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Staminali e Fecondazione assistita. 2004-2015 Legge 40/04
Staminali e Fecondazione assistita. 2004-2015 Legge 40/04
Staminali e Fecondazione assistita. 2004-2015 Legge 40/04
Ebook129 pages1 hour

Staminali e Fecondazione assistita. 2004-2015 Legge 40/04

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L’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica ritiene che la fecondazione medicalmente assistita sia un diritto di ogni cittadino italiano e si batte affinché la Legge 40/2004 venga sostituita da una disciplina più europea, laica e liberale. Dopo aver dato vita al referendum del giugno 2005, oggi l’Associazione si batte nei tribunali e nelle Corti italiane ed europee affinché vengano cancellati i divieti più ideologici e antiscientifici che ostacolano irragionevolmente i progetti genitoriali di migliaia di coppie italiane.

Durante il convegno “Staminali e fecondazione assistita: evoluzione giurisprudenziale dei diritti della persona” organizzato dall’Associazione Coscioni, in collaborazione con l’Elf, si sono riuniti gli esperti per discutere del divieto di accesso alla procreazione assistita per le coppie portatrici di patologie genetiche. La Corte Costituzionale lo ha cancellato.

Ora occorre lottare per cancellare il divieto di ricerca scientifica sugli embrioni.
LanguageItaliano
PublishergoWare
Release dateJul 13, 2015
ISBN9788867973927
Staminali e Fecondazione assistita. 2004-2015 Legge 40/04

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    Staminali e Fecondazione assistita. 2004-2015 Legge 40/04 - AA.VV.

    Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo.

    goWare 2015, Firenze, prima edizione digitale italiana

    ISBN 978-88-6797-392-7

    Revisione dei testi e coordinamento editoriale: Valentina Stella

    Copertina: Lorenzo Puliti su un’illustrazione di Anna Godeassi con direzione creativa di (Flavio) Avy Candeli

    Sviluppo ePub: Elisa Baglioni

    goWare è una startup fiorentina specializzata in digital publishing

    Fateci avere i vostri commenti a: info@goware-apps.it

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    Presentazione

    L’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica ritiene che la fecondazione medicalmente assistita sia un diritto di ogni cittadino italiano e si batte affinché la Legge 40/2004 venga sostituita da una disciplina più europea, laica e liberale. Dopo aver dato vita al referendum del giugno 2005, oggi l’Associazione si batte nei tribunali e nelle Corti italiane ed europee affinché vengano cancellati i divieti più ideologici e antiscientifici che ostacolano irragionevolmente i progetti genitoriali di migliaia di coppie italiane.

    Durante il convegno Staminali e fecondazione assistita: evoluzione giurisprudenziale dei diritti della persona organizzato dall’Associazione Coscioni, in collaborazione con l’Elf, si sono riuniti gli esperti per discutere del divieto di accesso alla procreazione assistita per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche. La Corte Costituzionale lo ha cancellato. Ora occorre lottare per cancellare il divieto di ricerca scientifica sugli embrioni.

    * * *

    Questo libro racchiude gli interventi dei relatori che hanno partecipato al convegno Staminali e fecondazione assistita: evoluzione giurisprudenziale dei diritti della persona, organizzato l’8 aprile 2015 al Senato della Repubblica dall’Associazione Luca Coscioni, soggetto costituente il Partito radicale, in partnership con l’European Liberal Forum.

    Sono stati pubblicati solo i testi rivisti dagli autori.

    Per rivedere e riascoltare il convegno è possibile consultare questo link.

    Pagina dell’evento

    Siamo su:

    www.associazionelucacoscioni.it

    www.facebook.com/associazionecoscioni

    www.twitter.com/ass_coscioni

    https://plus.google.com/+AssociazioneLucaCoscioniIt/

    A questo link è possibile trovare tutte le informazioni per sostenere l’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.

    Ci puoi scrivere o chiamare:

    info@associazionelucacoscioni.it

    06 68979286

    Introduzione

    Legge 40: le battaglie in tribunale per la difesa dei diritti

    di FILOMENA GALLO

    FILOMENA GALLO, Segretario dell’Associazione Luca Coscioni, avvocato patrocinante le giurisdizioni superiori, docente a.c. all’Università di Teramo Legislazioni e bioetica nelle Biotecnologie in campo umano

