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Sul treno per dovevuoiandaretu
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Sul treno per dovevuoiandaretu

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About this ebook

Ventitré autori, diciotto traduttori, undici paesi, sette lingue e quattro epoche. Da un progetto collaborativo di European School of Translation e Dragomanni, nasce un’antologia di storie per bambini e ragazzi che vi farà scoprire o riscoprire ventitré autori di lingua inglese, tedesca, nederlandese, francese e spagnola, vi porterà in Irlanda, Inghilterra, Scozia, Stati Uniti, Canada, Germania, Austria, Olanda, Francia, Spagna, Perù e vi farà viaggiare fra Ottocento e Novecento, con un salto nel Siglo de Oro spagnolo e un ritorno alla contemporaneità. Racconti, brani da romanzi, ballate, poesie, saghe e un testo teatrale destinati a un pubblico di bambini e ragazzi, ai genitori e agli educatori, trasportati in italiano e in un dialetto (il genovese) da diciotto traduttori/redattori/revisori/impaginatori/editori, che dedicano il loro lavoro all’Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica (A.G.E.O.P. Ricerca Onlus). Testi originali di Thomas Crofton Croker, Edward Everett Hale, Mary Eleanor Wilkins Freeman, Andrew Lang, Katharine Pyle, Lucy Maud Montgomery, Joseph Jacobs, Edith Nesbit, Saki (Hector Hugh Munro), Jacob e Wilhelm Grimm, Ignaz e Joseph Zingerle, Agnes Sapper, Georg Büchner, Franz Kafka, Christian Morgenstern, Stefan Karch, Cornelis Johannes Kieviet, E. H. Carnoy, Préal, Alphonse Daudet, Adèle Lacerte, Lazarillo de Tormes, Abraham Valdelomar, Raúl Hernández Garrido. Traduzioni di Barbara Salardi, Stefania Diafani, Giusi Zummo, Silvia Carli, Tiziana Meschis, Elena Papaleo, Valentina Volpi, Francesca Frulla, Silvia Pellacani, Monica Raffaele Addamo, Alessandra Chiappini, Daniela Roso, Eleonora Imazio, Manuela Dal Castello, Francesca Monno, Ilaria Valdiserra, Diego Guinasso, Marta Graziani. Illustrazioni dei frontespizi di Valentina Volpi. Con una prefazione di Andrea Spila (European School of Translation) e un’introduzione di Daniele A. Gewurz (Dragomanni). Un ebook della European School of Translation (www.e-schooloftranslation.org) e dei Dragomanni (www.idragomanni.it).
LanguageItaliano
PublisherDragomanni
Release dateJul 8, 2013
ISBN9788868552480
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    Book preview

    Sul treno per dovevuoiandaretu - AA. VV.

    Sul treno per Dovevuoiandaretu

    Storie per bambini e ragazzi da mondi vicini e lontani

    * * *

    European School of Translation — Dragomanni

    Sul treno per Dovevuoiandaretu

    Storie per bambini e ragazzi da mondi vicini e lontani

    di

    Thomas Crofton Croker, Edward Everett Hale, Mary Eleanor Wilkins Freeman, Andrew Lang, Katharine Pyle, Lucy Maud Montgomery, Joseph Jacobs, Edith Nesbit, Saki (Hector Hugh Munro), Jacob e Wilhelm Grimm, Ignaz e Joseph Zingerle, Agnes Sapper, Georg Büchner, Franz Kafka, Christian Morgenstern, Stefan Karch, Cornelis Johannes Kieviet, E. H. Carnoy, Préal, Alphonse Daudet, Adèle Lacerte, Lazarillo de Tormes, Abraham Valdelomar, Raúl Hernández Garrido

    nelle traduzioni di

    Barbara Salardi, Stefania Diafani, Giusi Zummo, Silvia Carli, Tiziana Meschis, Elena Papaleo, Valentina Volpi, Francesca Frulla, Silvia Pellacani, Monica Raffaele Addamo, Alessandra Chiappini, Daniela Roso, Eleonora Imazio, Manuela Dal Castello, Francesca Monno, Ilaria Valdiserra, Diego Guinasso, Marta Graziani

