L'Ombra della Sera
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Book preview
L'Ombra della Sera - Marco Azzolini
Beckett)
Prologo
L’ambientazione di questo romanzo è la stessa del precedente, come del resto anche qualcuno dei personaggi. Siamo nel 2052 in uno degli stati dell’Unione Mediterranea, la nuova realtà socio-politica che ha raccolto i paesi nordafricani e dell’Europa meridionale dopo la dissoluzione dell’Europa Unita. I dissapori fra paesi imputabili a mai sopiti spiriti nazionalisti e xenofobi furono alla base dei contrasti che portarono alla fine del sogno europeo.
Contemporaneamente i paesi dell’area nordafricana ritrovarono, con i moti iniziati nel 2011, indipendenza dalla tirannia dei vari dittatori locali e si riappropriarono delle ricchezze naturali che vennero gestite in un ottica di sviluppo economico solidale. Di conseguenza e con rapidità questo permise l’aumento del livello di ricchezza e del tenore di vita della popolazione. Come diretta conseguenza lo sviluppo fu repentino e vivace anche nella gestione dell’imponente patrimonio artistico di quei paesi, arrivando a livelli ottimali paragonabili a quelli dei paesi che si affacciano sull’altra sponda del Mediterraneo. Nacque così l’Unione Mediterranea, come unione fra paesi sovrani se pur uniti senza manifestazioni di intemperanze per differenze razziali e religiose. L’Islam assunse per i più la caratteristica di religione tollerante e non totalitaria incontrandosi con le altre dottrine e rifuggendo qualsiasi tentazione egemonica. Il problema dell’eterno conflitto fra Israele e Palestina si risolse facilmente, in questa nuova realtà, con la divisione in due stati collaborativi e di pari dignità. Nel pieno della dissoluzione dell’Europa Unita arrivò anche la secessione della Padania dal resto d ‘Italia voluta dall’allora partito predominante nel nord.
A causa del progressivo indebolimento della locomotiva trainante l’economia dell’Europa continentale, la Germania e del progressivo trasferimento nei paesi mediterranei della maggior parte delle attività industriali il tenore di vita dei cittadini dell’Europa continentale andò progressivamente deteriorandosi fino ad arrivare a livelli impensabili un tempo. La catastrofe ecologica causata dalla esplosione di una centrale nucleare in Svizzera dette il colpo di grazie alla già traballante economia dell’Europa continentale. Così, nei paesi un tempo più ricchi, l’inflazione galoppante e lo sviluppo negativo creò sacche di povertà assoluta e disagio sociale. In questo quadro, nel precedente Moebius 2051
si svolgevano le avventure di Jamil, professore di Storia al liceo di Perugia, e dei suoi alunni, alle prese con il furto di una componente industriale sperimentale che avrebbe causato non pochi problemi.
Pioggia
Hito amava la pioggia, d’estate era delicata e dolce sulla pelle, una carezza umida e calda che infondeva vigore e serenità. Anche d’inverno, con il freddo, quando sferzava l’asfalto dei lunghi viali di Beijing, era piacevolmente pulita e tutto diventava migliore.
Jamil odiava la pioggia, alle prime gocce cercava un rifugio e aspettava, aspettava fino a che era possibile, poi , se non c’era più speranza che smettesse, camminava rasente ai muri delle vie di Perugia saltando le pozze che si formavano nei marciapiedi con una smorfia di disgusto disegnata in volto.
John non amava e non odiava la pioggia, a Seattle pioveva sempre, e quando non pioveva nevicava fitto. Era impossibile amare o odiare la pioggia, faceva parte della vita quotidiana in qualsiasi stagione ed i cambiamenti riguardavano solamente l’intensità con cui l’acqua bagnava tutto e tutti.
Hito
Quel giorno a Beijing pioveva ma Hito non aveva la voglia di apprezzare questo, si stava dirigendo verso il suo laboratorio all’Università e quello che aveva visto la sera prima lo inquietava non poco. Era stato rinchiuso, senza mettere il naso fuori, fino a dopo mezzanotte, ad un certo punto un dolore allo stomaco gli aveva ricordato che non mangiava da quasi dieci ore, allora, sfinito e angosciato, era tornato a casa dove, dopo aver bevuto solo un po’ di latte caldo, si era buttato sul letto vestito addormentandosi immediatamente.
La mattina dopo si era alzato di buon ora, l’ottimismo aveva preso il posto della disperazione del giorno prima, dopo una ricca colazione uscì di casa e si diresse di nuovo verso l’edificio imponente della facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Beijing, dove era situato il laboratorio nel quale Hito trascorreva da più di dieci anni la maggior parte del suo tempo. Arrivato al suo tavolo di lavoro iniziò a sfogliare velocemente le numerose e-mail non lette e la sua attenzione si risolse subito su una in particolare che gli arrivava dal professor Gherardo Gherardi della Scuola Normale Superiore di Pisa: "Mio caro amico Hito – diceva –
ho confrontato i campioni che mi hai inviato e li ho trovati del tutto identici a quelli che stiamo studiando qui, anche una verifica sul Dna ha dato lo stesso risultato". Comprenderai come questo mi ha profondamente stupito.
Ma non è nostro compito farsi prendere dalle emozioni, noi, se Allah vorrà, dobbiamo solo cercare una spiegazione razionale a quello che sta succedendo che ci permetta di evitare la catastrofe."
