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Alba
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Ebook274 pages3 hours

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About this ebook

Questo racconto riprende la storia narrata in ''Next''.

E' passato poco più di un anno da quando l'equipaggio della nave cargo Shira si era dovuto confrontare con la temibile intelligenza artificiale contenuta in una navicella aliena, arrivata nel nostro sistema solare per caso a causa di un guasto al suo motore iperluce.

Per gestire e comprendere i segreti celati in questo affascinante ed inquietante contatto, Susan Preston, coinvolta nella scoperta dall'equipaggio della Shira crea ''Next'' una struttura super-segreta apparentemente gestita dai militari.

Le inevitabili piccole incongruenze e falle nella sicurezza incuriosiscono e vengono raccolte da Dana Yung, una cocciuta reporter freelance.

Una tecnologia così avanzata fa gola a molti e potrebbe distruggere i fragili equilibri tra i poteri che governano la Terra, ma purtroppo non è l'unica minaccia che il gruppo di scienziati del progetto Next dovrà affrontare.
LanguageItaliano
Release dateJun 5, 2015
ISBN9786050385687
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    Alba - Giovanni Ficara

    Alba

    @ 2015   Giovanni Ficara

    Eccoci al secondo appuntamento. Nel primo vi avevo esortato a leggerlo 'tutto d'un fiato'. Se siete sopravvissuti all'apnea è sicuramente un buon segno per la vostra salute e ritengo non abbiate difficoltà a superare anche questa nuova prova.

                         Con affetto

    Giò

    Erano giorni che cercava inutilmente di avere un incontro con l'ammiraglio Pavlov, ma non si sarebbe arresa per niente al mondo. Nel suo lavoro la costanza era premiata sempre, così prese un bel respiro ed entrò per la prima volta nell'edificio dello Stato Maggiore dove c'erano anche gli uffici della Marina Spaziale.

    All'ingresso passò attraverso lo scanner per il rilevamento di armi o di sostanze non permesse, le telecamere la identificarono attraverso il riconoscimento facciale, e retinico. Senza alcun permesso da parte sua, mentre poggiava le mani per far ruotare il girello d’ingresso, le fu prelevato un campione di DNA. Le analisi, eseguite in tempo reale, furono archiviate insieme a tutti i suoi dati. Dana se ne accorse immediatamente perché sapeva riconoscere quel lieve pizzicore caratteristico del prelievo per via elettrostatica. Non si sognò nemmeno di protestare, i militari con la scusa della sicurezza calpestavano allegramente tutti i diritti.

    Di pericoli alla fragile democrazia del dopoguerra ce n'erano in effetti tanti. Era stata una guerra planetaria, per la prima volta nella storia senza confini regionali ma di culture e religioni contrapposte sfociate in fondamentalismi esasperati. Un odio covato per tanto tempo nelle fasce di popolazione sempre più povera ed emarginata di tutto il pianeta e aizzato da fanatici religiosi a loro volta appoggiati da chi in tutto questo vedeva un modo per arricchirsi. Trafficanti, trafficanti di uomini e donne resi schiavi dalla necessità, trafficanti di armi e ciliegina sulla torta, la malvagità di chi, senza apparentemente sporcarsi le mani, muoveva fiumi di denaro per mantenere il mondo sempre in conflitto. Poi, come sempre quando si gioca con il fuoco, accadde l'imponderabile:  un agguerrito gruppo di fanatici islamici diede il via ad una azione terroristica su vasta scala, terribile e particolarmente efficace sul territorio cinese.

    La Cina era additata come l'inferno del mondo, un posto dove era stata in poco tempo riversata l'intera produzione di tutto quello che utile ed inutile serviva agli uomini. Era una situazione di grande malessere per tutti e per lo stesso territorio cinese fortemente e irreversibilmente inquinato. Tutto avvenne così in fretta da non riuscire a capire come fosse stato possibile, ancora adesso, dopo trecento anni, gli storici non erano riusciti a ricostruire tutti  i fattori che avevano contribuito all'esplosione della terza guerra mondiale.

