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Prendere il volo
Prendere il volo
Prendere il volo
Ebook106 pages1 hour

Prendere il volo

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About this ebook

Ambientato ai nostri giorni si svolge nell’arco di due giornate. Fiammetta è una giovane donna italiana sulla quarantina che vive da alcuni anni all’estero.. Da poco si è separata dal suo compagno. Decide di andare a trascorrere una breve vacanza in Italia, da sua madre. Si sveglia, il mattino del giorno in cui ha deciso di partire per l’Italia, prima di prendere l’aereo trascorre un paio d’ore nel negozio in cui lavora saltuariamente, si reca da un caro amico a bere un caffè e a fare due divertenti chiacchiere, si concede un veloce pranzo in un bar, prepara le valigie, raggiunge l’aeroporto, si imbarca.

La narrazione, condotta in prima persona dalla protagonista, alterna ricordi, monologhi interiori, incontri e dialoghi con alcuni personaggi. Da questi elementi scaturiscono l’universo intimo e le controversie esistenziali di una donna come tante altre che, giunta alla soglia dei quarant’anni, contempla la propria vita (e la vita in generale) cercando di trarne un bilancio. Il conflitto relativo all’abbandono del proprio paese di origine per andare a vivere all’estero è una presenza costante durante l’arco di tutta la narrazione e ne costituisce uno dei motivi guida. Inoltre le piccole e a volte banali circostanze che si susseguono durante il fugace intervallo di tempo di neanche due giornate, e che accompagnano la protagonista dall’inizio alla fine del racconto, forniscono continui spunti per considerazioni su alcune delle questioni che più frequentemente popolano i pensieri di un individuo adulto quali, ad esempio, il timore di invecchiare, le problematiche e i dubbi relativi alla relazione tra uomo e donna, la percezione dell’universo maschile e femminile come due mondi distinti, la nostalgia del passato, la perdita di una persona cara, la voglia di evasione e il desiderio di fuga dalla realtà contingente.

Con una conclusione contrassegnata da un’inattesa dose di serenità e fiducia, quest’opera vuole essere un breve resoconto di quell’età in cui una donna guarda già al passato con disincanto e nostalgia, ma in cui non è assolutamente ancora troppo tardi per abbandonarsi con ottimismo alla vita e lasciarsi cogliere dalle belle sorprese che questa può ancora riservare.
LanguageItaliano
Release dateAug 14, 2013
ISBN9788868552817
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    Book preview

    Prendere il volo - Francesca Bergami

    Ringrziamenti

    1. - Il risveglio

    Apro gli occhi al suono della sveglia, fuori comincia

    ad albeggiare. Anche se non dormo da ormai circa un'ora,

    avrei volentieri continuato a starmene a letto ancora per un

    po', lasciandomi coccolare dalle morbide e confortanti coperte,

    come un bimbo nel grembo materno che non ne vuole sapere

    di nascere. Sì, perché dover abbandonare il mio giaciglio in

    questo modo innaturale, ubbidendo all'impietoso suono di una

    sveglia, mi ha sempre fatto pensare ad un indesiderato parto

    prematuro, oltre che a calarmi in uno stato d'animo in cui

    vaghi sentimenti di autocompassione e momentaneo rifiuto

    della vita si mischiano tra loro lasciandomi contrariata per

    almeno mezz'ora.

    Ciononostante mi alzo, accarezzo affettuosamente

    Magda, la mia cagnolina (un grazioso incrocio tra Collie e

    Pastore Tedesco), che dorme accanto al comodino. Infilo

    svogliatamente i piedi nelle ciabatte e mi reco in bagno. Come

    tutte le mattine, a prescindere dall'orario di risveglio, mi

    esamino per un paio di minuti allo specchio. Da tempo, ormai,

    non è più una novità che la persona che mi si trova di fronte ha

    un aspetto diverso da quella a cui ero solita dare il buongiorno

    un po' di anni fa. Lo stato dei capelli, per dirne una, è sempre

    più inquietante: resi fini e secchi dalle tinte coloranti volte a

    coprire i primi segni del tempo, che sulle chiome scure si

    annunciano con maggior prepotenza, non sono più in grado di

    sopravvivere allo strofinío contro il cuscino delle ore notturne.

    Il risultato, al mattino, è una capigliatura senza peso, incapace

    di cadere morbidamente sulle spalle, una sorta di cespuglio

    irto a cui solo un esperto colpo di pettine, accompagnato da

    generose carezze a base di olio e crema per capelli, può porre

    rimedio. Anche la delicata zona sottostante gli occhi, in realtà,

    comincia a presentare piccole alterazioni che però,

    fortunatamente, vanno scomparendo con il passare delle ore.

    In ogni caso, mentre il viso della donna che mi si trovava di

    fronte allo specchio anni fa presentava le stesse caratteristiche

    sia al risveglio che durante l'arco della giornata, il viso di colei

    a cui devo adesso dare il buongiorno mostra connotati

    differenti a seconda dell'orario. Per non parlare, poi, del

    rientro da un'uscita serale: la stanchezza, che una volta

    passava inosservata, si manifesta ora con tutta la sua

    arroganza, stravolgendo con sfacciata abilità le sottili logiche

    dell'accurato maquillage. Penso che sicuramente quasi tutte

    le donne, di tanto in tanto, si chiedono perché si debba

    invecchiare. Dato che l'essere umano, per sua natura, ha

    sempre bisogno di trovare spiegazioni a tutto, e dal momento

    che questa mattina, invece, non riesco a trovarne nessuna,

    cerco di convincermi che le età della vita servono a guardare

    le stesse cose da punti di vista diversi. Sì, proprio così, ecco a

    cosa serve invecchiare: è il prezzo da pagare per la cognizione

    con prospettiva. E con questa fugace consolazione mi

    allontano dallo specchio per accingermi ad impostare la

    giornata che mi attende.

