Il nuovo Sudafrica: l'eredità di Nelson Mandela
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Tuttavia, furono numerosi i lati meno conosciuti, spesso nascosti di Mandela, quindi eviteremo di ridurre il discorso alla lotta tra i “bianchi da una parte e i neri dall’altra”. Analizzeremo gli eventi che hanno caratterizzato il Sudafrica, dimostrando che le cose non sono andate sempre e soltanto così, e che la storiografia seria non conosce soltanto il bianco e il nero ma è presente un ampio numero di sfumature.
L’intenzione è dunque quella di parlare di una storia “mai scritta” del Sudafrica e di fare una “revisione” storico-politica della colonizzazione europea, la quale viene spesso vista solo e semplicemente come un massacro di “indigeni” buoni e pacifici, sempre e comunque vittime della malvagità e del razzismo occidentale.
Se dal punto di vista socio-economico il Sudafrica è lo Stato più evoluto ed industrializzato del Continente (dal 2010 vanta infatti di essere annoverato fra i Paesi emergenti del BRICS, con Brasile, Russia, India, Cina), per certi aspetti la situazione è rimasta invariata, se non peggiorata. Le forme di razzismo non sono scomparse, anzi, paradossalmente, il fenomeno si è capovolto: la popolazione dei bianchi (afrikaner), insediata da circa quattro secoli nella regione, è oggigiorno minacciata da una neoborghesia nera che viene fomentata dall’ANC. Questa nuova classe medio-borghese nera ha fatto fortuna nell’industria pesante del Paese, spesso attraverso una serie di legami clientelari con il governo. Come vedremo, all’interno dell’ANC si è verificato un progressivo fazionismo che rappresenta, in realtà, lo specchio del Sudafrica come appare ora: sempre più diviso, con la differenza che la diseguaglianza economica non si pone più solo tra la minoranza bianca e la maggioranza nera, ma è interna a quest’ultima. Questi e altri svariati motivi, stanno portando le masse a sentirsi distanti dalle rappresentanze politiche tradizionali; così i consensi all’African National Congress stanno calando decisamente negli ultimi anni e, dall’altro lato, stanno aumentando i favori verso i partiti più radicali, come evidenziano le ultime elezioni del 7 Maggio 2014.
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Book preview
Il nuovo Sudafrica - Fabrizio Altea
Ho percorso questo lungo cammino verso la libertà sforzandomi di non esitare, e ho fatto alcuni passi falsi lungo la via. Ma ho scoperto che dopo aver scalato una montagna ce ne sono sempre altre da scalare
Nelson Mandela
Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso
Nelson Mandela
Noi abbiamo lottato contro l’apartheid perché soffrivamo e venivamo maledetti per qualcosa riguardo alla quale non potevamo farci niente
Desmond Tutu
Prefazione
Il 5 dicembre 2013 a Johannesburg, all’età di 95 anni, moriva Nelson Mandela. Alla cerimonia funebre, svoltasi allo stadio di Soweto, erano presenti circa 100 capi ed ex-capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo e le celebrazioni vennero trasmesse in diretta in ogni angolo del pianeta. Questo fa capire quanta popolarità abbia riscosso durante la sua vita l’ex presidente del Sudafrica, al quale si deve il merito storico di aver combattuto e superato il regime di segregazione razziale (apartheid) che afflisse il suo Paese per oltre quarant’anni.
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Tuttavia, furono numerosi i lati meno conosciuti, spesso nascosti di Mandela, quindi eviteremo di ridurre il discorso alla lotta tra i bianchi da una parte e i neri dall’altra
. Analizzeremo gli eventi che hanno caratterizzato il Sudafrica, dimostrando che le cose non sono andate sempre e soltanto così, e che la storiografia seria non conosce soltanto il bianco e il nero ma è presente un ampio numero di sfumature.
L’intenzione è dunque quella di parlare di una storia mai scritta
del Sudafrica e di fare una revisione
storico-politica della colonizzazione europea, la quale viene spesso vista solo e semplicemente come un massacro di indigeni
buoni e pacifici, sempre e comunque vittime della malvagità e del razzismo occidentale.
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Se dal punto di vista socio-economico il Sudafrica è lo Stato più evoluto ed industrializzato del Continente (dal 2010 vanta infatti di essere annoverato fra i Paesi emergenti del BRICS, con Brasile, Russia, India, Cina), per certi aspetti la situazione è rimasta invariata, se non peggiorata. Le forme di razzismo non sono scomparse, anzi, paradossalmente, il fenomeno si è capovolto: la popolazione dei bianchi (afrikaner), insediata da circa quattro secoli nella regione, è oggigiorno minacciata da una neoborghesia nera che viene fomentata dall’ANC. Questa nuova classe medio-borghese nera ha fatto fortuna nell’industria pesante del Paese, spesso attraverso una serie di legami clientelari con il governo. Come vedremo, all’interno dell’ANC si è verificato un progressivo fazionismo che rappresenta, in realtà, lo specchio del Sudafrica come appare ora: sempre più diviso, con la differenza che la diseguaglianza economica non si pone più solo tra la minoranza bianca e la maggioranza nera, ma è interna a quest’ultima. Questi e altri svariati motivi, stanno portando le masse a sentirsi distanti dalle rappresentanze politiche tradizionali; così i consensi all’African National Congress stanno calando decisamente negli ultimi anni e, dall’altro lato, stanno aumentando i favori verso i partiti più radicali, come evidenziano le ultime elezioni del 7 Maggio 2014.
Sommario
1 - Breve storia del Sudafrica
Da Bartolomeu Dias a Nelson Mandela
Le tappe principali dell’Apartheid
L’integrazione regionale e internazionale del Sudafrica
2 - La figura di Mandela
Biografia
Nelson Mandela era un comunista?
Amicizie sinistre
3 - La nemesi
dell’Apartheid
Il ruolo dell’ANC negli ultimi vent’anni
Il Black Economic Empowerment
(BEE)
Il destino degli Afrikaner
Il vicino Zimbabwe
Le ultime elezioni e le prospettive future
Conclusione
Breve storia del Sudafrica
Da Bartolomeu Dias a Nelson Mandela
Il Sudafrica possiede una lunga storia che interseca ripetutamente le sue trame con quelle dell’Europa Occidentale. Le sue origini risalgono infatti alle missioni di avanscoperta iniziate dai portoghesi nell’Africa equatoriale e meridionale nella seconda metà del XV secolo. Nel 1487 è Bartolomeu Dias a raggiungere il Capo di Buona Speranza