Era meglio che mi stavo ignorante - Gli scienziati si sfidano a colpi di ricerche e... ammazzano i cittadini
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Condito da aneddoti divertenti in compagnia di una giovane coppia e qualche amico, questo divertente libro ci porta addentro ai misteri della mente degli scienziati, laddove neanche loro stessi forse erano mai stati.
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Era meglio che mi stavo ignorante - Gli scienziati si sfidano a colpi di ricerche e... ammazzano i cittadini - Luigi Mondo e Stefania Del Principe
Luigi Mondo & Stefania Del Principe
Era meglio che mi stavo ignorante Gli scienziati si sfidano a colpi di ricerche e… ammazzano i cittadini
© 2011 Luigi Mondo & Stefania Del Principe Prima edizione: 06.2011
Sommario
Premessa per chi non vuole leggere l’introduzione ............................. 4
Premessa per chi vuole leggere l’introduzione .................................... 5
Introduzione (prendiamoci sul serio) ................................................... 8
È nato prima l’uovo o la gallina? (il mistero continua…) .................... 12
Uova, colesterolo e altre dicerie (come gli scienziati hanno fatto la frittata) ............................................................................................... 27
Una mela al giorno toglie il medico di torno? (andiamo al torsolo della questione) .................................................................................. 40
In vino veritas (vino sì, vino no. Fa bene solo a chi lo vende?) .......... 57
Scie chimiche o scie natural (che ti passa per il cielo?) ...................... 74
Cellulari & Co. (se c’è campo non c’è scampo) ................................... 86
Il sesso che fa bene (farlo spesso senza esserne ossesso) ............... 104
Le medicine alternative (funzionano, o mancano solo le pile?) ....... 128
I social network (incontrarsi in rete senza fare goal) ....................... 152
Effetto serra e Global warming (tema scottante o grande bufala?) 171 CONCLUSIONI ................................................................................... 201
Premessa per chi non vuole leggere l’introduzione
Non storcete subito il naso solo perché vorremmo iniziare il libro con un’introduzione.
Anche se ci rendiamo conto che le introduzioni sono veramente noiose, vogliamo anche noi il nostro momento di gloria. Con delle raffinate disquisizioni possiamo così sfoggiare tutta la nostra vasta cultura, ma poiché in fondo siamo buoni e non vogliamo infierire, cercheremo di essere circoncisi (almeno uno dei due…).
Lo scopo delle introduzioni è quello d’ introdurre il lettore al tema del libro. Nella maggioranza dei casi però tendiamo a saltare questa parte per passare direttamente alla lettura del contenuto o prima di decidere di utilizzare il libro come zeppa per la gamba del tavolo che traballa.
Come su Internet, se ci fosse il link skip intro
probabilmente ci avremmo già cliccato su, ma poiché siamo sulla carta stampata l’unica cosa che possiamo fare per voi permettervi di saltare direttamente questa parte: quindi, per la vostra gioia, l’introduzione a questo libro finisce qui (e prima che qualche studio smentisca il fatto che le persone ritengono noiose le introduzioni ai libri…).
Premessa per chi vuole leggere l’introduzione
Bene, bravo. Almeno sai prima di cosa tratta questo libro e puoi decidere in tutta libertà di leggerlo o usarlo per accendere il barbecue – nel qual caso, almeno sarà servito a qualcosa.
Il presente volume parla di come i ricercatori ce la mettano tutta per confondere le idee a noi, miseri cittadini mortali che ogni giorno, volenti o nolenti, ci dobbiamo sorbire la dose quotidiana di sensazionali scoperte che dovrebbero mettere la parola fine ai grandi dilemmi dell’umanità: dai problemi di salute, alla dieta migliore… per finire con i rapporti di coppia, sociali e chi più ne ha più ne metta.
Non è mai così. Ogni giorno, ogni santo giorno, c’è un nuovo studio scientifico (?) che smentisce quello di ieri. E così, per esempio, una cosa che oggi fa bene, domani fa male… e via discorrendo.
Non stiamo a giudicare il valore di certe ricerche, condotte con i soldi dei cittadini, anche se qualcuno, riferendosi a certi studi e soprattutto a certi ricercatori, ha commentato Braccia rubate all’agricoltura!
. Come sempre, probabilmente, la verità sta nel mezzo
. Sì, nel mezzo d’informazione di turno che strombazza, con tanto di fanfare, l’ultima esorbitante scoperta. E così, come tanti naufraghi, ci troviamo in balia delle onde di questo oceano d’informazione che sballottandoci di qua e di la cerca in ogni modo di farci affogare.
