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Piccola Eccezione
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Piccola Eccezione

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About this ebook

La vita a volte ti mette davanti a scelte complicate, a situazioni altrettanto difficili e, questo, Sammy lo sa bene perché ha vissuto momenti non facili. Proprio a causa di uno di questi Sammy decide di andarsene dal luogo in cui è cresciuta lasciando i fratelli, gli amici e la sua vita così azzardata per poter ricominciare da capo. Cambia città, Stato, e insieme a Vicky, l'inseparabile cugina, inizia a percorrere la strada per un futuro tutto da scoprire. Inizia il college, comincia a frequentare degli amici e tra questi c'è Chris, il ragazzo più richiesto dell'università. Il loro rapporto nascerà tra litigi, ripicche e discussioni. Avvicinandosi e allontanandosi allo stesso tempo, senza mai smettere di cercarsi. Sammy, però, deve ancora fare i conti con il passato che la sta cercando...
LanguageItaliano
Release dateJul 9, 2015
ISBN9786051768236
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    Piccola Eccezione - Francesca Busato

    PICCOLA ECCEZIONE

    Francesca Busato

    1

    Allora ascoltate bene tutti, urlò il responsabile delle matricole, dovete dividervi in base al colore del cartellino che vi è stato consegnato all’ingresso!

    Vicky ed io avevamo due colori diversi, lei rosa e io nero. Vicky ci ritroviamo qui quando finiamo il giro?

    Certo! disse incamminandosi vero il suo gruppo che procedeva molto velocemente. Ah Sam se arrivi prima tu cerca Ben, mi raccomando! se ne andò facendomi l’occhiolino.

    Mi guardai intorno e mi accorsi che anche il mio gruppo se ne stava andando, mi misi a correre per raggiungerlo. Le ultime due ragazze della fila si girarono e si presentarono.

    Ciao, io sono Helen e lei è Betty… indicò la ragazza bionda in parte a lei.

    Ciao, piacere io sono Sammy! cominciammo a parlare delle nostre aspettative verso i primi giorni, i rispettivi corsi che frequentavamo e dei professori.

    Fai il corso di psicologia con il professor Franklin? mi chiese Helen sorpresa.

    Si, esatto! Ho sentito dire che sia uno dei più bravi in quella materia…

    Si, ma anche uno dei più bastardi! L’anno scorso mia sorella ha frequentato il suo corso. Pochi studenti riescono a tenergli testa, uno di questi è Scott! sorrise maliziosamente.

    E chi sarebbe? la mia domanda sembrò indignarle visto il modo con cui mi guardarono.

    Non sai chi è? chiese sbalordita Betty.

    No, non sono del posto.

    Per quello non lo conosci cara, aspetta di vederlo e poi ci dirai… e abbozzò un sorriso malizioso nei confronti dell’amica. A lui nessuna su cui posa gli occhi sa dire di no…

    …Sempre se non sono loro a saltargli addosso! continuò Betty Vero Helen?! e dal sorriso dell’amica capii come erano andate le cose per lei.

    Non vedo l’ora che mi richiami! disse in tono speranzoso.

    Per il resto del tempo parlarono loro, io cercavo di partecipare annuendo e rimanendo sbalordita dai pettegolezzi che mi raccontavano. Mi ero trasferita con Vicky per cambiare aria e vita, per non dover più avere a che fare con il mio passato e per non dover dare spiegazioni a nessuno, in una città in cui nessuno mi conosceva, e cosa faccio per prima cosa? Amicizia con due ragazze che sembrano appena uscite dalla gazzetta ufficiale degli scoop.

    Alla fine del giro ci riportarono nel cortile centrale del campus, salutai le mie nuove amiche scambiandoci i rispettivi numeri e, quando dissi che avrei alloggiato fuori dal campus, mi fecero promettere di bere un caffè insieme nei prossimi giorni.

    Mi guardai intorno cercando tra i vari volti se vedevo Vicky o Ben da qualche parte, ma con la marea di ragazzi e ragazze che giravano era impossibile. Cominciai a camminare verso il chiosco dove servivano da bere.

    Cosa posso servirti?

    Un caffè, grazie!

