Tre Uomini in Panda
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Book preview
Tre Uomini in Panda - Ludovico De Maistre
LUDOVICO DE MAISTRE
Tre Uomini in Panda
Senegal, Mali, Burkina Faso, Nigeria e Camerun con una Fiat Panda del 1987.
Oltre 9000 chilometri per scoprire il mondo con un programma avventuroso e solidale. Un'esperienza unica e costruttiva, una grande lezione di vita. Un viaggio mozzafiato, in cui i protagonisti entrano in contatto con centinaia di persone.
Un diario di viaggio, che trasforma i protagonisti da semplici turisti a veri viaggiatori.
Accompagnati dalla frase di Yvon Chouinard "Non è un'avventura finchè qualcosa non va storto"
Il racconto è seguito da una guida ricca di consigli frutto dell'esperienza vissuta lungo la strada. La Lonely Planet vi consiglia dove andare, la guida del Taurinorum Team vi dice cosa succede davvero e cosa si può fare...
UUID:
Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com)
un prodotto di Simplicissimus Book Farm
INDICE
TRE UOMINI IN PANDA Storie d'Africa
INTRODUZIONE
COME È INIZIATA L’AVVENTURA
LE PERIPEZIE PER PARTIRE Da Torino ad Anversa
VIA VERSO L’AFRICA Da Torino a Dakar
LA FASE DI ADATTAMENTO Arrivo a Malika
LA FASE DI ORIENTAMENTO Malika e Dakar
ALL A SCOPERTA DEL SENEGAL Malika – Djifer – Falia Village
SPERDUTI TRA LE MANGROVIE Tour del Parco Nazionale del Sine-Saloum
BAZZICANDO SULLA PETITE CÔTE Nianing – Riserva di Bandia - Popenguine
JOYEUX NOËL Popenguine - Malika
UN FIDANZAMENTO INDIMENTICABILE Malika – Keur Massar - Dakar
PRIMA DELLA GUERRA Malika
L’INIZIO DELLA GUERRA Dakar – Lac Rose - Malika
GIORNATA NO Dakar
LA SPERANZA È L’ULTIMA A MORIRE, MA CI VUOLE ANCHE TANTA PAZIENZA... Dakar - Malika - Keur Massar
IL GRANDE GIORNO Dakar
PRONTI? PARTENZA...VIA!!! Malika – Pala
LA PRIMA DOGANA E IL PRIMO OSPEDALE Pala – Bamako
LA VERA AVVENTURA AFRICANA Bamako – Niengue-koro
IL FIUME NIGER ED IL SUCCESSO DEL MICROCREDITO Niengue-koro - Wokoro
LA MOSCHEA DI FANGO DI DJENNÉ E L’ARRIVO NEI PAYS DOGON Wokoro - Sanga
ALLA CONQUISTA DELLA FALESIA DOGON Sanga – Tour della Falesia Dogon – non si sa dove
L’ARRIVO IN BURKINA FASO non si sa dove – Ouagadougou
VERSO IL PARCO W ED IL POINT TRIPLE Ouagadougou - Diapaga
IL SAFARI NEL PARCO DEI TRE PAESI Diapaga – Point Triple – Chutes de Koudou
LA RESA DELLA PANDA Chutes de Koudou – sperduti in mezzo al nulla - Diapaga
FINALMENTE IN BENIN Diapaga - Natitingou
L’INGRESSO IN NIGERIA Natitingou - Kosubosu
MAI FARE PREVISIONI TROPPO OTTIMISTICHE Kosubosu - Mokwa
L’AUTOSTRADA PIÙ PERICOLOSA AL MONDO Mokwa - Kaduna
UN FORMICAIO DI MOTORETTE Kaduna - Kano
PROBLEMI IDRAULICI, MA NON ALLA MACCHINA... Kano - Maiduguri
SIAMO IN CAMERUN! APPENA IN TEMPO Maiduguri - Mora
IN CERCA DI ANIMALI NEL PARCO WAZA Mora – Parc National du Waza
GIÙ A TUTTA BIRRA Parc National du Waza – pressi del Parc National de la Benoue
OFF-ROAD ESTREMO pressi del Parc National de la Benoue - Tibati
IN CULO A GIOVE Tibati - Bankim
CE L’ABBIAMO FATTA!!! Bankim - Limbe
BUROCRAZIA E CONSIGLI DI VIAGGIO
IL PASSAPORTO ED I VISTI ad uso turistico
IL CARNET DE PASSAGE
PATENTE
I VACCINI
LA PROFILASSI ANTIMALARICA
ASSICURAZIONE SANITARIA
MEDICINE DA PORTARSI DIETRO
CARTE DI CREDITO E CONTANTI
AVVERTIRE IL MINISTERO DEGLI ESTERI
TENERE I CONTATTI CON AMICI E GENITORI
IL TELEFONO SATELLITARE
COME GUIDARE
DOVE DORMIRE
COSA MANGIARE
COME AFFRONTARE LA CORRUZIONE
LA PROTEZIONE DEI SOLDI E DEI DOCUMENTI
ORGANIZZAZIONE DELLE VALIGIE
ATTREZZATURA FOTOGRAFICA
DIARIO DI VIAGGIO
CHECKLIST (ricambi, accessori, camping e logistica, finan- za, medicine, documenti, vestiti, regali ecc)
RICAMBI PER LA MACCHINA E ACCESSORI UTILI PER LA GUIDA
FINANZA
PIANIFICAZIONE VIAGGIO
BUROCARZIA E DOCUMENTI
CAMPING, LOGISTICA, MEDICINE
REGALI PER OGNI EVENIENZA Non date mai soldi se non in casi estremi e di emergenza!!!