    Di sicuro si sa che per un imprevedibile effetto domino la Cina colpita al proprio cuore energetico collassò.  Le violente esplosioni avvertite nelle sue centrali nucleari, insieme al lancio mancato di una salva di missili intercontinentali, solo in parte abortiti, provocarono la contaminazione radioattiva della diga delle tre gole nella provincia di Hubei e la distruzione dell'intera provincia del Guangdong. La ritorsione nucleare innescata non fu neanche la peggior barbarie che il mondo impazzito  dovette sopportare. L'inizio della guerra fu tecnologica la fine  fu combattuta nella barbarie più assoluta. Si assistette, in nome di Dio, alla contrapposizione di gruppi di fanatici che adducendo alla fine del mondo volevano imporre la loro religione sugli altri. Alla fine, ad un passo dall'estinzione i sopravvissuti si dimenticarono di dio e delle frontiere e si spartirono la poca terra rimasta fertile ricostruendo lentamente la civiltà. Si ricominciò, prendendo un'altra volta ad esempio quella classica della Roma imperiale e con essa si ricominciò ad adorare anche le loro divinità dimenticate, ma senza troppo fervore perché c'era ancora il ricordo bruciante di cosa avevano fatto gli invasati monoteisti, come un predicatore faceva presa sulla gente o riproponeva una visione monoteista veniva fermato. Le autorità militari prediligevano i culti con tante divinità perché i loro seguaci si erano dimostrati più tolleranti verso gli altri, in fondo, dicevano, dove ci sono tanti Dei ce ne può stare anche un altro. Comunque, quello che restava della razza umana non sarebbe potuto sopravvivere a lungo per la penuria di acqua e risorse non contaminate, se non vi fosse stato il ritrovamento in Antartico di un frammento di meteorite dalle caratteristiche eccezionali, era composto da un minerale che se opportunamente eccitato si opponeva al campo gravitazionale. Fu un autentico colpo di fortuna, gli scienziati presto impararono a sintetizzarlo e ad usarlo nei motori antigravitazionali, così aerei e astronavi cargo sempre più grosse cominciarono a solcare i cieli ridando speranza nel futuro.  

    Dana, senza palesare fretta, si diresse verso la garitta che troneggiava in fondo al salone.  

    La guardia dietro al vetro antiproiettile le fece segno di avvicinarsi. Sul suo monitor erano già comparsi  i dati anagrafici della visitatrice e le sue credenziali di reporter freelance.

    << Signora Yung, non risulta nessun appuntamento a suo nome. Dove vuole andare? >>

    << Segreteria dell'ammiraglio Pavlov, non pensavo che occorresse un appuntamento. >>

    << Vedo se è possibile, ora la annuncio.>>

    L'ufficiale di guardia compose il numero interno << Mi scusi, c'è all'ingresso la signora Dana Yung. Può salire? >>

    Michelle diede una rapida occhiata al file che l'ufficiale le aveva mandato per descrivere il visitatore, << Sì, Larry. Falla salire, però assegnale una scorta, e accertati che non abbia attrezzature elettroniche, grazie. >>

    L'ufficiale era sempre piacevolmente sorpreso nel constatare che la segretaria di Pavlov si ricordava, oltre tutti i nomi del personale, anche il suo. << Dovere, Signora. >> Poi rivolgendosi alla visitatrice << Attenda un attimo che le chiamo l'addetto che l'accompagnerà dalla signora Martinez. Nel frattempo metta tutti i suoi dispositivi elettronici in questa vaschetta, ovviamente anche l'ologlass che indossa. >> Gli ologlass erano occhiali che interagivano con l'ambiente circostante correlando le immagini che automaticamente processavano e sovrapponevano con i dati presenti nel web. Si aveva così la possibilità di registrare e riconoscere persone e luoghi in tempo reale. Era una tecnologia molto avanzata ma alcuni pensavano che esistessero già prima della guerra e che gli scienziati non facessero altro che copiare dagli antichi. Probabilmente era vero, sicuramente molte competenze erano andate perdute, però lei non rimpiangeva di certo il passato.  << I miei ologlass mi servono per...>> però vedendo la faccia granitica e determinata dell'ufficiale si arrese. << Al diavolo... non avete nessun rispetto per la mia professione. >> Dana era comunque euforica, non pensava assolutamente di essere ricevuta addirittura dalla segretaria personale dell'ammiraglio. Era sicuramente un passo avanti per la sua agognata intervista. ''Calma, devo giocarmi bene le mie carte.'' Consegnò gli ologlass e mise in sicurezza i suoi dati criptandoli. La memoria principale se l'era fatta inserire sottopelle dietro l'orecchio destro, lì erano annotati gli appunti presi in mesi d'indagine e le domande da fare.  << Venga con me, ho l'ordine di scortarla. >>

    << Grazie >> '' Devo farmi vedere subito risoluta e informata o è meglio cominciare con un basso profilo? '' Questa e altre domande le vorticavano nella testa, mentre seguiva ubbidiente, nei lunghi corridoi, il militare che le avevano assegnato di scorta.