    Subito! mi sorrise gentilmente, prese i soldi e si girò per andare verso la macchina del caffè.

    Dalla folla che c’era immaginai che quel subito non era del tutto giusto, ma non importava. Aspettai circa una decina di minuti buoni giocherellando con delle bustine di zucchero, quando vidi il ragazzo che tornava con il mio bicchiere.

    Scusa se ti ho fatto aspettare ma oggi va così!

    Mi girai per controllare nuovamente se vedevo qualcuno ma niente, mi voltai per prendere il bicchiere e non c’era più.

    Ma cosa… non feci in tempo a finire la frase che mi accorsi che un ragazzo dagli occhi verdi e i capelli color corvino, mi guardava bevendo, e lo stava facendo dal mio bicchiere. Ehi quello era il mio bicchiere!

    Si, lo so! esclamò con un ghigno divertito.

    Me lo vieni pure a dire? Ho aspettato dieci minuti per quel caffè! osservai accigliata.

    Ed è davvero buono, ho fatto bene a non aspettare il mio turno! sorrise.

    Cosa che invece dovrò rifare io! Grazie! dissi seccata cercando di attirare di nuovo l’attenzione del cameriere, ma ormai erano tornati quasi tutti dall’orientamento e si stavano catapultando qui.

    Non sei di qui matricola vero? chiese uno dei suoi amici.

    No infatti, perché?

    Perché di solito le ragazze di qui non parlano così al Signor Scott…

    Ragazzi dai.. c’è tempo! disse ridendo .

    Uuu Scott le ha già messo gli occhi addosso!

    Al suono di quel nome mi tornarono in mente le parole di Betty ed Helen. Tu sei Scott?

    Allora mi conosci! esclamò soddisfatto con la risata degli amici che faceva di sottofondo.

    Si, mi hanno parlato di te ma se fossi al tuo posto non ne andrei soddisfatto! ribattei senza pensarci.

    Scrollò le spalle facendo una smorfia, fece un segno al ragazzo del chiosco. Un caffè Mike!

    Nonostante la coda fosse il doppio di prima non appena Scott ordinò il ragazzo tornò subito con l’ordine. Pagò e mi passo il bicchiere fumante. Tieni, goditelo nuova arrivata! fece un segno ai suoi amici e si incamminò verso l’uscita.

    Rimasi lì, con il bicchiere in mano ancora sorpresa della velocità con cui servì Scott. Capii subito che lui sapeva fin dall’inizio di non dover fare nessuna coda, sapeva che sarebbe stato servito prima degli altri e questo mi irritò ancora di più del suo comportamento. Lo guardai camminare. Aveva un portamento così sexy ma ero sicura lo sapesse. Sicuramente era consapevole della sua bellezza. Quando arrivò all’arco che separava il giardino interno da quello esterno si girò, mi guardò con i suoi intensi occhi verdi sorridendomi e se ne andò.

    Lo presi come un saluto del tipo tanto non ci vedremo più, ed effettivamente le possibilità che potessi rivederlo con tutti quei ragazzi erano veramente poche. Pensandoci su, da un lato era un peccato perché era davvero bello, ma dall’altro era meglio così considerata la reputazione che aveva.

    In quel momento arrivò Vicky che mi cinse le spalle,in parte a lei c’era Ben.

    Sam come è andata? chiese sorridendomi.

    A me è piaciuta un sacco! intervenne Vicky entusiasta, Credo che abbiamo fatto bene a prenderci un anno prima di iscriverci, così con la mente lontana dalle superiori possiamo vivercela meglio!

    Ben ed io ci guardammo imbarazzati consapevoli del vero motivo del nostro anno sabbatico. Lei fece finta di non notarlo. Conosciuto qualcuno di interessante? chiese maliziosa.

    Pensai bene di evitare di parlare del ragazzo più famoso del campus. No, direi nessuno, tranne due ragazze con cui dovrei prendere un caffè in questi giorni, te le presenterò!

    Ragazze vi lascio un attimo che vado ad ordinare da bere, cosa volete? io agitai il bicchiere che avevo in mano per dire che ero a posto. ok, tu Vicky? Va bene un bibita qualsiasi? lei scrollò le spalle annuendo.