EPILOGO
Ringraziamenti
TRE UOMINI IN PANDA
Storie d'Africa
Testo e immagini di Ludovico de Maistre
Epilogo di Caterina Gromis di Trana
A Carlo, inarrestabile viaggiatore
INTRODUZIONE
Ecco un altro amante dell’avventura che sta per leggere una delle storie di viaggio più incredibili che siano mai state raccontate! Beh, in realtà, non è proprio così incredibile, ma sicuramente è una vicenda avvincente e, ancora più importante, costruttiva e formativa.
Se stai continuando a leggere significa che vuoi scoprire come due grandi amici ed io siamo arrivati fino in Camerun attraversando tutta l’Africa occidentale con una vecchia Fiat Panda del 1987. Sì, hai letto bene, con una Panda che aveva (dico aveva perché ormai credo sia morta e sepolta poverina...) quasi 23 anni. Non sei abbastanza affascinato da questo e ti stai chiedendo cosa ci sia di tanto formativo in un viaggio pazzo tra amici? La risposta è qui: tutte le squadre che hanno partecipato alla spedizione hanno raccolto più di 70.000 euro interamente devoluti a favore di progetti umanitari in Camerun. Questo sì che è costruttivo, non credi? Nelle prossime pagine scoprirai come abbiamo fatto e chissà che, un giorno, non ti venga voglia di vivere un’avventura come la nostra.
Questo libro è un diario di viaggio dove racconterò tutto quello che abbiamo dovuto fare per organizzarci al meglio e svelerò i trucchi per aggirare le problematiche burocratiche, le richieste di tangenti da parte delle forze dell’ordine in alcuni paesi, come premunirsi per cercare di avere meno problemi di salute possibile, come abbiamo fatto ad attraversare zone rischiose e politicamente instabili in relativa sicurezza, quanto ci è costato (perché di sponsor, purtroppo, ne avevamo davvero pochissimi) e come abbiamo fatto a riparare la macchina in mezzo alla polvere del Sahel e nella terribile umidità delle foreste equatoriali.
Il Sahel sarebbe la riva del mare, ma l’evoluzione della terminologia e qualche errore di definizione dell’originaria parola araba l’hanno reso il termine che indica il margine del Sahara, il grande oceano di sabbia
. Gran parte di questa riva del deserto
si estende dal Senegal fino al Burkina Faso e tocca l’estremo nord della Nigeria e del Camerun, tutte zone che abbiamo attraversato con la nostra vecchia e robustissima Panda.
L'itinerario...
Ma come è nato tutto? Perché siamo partiti? Cosa ci è frullato in testa? Gira pagina e lo scoprirai, ma ti devo avvertire, alla fine del libro avrai una voglia incontrollabile di partire e per questo declino ogni responsabilità...
COME È INIZIATA L’AVVENTURA
Un giorno di marzo 2009 è stato speciale. Aleggiava nell’aria il desiderio di un viaggio di quelli come si deve
, in cui imparare qualcosa di nuovo, senza spendere troppo, ma riportando a casa tanto.
Negli stessi giorni erano aperte le iscrizioni per l’ Africa Rally, una spedizione benefica con partenza da Londra e arrivo a Limbe, in Camerun organizzata da The Adventurists, conosciuta società inglese che si occupa di viaggi no-limits.
Per l’ambitissima gara arrivano auto da ogni parte del mondo con team cinesi, scozzesi, canadesi, australiani, neo zelandosi, inglesi e italiani.