    Quando varcò la porta della segreteria dell'ammiraglio, doveva ancora decidere cosa dire. Si stava giocando una carta importante, forse la migliore che le potesse arrivare e l'ansia si manifestava con i soliti sintomi, ma quello che detestava di più era sentirsi le mani sudate e fredde. Cercò, con poco risultato, di riportarle alla normalità sfregandole nelle tasche dei pantaloni.

    Dietro una grande scrivania di noce massiccio, che testimoniava le gloriose epoche passate, faceva capolino la figura snella della segretaria.

    '' Com'è giovane! È impossibile che sia la signora Martinez.''

    Michelle stava terminando una video-chiamata e con un cenno della mano le fece segno di accomodarsi su di un divano a lato.

    << Bene, generale ho preso nota. Appena so qualcosa di più preciso sulla consegna del materiale, l'avverto subito.>>

    << Mi saluti l'ammiraglio. Buona giornata Michelle.>>

    << Non mancherò, arrivederci generale Burth. >>

    Come il monitor si spense Michelle si alzò  << Posso offrirle qualcosa da bere, Dana. >>

    Presa un po' in contropiede perché non poteva prevedere un'accoglienza così informale si decise dopo un attimo << Quello che beve lei, grazie. >>

    <>

    <>

    Dana era parecchio confusa da quell’accoglienza salottiera, era evidente che non potevano sperare di levarle il diritto di scrivere il suo articolo. La libertà di stampa era sancita dalla costituzione. Decise di scoprire qualche carta per vedere la reazione della segretaria.

    << Voglio intervistare l'ammiraglio per confezionare un programma che faccia luce sull'insurrezione di due anni fa su Marte. Era presente, forse ad alcune domande potrebbe rispondere anche lei, scusami anche tu. Anzi sarebbe meraviglioso avere un punto di vista alternativo. >>

    Michelle le sorrideva tranquilla e la cosa cominciava a scocciarla, sentiva che stava cozzando contro i soliti muri di gomma che i poteri forti erigevano per proteggersi. Vedendo che non rispondeva << Per esempio potresti raccontarmi come sei riuscita a salvarti nell'attentato dell'inaugurazione del sistema GPS nella colonia Aurora. >>

    << È molto che ti teniamo d'occhio e so che hai raccolto molte testimonianze in loco. Sei anche riuscita ad ottenere molto materiale classificato che probabilmente ti ha fornito più domande che risposte. Ti ricordo però che su questo argomento è stato posto il segreto di stato, e se questo non ti bastasse c'è ancora il processo in corso. >>

    Con un po' di agitazione Dana cercò di riprendere il filo del discorso <<... Mi controllate?... Assomiglia a una minaccia!... Che cosa vuol dire? >>

    << Non è, come pensi, una minaccia... Seguivamo con interesse lo svolgimento del tuo lavoro, perché ci interessano persone come te, capaci e determinate. Stiamo reclutando persone idealiste che abbiano a cuore il benessere dell'umanità. Saresti la candidata perfetta per ricoprire il ruolo di addetto stampa per la BioEnergy. Il posto è vacante da qualche giorno... cosa ne pensi?... Posso mettere una buona parola. >>

    << In poche parole vorresti comprarmi per farmi smettere di indagare su Next? >> Lo aveva detto. Le era proprio sfuggito, non voleva bruciarsi quella carta adesso, in cuor suo voleva giocarsela con l'ammiraglio. In realtà non sapeva nulla di Next, era un nome che le era arrivato da un gruppo di hacker dissidenti che lo collegavano addirittura a ricerche militari su tecnologia aliena. Un po' come era avvenuto nel passato con la mitica Area51. Lei non ci credeva, però era una pista interessante.

