Da un'estate all'altra
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Da un'estate all'altra - Giacomo Marcou
DA UN'ESTATE ALL'ALTRA
Giacomo Marcou
Giacomo Marcou
Via Santonuovo, 62/2
51039 Quarrata (PT)
Tel. 0573 72552
Fax 0573 079077
mail: giacomo.marcou@gmail.com
giacomo.marcou@yooop.net
http://www.yooop.net
Copyright © Tutti i diritti riservati
ISBN: 9788890827419
DA UN'ESTATE ALL'ALTRA
Indice
Panni appesi
Il mondo e la vita
Il ragno
Agli ordini sergente
Se ci fosse il tempo
Nauseante
Corpo padrone
Quel che resta di una mela tagliata a metà
Superbia
La traccia
Tragico incontro
L'ultima cena
Ordine
Ci sono appuntamenti, nella vita di un uomo, che subiscono perenni rinvii, senza per altro riuscire a dare una spiegazione plausibile, sia all'appuntamento in sé, che a quella continua esigenza di rinviare.
Mia moglie con i miei figli è alla casa al mare, nei pressi di Positano. Possiedo una casa in quel piccolo paradiso di terra arroccata sul mare. In molti farebbero carte false pur di avere una proprietà in Costa Amalfitana, io, invece, l'ho avuta in eredità, proprio come in eredità l'ha avuta, prima di me, mio padre. E se tentassi di raccontare i dettagli di questa storia finirei per essere deriso. Ma non sarà certo il timore di non essere creduto ad impedirmi di raccontare quest'episodio appartenuto alla storia della mia famiglia. Mio padre aveva, così come aveva suo padre, e come aveva il padre di suo padre, un'impresa di pompe funebri, che oggi non c'è più; o meglio, ci sarebbe, ma non appartiene più alla nostra famiglia. La malavita si è resa unica padrona, senza rivali, di questa risorsa economica. Quale settore poteva essere migliore per investire la loro imponente ricchezza economica. Ma torniamo al racconto simpatico che poche righe più sopra avevo promesso di rendere noto e che, se non altro, potrà svelare cosa può accadere ad un uomo che esercita la propria professione con amore. Mio padre dirigeva la sua azienda, sicuramente un po' funebre, ma utile alla collettività. Fu così che venne avvicinato da un anziano signore, il quale nonostante fosse ancora vivo, si preoccupava, come tanti altri vecchietti, del suo futuro di uomo presto morto. Quando fu scelta la sua migliore collocazione, e scritti i dettagli di un decoroso funerale, l'uomo ebbe a rivelare che non aveva alcuna possibilità di pagare quell'anticipo che normalmente si paga. Oltretutto non aveva certezza alcuna di poter poi pagare il conto di tutto quel lavoro commissionato a mio padre. Raccontò di non avere parenti ai quali potesse interessare la sua morte. (resti inteso che dalle nostre parti un funerale ha le sue ingenti spese, per cui i parenti che intendono farsi carico delle stesse, necessariamente debbono avere un ritorno economico dall'investimento) Era facile prevedere che il lavoro di mio padre non sarebbe stato pagato. Spesso si trovava in simili situazioni. Ma mio padre non abbandonava mai un uomo, vivo o morto che fosse. Per cui promise a quel vivo, che presto si sarebbe deciso a morire, di non darsi pensiero e di preoccuparsi, piuttosto, di vivere in tranquillità e possibilmente il più a lungo possibile. Al funerale avrebbe pensato mio padre, lo avrebbe organizzato nei termini richiesti, e soltanto in quel momento si sarebbe stabilito chi avrebbe dovuto farsi carico delle spese. L'uomo ringraziò e se ne andò. Giunta l'ora mio padre mantenne l'impegno, senza dimenticare neppure una delle richieste. Il giorno dopo il funerale fu mandato a chiamare da un notaio che abitava dall'altra parte della città, e lì venne a sapere che una casa a Positano era il premio per la sua parola data.
Mio padre raccontava raramente questo episodio della sua vita, a me piace riportarlo con la speranza che giunga a chi oggi si è reso padrone del suo lavoro.
