Gli africani salveranno Rosarno: E, probabilmente, anche l'Italia
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Book preview
Gli africani salveranno Rosarno - Antonello Mangano
Terrelibere.org • Collana Praça da Alegria
02
Antonello Mangano
Gli africani salveranno Rosarno
E, probabilmente, anche l'Italia
terrelibere.org eBook
Antonello Mangano
Gli africani salveranno Rosarno
E, probabilmente, anche l'Italia
Prefazione di Valentina Loiero
Introduzione di Giuseppe Lavorato
© 2012 terrelibere.org, edizione eBook
Questo testo è prodotto su licenza Creative Commons 2.5
Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 2.5 Italia (creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/)
ISBN 9788898114054
Ringraziamo l’associazione Africalabria, Raffaella Cosentino, Giuseppe Pugliese, Equosud, Yvan Sagnet, Gianluca Nigro, Gervasio Ungolo, Fulvio Vassallo.
Edizioni precedenti
2009 – Gli africani salveranno Rosarno. Prima edizione: terrelibere.org
2010 - Gli africani salveranno l’Italia, BUR Rizzoli
2012 – Gli africani salveranno Rosarno. Seconda edizione: terrelibere.org
2012 – Gli africani salveranno Rosarno. Seconda edizione: terrelibere.org - eBook
Gli autori
Giuseppe Lavorato è stato sindaco di Rosarno dal novembre 1994 al luglio 2003.
Valentina Loiero, giornalista del Tg5, corrispondente dalla Sicilia dal 2003 al 2007, autrice di Sale Nero – Storie clandestine. Da anni segue il fenomeno degli sbarchi di migranti in Italia.
Antonello Mangano ha fondato la casa editrice terrelibere.org
. Collabora con il manifesto
. E’ autore de Gli africani salveranno l’Italia
(Rizzoli 2010) e – con Laura Galesi – della ricerca Voi li chiamate clandestini
(manifestolibri 2011).
Terrelibere.org è una rivista elettronica che produce e raccoglie dal 1999 inchieste e ricerche sui rapporti tra Nord e Sud del Mondo, la mafia, le migrazioni, le questioni di genere, l’economia e la disuguaglianza. Tutti i materiali sono diffusi liberamente su licenza Creative Commons. Dal 2009 diventa casa editrice.
Vado a correggere la fortuna
Fabrizio De André, Princesa
E po’, i superstiti che arrininiscivano a toccari terra,
che bel binvinuto che arricivivano nel nostro paìsi!
Andrea Camilleri, L’età del dubbio
Questa è una vergogna per l’umanità
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Noi saremo ricordati
Scritta murale nei giorni della rivolta, Rosarno, gennaio 2011
Prefazione di Valentina Loiero. «Cari fratelli rosarnesi...»
"Cari fratelli e sorelle rosarnesi, siamo lavoratori africani di tante nazionalità. Abbiamo voluto scrivere questa lettera per ringraziarvi della vostra ospitalità. Poiché negli ultimi giorni si è parlato molto di noi, abbiamo deciso di parlare in prima persona. Malgrado la triste situazione che si è verificata due anni fa, che ha fatto male a tutti, ci troviamo di nuovo insieme, nella vostra città e sulla vostra terra. Quella situazione triste ce la portiamo nel nostro cuore, così come voi nel vostro.
Noi siamo persone come voi. Vogliamo lavorare per vivere, come voi. Siamo in difficoltà quando non c’è lavoro, come voi. Emigriamo per trovare lavoro come tanti di voi in passato e ancora oggi. Abbiamo famiglie, madri, fratelli, figli, come voi. Siamo qui per cercare una vita migliore, non per creare problemi. Per questo vi diciamo che non dovete avere paura di noi. L’emigrazione è una risorsa, economica, culturale… un’occasione di cui approfittare, noi e voi.
Chi in questi giorni ha parlato di noi diffondendo la paura è responsabile per le sue parole. Noi non ci riconosciamo in quello che si è detto su di noi. Se qualcuno tra noi sbaglia, fa soffrire noi più di voi. Ma non vuol dire che tutti sbagliamo. Come quando un italiano sbaglia, non tutti gli italiani hanno colpa. Approfittando di questa occasione, noi immigrati, in particolare noi africani, vogliamo farvi sapere che siamo qui per lavorare e partecipare allo sviluppo di questa città e della regione e nel futuro partecipare alle sorti della nazione italiana. Noi siamo fieri del nostro impegno e del nostro sudore. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Allora noi dobbiamo parlarci, capirci e insieme riuscire ad andare avanti.
Purtroppo le nostre condizioni di vita non ci permettono di farlo. Dopo una giornata di lavoro nei campi, abbiamo solo il tempo per fare un po’ di spesa e telefonare a casa e poi camminare a lungo fino ai luoghi in cui dormiamo. Noi stiamo nelle case abbandonate, senza luce né acqua. E’ una vita molto dura, ogni giorno. Molti di noi non riescono a trovare una casa in affitto. Facciamo appello alla vostra sensibilità e intelligenza: siamo persone come voi, noi dobbiamo rispettare tutti e tutti devono rispettare noi. Tutti insieme dobbiamo trovare una soluzione perché ci possiamo integrare con tutti i cittadini – di Rosarno, di Roma, del mondo… Auguriamo a tutti buon Natale e felice anno nuovo".
Lavoratori africani, cittadini del mondo, in Italia
Quando Antonello Mangano mi ha chiesto di aggiornare la prefazione di questo libro, gli africani di Rosarno avevano appena scritto la lettera aperta alla città. Mi è sembrata la migliore introduzione alle pagine che seguono, perché dice tutto senza bisogno di aggiungere altro. Semmai induce a una riflessione. Negli stessi giorni in cui loro scrivevano le parole che avete appena letto, a Torino incendiavano un campo rom: la reazione a un presunto stupro di una ragazzina italiana da parte di un giovane rom. In realtà poco conta che l’antefatto fosse un’invenzione della vittima. Perché il problema è un altro: se anche la violenza fosse stata vera, nulla avrebbe legittimato quel sentire arcaico che spinge a farsi giustizia da sé. Quel moto collettivo basato sulla legge del taglione.
Pochi giorni dopo abbiamo assistito alla furia omicida di un uomo italiano contro inermi venditori ambulanti del Senegal, stavolta nella civilissima Firenze. E poco conta dire che Gianluca Casseri fosse un pazzo. Perché Gianluca Casseri era innanzitutto un razzista. Come hanno detto gli stessi africani di Firenze, subito dopo la sparatoria, se fosse stato un pazzo avrebbe sparato anche sui bianchi
.
C’è un prima e un dopo Rosarno 2010. Adesso è su quel dopo che vogliamo soffermarci. Per constatare come in questi due anni tutto il peggio che covava sotto la cenere, stia esplodendo inesorabilmente. E i focolai sono tanti dal Nord al Sud. Certe politiche dell’odio perpetrate per un decennio, addirittura membri del governo che si permettevano di andare in tv per insultare i migranti, hanno finito per avvelenare tutto il pozzo. Il risultato è un’Italia più cattiva e moralmente più povera. Così sentire i lavoratori stranieri di Rosarno dire non dovete avere paura di noi
, quando sembrerebbe che siano loro a