Introduzione (prendiamoci sul serio)
Alcuni scienziati sono preoccupati per gli scienziati. Può sembrare un gioco di parole, ma è invece quanto realmente emerso di recente da alcuni commenti pubblicati su alcuni quotidiani internazionali. In uno di questi commenti si sottoponeva all’interesse del pubblico, dei media e degli scienziati stessi cosa succede quando ci si concentra solo sui risultati più sensazionali degli studi e delle ricerche scientifiche. Il pericolo, si faceva notare, è che le distorsioni inevitabili possono danneggiare il progresso scientifico e, di conseguenza, quello del pubblico. E, al di là delle conseguenze ben accette da parte delle aziende farmaceutiche e non - o di chi ha tutto l’interesse che una notizia riporti solo quello cha fa più comodo - uno degli effetti collaterali di questo genere di studi è che, alla fine, è il cittadino ad averne i danni maggiori; ossia di fronte a cotanto diluvio di informazioni, spesso contrastanti, annaspa per non annegare e finisce con l’avere la più totale confusione in testa. E come potrebbe essere altrimenti? Di fronte a notizie, risultati di studi e ricerche che si confutano l’un l’altro, essere confusi è il minimo. D’altronde la norma è: oggi diciamo una cosa e domani tutt’altra. Il grave, invece, è che i risultati di questi studi e ricerche vengono spesso pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche che hanno un grande ascendente sul pubblico. E se queste sono le premesse… Che fare allora quando, per esempio, oggi ci sentiamo dire che il vino fa bene e l’indomani invece ci dicono fa male? Si beve per dimenticare…
In un intervento su ResearchBlogging.org, un sito in cui si tratta di scienza, si faceva notare come tutti noi siamo particolarmente colpiti ed emozionati quando leggiamo di una nuova grande scoperta: un nuovo trattamento per la depressione, un nuovo modo per perdere peso o prevenire le malattie cardiache o curare il cancro. Tutti entusiasti, a partire dai ricercatori… e i responsabili marketing… Ma che fine fanno i risultati degli studi che non approdano a nulla? O che non hanno risultati positivi? Sia quelli del tutto negativi che quelli che non ottengono il 100%.
Già, secondo l’autore dell’intervento, i ricercatori potrebbero essere tentati di nascondere sotto il tappeto i risultati poco convincenti o scomodi e riportare solo quelli positivi, eclatanti, che fanno notizia e fanno proseguire le ricerche con tanti bei soldini… Gli stessi risultati che, ben inteso, altrimenti non si guadagnerebbero la copertina o un articolo sulle già citate riviste scientifiche.
Questo fenomeno è altresì noto con il termine di Bias di pubblicazione
che, come spiega Mauro Panteghini nel suo Interpretazione degli esami di laboratorio – Piccin Editore: è una distorsione esistente nella letteratura medica [e scientifica] dovuta al fatto che tendono a essere pubblicati più facilmente gli studi che hanno prodotto risultati positivi
.
La dottoressa Florence Bourgeois ha condotto un’analisi dei risultati di 546 sperimentazioni in cinque grandi categorie di farmaci. Da questi dati, i ricercatori hanno scoperto che solo il 66% degli studi condotti tra il 2000 e il 2006 sono stati effettivamente pubblicati. I risultati di questa analisi, pubblicati sul Annals of Internal Medicine , mostrano come in effetti molti di questi studi – e in particolare quando si tratta di farmaci – non vengano pubblicati. Quali erano i risultati? Positivi o negativi? La risposta crediamo l’abbiate già.
È nato prima l’uovo o la gallina?
(il mistero continua…)
Cominciamo il nostro viaggio alla scoperta delle più importanti scoperte scientifiche riguardo le domande cruciali della vita. Cominciamo dalla prima. Dunque: È nato prima l’uovo o la gallina?
Tra le tante interessanti risposte fornite da uno studio in triplo cieco, randomizzato e controllato, eseguito su un gruppo di volontari formato da 63.000.000 (sessantatremilioni) di persone di entrambi i sessi e di età compresa tra i 7 e i 140 anni, abbiamo trovato: « Chissenefrega! »;
« Io prima l’uovo me lo magno, poi ce penso, e forse te faccio sapé »;
« Le uova le fanno le galline? Davvero? Ahhhhh… ». Il risultato della ricerca ha suggerito che sarebbe stato meglio se quel giorno ce ne andavamo a fare una gita in campagna e lo avessimo chiesto direttamente a una gallina.
Ma noi non ci siamo dati per vinti e crediamo che un aiuto ce lo possa dare proprio tu, lettore. Sì, tu che stai tenendo questo libro in mano e che sicuramente non è un caso che tu lo stia leggendo. Il fato (cioè il destino) ti ha offerto questa possibilità unica, perché la tua energia si è sintonizzata proprio sulla frequenza giusta e ora sei pronto. È il tuo karma: hai seminato