Immunogenicità di due vaccini antinfluenzali convenzionali e di un vaccino potenziato con adiuvante (MF59) in soggetti anziani
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L’unico mezzo attualmente a disposizione per prevenire le infezioni da virus influenzale è rappresentato dalla vaccinazione, attraverso la quale si cerca di indurre una risposta immunitaria nell’individuo in grado di fornire una protezione contro successive infezioni. È infatti generalmente accettato che con l’età diminuisce la funzionalità del sistema.
Sono attualmente disponibili tre tipi di vaccino antinfluenzale: inattivato a virus intero, inattivato di tipo split e inattivato a subunità. Il primo è costituito da virus intero inattivato con formalina o -propiolattone.
Il vaccino split contiene frammenti di membrana virale associati a rosette di monomeri di emoagglutinina e aggregati di componenti virali. Questo tipo di vaccino contiene quindi sia antigeni interni che esterni e si ottiene da quello intero mediante trattamento con Tween-etere che solubilizza la parte lipidica ed elimina, almeno in parte, le proteine dell’uovo.
Il vaccino a subunità contiene solo le glicoproteine di superficie (emoagglutinina e neuraminidasi) che costituiscono gli antigeni esterni. Le due glicoproteine sono staccate dal virus con SDS e separate mediante ultracentrifugazione e filtrazione.
Il vaccino intero risulta avere una buona immunogenicità ma può non essere ben tollerato dalla popolazione in quanto causa insorgenza di effetti collaterali soprattutto di tipo locale e non può essere somministrato ai soggetti allergici alle proteine dell’uovo. Gli altri due tipi di vaccini risultano invece ben tollerati dagli individui in cui vengono somministrati ma a causa della maggiore purificazione sono meno immunogeni.
Per far fronte a questo ultimo problema è stato commercializzato un vaccino a subunità contenente un adiuvante, un composto cioè in grado di evocare o amplificare la risposta del sistema immunitario nei confronti di un antigene.
L’adiuvante usato nel caso del vaccino antinfluenzale attualmente disponibile è l’MF-59. L’MF-59 è un adiuvante costituito da una emulsione di acqua e oli formata da piccole goccioline uniformi e può essere utilizzato per uso umano.
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Immunogenicità di due vaccini antinfluenzali convenzionali e di un vaccino potenziato con adiuvante (MF59) in soggetti anziani - Michela Basileo
BIBLIOGRAFIA
INTRODUZIONE
1. I VIRUS INFLUENZALI
Fig.1: Microfotografia elettronica di virioni intatti di virus influenzale A [www.biochem.usyd.edu.au/staff/downard/projects.html]
1.1 CARATTERISTICHE GENERALI DEI VIRUS
I virus influenzali [1,2], agenti eziologici dell’influenza, sono tra i più importanti fattori infettivi in grado di causare infezioni del tratto respiratorio. I virus influenzali appartengono alla famiglia degli Orthomyxoviruses e sono suddivisi in tre tipi A, B e C, che si differenziano per le caratteristiche antigeniche, per la gravità della malattia che determinano, per la presenza o meno di riserve animali, per la diffusione tra la popolazione e per le variazione antigeniche cui incorrono. Queste differenze sono riportate in tabella 1.
Tab. 1: Caratteristiche dei tre differenti tipi dei virus influenzali
I virus influenzali sono abbastanza eterogenei per forma e dimensione e sono caratterizzate dalla presenza di proiezioni superficiali. In genere hanno un diametro di 120 nm e sono sferici od ovoidali, anche se virus appena isolati possono assumere forme variamente allungate (Fig. 1).
Per quanto riguarda la struttura dei virus influenzali, osservando la Figura 2 e partendo dalla parte esterna è possibile rilevare sulla superficie di tali virus due glicoproteine: l’emoagglutinina (HA) e la neuraminidasi (NA) che sporgono dal mantello glicoproteico a formare spicole disposte radialmente. Tali proteine sono ancorate con la loro porzione idrofobica all’envelope virale che deriva dalla membrana citoplasmatica della cellula ospite. Le due proteine hanno dal punto di vista antigenico caratteristiche sottotipo specifiche e possono andare incontro a variazioni di differente tipo.
Fig. 2: Modello schematico della particella di virus influenzale [www.nfid.org/library/influenza/virus/fig.2.html]
L’emoagglutinina [1,3-9] o HA rappresenta circa il 25% delle proteine virali totali e il 95% di quelle superficiali. E’ la proteina essenziale per l’attacco del virus alle cellule ospiti e per le prime fasi del suo ingresso all’interno della cellula. Anticorpi diretti verso l’HA neutralizzano l’infettività del virus. L’HA è sintetizzata come singolo polipeptide dal frammento 4 dell’RNA virale (Fig. 3) ed assume, sulla superficie del virus, una tipica forma bastoncellare (Fig. 4(A)).
Al termine della traduzione la proteina viene scissa enzimaticamente in due subunità HA1 e HA2 con la rimozione di uno o più aminoacidi frapposti fra le due subunità che rimarranno unite tra di loro grazie ad un ponte disolfuro. Ogni spicola che sporge dall’envelope è costituita da tre HA1 e da tre HA2 unite non covalentemente tra di loro. La sequenza C-terminale dell’HA2 è quella attraverso la quale l’HA si ancora alla membrana lipidica del virus.
Fig. 3: Rappresentazione dei frammenti genici del virus influenzale e dei relativi
prodotti codificati [ www.blc.arizona.edu/Marty/429/Lectures/Figures/fluRNA.GIF
Fig.4: struttura dell’emoagglutinina (A) e della neuraminidasi (B)
La seconda proteina di superficie, presente solo nei virus di tipo A e di tipo B, è la neuraminidasi o NA (Fig.4 (B)) codificata dal frammento 6 dell’RNA virale [10-13]. Essa è costituita da una catena peptidica ancorata alla membrana con la porzione N-terminale e sporgente verso l’esterno con la porzione C-terminale. Si tratta di una proteina che, a differenza dell’HA, non subisce modificazioni post-traduzionali né perdita di alcuna porzione. Le spicole sporgono dalla membrana con una cadenza irregolare e sono costituite da quattro subunità coplanari e sferiche, tutte uguali tra di loro, che danno alla molecola la caratteristica forma a fungo (Fig. 4). Le quattro subunità sporgono verso l’esterno con la porzione idrofilica rotondeggiante, mentre con la porzione idrofobica si ancorano alla doppia membrana lipidica.
Al di sotto del doppio strato lipidico è posta la proteina di matrice (M1) (Fig. 2), la proteina più abbondante del virione, che dà stabilità all’intera struttura virionica ed ha, insieme alla nucleoproteina, caratteristiche di antigene tipo-specifico.
La proteina M1, insieme alla membrana lipidica, racchiude il genoma virale costituito da RNA segmentato (8 segmenti nei virus sia di tipo A che di tipo B e 7 segmenti nei virus di tipo C) [1,2]. Si tratta di RNA a polarità negativa, ovvero RNA complementare a quello che funzionerà da messaggero durante la traduzione. L’acido nucleico virale è associato a diverse proteine e fra queste alla nucleoproteina (NP) [3].
La NP (Fig. 5) è un antigene interno tipo-specifico e permette di distinguere i virus influenzali di tipo A da quelli di tipo B e C attraverso prove di fissazione del complemento o test immunoenzimatici.
Ai segmenti di RNA