    Prima edizione: luglio 2013

    Per la traduzione: Copyright © 2013 dei rispettivi traduttori e traduttrici

    Edizione a cura della European School of Translation (http://www.e-schooloftranslation.org) e dei Dragomanni (http://www.dragomanni.it)

    Se hai apprezzato questo libro gratuito, ti invitiamo a fare una donazione volontaria all'A.G.E.O.P. Ricerca a questo indirizzo: http://www.ageop.org/come-donare/donare-privati/dona-ora/

    Logo dei Dragomanni di Claudio Fiorini - Makelab

    Ebook creato da Valentina Volpi, con la revisione di Silvia Pellacani e il contributo di Manuela Dal Castello, Eleonora Imazio e Diego Guinasso.

    Illustrazioni dei frontespizi di Valentina Volpi.

    Ebook creato con Writer2ePub di Luca Calcinai e Sigil di Strahinja Marković e John Schember

    Sommario

    Prefazione

    Ringraziamenti

    Come sono nate le storie di Dovevuoiandaretu

    Introduzione

    Storie dall’inglese

    Thomas Crofton Croker

    La signora di Gollerus

    Il signore di Dunkerron

    Note

    Edward Everett Hale

    Introduzione

    L’uomo senza patria

    Mary Eleanor Wilkins Freeman

    Introduzione

    Dov’è cresciuto l’albero di Natale

    Note

    Andrew Lang

    Introduzione

    Il principe Prigio

    Katharine Pyle

    Introduzione

    Non solo gli uccelli cantano

    La stella dei desideri

    Lucy Maud Montgomery

    Introduzione: Dai capelli rossi ai fantasmi

    La storia di Davenport

    Joseph Jacobs

    Introduzione

    La ragazza intelligente

    Note

    Introduzione

    Childe Rowland

    Note

    Edith Nesbit

    Introduzione

    Amabel e la zia

    Saki (Hector Hugh Munro)

    La finestra aperta

    Il raccontastorie

    L’immagine dell’anima perduta

    Note

    Storie dal tedesco

    Jacob e Wilhelm Grimm

    Introduzione

    Omini dei laghi, coboldi e accalappiatopi - Una selezione dalle «Saghe germaniche» dei fratelli Grimm

    Storie del Mummelsee [Saga 59]

    Il coboldo [Saga 72]

    Frau Hütt [Saga 234]

    L’accalappiatopi [Saga 246]

    Il paradiso degli animali [Saga 301]

    Il bambino annegato [Saga 62]

    I bambini di Hamelin [Saga 245]

    Note: Piccolo glossario di termini antichi o inusuali, riferimenti culturali e scelte di traduzione

    Ignaz e Joseph Zingerle

    Introduzione

    La guardiana dei polli e i vestiti del cielo

    Agnes Sapper

    Introduzione

    Muschietta

    Note

    Georg Büchner, Franz Kafka, Christian Morgenstern

    Racconta, nonna!