    Lasciai che Ben si distanziasse abbastanza perché non ci sentisse. Allora ci sono novità?

    Magari… sospirò.

    Vicky, ormai vi conoscete da mesi, siete già usciti insieme e conosci anche i suoi amici..anzi, mi corressi. sei riuscita a entrare in sintonia anche con il suo migliore amico che da come ne parla sembra un tipo difficile! sospirò ancora con aria dubbiosa. Stai tranquilla, vedrai che sarà solo questione di tempo.

    Per fortuna sono venuta qui l’anno scorso a vedere il campus, disse contenta Altrimenti non l’avrei mai conosciuto!

    Sorrisi nel vederla così felice, l’attirai verso di me e l’abbracciai. Sono contenta di vederti così. Ti voglio bene cugina!

    Anche io tesoro… non sono felice solo per Ben ma anche di averti qui con me, sorrisi. Ti tengo d’occhio! aggiunse.

    Come se non lo facessi già. esclamai ridendo.

    E poi posso sempre trovare qualcuno da presentarti!

    Scrollai le spalle. Non ha importanza, sto bene così, fece un smorfia poco convinta.

    Ragazze! ci girammo e c’era Ben che ci chiamava per raggiungerlo. Scusate, voglio presentarvi alcuni miei amici…Mike, riconobbi il ragazzo del chiosco. Pablo e Vincent. Tu Vicky già li conosci. Lei si avvicinò e li salutò baciandoli sulla guancia. Ragazzi, invece, lei è Sam. Frequenterà i corsi con Vicky.

    Sei la ragazza del caffè , osservò Mike avvicinandosi verso di me mentre gli altri stavano decidendo per un eventuale serata in compagnia.

    Con tutti i ragazzi che saranno passati ti ricordi di me? domandai sorpresa.

    Si, vedi, la maggior parte di quelli che passano per qui sono della zona e bene o male li conosco tutti… ma tu mi sei rimasta impressa perché ti guardavi attorno spaesata.

    Quindi dici che si capisce da distante che sono una forestiera? chiesi ridendo.

    Mmm si… ammise. Ma non vuol dire che sia un difetto, anzi… ammiccò sorridendo.

    Ricambiai il sorriso un po’ imbarazzata. Mi guardai attorno e notai che il giardino si stava svuotando, molti erano seduti ai tavoli parlando del loro piano di studio e altri se ne stavano semplicemente andando. Così…sei anche tu al terzo anno come Ben?

    Esatto, se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere, disse. Se vuoi puoi considerarmi ufficialmente il primo amico del college! esclamò sogghignando.

    Risi annuendo. Grazie!

    Ragazze, cosa dite se vi accompagno a casa?

    Non alloggiate qui al campus? domandò Vincent.

    No, hanno deciso di prendere un appartamento , rispose Ben, in teoria dovrebbe essere libero da adesso, osservò.

    La decisione di non abitare qui al campus era stata presa di comune accordo, volevamo poter essere indipendenti da tutti i punti di vista e poi a Vicky non andava di dover condividere il bagno con tante altre ragazze. All’inizio dell’estate Ben ci propose di andare da lui, dicendo che il suo coinquilino non avrebbe fatto storie considerato che avevano una stanza in più. Optammo, comunque, per un appartamento nostro. Nonostante, secondo Ben, non si trovi in una zona che si può considerare tranquilla ed è non poco distante dalla State University.

    Certo, andiamo, rispose Vicky entusiasta. Perché non fai vedere a Sam la tua casa? si girò verso di me Devi assolutamente vederla, è bellissima! mi fece l’occhiolino e capii al volo che stava cercando una maniera per passare più tempo con lui.

    Perché no, tanto abbiamo ancora tempo! annuii sorridendo, salutammo tutti e ci incamminammo verso il parcheggio.

    La casa si trovava a pochi minuti dal campus, nella prima periferia. Ben raccontò che apparteneva ai nonni del suo coinquilino. Loro non la usavano più da anni, era stata la loro prima casa, e avevano piacere venisse usata dal nipote e da lui. Era situata su due piani. Quando entrai fui sorpresa dell’ordine con cui venivano tenute le stanze.