    << No, Dana. Next è top secret, quindi non ne possiamo parlare e non possiamo neanche rilasciare dichiarazioni sull'attentato subito su Marte perché c'è ancora un processo in corso. Quello che volevo dire è che a volte la verità non si può raccontare, non per difendere la... casta, ma in questo caso per difendere la popolazione. >> Imperterrita Dana insistette << Mi confermi che esiste Next ? >>

    << Sappiamo che hai raccolto voci, ma al riguardo non hai niente di concreto. Ti ripeto ci sono realtà che vanno oltre la tua immaginazione. Se deciderai di lavorare con noi come addetta stampa sarai messa al corrente di molte cose. Ma è evidente che i segreti militari non possono essere resi pubblici. >>  Dana, come ogni buon reporter, sapeva che prima di tutto doveva seguire l'istinto. Ora il suo fiuto le diceva che Michelle non mentiva. La sensazione che avvertiva era strana. Cercò di focalizzarla nella sua mente '' È come se avessero paura... sicuramente non di me, anzi vorrebbero il mio aiuto. Probabilmente hanno in mente di depistare l'opinione pubblica facendomi confezionare un inchiesta pilotata ad arte. ''

    Michelle vedendo Dana assorta sorrise e ritornò al suo lavoro. Non voleva forzare troppo la mano. Capiva perfettamente il dilemma della giornalista.

    Dopo un po' Dana si decise << Non credo di poter accettare la vostra offerta. Io amo troppo la verità per poterla nascondere...>>  Con un cenno della mano Michelle la interruppe << Avevamo previsto che rispondessi così, del resto è proprio per la tua integrità morale che ti apprezziamo, ma non solo. Devi sapere che non siamo gli unici a spiarti. Abbiamo rinvenuto in casa tua, microspie non nostre, costruite con una tecnologia veramente hitech che non possediamo. >> Gli occhi neri di Dana riflettevano il suo interesse << Credevo che non ci fosse niente di superiore alla tecnologia militare governativa. >>

    << Esatto, puoi capire il nostro stupore quando le abbiamo trovate. Non sappiamo ancora niente di chi le ha messe, ne' come sono fatte dentro, perché quando le apriamo si autodistruggono. >>

    << Ma... cosa dovrei fare esattamente? >>

    << Quello che stai facendo ora, cercare indizi che ci portino a scoprire la verità. >>

    << La verità su cosa? >>

    << Dana, trovare chi ti spia è per noi di vitale importanza ma non puoi in questo momento avere tutte le risposte. Noi facciamo il possibile per non costringere nessuno, ma devi capire che Next è top secret e quindi per potervi accedere devi giurare di mantenere il segreto e questo comporta che tu rinunci al tuo articolo. Non devi decidere subito, se non hai impegni possiamo vederci a casa mia per cena, spero che ti accontenti di mangiare i precotti del fast food che ho dietro l'angolo. >> Vedendo la faccia poco convinta di Dana aggiunse << Ci sarà anche il mio capo. >>

    << Vuoi dire che ci sarà l'ammiraglio? >>

    << Si l'ammiraglio c'è quasi tutte le sere... no, intendevo il capo di Next. >>

    Dana si alzò agitata << Mi stai prendendo in giro! >>

    Anche Michelle si alzò << Se accetti il mio invito mi devi dare la tua parola che tutto quello che ci siamo dette non sarà divulgato. >>

    << Come fai a sapere che la manterrò? >>

    << Te l'ho detto subito, sono mesi che ti controlliamo. Può sembrare un comportamento arrogante,offensivo e lesivo della tua privacy. Hai ragione, ma dovevamo sapere chi sei e come pensi, prima di farti questa proposta. Se ti può consolare, se accetti di far parte di Next, sarai messa al corrente di tutti i nostri segreti... più intimi. >>

    << Supponi che, malgrado tutto, la vostra organizzazione non mi piaccia, mi lascerete andare? >>

    << Si, ma certo. In ogni momento potrai, se lo vuoi, vivere la tua vita. Solo nel caso, direi praticamente impossibile, che tu ci fossi apertamente ostile, ti verrebbero rimossi i ricordi che ci riguardano.>>  Dana rimase in silenzio terrorizzata dall'ultima affermazione. ''Sono in grado di manipolare le menti... possono avere qualsiasi cosa. Come possono pensare che io sia d'accordo con un potere cosi innaturale?''