    Piccola favola

    Fiaba del bosco

    Note

    Stefan Karch

    Introduzione: E la maga s’innamorò del gatto

    Robin e Scarlet. I libri dei maghi

    Storie dal nederlandese

    Cornelis Johannes Kieviet

    Introduzione

    Storia della vita di Dik Trom

    Note

    Storie dal francese

    E. H. Carnoy — Préal

    La topina bianca

    Il regalo di nozze

    Note

    Alphonse Daudet

    La polenta

    L’assedio di Berlino

    È morto il papa

    Note: Brave ragazze e monellacci

    Adèle Lacerte

    Introduzione

    Ai dodici rintocchi di mezzanotte

    Note: Per saperne di più – Nota del traduttore

    Atlantide

    Note: Atlantide, un mito millenario

    Il suonatore di tamburi

    Note

    Storie dallo spagnolo

    Lazarillo de Tormes

    Introduzione: Il picaro genovese

    O Lazaron de Toriggia

    Glossario genovese>italiano

    Il Lazzarone di Torriglia

    Abraham Valdelomar

    Introduzione

    Il Cavalier Lionato

    Note: Per saperne di più – Nota del traduttore

    Raúl Hernández Garrido

    Introduzione

    Ti manderò una lettera

    Note

    Prefazione

    Ringraziamenti

    Un progetto ambizioso come il «Laboratorio di autonomia» non sarebbe stato possibile senza il contributo di tutti gli allievi, dei docenti e dello staff della European School of Translation e dei Dragomanni. A tutti loro va quindi il nostro ringraziamento per aver permesso la riuscita del Laboratorio.

    Dobbiamo in particolare ringraziare Silvia Pellacani per essersi occupata con grande pazienza e attenzione del coordinamento delle attività organizzative e promozionali.

    Ringraziamo inoltre Valentina Volpi che ha coordinato l’impaginazione del libro, contribuendo in modo significativo alla creazione finale dell’ebook.

    Dobbiamo molto a Marta Graziani che ha tenuto i contatti con A.G.E.O.P. Ricerca, riuscendo a coinvolgere l’associazione che ha abbracciato volentieri la nostra iniziativa.

    Daniele A. Gewurz ha portato la sua esperienza di editoria indipendente, animando il laboratorio con grande passione.

    Un ultimo ringraziamento va a Raúl Hernández Garrido e Stefan Karch, i due autori viventi che hanno concesso generosamente i diritti di traduzione delle loro opere in italiano.

    Come sono nate le storie di Dovevuoiandaretu

    Da molti anni la European School of Translation promuove la formazione in rete dei traduttori e, attraverso le proprie Scuole online, ha creato una folta comunità di professionisti che ci accompagnano con entusiasmo in tutte le nostre iniziative educative.

    Quando abbiamo ideato il «Laboratorio di autonomia» della Online Winter School 2013 sapevamo che avremmo incontrato molti nuovi compagni di viaggio e che con loro avremmo condiviso avventure e scoperto mondi inesplorati, ma mai avremmo immaginato che un laboratorio completamente virtuale avrebbe permesso a tante persone di collaborare con tanta passione, creatività e professionalità a un progetto così complesso e ambizioso.

    Il primo incontro non poteva che essere con Daniele A. Gewurz, l’ideatore e instancabile motore dei Dragomanni, il progetto di pubblicazione di ebook interamente prodotti dai traduttori, dalla fase di scelta dei testi, alla traduzione, revisione, impaginazione, fino alla distribuzione del libro elettronico nei principali canali online.

    Da tempo ci siamo innamorati di questa (non) casa editrice dei traduttori che mette insieme autonomia e collaborazione e abbiamo trovato in Daniele un eccellente docente e coordinatore del Laboratorio di autonomia. Con lui abbiamo studiato tempi e modalità del progetto che doveva ripercorrere tutta la filiera editoriale, dallo scouting fino al marketing del prodotto finale. Un progetto complesso e ambizioso che Daniele ha condotto in piena fedeltà con lo spirito dei Dragomanni e della European School of Translation.

    Sono poi arrivati i diciotto pionieri, traduttori alle prime armi e colleghi più esperti che hanno deciso di accettare la sfida di riprodurre in piccolo, e in poche settimane, tutto il processo di produzione di un libro, condividendo in rete ogni fase del proprio lavoro:

    Silvia Carli, Alessandra Chiappini, Manuela Dal Castello, Stefania Diafani, Francesca Frulla, Marta Graziani, Diego Guinasso, Eleonora Imazio, Tiziana Meschis, Francesca Monno, Elena Papaleo, Silvia Pellacani, Monica Raffaele Addamo, Daniela Roso, Barbara Salardi, Ilaria Valdiserra, Valentina Volpi, Giusi Zummo.

