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Regolazione post-trascrizionale del sistema astrocitario di esporto del ferro
Regolazione post-trascrizionale del sistema astrocitario di esporto del ferro
Regolazione post-trascrizionale del sistema astrocitario di esporto del ferro
Ebook134 pages1 hour

Regolazione post-trascrizionale del sistema astrocitario di esporto del ferro

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Le malattie neurodegenerative in età senile sono collegate inscindibilmente a fenomeni ossidativi che danneggiano le strutture cellulari e provocano disfunzioni a carico del sistema nervoso. Il ferro, elemento fondamentale per molte nostre funzioni come il trasporto di ossigeno e la produzione di energia, rappresenta un pericolo costante a causa della sua implicazione nella formazione di radicali liberi ed agenti ossidanti con conseguente danno a proteine, lipidi ed acidi nucleici. Per questo motivo l'omeostasi del ferro nel nostro organismo è finemente regolata e coinvolge numerose proteine di trasporto ed immagazzinamento. Il sistema astrocitario di esporto del ferro coinvolge due proteine di membrana che operano in un complesso sistema di ossidazione/traslocazione, attualmente conosciuto come unico meccanismo per tale scopo. La comprensione di tali sistemi di gestione cellulare del ferro nei distretti cerebrali può aiutarci a comprendere meglio i fenomeni alla base dei processi neurodegenerativi, sempre più diffusi nella nostra società ma dai meccanismi ancora ignoti.
LanguageItaliano
Release dateDec 20, 2011
ISBN9788863692761
Regolazione post-trascrizionale del sistema astrocitario di esporto del ferro

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    Regolazione post-trascrizionale del sistema astrocitario di esporto del ferro - Gianluca Rizzo

    UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MESSINA

    DOTTORATO IN BIOLOGIA E BIOTECNOLOGIE CELLULARI

    XIX Ciclo

    TESI DI DOTTORATO

    Regolazione post-trascrizionale del sistema astrocitario di esporto del ferro


    Anno Accademico 2006-2007

    Regolazione post-trascrizionale del sistema astrocitario di esporto del ferro

    Gianluca Rizzo

    Narcissus - Self Publishing made serious

    Edizione digitale: dicembre 2011

    ISBN: 9788863692761


    Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl


    INDICE

    INTRODUZIONE

    Le proteine che regolano il trasporto del ferro nei mammiferi

    Ceruloplasmina

    Transferrina e recettore della transferrina

    Ferritina

    Ferroportina

    Il percorso del ferri attraverso il nostro organismo

    Regolazione post-trastrizionale dell’omeostasi del ferro

    Il sistema IRE-IRPs

    Epcidina

    Proprietà chimico-fisiche del ferro

    Disfunzioni e malattie legate al metabolismo del ferro

    Emocromatosi

    Malattia della Ferroportina

    Aceruloplasminemia

    Malattia di Parkinson

    Malattia di Alzheimer

    MATERIALI E METODI

    Linee cellulari e terreni

    Vettori di espressione e trasfezione transiente

    Generazione dei costrutti

    Immunofluorescenza

    Saggio ELISA

    Western blot

    Estrazione Proteica

    Silenziamento

    Estrazione RNA messaggero

    RT-PCR

    Fluorimetria

    SCOPO DELLA TESI

    RISULTATI E DISCUSSIONE

    CONCLUSIONI

    BIBBLIOGRAFIA

    INTRODUZIONE

    Il ferro è un elemento di vitale importanza per tutti gli esseri viventi. Esso possiede particolari caratteristiche che lo rendono un indispensabile cofattore e gruppo prostetrico per i centri catalitici di molti enzimi che ne sfruttano le peculiari capacità redox. Il ferro possiede due stati d’ossidazione stabili che conferiscono a tal elemento la capacità di agire come gruppo prostetrico in proteine con funzioni ossido-reduttive, nello stesso tempo l’interconvertibilità tra questi due stati permette efficienti cambi conformazionali di proteine che contengono Fe come elemento strutturale, come avviene in importanti fattori con funzione regolativa.

    Il ferro lo troviamo all’interno dell’anello protoporfirinico nella struttura dell’eme di emoglobina e di mioglobina, due proteine d’indubbia rilevanza per la loro capacità di trasporto d’ossigeno nei vari distretti degli organismi superiori. La struttura del gruppo eme è presente anche in organismi inferiori che usano il ferro come elemento chiave per la cattura dell’ossigeno molecolare. Senza tale sistema, la capacità di trasporto d’ossigeno sarebbe drasticamente ridotta a causa della scarsa solubilità dell’ossigeno nei fluidi circolanti.

    Il ferro è presente anche all’interno dei cluster catalitici di proteine regolative, all’interno della deossiribonucleotide reduttasi implicata nella sintesi di DNA, e all’interno delle strutture costituenti importanti proteine della catena di trasporto d’elettroni nei mitocondri. In quest’ultima dislocazione esso è implicato nella riduzione dei substrati organici al fine di produrre energia. Senza di esso la fosforilazione ossidativa non potrebbe avvenire e l’energia richiesta dall’organismo non sarebbe soddisfatta.