    Accidenti che ordine! dissi ridendo. Nemmeno io saprei fare di meglio, anzi…

    Infatti tu non sei ordinata! Direi pure l’esatto opposto! sentenziò Vicky con una smorfia.

    Ben rise. Si, mia mamma è sempre stata molto severa per quanto riguarda l’ordine in casa. Ti ho detto che fa la governante. Alzò le braccia indicando la casa in generale. Quindi non sarei mai potuto essere disordinato!

    E il tuo coinquilino? domandai curiosa.

    Mamma fa la governante proprio nella casa della sua famiglia, diciamo che ha insegnato anche a lui l’ordine, continuò Ben portandoci in cucina. Lui era felice di poter venire qui ad abitare, vedi è molto legato ai nonni per questo rispetta molto la casa, non ha cambiato niente!

    Si, è vero, aggiunse Vicky Fuori ci sono ancora le altalene con cui giocava il padre.

    Ci fece fare un giro veloce della casa. In soggiorno c’erano ancora alcune foto dei nonni di quando erano giovani, del giorno del matrimonio e tante altre con il figlio. Al piano di sopra c’erano tre stanze più o meno della stessa grandezza .

    Avete la palestra in casa, feci notare.

    Si, a Chris piace tenersi in forma… ne approfitto anche io perché giochiamo nella squadra di football, sorrise.

    Anche noi quando possiamo facciamo un po’ di palestra, dovremmo trovarne una dove iscriverci Sam.

    Potete venire qui se volete!azzardò Ben.

    Sarebbe fantastico ma, come hai detto tu ieri il nostro appartamento è praticamente dall’altra parte della città… disse con una smorfia dispiaciuta Dovremmo correre troppo!

    Poi, considera che io vorrei trovare un lavoro per riuscire a mantenermi…

    Sam, lo sai perfettamente che questo non è un problema. Ci pensano i miei, disse con una smorfia di disapprovazione ma io feci il mio solito no con la testa. Mamma mia quanto sei cocciuta cugina! poi si girò verso Ben Sembra Chris al femminile!

    Hai ragione Vic! rise.

    Quando torna? Così glielo presentiamo!

    Credo che sia qui la prossima settimana, continuò accompagnandoci al piano terra Chris la prima settimana la salta, non gli piace vedere il via vai di matricole. Preferisce tornare quando la situazione è più tranquilla!

    Salimmo in macchina e ci accompagnò fino a destinazione. Gli avevamo riempito la macchina di bagagli. Durante il tragitto Vicky e Ben ragionavano sulla possibilità di affittare una macchina per potersi muovere più velocemente, nonostante a lei non dispiacesse averlo come autista. Rimasi in silenzio, senza intromettermi nei loro ragionamenti. Mi piaceva sentirli parlare tra di loro. Entrambi tanto timidi da non fare nessuno dei due il passo decisivo.

    Con un po' di fatica Ben riuscì a portare le valige fino all'ingresso del palazzo. Suonammo una volta ma non si presentò nessuno. Due volte e niente.

    Ma non funziona? chiese irritata Vicky.

    Provo un'altra volta, altrimenti chiamiamo il numero che ci hanno dato in caso di bisogno, suonai per la terza volta ma ancora non si presentò nessuno. Vicky cominciò a camminare nervosamente avanti e indietro mentre telefonava all'affittuario. Ben ed io ci guardammo decisi a non dire niente per evitare di innervosirla di più.

    Proprio finché si lamentava che continuava a squillare senza avere però risposta, la porta si aprì di scatto alle nostre spalle.

    Davanti a noi si presentò un uomo di circa cinquant'anni alto almeno due metri, la cosa che notai subito fu il tovagliolo che aveva appeso alla camicia a mò di bavaglino. Chi siete? chiese scocciato per essere stato disturbato durante la cena.

    Ehm...siamo le due ragazze che hanno affittato l'appartamento, abbiamo pagato il primo mese. indicai Vicky con me Siamo le Coop! Vicky sorrise annuendo un po' impaurita per il gigante che avevamo di fronte.

    Cosa ci fate qui?

    Ci avevate detto che l'appartamento era libero da questo pomeriggio, l'uomo ci guardò un po' confuso ora magari è un po' tardi lo so, ma abbiamo fatto un giro per conoscere la città.