    Grazie ai webinar di Daniele A. Gewurz e allo scambio di idee in un forum online, i diciotto scout / traduttori / redattori / revisori / impaginatori / editori hanno realizzato un’antologia di testi per l’infanzia scritti da ventitré autori stranieri e da loro tradotti in lingua italiana più un dialetto (il genovese).

    Gli autori scelti per il progetto sono:

    Thomas Crofton Croker, Edward Everett Hale, Mary Eleanor Wilkins Freeman, Andrew Lang, Katharine Pyle, Lucy Maud Montgomery, Joseph Jacobs, Edith Nesbit, Saki (Hector Hugh Munro), Jacob e Wilhelm Grimm, Ignaz e Joseph Zingerle, Agnes Sapper, Georg Büchner, Franz Kafka, Christian Morgenstern, Stefan Karch, Cornelis Johannes Kieviet, E. H. Carnoy, Préal, Alphonse Daudet, Adèle Lacerte, Lazarillo de Tormes, Abraham Valdelomar, Raúl Hernández Garrido.

    Il titolo della raccolta di opere per ragazzi è Sul treno per Dovevuoiandaretu. Storie per bambini e ragazzi da mondi vicini e lontani ed è ispirato a uno dei racconti dall’inglese che leggerete. Vale la pena però di elencare i molti titoli proposti dai partecipanti al Laboratorio, perché ci permettono di toccare con mano il lavoro di squadra che è stato messo in campo in ogni momento per giungere a questa straordinaria opera autoprodotta e autogestita:

    Storie di mondi vicini e lontani. Opere scelte per bambini e ragazzi

    Unicorni di cartapesta. In viaggio per mondi vicini e lontani

    Sul treno per Dovevuoiandaretu. Storie per bambini e ragazzi da mondi vicini e lontani

    Raggi di stelle. Storie per bambini e ragazzi da universi vicini e lontani

    Briciole di stelle. Storie per bambini e ragazzi da universi vicini e lontani

    Un treno per le stelle. Storie per bambini e ragazzi da universi vicini e lontani

    Polvere di stelle. Storie per bambini e ragazzi da universi vicini e lontani

    Frammenti di stelle. Storie per bambini e ragazzi da universi vicini e lontani

    Grazie a discussioni e sondaggi è stato possibile prendere decisioni collettive in modo rapido e democratico, rispettando sia l’autonomia di ogni singolo partecipante sia lo spirito collaborativo dell’intero progetto.

    L’ultima decisione da prendere, una volta impaginata l’antologia nel formato di un moderno libro elettronico, è stata quella della distribuzione dell’ebook. Si è molto dibattuto sulla scelta di proporre un libro gratuito oppure a pagamento e, in quest’ultimo caso, sulla destinazione degli eventuali proventi. Alla fine i nostri editori indipendenti hanno optato per la formula del libro gratuito, invitando i lettori a donare volontariamente un contributo a una non-profit che si occupasse del benessere e della salute dei bambini.

    È così che sul treno sono saliti gli ultimi compagni di viaggio, i volontari dell’Associazione Genitori Ematologia Oncologia Pediatrica (A.G.E.O.P. Ricerca Onlus), un’organizzazione che si dedica all’assistenza e all’accoglienza dei bambini malati di tumore e delle loro famiglie e che finanzia la Ricerca Scientifica nella lotta al cancro infantile. Ci hanno raccontato delle loro quattro case di accoglienza, tra cui quella di Siepelunga per la quale hanno un mutuo aperto e che vogliono consegnare per sempre a bimbi e ai genitori nel delicato periodo di pre e post trapianto di midollo osseo. Ci hanno parlato del sostegno che offrono alla Ricerca, finanziando l’erogazione di contratti a medici e biologi-ricercatori e del team di psicologhe che segue i piccoli e i loro genitori. Ma soprattutto ci hanno raccontato che lavorano per creare «spazi a misura di bambino, in cui l’immaginazione possa continuare a sognare».