    Le caratteristiche di questo metallo di transizione, così importanti per la vita sulla terra come la conosciamo, rappresentano anche la sua spiccata pericolosità; il ferro può facilmente essere causa di danni legati alle sue proprietà redox che permettono lo sviluppo di sottoprodotti dannosi definiti ROS capaci di perossidazione lipidica, danni ossidativi agli acidi nucleici, denaturazione proteine e tutta una serie d’eventi radicatici che danneggiano irreparabilmente i componenti cellulari.

    Proprio per questo motivo gli organismi hanno evoluto complessi sistemi d’assunzione, immagazzinamento e gestione di questo elemento tanto importante quanto pericoloso. Poiché il ferro ha un’alta reattività, le cellule devono avere la capacità di immagazzinarne la quantità indispensabile per il loro fabbisogno e nello stesso tempo devono tempestivamente bloccarne la reattività. Il riciclo da cellule del sangue senescenti rappresenta una seconda fonte sistemica di ferro ed è quindi evidente l’importanza e la complessità dei sistemi proteici che ne operano il trasporto e l’immagazzinamento; ma nello stesso tempo sembra chiaro che, controllando finemente la via d’entrata, i sistemi di rilascio nell’ambiente non necessitano di una particolare complessità perché l’esigenza di liberarsi del surplus di ferro avviene raramente in condizioni fisiologiche. Per questi motivi il ferro è considerato un micronutriente alla luce del fatto che l’adeguato apporto giornaliero è rappresentato da pochi milligrammi (Wood et al. 2005).

    LE PROTEINE CHE REGOLANO IL TRASPORTO DEL FERRO NEI MAMMIFERI

    Le proteine che gestiscono il ferro nei mammiferi, sono numerose e finemente regolate sia a livello trascrizionale che post-trascrizionale. Molte di esse sono ancora oggetto di studio per le complesse funzioni ed altre sono poco caratterizzate. Attualmente le conoscenze in materia vantano numerosi lavori descrittivi e sperimentali ed i progressi in tale campo hanno permesso la messa a punto di diverse strategie nel combattere gli effetti del dismetabolismo del ferro, ma tanto ancora deve essere chiarito. Alcune di queste necessitano di una descrizione più dettagliata.

    Ceruloplasmina

    La ceruloplasmina (Cp) fu isolata per la prima volta dal siero di maiale da Holmberg e Laurel nel 1948 (Holmberg et al 1948). Essa contiene il 95% del rame sierico ed è un’alfa-2 glicoproteina sierica con una massa molecolare approssimativamente di 132 KDa codificata dall’omonimo gene che si trova nel cromosoma 3q23-q24 (Daimon et al. 1995). Tale proteina consiste di una singola catena polipeptidica di 1046 aminoacidi ed appartiene alla famiglia delle ossidasi blu multinucleari contenente rame, famiglia che include anche le ascorbato ossidasi e le laccasi. La sua struttura è formata da sei domini plastocianina organizzati in un arrangiamento triangolare. All’interno della ceruloplasmina sono presenti sei atomi di rame di cui tre all’interno di un cluster che si trova tra il dominio 1 ed il dominio 6 (due atomi di tipo III ed uno di tipo II), e gli altri tre atomi di tipo I (blu), situati in centri mononucleari nei domini 2, 4 e 6. Ogni atomo di rame mononucleare è coordinato ad un residuo di cisterna e due d’istidina, mentre quelli all’interno dei domini 4 e 6 sono coordinati anche ad una metionina. Nel dominio 2 la metionina è sostituita da leucina che forma legami di van der Waals con l’atomo di rame adiacente. Sia il centro trinucleare che quello mononucleare del dominio 6, che rappresenta il centro catalitico, formano un cluser essenzialmente uguale a quello contenuto nell’ascorbato ossidasi (Zaitseva et al. 1996).

    Figura 1

    A: Struttura cristallografica della ceruloplasmina umana; B: siti di legame del rame nella ceruloplasmina. (Qian et al. 2001c)

    Diverse sono le funzioni attribuite nel tempo a tale proteina: attività ferrossidasica (Gitlin et al 1998, Qian et al. 1998, 2001 , Zaitseva et al. 1996), funzione antiossidante nella prevenzione della formazione di radicali liberi nel siero (Cha et al 1999, Gutteridge et al. 1986, Inoue et al 1999, Miyajima et al. 1996), meccanismi di danno ossidativo (Mukhopadhyay et al. 1997- Swain et al. 1995), ed una serie di processi metabolici legati al metabolismo del rame (Harris et al. 1993), ammine (Zaitsev et al. 1999), ed ossido nitrico (Bianchini et al. 1999).

    La

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