    Sul suo volto si creò una smorfia di rammarico. Pensavo che mia moglie vi avesse chiamate, disse scocciato. Chissà dove ha la testa quella donna

    Perché doveva chiamarle? Era stato già tutto accordato si intromise Ben dubbioso.

    Mia moglie avrebbe dovuto chiamare per dire che gli inquilini che dovevano lasciare libero l'appartamento hanno avuto dei problemi e prima di due giorni non se ne possono andare.

    Scusi e loro cosa fanno? era chiaro dal tono di voce che Ben fosse arrabbiato.

    Mi dispiace, davvero, disse l'uomo, abitano qui da più di dieci anni, non ce la siamo sentiti di negare loro un aiuto, sembrava davvero dispiaciuto. Vicky si appoggiò con la schiena al muro senza parole, appena vidi che Ben stava aprendo bocca per replicare gli feci segno con la mano di lasciare stare.

    Non si preoccupi Signor Tame, troveremo una sistemazione per stanotte... dissi stringendogli la mano solo per stanotte giusto? mi accertai.

    Si, si signorina Coop...domani sera avrete l'appartamento libero, salutò con una stretta di mano Ben e Vicky e chiuse la porta.

    E adesso cosa facciamo? Dormiamo per strada. Non abbiamo abbastanza soldi per andare in albergo, disse Vicky che dopo la vista dell'uomo non aveva più aperto bocca. Ora invece parlava a raffica. Ma io mi chiedo come si faccia a non avvisare? Voglio dire sua moglie non ha chiamato, ma non le è passato per la testa che c'erano due ragazze di vent'anni che si ritrovavano così... indicò la strada arrabbiata.

    Dai, dolcezza stai tranquilla. cercò di calmarla Ben. Al suono di quelle parole lo sguardo di Vicky si addolcì. Venite da me per stanotte.

    Vedi cugina? Abbiamo già trovato una soluzione! dissi con un gesto di vittoria.

    Avevo deciso che ogni piccolo o grande ostacolo a cui mi sarei trovata davanti, d’ora in poi, lo avrei affrontato sempre con ottimismo. Basta farsi sopraffare dalle emozioni, dalle paure. La mia nuova vita.

    2

    Cosa ti porto finché aspetti gli hamburger?

    Tornati a casa di Ben mi offrii di andare a prendere qualcosa da mangiare, e con la scusa di una camminata solitaria riuscii a lasciarli da soli. Un succo di frutta, grazie

    Gusto?

    Faccia lei, mi fido! sorrisi.

    Facciamo albicocca allora! disse estraendo una bottiglietta dal frigo sotto al bancone. Allora…che si dice tra i giovani? chiese curioso porgendomi il bicchiere.

    Quando lo scoprirò glielo farò sapere! feci una smorfia.

    Guardandomi in giro per osservare il locale vidi che appeso c’era un cartello per un offerta di lavoro. Scusi, ma è lei che cerca aiuto qui?

    Si, esatto. Conosci qualcuno interessato?

    Io! dissi decisa.

    Sorrise. Mi squadrò meglio. Guarda è la tua serata fortunata, mi trovi di buon umore, scherzò. Sei assunta, senza nessuna prova! Vado sulla fiducia!

    Risi. Davvero?

    Mi porse la sua mano. Piacere Jack.

    Sammy.

    Sentii dei passi avvicinarsi verso di me, mi girai e mi ritrovai di fianco Scott. Bene, bene Jack vedo che stai facendo affari, osservò.

    Si, hai di fronte la nuova barista. Cerca di trattarla bene, mi raccomando, strizzò l’occhio. Mi sta simpatica.

    Cercherò! esclamò Scott malizioso mentre mi osservava bere il succo.

    Ragazzina, ci vediamo fra due giorni qui, disse andando verso due nuovi clienti. Alle due del pomeriggio, sii puntuale! poi si girò per prendere l’ordinazione.

    Rimasi li con Scott che continuava a guardarmi.

    Mi girai spazientita per il suo sguardo su di me. Problemi?

    Mi sto domandando perché non mi guardi… disse malizioso.