    Le storie di Dovevuoiandaretu sono dedicate a questa piccola associazione che da trent’anni si impegna per trasformare i sogni dei bambini in realtà, prendendosi cura delle loro esigenze più profonde e aiutandoli ad affrontare una battaglia difficile.

    Nel nostro piccolo siamo felici di aiutare A.G.E.O.P. Ricerca nel suo impegno quotidiano e ci auguriamo che i lettori di questa antologia vorranno sostenere concretamente e attivamente il loro lavoro.

    Se hai apprezzato questo libro gratuito, ti invitiamo a fare una donazione volontaria all'A.G.E.O.P. Ricerca a questo indirizzo: http://www.ageop.org/come-donare/donare-privati/dona-ora/

    Andrea Spila

    Direttore, European School of Translation

    Introduzione

    Questa antologia è frutto di un lavoro quasi anarchico. È emersa dal «Laboratorio di Autonomia» organizzato dalla European School of Translation e condotto dal sottoscritto, ma io per primo mi sono stupito di quanto, partendo dagli spunti offerti nel ciclo di seminari, tutto il resto sia proceduto prendendo velocità, e idee, e nuove direzioni, con grande spontaneità e, appunto, in autonomia.

    Il punto di partenza deriva dall’attività dei Dragomanni, un gruppo informale di traduttori che – ancora una volta, in autonomia – scelgono, traducono, rivedono e autopubblicano in forma di ebook testi scelti dall’enorme patrimonio delle opere nel pubblico dominio, o di autori con cui esiste un rapporto di conoscenza personale.

    Il ciclo di seminari mirava a fornire alcune idee su come procedere per seguire una via simile: si è trattato di quattro incontri, ognuno incentrato su una delle quattro fasi già menzionate:

    la scelta del testo, all’interno del genere amplissimo – stabilito all’inizio – della letteratura per l’infanzia, tenendo presente la disciplina del diritto d’autore: anche qui a testi classici e vere scoperte si sono affiancate novità di autori contemporanei;

    la traduzione vera e propria, su cui ovviamente si possono scrivere libri sani, tenere corsi di laurea e soprattutto vivere anni di esperienza...; qui si sono date solo alcune idee strettamente finalizzate al nostro progetto;

    la revisione, per la quale, riprendendo l’uso dei Dragomanni, ognuno dei partecipanti si è occupato del testo tradotto da uno dei colleghi;

    la pubblicazione, in cui s’è parlato soprattutto di aspetti sia generali che tecnici degli ebook.

    Ma, appunto, date queste prime idee generali, l’antologia ha preso vita quasi da sola, grazie alla capacità e all’entusiasmo dei partecipanti al laboratorio, che hanno attinto a piene mani alla propria cultura e voglia di fare, a quello che già sapevano e a quello che hanno avuto occasione di scoprire. Sono stati scelti e tradotti testi molto eterogenei per forma (racconti, brani da romanzi, ballate, poesie, saghe, un testo teatrale) e provenienza, «viaggiando» attraverso undici Paesi (Irlanda, Inghilterra, Scozia, Stati Uniti, Canada, Germania, Austria, Olanda, Francia, Spagna, Perù), sette lingue (le cinque lingue di lavoro più l’italiano più un dialetto) ed epoche diverse (per lo più fra Ottocento e Novecento, con un salto nel XVI secolo e nella contemporaneità).

    Il lavoro di tutti è stato generoso e insostituibile, ma sono grato in particolare a Valentina Volpi e a Silvia Pellacani che si sono sobbarcate l’oneroso compito di riunire e assemblare il materiale di tutti i colleghi, fino a farne l’ebook che avete sotto gli occhi. E infine voglio ricordare che senza la EST tutta, e Raffaella Moretti in particolare, l’intero progetto non avrebbe mai potuto prendere il volo o... il treno!