Hito rimase con gli occhi fissi sul monitor rileggendo più volte la mail, non era possibile, più cercava una soluzione logica più questa si allontanava! Non c’era tempo da perdere, doveva partire subito per l’Italia per vedere i campioni di Gherardo e con lui verificare tutte le ipotesi possibili fino alla soluzione. La sua origine giapponese prevaleva in questi casi su ogni altra considerazione.
Scienziato di fama mondiale, Hito lavorava in Cina da diversi anni a causa del declino nel campo della ricerca del suo paese e del contemporaneo sviluppo delle potenzialità cinesi dovute principalmente alla quantità enorme di fondi destinati da quel paese allo studio. Si trovava molto bene all’Università e anche i rapporti con i colleghi cinesi erano ottimi, ma quel poco di burocrazia che rimaneva, d’altra parte comprensibile visto l’enorme numero delle università, degli insegnanti e degli studenti attualmente in Cina, lo faceva irritare. Per questo decise di non comunicare a nessuno, se non alla sua segretaria, l’intenzione di partire e di dirigersi subito verso l’aeroporto passando solo prima da casa per preparare un minimo di bagaglio.
Jamil
A Perugia, quel giorno, il sole splendeva ed il cielo aveva quel colore azzurro pallido tipico della stagione estiva.
Jamil aveva deciso di andare a lavoro un po’ prima per finire di preparare le lezioni che doveva tenere ai suoi allievi del liceo dall’indomani, quando sarebbero partiti per un soggiorno di studio in Toscana e Lazio per visitare i siti archeologici etruschi di maggior pregio. Finalmente sia Francesca che Luca si stavano dimenticando della brutta avventura avuta la primavera passata, Luca non si svegliava più nel cuore della notte assalito dagli incubi, e Francesca sembrava di nuovo serena e completamente presa dal suo lavoro al centro di accoglienza per stranieri di Perugia.
Ormai lo strano susseguirsi di eventi che avevano portato Jamil e la sua famiglia a percorrere mezza Europa con il bagagliaio pieno di preziosi prototipi di celle di Moebius
rincorsi da un pericoloso criminale, erano dimenticati e la vita, nella provincia umbra, aveva ripreso a scorrere lenta. La lezione che doveva completare riguardava il sito archeologico che Jamil considerava di maggior valore, la necropoli di Vetulonia, con le nuove tombe scoperte di recente ricche di affreschi. Oltre a questo aveva da poco saputo da un suo vecchio amico, ora sovraintendente agli scavi, che il giorno della loro visita sarebbe stata aperta una tomba ritrovata ultimamente. O’Neil, questo era il nome del suo amico, gli aveva anche detto che aspettava l’arrivo di un esperto dagli Stati Uniti per procedere all’apertura dell’ultimo diaframma.
Chissà se i suoi allievi avrebbero apprezzato l’emozione di essere fra i primi a vedere un opera di migliaia di anni prima riportata alla luce, certo in classe erano tutti elettrizzati e anche Hans, solitamente schivo, partecipava con costanza alla programmazione del viaggio. Dopo quanto successo in primavera il ragazzo era molto cambiato ed anche i compagni ora la consideravano uno di loro, compresi anche Claude e Francesco che, subita la dura punizione per quanto accaduto, sembravano trasformati, più consapevoli e meno facili agli entusiasmi momentanei. La giornata trascorse nella leggera euforia della partenza prossima, infine Jamil arrivò a casa e iniziò a preparare le valige per la mattina dopo.
John
John era chiuso da dodici ore nel suo ufficio nel museo di arte antica di Seattle, non aveva degnato nemmeno di uno sguardo la finestra e non sapeva se fuori pioveva o no.
Aveva deciso di completare la sua relazione sui reperti trovati negli ultimi giorni e sulla interpretazione degli scritti. Era uno dei massimi esperti sulle lingue parlate secoli fa nel bacino del Mediterraneo e la sua collaborazione era spesso richiesta per la traduzione di antichi manoscritti e tavole. Oltre a questo aveva collaborato all’ideazione di una sonda per il controllo dall’esterno di siti archeologici in modo da permettere l’apertura senza rischio di causare danni, di tombe e altre costruzione chiuse da millenni., e proprio per questo era il più esperto nell’uso della sonda ora usata nei più importanti scavi archeologici. Il museo era nato per raccogliere preziosi reperti di una collezione privata che un magnate dell’industria elettronica aveva lasciato alla città alla sua morte, da questo il suo nome: Museo di Arte Antica Bill Gates
.
John lavorava con piacere in quell’ambiente che trovava stimolante e ricco di interessanti prospettiva grazie alle collaborazione con innumerevoli centri di ricerca e musei dei paesi mediterranei. L’ultima collaborazione intrapresa era con la Sovraintendenza alle necropoli etrusche dell’Italia Centrale che lo portava spesso in Toscana ed in Lazio per l’esame e la catalogazione di interessantissimi reperti storici. Proprio per il giorno dopo era stato prenotato per lui un posto nel volo diretto per l’Italia dove, ad attenderlo, era un ritrovamento di incredibile importanza. In un sito che si pensava già da tempo completamente portato alla luce, erano di recente state scoperte un’incredibile serie di tombe etrusche di pregevole fattura e contenenti preziosi oggetti e iscrizioni.
Una di quelle