    2. - Io e Phil

    Mi chiamo Fiammetta, ho quarant'anni, sono italiana

    ma vivo da ormai sette anni all'estero, su di un'isola. Non mi

    sono mai sposata, non ho figli, e da un paio di mesi sono di

    nuovo single. Oggi dovrò trascorrere qualche ora nel

    negozio di souvenirs presso cui lavoro di tanto in tanto in

    qualità di aiutante esterna, in caso di assenza del personale

    fisso. Poi mi recherò da un amico per restituirgli un libro

    prestatomi qualche settimana fa. Quindi mi attenderanno i

    preparativi per la partenza per l'Italia, dove mi piace passare le

    mie vacanze da quando ormai vivo sull'isola. Dovrò decidere

    cosa mettere in valigia e, soprattutto, che libro scegliere per le

    ore da trascorrere in aereo. Adoro leggere. Il volo è previsto

    per le sei di pomeriggio, atterraggio a Milano alle dieci, dove

    verrà a prendermi Giorgio, carissimo amico, nonché mio ex

    grande amore, con il quale ho mantenuto ottimi rapporti nel

    tempo. Passerò la notte a Milano e poi lui domani mi

    accompagnerà a casa di mia madre, in una località che si trova

    parecchi chilometri più a sud.

    Mi concedo una breve colazione, poi porterò Magda a

    fare la sua passeggiata mattutina, prima di consegnarla ad una

    conoscente che si prenderà cura di lei durante la mia assenza.

    Staccarmi da Magda, anche se solo per un paio di settimane,

    ha su di me sempre l'effetto di una pietra appoggiata

    sull'anima e che viene rimossa soltanto al mio rientro. In

    fondo Magda è la mia migliore e più fedele amica, e questo lo

    sanno tutti coloro che posseggono un cane. La creatura non ha

    occhi che per me, mi segue ovunque, sia fisicamente che con

    lo sguardo, mi accompagna costantemente con devozione e

    gratitudine a dir poco commoventi. Mi chiedo come farò

    quando, un giorno, Magda non ci sarà più. Spesso, guardando

    la mia fedele compagna, penso a mio padre, morto due anni fa.

    Mi ricordo quanto egli amasse godere della simpatica

    compagnia di questa bestiola, che ricambiava puntualmente.

    Gli animali muovono le loro emozioni e i loro sentimenti su

    binari diversi dai nostri: più veloci, più diretti. E, soprattutto,

    incondizionati.

    Esco con la mia fedele amica a fare due passi, e i miei

    pensieri volano a ritroso, ripercorrendo le tappe della mia

    relazione da poco terminata. Grazie alla presenza di Magda,

    mi è stato possibile affrontare con minor solitudine la recente

    separazione da Phil.

    Io e Phil decidemmo di trasferirci a vivere su

    quest'isola sette anni fa, giungendovi il 29 di febbraio. Qui

    cominciammo a lavorare insieme presso una piccola agenzia

    di turismo, dove rimanemmo per dodici mesi. Si trattò del

    periodo più bello della nostra convivenza, di uno dei periodi

    più belli di tutta la mia vita. In quel tempo, grazie al forte

    potenziale ispirativo di questo posto, ebbi la possibilità di

    scoprire la mia creatività, di dilettarmi in mini opere d’arte, di

    godere in totale serenità di ogni nuovo giorno che arrivava.

    Phil era innamoratissimo di me e non perdeva occasione per

    dimostrarmelo. Allora pensavo che tale condizione fosse

    destinata a durare per sempre. Ora sono semplicemente grata

    al mio destino per avermi regalato quel magico, seppur breve,

    capitolo di vita.

    Le cose, infatti, cominciarono a cambiare dopo quasi

    un anno, quando il proprietario dell'agenzia decise di chiudere

    l'attività. A quel punto, non so perché, Phil si mise in testa di

    comprare un appartamento. Era chiaro che a partire da quel

    momento, per poter pagare l'ipoteca, avremmo dovuto cercarci

    un altro posto di lavoro, con uno stipendio un po' più serio. Io

    iniziai a lavorare presso la reception di una resort turistica. Il

    lavoro non era male e anche ben remunerato. Il problema

    erano le otto ore da trascorrere in piedi, con gambe doloranti,

    un vero supplizio. Decisi perciò di cercarmi un'altra

    occupazione e trovai un posto in qualità di assistente e aiutante

    amministrativa presso una clinica medica privata, in una

    località a circa mezz'ora di auto da dove vivevamo. Nel

    frattempo Phil aveva preso contatti con un'altra agenzia di

    turismo, ma dopo neanche un giorno di lavoro dette le

    dimissioni perché non si trovava in sintonia con il

    proprietario. Si presentò da me in clinica, come se niente

    fosse, dicendomi che non aveva più un lavoro. Io, sconcertata,

    pensai che si trattasse di un caso veramente speciale. Non

    avrei mai immaginato che con Phil simili situazioni si

    sarebbero presentate anche più avanti.

    Per fortuna, Phil trovò abbastanza presto un lavoro

    presso un'agenzia appartenente ad un suo amico, un ragazzo

    inglese che aveva conosciuto quando lavorava a Cipro. Il

    posto di lavoro si trovava esattamente a lato della clinica in

    cui lavoravo io. Avremmo potuto recarci quasi tutti i giorni al

    lavoro insieme. Finalmente di nuovo

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