    Daniele A. Gewurz

    Dragomanni

    Storie da

    Irlanda

    Inghilterra

    Scozia

    Stati Uniti

    Canada

    Thomas Crofton Croker

    Traduzione dall’inglese di Barbara Salardi

    La signora di Gollerus

    Il signore di Dunkerron

    Note

    Thomas Crofton Croker

    La signora di Gollerus

    Traduzione dall’inglese di Barbara Salardi

    All’alba di una bella mattina d’estate, Dick Fitzgerald se ne stava sulla riva del porto di Smerwick a fumare il dudeen, ovvero la pipa di terracotta. Il sole sorgeva pian piano dietro all’imponente Brandon, il mare scuro si colorava di verde nella luce, e la nebbia scivolava dalle valli arrotolandosi e arricciandosi come il fumo agli angoli della bocca di Dick.

    «Questa è proprio una bella giornata», disse Dick, togliendo la pipa dalle labbra e guardando l’oceano lontano, calmo e tranquillo come una tomba di marmo lucido. «Be’, a dire il vero», proseguì dopo un po’, «è molto triste parlare a sé stessi per farsi compagnia, senza un’anima che ti risponda – niente e nessuno tranne l’eco, il figlio della tua voce! Lo so, se avessi la fortuna, o la sfortuna», continuò Dick con un sorriso malinconico, «di avere una donna, questo non mi succederebbe! E cos’è un uomo a questo mondo senza una moglie? Non è altro che una bottiglia senza un goccio dentro, un ballo senza musica, la lama sinistra di una forbice, una lenza senza amo o qualsiasi altra cosa che in un certo modo non sia completa. Non è così?» disse Dick Fitzgerald, guardando uno scoglio sulla spiaggia, che, anche se non poteva parlare, se ne stava immobile e con l’aria sfacciata di chi è pronto a giurare qualsiasi cosa.

    Ma che sorpresa provò quando si accorse che, proprio ai piedi di quello scoglio, una giovane bellissima si stava pettinando i capelli color verde mare! L’acqua salata li faceva scintillare nella luce mattutina come il burro fuso sul cavolo.

    Anche se non ne aveva mai vista una, Dick capì subito che quella era una sirena, perché scorse accanto a lei il suo cohuleen driuth, un piccolo berretto incantato che il popolo del mare usava per tuffarsi nell’oceano; e sapeva che se si fosse impossessato del berretto lei avrebbe perso il potere di tornare nell’acqua: lo afferrò quindi a tutta velocità e lei, sentendo il rumore, girò la testa in modo naturale, come una persona qualsiasi.

    Quando si accorse che il berrettino che usava per tuffarsi era sparito, lacrime di sale – per lei doppiamente salate, senza dubbio – le scesero, una goccia dopo l’altra, sulle guance, e la sirena si sciolse in un triste pianto con la voce tenera di un bambino appena nato. Dick, nonostante sapesse per cosa piangeva, decise di tenersi il cohuleen driuth; che pianga finché vuole, vedremo se porterà qualcosa di buono. Tuttavia non poté fare a meno di provare pietà, e quando la creatura muta lo guardò in faccia, con le guance bagnate di lacrime, quello sguardo sarebbe stato abbastanza commovente per chiunque; figuriamoci per Dick, che di suo aveva sempre avuto, come molti suoi compatrioti, un cuore piuttosto tenero.

    «Non piangere, cara», disse Dick Fitzgerald, ma la sirena, come tutti i bambini testardi, pianse ancora di più.

    Dick si sedette accanto a lei e le prese la mano per consolarla. Non era per niente una mano sgradevole, aveva soltanto una piccola membrana fra le dita, come nelle zampe delle anatre; ma era sottile e bianca come la pellicina fra l’uovo e il suo guscio.