    Immagino tu sia abituato a essere guardato e non a dover guardare tu! Rise e per me fu una conferma. Mi dispiace deluderti…

    Ma? domandò curioso.

    Ma…Ma quelli che escono con una diversa ogni sera non mi interessano, dissi con un tono di sufficienza.

    Ti devo correggere, si avvicinò di più a me con lo sgabello mentre Jack arrivò con il sacchetto degli hamburger. Non esco ogni sera con una diversa, può succedere che nemmeno esca… disse sorridendo Oppure posso chiamare la stessa ragazza per due volte di seguito, anche se devo ammettere che è raro…non mi interessano mai al punto da continuare a frequentarle.

    Feci una smorfia di disapprovazione.

    Mettila così, continuò, non ho ancora trovato quella che posso considerare, alzò gli occhi al cielo per pensare alla parola giusta Ecco… esclamò. La mia eccezione!

    Confermo quello che ho detto prima!

    Se ti fa piacere possiamo provare a vedere se sei tu la mia eccezione!Ti va? cercò di essere serio.

    Quando mi girai a guardarlo vidi entrare una ragazza che appena lo vide parlare con me velocizzò il passo per raggiungerlo. Mi alzai e finii l’ultimo sorso di succo. Lui continuava a guardarmi in attesa di una risposta.

    Jack, tieni! spinsi il bicchiere lungo il bancone e arrivò dritto nelle sue mani. Scott mi guardò sorpreso. Mi avvicinai a lui sorridendogli. Gli appoggiai una mano sulla spalla e l’altra sul collo, con la quale potei sentire il suo battito che accelerava man mano che mi avvicinavo. Perché non lo chiedi a quella che è appena entrata? Forse lei ti prenderà sul serio, gli sussurrai all’orecchio. Lui mi guardò confuso, quando si girò capii che avevo visto la ragazza con cui aveva un appuntamento e per quello non gli avevo creduto. Mi parve di scorgere nei suoi occhi uno sguardo dispiaciuto.

    La ragazza si avvicinò e mi guardò in cagnesco, come se potessi essere una sua potenziale rivale. Tranquilla, è tutto tuo! dissi andando via con il mio sacchetto. Arrivata alla porta, presa dalla curiosità, mi girai per guardarlo. Continuava a guardarmi, ma quando lo guardai negli occhi il suo sguardo cambiò. Non era più dispiaciuto ma divertito. Scossi la testa sorridendo.

    Arrivata da Ben, li trovai sul divano a chiacchierare finché mi aspettavano. Quando entrai mi vennero subito incontro affamati. Parlammo molto durante la cena.

    Siete sopravvissute al primo giorno ragazze! disse allegro, si girò verso di me, e tu Sam hai anche trovato lavoro.

    Fantastico! esclamai.

    Si, sei comoda perchè sei a due passi dalla State. Ma molto più distante da casa nostra...speriamo non ti stia prendendo troppi impegni.

    Vic stai tranquilla, vedrai che Sam una soluzione la trova, mi fece un sorriso d'intesa. Poi, se dovesse essere un problema sapete che potete sempre venire qui.

    Vicky accarezzò la mano di Ben presa sempre più dalla sua dolcezza. Grazie, ma ormai sarebbe troppo tardi...al posto della camera degli ospiti avete la palestra!

    Guarda che se foste venite qui tutta quella roba sarebbe stata spostata. Abbiamo uno stanzino dove sono stati messi tutti i mobili che erano in quella stanza. Per i tre attrezzi di palestra che abbiamo va più che bene.

    Vicky sorrise quasi convinta dalla sua proposta. Ci pensiamo allora.

    Ben portò le nostre valige in camera di Chris. La camera era arredata solo con un letto matrimoniale in ferro battuto, un comò e l'armadio a muro con doppie ante. Alle pareti c’erano solo foto di moto o di macchine sportive. Sopra al comò si intravedeva benissimo la sagoma di un quadro ormai tolto.

    Dopo una doccia veloce ci buttammo a letto. Ben passò a darci la buonanotte e poi andò a dormire anche lui. Appena toccai il cuscino sentii le palpebre pesanti e mi addormentai subito.

    Mi svegliai di soprassalto quando sentii sbattere la porta. Controllai l'ora, la sveglia

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