    Vedendola irrigidirsi Michelle si avvicinò e toccandole il braccio come per cercare nel contatto di trasmetterle la sua amicizia le disse: << Capisco perfettamente le tue paure perché sono state anche le nostre, ma rifletti se avessimo voluto costringerti o farti del male avremmo avuto milioni di occasioni. Ti chiediamo solo un po' di pazienza e di fiducia. Questa sera, alle venti, qualcuno ti verrà a prendere, se decidi di conoscerci meglio, ci ritroviamo a casa mia. Ora devi giurarmi che, comunque, non rivelerai nulla di quello che ci siamo dette finora.>> Il viso espressivo e amichevole di Michelle le dava fiducia e la incoraggiava a rispondere positivamente  <>

    << È l'unico modo per dirti che puoi avvicinarti a noi da donna libera, e che noi vogliamo credere nella tua onestà intellettuale. È il primo passo. >>

    << Ok, ok... manterrò il segreto, ma dimmi onestamente perché mettermi al corrente dei vostri segreti? In fondo, come dici tu, ho più domande che risposte. >>

    << Dovrai ricoprire il ruolo di addetto stampa per la BioEnergy, che è la...>>  e con un cenno della mano la invitò a proseguire. Dana non ci mise molto a terminare la frase << ... che è la copertura di ...Next. >>

    << Brava! Visto che la persona che ricopriva quel ruolo... ci ha lasciato, se decidi di accettare è ovvio che dovrai essere messa al corrente di tutto. Poi visto che già ti spiano forse riusciremo a farli venire allo scoperto. >>

    << Perché vi ha lasciato, come è possibile? >>

    << È Letteralmente impazzito, e poi è andato in coma. Il suo cervello si è spento. Lo abbiamo subito trasportato in una nostra struttura medica, è vivo ma non risponde alle cure. È stata una vera perdita per tutti noi. >>

    Michelle si alzò facendole capire che il colloquio era terminato. Aprì un cassetto della sua scrivania e prese un ologlass << Prendi questo, il tuo vorremmo analizzarlo, crediamo che sia stato compromesso. >> Mentre parlava si allungò verso Dana e le diede la mano come a suggellare il loro accordo

     << A dopo cara, sono felice di averti convinta. >>

    *****

    Dana era così sconvolta che quando il robotaxi si fermò davanti a casa sua, quasi stentava a credere di essere già arrivata. Per tutto il viaggio aveva cercato inutilmente di mettere ordine nei suoi pensieri. Il modo di fare e ogni parola della Martinez si prestavano a mille congetture. Decise di non pensarci più, si sarebbe chiarito tutto durante la cena. Doveva prepararsi per la serata, decise così di passare, prima di rientrare, dal negozio di fiori ad un isolato da lì. Era un piccolo e vecchio negozio sopravvissuto alle molte rivoluzioni commerciali grazie a un'indiscutibile bravura dei proprietari, trasmessa di generazione in generazione. Abilità antiche di vivaisti che amavano ibridare orchidee e altri fiori creando capolavori di forme e colori.

    La nuova proprietaria, una donna dai capelli bianchi molto affabile, l'accolse, come sempre, sorridendo. Dana andava spesso a trovarla, era affascinata dalla sensazione di pace che la bottega le trasmetteva.

    << Ciao Dana, oggi non mi sembri in gran forma, sei stata male? >>

    << No, no... sto benissimo signora Froris, ho solo avuto una giornata gravosa. Questa sera vado a una cena di lavoro e vorrei portare una delle sue composizioni. >>

    <>

    <>

    <>

    << Le faccia portare a casa mia, grazie signora Froris >>

    *****

    Alba era china sul visore di un microscopio, stava osservando ormai da ore il complicato circuito di una microspia. Quando era in laboratorio era costretta a raccogliere i suoi lunghi capelli rossi nel copricapo di tessuto bianco antistatico in dotazione alla tuta dello stesso materiale. Anche così coperta, comunque, la sua bellezza era prorompente. Emanava un fascino magnetico che era merito di tanti particolari unici come la sua carnagione bianco latte, i lineamenti perfetti di un viso sempre sorridente, l'energia controllata dei suoi movimenti sinuosi. che ricordavano i felini del passato. Il complesso lavoro di reverse engineering che volontariamente si era accollata la stava stremando. Erano giorni che incessantemente ci stava lavorando. Aveva di fronte un manufatto sicuramente costruito sulla Terra, ma che sfruttava principi di trasmissione subspaziale sconosciuti, troppo avanzati per poter essere terrestri. Era un vero rompicapo, inoltre le microtrasmittenti, se scoperte, si autodistruggevano, e rimaneva ben poco su cui lavorare. Per fortuna dopo svariati insuccessi era riuscita a bloccarne l'autodistruzione. Appena l'analisi circuitale si fosse conclusa avrebbe provato a ridare energia al microtrasmettitore. Voleva riuscire a sintonizzarsi su quella banda subspaziale per cercare di identificare le trasmittenti appena fossero state accese.

    La speranza era di poter ascoltare qualche conversazione utile

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