    «Come ti chiami, cara?» chiese Dick, pensando di attaccare discorso, ma non ottenne risposta. Era sicurissimo che lei non sapesse parlare o che non lo capisse, perciò strinse forte la mano nella sua, come se fosse l’unico modo per parlarle. Quello era un linguaggio universale, e non c’era donna al mondo, che fosse un pesce o una signora, che non lo capisse.

    Alla sirena sembrava non dispiacere questo tipo di conversazione e, smettendo di piangere, disse all’improvviso: «Uomo» e guardando Dick Fitzgerald in faccia «uomo, mi mangerai?».

    «Per tutte le sottovesti rosse e i grembiuli a quadretti fra Dingle e Tralee», gridò Dick, saltando in piedi per lo stupore: «piuttosto mangerei me stesso, tesoro mio! Io dovrei mangiare te, piccola mia? Be’, che brutto mascalzone di un pesce ti ha messo quell’idea nella tua testa graziosa, con tutti quei bei capelli verdi che scendono giù, che stamattina sono pettinati così bene!».

    «Uomo», disse la sirena, «se non mi mangerai, che ne farai di me?».

    Dick pensò subito di farne una moglie: a una prima occhiata aveva visto che era bella, ma da quando aveva parlato, oltretutto aveva parlato come una qualsiasi donna, si era un po’ innamorato di lei. Fu il suo bel modo di rivolgersi a lui a risolvere la faccenda.

    «Pesce», disse Dick, cercando di parlarle nella sua stessa maniera concisa: «pesce, in questa bella giornata, ti do la mia parola solenne e sincera che farò di te la signora Fitzgerald davanti a tutto il mondo; ecco quello che farò».

    «Non dovrai ripetermelo due volte», rispose lei, «sono pronta a diventare tua moglie, signor Fitzgerald, però aspetta, per favore, che mi acconci i capelli».

    Ci volle un po’ prima che fossero sistemati come piacevano a lei, perché pensava, probabilmente, di dover andare fra persone sconosciute che l’avrebbero osservata. Quando finì, la sirena mise il pettine in tasca, poi chinò la testa e sussurrò qualche parola all’acqua che sfiorava i piedi dello scoglio.

    Dick vide il mormorio delle parole sull’acqua andarsene verso il mare aperto, proprio come una folata di vento che increspa la superficie, e disse, con grande meraviglia: «Stai parlando all’acqua salata, cara?».

    «Proprio così», rispose, con una certa spensieratezza: «ho informato mio padre a casa che non mi aspetti a colazione, così non deve stare in pensiero».

    «E chi è tuo padre, dolcezza mia?» disse Dick.

    «Come!» esclamò la sirena: «Non hai mai sentito parlare di mio padre? Lui è nientemeno che il re del mare!».

    «E tu, quindi, sei la figlia di un vero re?» chiese Dick, strabuzzando gli occhi per osservare con attenzione la sua futura moglie. «Oh, con te sono un uomo completo, e per giunta tuo padre è un re; di sicuro avrà tutto il denaro che si trova in fondo al mare!»

    «Denaro», ripeté la sirena, «cos’è il denaro?».

    «Non è certo un male averne quando serve», rispose Dick, «e dimmi, per caso i pesci hanno l’ordine di portarti qualsiasi cosa tu chieda?».

    «Oh, sì», confermò la sirena, «mi portano quello che voglio».

    «Be’, allora, a dire la verità», disse Dick, «a casa ho un letto di paglia, ma ora che ci penso non mi pare adatto alla figlia di un re: quindi, se per te non è troppo disturbo, insomma, chiederesti un bel letto di piume, con un paio di coperte nuove... Ma che sto dicendo? Sarà mai possibile che in fondo al mare abbiate dei letti?».

