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QUARANTADUE - Il libro delle domande
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Ebook86 pages44 minutes

QUARANTADUE - Il libro delle domande

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Questo libro parla di domande. Come sono fatte e a cosa ci possono servire nei più comuni contesti aziendali e privati. E’ un testo molto pratico e ricco di esempi perché molto spesso la soluzione al nostro problema di comunicazione è giusto ad una domanda di distanza.
LanguageItaliano
Release dateSep 7, 2015
ISBN9786050412970
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    QUARANTADUE - Il libro delle domande - Paolo Mazzaglia

    Wright

    Perché e percome

    Perché un libro sulle domande? E perché intitolarlo Quarantadue? La spiegazione del titolo si comprende facilmente leggendo il capitolo sui fondamentali (anche se i lettori più geek avranno sicuramente colto la citazione). La ragione per scriverlo è legata al fatto che tutti concordano sull’importanza delle domande come strumento di comunicazione ma subito dopo essersi messi alla prova concordano che farle, e soprattutto farle nel modo giusto, non sia facile. Questo libro è quindi un manuale pratico ridotto volutamente all’osso scritto per chi, per un motivo o per l’altro, vorrebbe cominciare a fare più domande o a fare domande migliori. Il primo capitolo cerca di mettere ordine tra i vari tipi di domande, gli altri capitoli sono grandi esempi di come le diverse domande possono essere applicate ad nella vita o al lavoro. Soprattutto nell’ambito di management e vendita c’è molto da dire e molti libri sono stati scritti; qui ci limiteremo a fare un focus sulle domande che possono essere utili in questi contesti. Ogni capitolo è introdotto da una storia. Qualcuna è vera, qualcuna è tratta da un film, altre sono leggende metropolitane, di quasi tutte ho smarrito la fonte. Poco importa. Diceva Ken Kesey al diavolo i fatti, abbiamo bisogno di storie. Perché, in fondo, è dalla notte dei tempi che le usiamo per ricordarci le cose che contano.

    I fondamentali

    Conoscenza è avere la giusta risposta. Intelligenza è fare la giusta domanda.

    Dal film Guida Galattica per autostoppisti

    NARRATORE: Milioni e milioni di anni fa, una razza di esseri pandimensionali, iperintelligenti, stufi marci del continuo battibeccare sul senso della vita, incaricarono due dei loro più brillanti elementi di progettare e realizzare uno stupendo supercomputer (chiamato Pensiero Profondo ndr) per calcolare la Risposta alla vita, l'universo e tutto quanto.

    FOOK: O Pensiero Profondo, noi vogliamo che tu ci dia la Risposta.

    PENSIERO PROFONDO: La Risposta a che cosa?

    FOOK: La Risposta alla vita!

    LUNKWILL: All'universo!

    FOOK: A tutto quanto! Ci piacerebbe una risposta.

    LUNKWILL: Una semplice.

    PENSIERO PROFONDO: Uhm... Ci devo pensare. Ritornate in questo posto tra sette milioni e mezzo di anni in punto.

    FORD: È finito?

    ZAPHOD: Oh, no, continua. Continua. Sono tornati.

    ARTHUR: Ah, quando? Sette milioni e mezzo di anni dopo?

    ZAPHOD: Esatto. È così.

    PHOUCHG: Pensiero Profondo, hai la...

    PENSIERO PROFONDO: ...

    Risposta per voi? Sì, ma non vi piacerà.

    PHOUCHG: Non importa. Dobbiamo conoscerla.

    PENSIERO PROFONDO: Va bene. La Risposta alla Domanda Fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto... è... quarantadue.

    PUBBLICO: Sì! Cosa? Cosa? Eh? Quarantadue?

    PENSIERO PROFONDO: Sì, sì, ci ho pensato attentamente. È questa. Quarantadue.

    PUBBLICO: Figurati! No! No!

    PENSIERO PROFONDO: Certo sarebbe stato più semplice se avessi conosciuto la domanda.

    LOONQUAWL: Ma era la Domanda. La Domanda Fondamentale! Di tutto quanto!

    PENSIERO PROFONDO: Questa non è una Domanda. Solo quando conoscerete la Domanda comprenderete la Risposta.

    Ovvero: non ci sono risposte sbagliate, solo domande sbagliate! Questo libro serve, nei limiti del possibile, ad imbroccare la domanda giusta.

    Perché le domande sono tanto importanti?

    Una riflessione fatta tramite domande…

    Quando dobbiamo convincere qualcuno (poco importa se si tratti del capo, del cliente o del consorte o di un amico) e non ci riusciamo, da cosa dipende?

    Potrebbe essere che noi stiamo insistendo su dei punti irrilevanti per lui?

    Come fare allora per capire qual è il punto giusto su cui battere?

    Quando stiamo cercando una nuova idea o stiamo cercando di risolvere un problema non ci capita mai di sentirci bloccati e di non vedere la soluzione che magari è a portata di mano?

    Quanto è difficile cambiare punto di vista?

    E qual è lo strumento che ci consente di prendere in considerazione alternative che non vediamo?

    Quando qualcuno ci critica quali sono le reazioni istintive? Quanto spesso ci giustifichiamo? Quanto volentieri ci arrabbiamo? Come è possibile evitare queste due trappole e tenere la conversazione viva ed equilibrata?

    Quando dobbiamo motivare un collaboratore ad affrontare un compito difficile qual è il rischio di imporgli la nostra soluzione?

    Come fare perché, nonostante la difficoltà, si prenda lui la responsabilità?

    Infine quali sono i momenti in cui si impara di più? Quando è tutto facile o quando abbiamo il giusto grado di difficoltà da superare?

    Come fare quindi a coinvolgere il collaboratore e spingerlo a superare la sfida?

    E infine, da chi vengono le idee che ci convincono di più? Da noi o dagli altri? Quanto sarà più motivata la persona nel momento in cui dovrà lavorare per una sua idea?

    Quando dobbiamo aiutare qualcuno a migliorare o a risolvere un problema vi è mai risultato che i vostri consigli venissero presi in considerazione?

    Cosa è più efficace? Dire alla persona cosa fare o far sì che sia lui a scoprire la strada migliore?

    Insomma, meglio dare un pesce all’affamato o aiutarlo a trovare i pesci da solo?

    E pensando a noi stessi, abbiamo sempre le idee chiare su chi siamo e cosa vogliamo?

    Sappiamo darci obiettivi ben posti?

    Sappiamo valorizzare i nostri talenti? Abbiamo

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