    Il motto dell’Associazione Luca Coscioni è dal corpo dei malati al cuore della politica. Con questo slogan siamo riusciti a smantellare quasi del tutto una delle leggi più liberticide della nostra storia repubblicana: la legge 40 del 2004 sulla procreazione medicalmente assistita. Lo abbiamo fatto grazie soprattutto a quei cittadini che non si sono mai arresi dinanzi agli irragionevoli divieti del legislatore e insieme a noi hanno combattuto nei tribunali per veder affermati i proprio diritti. Dal 10 marzo 2004, data di entrata in vigore della legge, purtroppo la politica non ha mai mostrato la volontà di riparare al danno che essa stessa aveva fatto scrivendo una legge ideologica, illiberale, discriminante e illegale. Infatti sono intervenuti 33 volte i tribunali, tre volte la Corte Costituzionale, una volta la Corte Europa dei Diritti dell’Uomo per modificarla. Nel 2005 noi radicali, con in testa il leader Luca Coscioni, abbiamo cercato di abrogarla con un referendum ma le gerarchie vaticane con la complicità dei partiti asserviti e della disinformazione hanno boicottato la consultazione. Come ci ricorda nelle prossime pagine Emma Bonino alla fine abbiamo perso il referendum oltre per la furbizia del clero anche per via della politica; i parlamentari avevano appena votato sulla Legge 40 e lo slogan era sulla vita non si vota, cioè i parlamentari votano e voi cittadini andate al mare. A ben rifletterci è evidente anche il senso di una distorsione istituzionale preoccupante. Tuttavia, a dieci anni da quella sconfitta, possiamo dire di aver vinto noi: compatti insieme alle associazione di pazienti, ai medici, agli avvocati, alle tante coppie abbiamo riconquistato quei diritti che la Corte interamericana ha qualificato come diritti umani meritevoli di tutela, e la Carta Europea dei Diritti dell’Uomo come diritti fondamentali. Di quali diritti parliamo? Il diritto alla non ingerenza dello Stato nella vita privata e familiare: questa legge si è infilata tra le lenzuola degli italiani, si è imposta in quello spazio che il padre del liberalismo moderno, John Stuart Mill, definitiva del self-regarding, la sfera privata che un Governo liberale dovrebbe tutelare, non invadere; il diritto alla salute e ad avere un figlio senza essere discriminati. La legge 40, infatti, ha creato, tra l’altro, discriminazioni tra cittadini: alcuni avrebbero potuto accedere alle tecniche di fecondazione assistita, altri no in base a criteri che poi i tribunali e la Consulta hanno ritenuto infondati. Purtroppo per alcuni la strada è ancora preclusa: i single e le coppie delle stesso sesso.

    Per tenere sempre alta l’attenzione su questo tema, come Associazione Luca Coscioni, in partnership con l’European Liberal Forum, abbiamo deciso di organizzare l’8 aprile 2015 un convegno al Senato della Repubblica dal titolo Staminali e fecondazione assistita: evoluzione giurisprudenziale dei diritti della persona: eravamo alla vigilia di una udienza in Corte Costituzionale (14 aprile 2015) per cancellare l’ennesimo divieto della legge 40, quello che impediva l’accesso alla Pma alle coppie fertili portatrici di patologie genetiche. E quindi abbiamo deciso di organizzare questo incontro con gli esperti per discutere del divieto all’esame della Consulta ma anche degli altri divieti ancora da cancellare. Abbiamo scelto di farlo in una sede istituzionale perché è proprio dal Parlamento che dovrebbe ripartire un’azione politica per eliminare i divieti rimasti, senza dover ricorrere sempre ai tribunali. Sono così lontani gli anni ’70 durante i quali abbiamo visto le grandi riforme che riguardano i diritti fondamentali delle persone, le libertà, il diritto di famiglia, la legge sull’aborto, la legge sul divorzio: negli ultimi anni invece Governi e Parlamenti si sono contraddistinti per uno stallo in materia di libertà fondamentali.

    Noi non ci siamo arresi, e con tenacia abbiamo percorso tutte le strade possibili per la modifica di una legge senza fondamento scientifico e giuridico, riuscendo ad ottenere nei tribunali pronunce importanti e in Parlamento elaborando testi di riforma della L.40/04 che però non sono stati mai calendarizzati fino al 2015. In questi anni siamo riusciti ad ottenere un primo pronunciamento dal Tribunale di Salerno che ha equiparato la diagnosi pre-impianto alle indagini prenatali, aprendo la strada alla pronuncia della Corte EDU che ha condannato l’Italia sul divieto di accesso alla PMA per le coppie fertili portatrici di patologie genetiche, oppure il primo incidente di costituzionalità sul divieto di eterologa dal Tribunale di Firenze che poi è stato seguito dai tribunali di Milano e Catania che ha determinato la sentenza 162/2014 della Corte Costituzionale che ha cancellato il divieto di eterologa. E anche questa volta abbiamo vinto, come ha sentenziato con un comunicato la Corte Costituzionale il 14 maggio[1]. Ripercorriamo i fatti: due coppie, le cui testimonianze potrete leggere successivamente, si erano rivolte all’Associazione Luca Coscioni perché una struttura pubblica romana aveva vietato loro la diagnosi pre-impianto perché fertili, come previsto dalla legge 40. Mariacristina e Armando, Valentina e Fabrizio non si sono lasciati sbattere la porta in faccia e ci hanno scritto per chiedere con noi dinanzi ad un tribunale di non essere discriminati, di non essere costretti ad andare all’estero per ricevere la prestazione sanitaria, di non essere costretti a rinunciare ad un figlio sano, a cui avrebbero rischiato di trasmettere la loro stessa patologia genetica, di cui sono portatori sani, di non doversi trovare ad interrompere anche per la quinta volta la gravidanza.

    Per noi dell’Associazione Luca Coscioni, che abbiamo assistito le coppie ricorrenti, con un collegio legale composto dagli avvocati Angelo Calandrini e Gianni Baldini e da me la Corte Costituzionale ha motivato la decisione in linea con quanto da noi evidenziato nelle memorie di udienza depositate. Il divieto ha creato una discriminazione tra le coppie nell’accesso alle tecniche, esso è irragionevole perché, impedendo alla coppia di accedere alla diagnosi pre-impianto per verificare lo stato di salute dell’embrione, espone la donna alla innegabilmente più traumatica interruzione volontaria di gravidanza quando dalle normali indagini prenatali

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