la capacità di penetrarlo.

    Ancora una parte della scala. I miei sensi sono allo spasimo. Il maestro mi è vicino, ma la mia mente non riesce a incontrarlo. Poi, di colpo qualcosa irrompe nella mia tempia destra, curvo sul mancorrente della scala, marionetta che brancola.

    "Io sono. In te. Ora e per tutti i secoli che vorranno importi. Solo con la forza della mia mente riuscirai a rivivere. Farò di tutto affinchè mi riconosciate. Il Profeta che sto impersonando non basta più. Niente è più simile al Dio che interpreto come la luce assoluta. Guardami: nel cammino della tua anima mi vedrai come un simulacro prodotto dalle loro olografie. Ma dentro esisto io soltanto e nelle stanze della memoria universale io rappresento la pietra e il silenzio. La Liturgia e la Gnosi. L’alto e il basso.

    Non c’è distinzione. Continua a desiderare il sangue altrui. Ne avrai quanto ne vorrai. E ricorda: nessuno di voi resterà mai solo...."

    Ancora..... I rintocchi della sua voce ricadono dal soffitto a volte oltre la cortina sulfurea di infinite presenze che non riesco a leggere. Sono stanco. Sono un morto sfiorato dall’eterno. Ormai ho raggiunto una fase, un primo...tocco. Scendo ancora. Il giardino mi appare come una soffice nube perduta, lontana, che sono costretto a tentare di raggiungere.

    Stasera ti rifocillerai col sangue. Dovrai affrontare tempi di estrema attesa e di estremo silenzio. I miei veri complici sono le vostre coscienze. Non cercare di distoglierti dalla mia mente. So che il mio mondo è altrove, come quello dell’eone che rappresento. Ormai tutto è in me. Deriva dalle tradizioni primigenie che mi hanno forgiato. Non tentare di raggiungermi per ora. Io aprirò la possibilità di rispondermi quando sarò riuscito a distruggere il Controllo. Non capiscono neanche lontanamente con chi hanno a che fare.....

    Mi stendo sul gradino. Quando ho avuto l’ultima di me come bambino ermafrodita? Il Sublime è doppio, non uguale, ma come quella visione. Sono succhiato, eroso dalle immagini deformate che riecheggiano dentro il ricordo della ‘Mater’ che sta probabilmente crepando di dolore......nelle ondate echeggianti del richiamo galattico che si espande dalla sua mente.

    Perdonami. Mi stanno addosso. Ho necessità di bere. Alla fonte della vita. Una qualunque. Ti prego. Dammi la forza di raggiungere il giardino. È pericoloso creare sacche di spaziomorto nella loro onda di controllo. Fammi raggiungere le creature. Tu hai il dono dell’infinito. Noi....quelli come me debbono solo esserti utili....

    Il tono latteo della luce si sta diradando. Poi, sento il calore di un nuovo ingresso in me, una frustata di energia che mi aiuta ad alzarmi. A proseguire. Le orecchie tornano vigili. Il turbinio cessa.

    La corrente di controllo riprende. Alzo la testa, guardando il sole immaginario degli schiavi che debbo raggiungere. Mi avvicino ai cespugli. Ora so di appartenerti. Ne sono perlomeno consapevole.

    Sento che qualcosa intorno alla mia figura, lo stesso tenue alone che circonda il Maestro (talmente sottile da non sembrare espresso) mi sta salvando dal loro scrutare... Mi tiro su, raggomitolando il corpo quasi etereo. Ancora gradini...sempre gradini...per ascendere o per discendere....in fondo, ormai strappati alla prima atmosfera color lanugine, i cespugli del giardino, i viali diseguali pieni di figure, fiori rossi cadenti da grappoli penduli, un pallido lilla e un azzurro falsato dai confetti assurdi dei ciliegi....ma sono ciliegi? Il sole è troppo vago per apparire naturale...avrei preferito un cielo di cartone, con ridicole fiamme per gli ossessi....

    Per terra, non c’è ghiaia. Hanno paura che diventi un’arma da bersaglio? Solo un tratto asfaltato con elementi di cartongesso forse....innocui e molto leggeri. Sento vibrare i cursori di controllo sotto i miei passi.

    Dove sarà la donna? Nel sotterraneo, magari, ridotta a un ammasso di carne sformata, sanguinolenta.

    Intorno, è tutto troppo colorato per fermarci lo sguardo. Non riesco a bloccare la retina sotto l’influsso di una luce che non

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