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Poesie
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Ebook89 pages36 minutes

Poesie

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Ernesto Ragazzoni (1870-1920), novarese di Orta, figura anticonformista e poliedrica, dopo il diploma di ragioniere fu impiegato alle ferrovie, giornalista, poeta e prosatore serio e umorista, saggista intelligente e profetico, la sua poesia si fece beffe di tutti e di se stesso in primo luogo, con un umorismo da cui trapela spesso una vena amara e tormentata, resa attraverso uno stile moderno in cui è frequente il bisticcio di parole, l’assonanza, la rima interna, da lui considerati come contestazione della banalità dell'espressione tipica della borghesia del tempo. La poesia di Ragazzoni era spesso un suo modo di contestare la sacralità stessa dell’arte poetica. Per questo piacque poco ai critici seriosi e idealisti, per questo fu anche poeta parodistico, prendendo liberamente spunto dai versi dei grandi del passato per dar loro nuova veste giocosa e provocatoria, manifestazione costante della sua esperienza artistica e vitale.
LanguageItaliano
Release dateFeb 21, 2011
ISBN9788874170777
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    Poesie - Ernesto Ragazzoni

    Poesie

    Ernesto Ragazzoni

    In copertina: Alberto Savinio, Il sogno di Achille, 1929

    © 2011 REA Edizioni

    Via S.Agostino 15

    67100 L’Aquila

    Tel diretto 348 6510033

    www.reamultimedia.it

    redazione@reamultimedia.it

    La Casa Editrice esperite le pratiche per acquisire tutti i diritti relativi alla presente opera, rimane a disposizione di quanti avessero comunque a vantare ragioni in proposito.

    Indice

    I BEVITORI DI STELLE

    ASCENSIONE

    L'ISOLA DEL SILENZIO

    ROSE SFOGLIATE

    I VIALI IRRIGIDITI...

    AD ORTA

    RIFUGIO VERDE

    DREAMLAND

    IL VIAGGIO D'ISOTTA

    NUVOLE

    PURCHÉ SIA FUORI DEL MONDO

    AD UNA VECCHIA BOTTIGLIA DEFUNTA MOLTI ANNI FA

    MISTICI AMICI

    AFA

    SIESTA

    NOSTALGIA

    LA BALLATA DELLA BRUTTA ZUCCA

    BALLATA

    PAROLE CONTRO LE PAROLE

    INSALATA DI SAN MARTINO

    DE AFRICA

    LAUDE DEI PACIFICI LAPPONI E DELL'OLIO DI MERLUZZO

    IL TEOREMA DI PITAGORA

    POESIA NOSTALGICA DELLE LOCOMOTIVE CHE VOGLIONO ANDARE AL PASCOLO

    LE NOSTALGIE DEL BECCO A GAS

    LE MALINCONIE ED IL LAMENTO DEL POVERO BILIARDO CHE NON VUOL PIÙ ESSER VERDE

    PICCOLA CONSOLAZIONE OFFERTA ALLE UOVA MORTIFICATE PERCHÉ CALANO DI PREZZO

    POESIA DELLA ROTTURA DELLE SCATOLE

    BRIVIDO INVERNALE  OVVEROSIA: METTETE I PIEDI IN BOCCA...

    PER FUNGHI

    I DOLORI DEL GIOVANE WERTHER

    ELEGIA DEL VERME SOLITARIO

    LE BALLATELLE ITALO-ABISSINE

    OMAGGIO AL 606

    SCHERZI E FRAMMENTI

    L'APOTEOSI DEI CULI D'ORTA

    IL MIO FUNERALE

    I BEVITORI DI STELLE

                                       a Leonardo Bistolfi

    Le notti che non c'è la luna,

    le lucide notti d'estate

    che il cielo la terra importuna

    col lampo d'innumeri occhiate,

    - occhiate di stelle! - e le cose

    (che troppo si sentono addosso

    le tante pupille curiose)

    mal dormono un sonno commosso,

    è allora che vengono fuori,

    e, a un fiume che sanno, in pianelle,

    s'avviano giù i bevitori

    di stelle per bere le stelle,

    le stelle piovute in riflessi

    nell'acqua. Bocconi, alla scabra

    si gittano, sponda, e sott'essi

    han liquido un cielo alle labbra.

    E bevono, bevono e dalla

    profonda quïete del fiume

    si vedon fiorire essi a galla

    - offerto al lor giubilo - il lume

    dei mondi lontani, e le ghiotte

    sorsate s'affannano a bere,

    nell'acqua ove nuota, la notte,

    il fosforo e l'or delle sfere.

    Le turbe beate son esse

    di quelli che vivon di sogni,

    d'azzurro, di terre promesse,

    di limbi siderei, d'ogni

    castel che si dondola in aria,

    di quei che le fate morgane

    richiaman con nuvola varia,

    e le principesse lontane.

    Ma non - a purpuree treccie

    d'audaci comete afferrati -

    si lanciano a schiudere breccie

    nel ciel, verso cieli ignorati,

    non essi, con tese le scotte,

    frugando lontano per l'onde

    vedranno balzar dalla notte,

    nell'alba le nuove Golconde;

    non mai, con lo scettro nel pugno,

    (re magi orditori d'incanti),

    trarranno le rose di giugno

    dal grembo dei verni tremanti.

    Se cercan di là dalla vita,

    di là dalla meta altre mète,

    se l'anima dolce han smarrita

    a caccia di nubi, ed han sete

    d'azzurro, di terre promesse:

    di limbi siderei, d'ogni

    miraggio che in aria si tesse;

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