Data giustificazione della mia casa a Positano e di conseguenza spiegata la causa della mia solitudine, resto davanti alla finestra aperta, da dove è più facile farsi raggiungere da un caldo vento di mare. Ho incaricato il ragazzo del bar giù sotto casa mia (un certo Rosario, per la cronaca) il quale, ad intervalli di due ore, si è preso l'impegno di portarmi su il mio gelato preferito: limone, cocco, fragola, amarena, pinolata e cream caramel. E' chiaro che i gusti gireranno a turno, a gruppi di tre, fino alla chiusura del locale.
Il gelato renderà più dolce il mio impegno.
Prendo in mano una fotografia di quando avevo venti anni; così mi sarà più facile focalizzare il periodo. Ero un ragazzo. Lavoravo come dipendente nella ditta di mio padre. Oggi il mio grande progetto di allora può apparire banale ma ai miei tempi era una sfida nei confronti di tutto il sistema. Ricordo la meticolosa cura con cui nei minimi dettagli, senza lasciare niente al caso, organizzai la mia trasferta. E ancora oggi mi appare tenero il desiderio con cui mi accingevo ad affrontare il mondo.
Pensai bene di lasciare una lettera nella quale spiegare la mia decisione. Cominciai con mio padre.
Caro papà, quando leggerai questa lettera io sarò già lontano, e ti consiglio di non darti molta pena per venirmi a cercare. Dovrai temporaneamente fare a meno di me, per qualche giorno. Mi dispiace. Sento il bisogno di prendermi una vacanza. Faccio un giro per l'Italia. Se è ai soldi che pensi, non devi preoccuparti, parto senza una lira, non porto con me neppure i miei risparmi; in qualche modo mi arrangerò. So quanto ti sarà difficile capire. Accetterò le eventuali punizioni, ma ne parleremo al mio ritorno a casa. Papà ti voglio bene, e ti saluto con un forte abbraccio, che spero possa renderti meno amara, questa mia improvvisa partenza. A presto.
Cara mamma, so che per te sarà un gran dolore alzarti domani mattina dal letto e scoprire di non trovare più il tuo caro figlio. Per qualche giorno dovrò fare a meno delle calde fette di pane abbrustolito al fuoco, che ogni mattina mi prepari con amore, badando che non si brucino, prima di imburrarle e coprirle di dolce miele. E non saranno soltanto le tue deliziose colazioni a mancarmi. Ti prego di non sprecare tempo cercando di scavare nella tua assurda convinzione che a me non piaccia lavorare con papà. Sarebbe ingiusto attribuirmi colpe che non ho. Resta inteso che non mi entusiasmi molto allestire camere ardenti, ma nonostante tutto sono abbastanza intelligente da rendermi conto della fortuna che ho, rispetto a molti ragazzi della mia stessa età, costretti a vagabondare, senza avere prospettiva alcuna. Piuttosto cerca di non essere un problema in più per papà, che già sarà assalito da una vera crisi, per questa mia vacanza. Si farà un sacco di problemi, per non essere riuscito ad educare i propri figli come invece avrebbe dovuto. Fagli capire che nessuno potrebbe riconoscergli delle colpe, e se proprio si vuole accusare, sappia che la sua unica colpa è quella di essere stato un genitore che ha lasciato crescere i suoi figli nella libertà di diventare quel che desideravano. E per quanto possa apparire un'impresa ardua, cerca di fargli capire che nel mio gesto non vi deve essere letta una fuga dai miei doveri. Conosco perfettamente l'importanza del mio lavoro, tanto da ben prevedere il danno causato dalla mia assenza. Per questo, opportunamente, ho atteso l'assunzione del nuovo arrivato, il quale potrà senz'altro far sì che la mia assenza sia meno avvertita. E non farti venire in mente che mi sia aggregato con cattive compagnie, sai benissimo che non sono il tipo. Non ti sarà facile convincerti della mia esigenza di vivere in piena solitudine qualche giorno, ma per quanto le mie scelte si scontrino con le tue convinzioni, sono sicuro di poter contare sulla tua comprensione. Al mio ritorno non mancherò di portarti qualche bel regalo, con il quale sicuramente riuscirò a farmi perdonare questa sconsiderata, ma piacevole pazzia. Ciao mamma, e se puoi, dormi tranquilla, senza torturarti per me. Non mi farò mancare assolutamente niente, e se anche dovessi perdere qualche chilo, al mio ritorno ci sarai tu a darmi quel che mi sarà mancato.
"Manuela non credere che