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Zia Armida e il medico del paese
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Ebook99 pages33 minutes

Zia Armida e il medico del paese

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About this ebook

Sono sguardi di vita, echi dal passato, originali fotografie; sono quadri a tinte ora luminose, ora più fosche; sono desideri e dolori, risate e pianti, meditazioni e riflessioni, i versi che Agata Faleschini ci dona in questa toccante raccolta poetica, che narra con garbata genuinità certi personaggi e le loro piccole follie.
LanguageItaliano
Release dateOct 4, 2014
ISBN9788867931200
Zia Armida e il medico del paese

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    Zia Armida e il medico del paese - Agata Faleschini

    http://creoebook.blogspot.com

    Agata Faleschini

    Zia Armida

    e il medico del paese

    Questa è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono fittizi o usati in modo fittizio. Tutti gli episodi, le vicende, i dialoghi di questo libro, sono partoriti dall’immaginazione dell’autore e non vanno riferiti a situazioni reali se non per pura coincidenza.

    A voi che mi avete

    raccontato

    tante cose

    A te che sei

    il seme

    della mia poesia

    LA CITTÀ È IN FESTA

    Luci, schiamazzi,

    luci di auto che non aspettano,

    pacchi e fiocchetti,

    sorrisi e frasette,

    la città è in festa.

    Ma l’uomo che abita in riva al mare

    Bruno il marinaio, non ama la città in festa,

    ama il riflesso delle luci specchiate sull’onda,

    che calma, copre il mare avvolgendo

    la barca Maria Pia.

    Ondeggiando la città in festa,

    culla e riempie di un sapore antico

    e misterioso il mare.

    Ma al marinaio non piace,

    a lui piace solo guardarla da lontano,

    ha paura del frastuono e del chiasso

    che lo fa sentire ancora più solo.

    Quel lontano Natale del 2011,

    si rinchiude nella sua festa,

    quella dorata che aveva sempre conservato.

    Come rilucente scatola di cioccolatini,

    ogni tanto ne solleva il coperchio

    e con occhi puri e papille innocenti,

    ne assaggia qualcuno come fosse

    sempre la prima volta.

    È quella la sua più bella festa,

    poi richiude nella notte,

    veloce quel magico coperchio

    in modo che nessuno scopra

    il suo segreto.

    dove le stelle sono occhi di fate

    che scrutano dai buchi di un enorme tendone.

    HOTEL CALIFORNIA

    In America c’era andato

    un giorno pensando alla vita nuova

    a una casa e una giacca con lustrini.

    Occhi nuovi.

    Le lettere ai fratelli e cugini ormai lontani,

    le spediva come una mano che tocca

    il cuore, protesa oltre l’oceano a udire

    ancora il vociare e l’anima famigliare.

    Così sfiorava il cuore della madre,

    il cuore del padre su fogli che arrivati

    venivano accarezzati e baciati.

    I giorni passavano sognando,

    mangiando bocconi che nessun

    povero poteva anche solo sognare.

    In America era andato.

    Lettere e parole continuavano a tenerlo legato

    col filo della speranza,

    perché il capo del gomitolo era la sua

    amata Italia,

    così che un giorno come era partito,

    un altro ripartì per seguire il filo

    fin dove era nato.

    Da quel lontano giorno i colori si riaccesero

    che non vi era oggetto,

    nemmeno una piccola macchina usata e abbandonata,

    che non avesse una sua pennellata

    col pennello d’autore.

    Aveva varcato i confini,

    ormai si sentiva artista

    del mondo,

    appena approdato

    sulla terra ferma.

    UNO STRANIERO IN CASA

    Una sera quando il babbo rincasò,

    come tutte le sere dipinte di cielo

    e rosso di rosa cielo,

    mi fece conoscere un ragazzo.

    A casa

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