Così quel giorno con due amici, Carlo Alberto Biscaretti e Paolo Rignon, ho iniziato a realizzare un sogno: ci siamo iscritti!
Quando ero davanti al computer, nell’attesa che aprissero le iscrizioni, ero assolutamente inconsapevole di quello che avremmo poi fatto nove mesi dopo; non conoscevo nemmeno le date degli esami universitari e gli eventuali impegni lavorativi. La partenza dipendeva da un numero enorme di variabili impossibili da prevedere.
In ogni caso, appena si sono aperte le iscrizioni, con un po’ di click e dopo aver accettato uno scarico di responsabilità totale da parte dell’organizzazione, avevamo ufficialmente il nostro posto per il viaggio della vita.
Questa fase, quella dell’iniziativa, è stata portata avanti da me. Ho fatto tutto di testa mia! In quel periodo odiavo l’Università e gli esami che stavo studiando, avevo voglia di staccare e soprattutto di inseguire il mio grande sogno: l’avventura, diventare documentarista e reporter. Avete presente quei fotogiornalisti che passeggiano per la savana africana, che sorvolano la barriera corallina e che girano il mondo? Ecco, esattamente quello! So bene che nessuno di voi sogna di fare un mestiere così... Avevo bisogno di crearmi un po’ di illusione, di darmi una motivazione speciale per dare i maledetti esami di diritto e mettere la parola fine agli studi universitari. Così è stato! La previsione del viaggio mi ha fatto schiacciare l’accelleratore e in meno di nove mesi ho affrontato le ultime sette bestie nere che mi mancavano: voti censurabili ovviamente, ma pur sempre voti.
L’iscrizione prevedeva il versamento di una quota abbastanza alta per l’organizzazione inglese e appena ho finito la procedura di prenotazione è arrivato un messaggio che mi dava un’ora di tempo per pagare per non perdere il posto. Mi ricordo come se fosse ieri la telefonata che feci a Paolo (detto anche Pallino, Pallers, Pallins, Palli), che mi ha risposto sottovoce, da un buco di biblioteca in cui studiava qualche tragedia di materia economica: pronto?
Palli sono Ludo, ho appena prenotato un posto all’Africa Rally, dobbiamo partire a dicembre da Londra e raggiungere il Camerun con una qualche macchinetta che ci dobbiamo procurare!
. C’è stato un attimo di silenzio, Palli è uscito dalla sala studio e ha iniziato a pensare ad alta voce forse ho gli esami, forse lavoro, la sessione di laurea non so quand’è, ho il praticantato da fare e i corsi all’ordine dei commercialisti... Ludo non so se riusciamo a farlo, ma paga! In ogni caso la mia parte te la do!
.
E così feci... pagai con soldi che ancora non avevo (per fortuna esistono le carte di credito...) e assicurai il nostro posto! Un paio di lavoretti fotografici lo stesso mese mi hanno poi evitato di essere chiamato dalla banca per il conto in rosso.
La sera stessa Pallins e io ci siamo visti e il giorno dopo abbiamo proposto la gita a Carlo Alberto (detto Cacio o Uallabbè), che ci ha messo meno di tre secondi a dire che avrebbe rinunciato a qualsiasi cosa pur di fare un viaggio simile.
Sulla carta sembrava una bazzecola, dovevamo solamente guidare da Londra fino al Camerun con un vecchio catorcio di latta. Una delle regole principali per partecipare alla spedizione, infatti, era usare un’auto con cilindrata massima pari a 1000cc.
Ci siamo subito lanciati nella ricerca del mezzo che doveva farci attraversare il deserto, il Sahel, le foreste, le savane ed immense distese di polvere e sabbia.
Da fieri torinesi abbiamo trovato, dopo settimane di ricerche assidue, una Fiat Panda 4x4 del 1987, modello Sisley.
Era del nostro amico Emanuele che la usava come auto da battaglia durante le sue battute di caccia in campagna. Per questo Turba
(come l’abbiamo battezzata per la marmitta bucata che sembrava un reattore e per le turbe che aveva...) non era più molto in forma, ma ruggiva ancora per dirci che, per lei, 9000 km in Africa sarebbero stati una passeggiata.
E’ nato così il Taurinorum Team ( http://www.taurinorumteam.com), la nostra squadra di viaggio, fondata con l’obiettivo di unire grandi progetti avventurosi a scopi umanitari e giornalistici.
Il viaggio non sarebbe stato solo l’apoteosi di un’avventura unica nel suo genere, ma aveva anche degli scopi molto più nobili e importanti, al di là del puro divertimento. Chiunque può decidere di