    «Certo che sì», disse lei, «signor Fitzgerald, abbiamo molti letti a tua disposizione. Io ho quattordici letti da ostriche tutti miei, senza contare quello nuovo per allevarci le più piccole».

    «Ma pensa», disse Dick grattandosi la testa un po’ perplesso. «Io però mi riferivo a un letto di piume, anche se ammetto che la tua è un’ottima sistemazione: hai il letto e la cena a portata di mano, così quando hai uno, non devi chiedere l’altra».

    Comunque, letto o non letto, denaro o non denaro, Dick Fitzgerald aveva deciso di sposare la sirena e lei aveva acconsentito. Lasciarono quindi la spiaggia e da Gollerus andarono a Ballinrunnig, dove quella mattina c’era Padre Fitzgibbon.

    «Serve un’altra voce in capitolo per quest’unione, Dick Fitzgerald», disse il reverendo, molto cupo. «E tu vorresti sposare una donna pesce? – Il Signore ci salvi! – Rimanda quella creatura squamosa a casa, dalla sua gente, questo è il mio consiglio, da qualunque luogo provenga.»

    Dick aveva in mano il cohuleen driuth, e stava per restituirlo alla sirena, che lo guardava con bramosia, ma ci pensò su un attimo, e disse:

    «Vi prego, reverendo, è la figlia di un re».

    «Anche se fosse la figlia di cinquanta re», rispose Padre Fitzgibbon, «ti dico che non puoi sposarla, perché è un pesce».

    «Vi prego, reverendo», riprese Dick, in tono sommesso, «è dolce e bella come la luna».

    «Anche se fosse dolce e bella come il sole, la luna e le stelle messi insieme, ti ripeto, Dick Fitzgerald», disse il prete, battendo il piede destro, «tu non puoi sposarla, perché è un pesce!».

    «Ma lei ha tutto l’oro che si trova in fondo al mare, le basta soltanto chiedere, e io sarò un uomo completo se la sposerò; e poi», continuò Dick, con uno sguardo d’intesa: «posso ricompensare lautamente chi farà quello che chiedo».

    «Oh, in tal caso è tutta un’altra questione», rispose il prete, «insomma, ora vedo una certa logica nelle tue parole, perché non me l’hai detto prima? Sposala assolutamente, anche se fosse dieci volte un pesce. Il denaro, capisci, non si rifiuta mai in questi tempi difficili, ed è bene che sia io a ricevere una ricompensa, e non qualcun altro, che forse non si scomoderebbe neppure a darti un consiglio come invece ho fatto io».

    Quindi Padre Fitzgibbon sposò Dick Fitzgerald e la sirena, e questi, come una qualsiasi coppia innamorata, ritornarono a Gollerus soddisfatti l’uno dell’altra. Tutto andava benissimo per Dick, finalmente splendeva il sole per lui; la sirena si rivelò la migliore delle mogli, e vissero insieme nella più grande felicità.

    Era una meraviglia vedere, considerato dove fosse cresciuta, come si affaccendasse in casa, e come fosse brava a prendersi cura dei bambini; perché, nel giro di tre anni, erano arrivati altrettanti piccoli Fitzgerald: due maschietti e una femminuccia.

    In breve, Dick era un uomo felice, e avrebbe potuto continuare a esserlo per il resto dei suoi giorni, se solo avesse avuto l’accortezza di prendersi cura di quello che aveva; tuttavia, molti altri uomini, oltre a Dick, non hanno avuto il buonsenso di farlo.

    Quando un giorno Dick dovette andare a Tralee, lasciò sua moglie ad accudire i bambini a casa, e pensò che avesse già il suo daffare senza dover andare a mettere il naso tra i suoi attrezzi da pesca.

    Non appena Dick se ne fu andato, la signora Fitzgerald cominciò a rassettare la casa, e quando per caso cercò di tirare giù una rete da pesca, cosa trovò nascosto in un buco nel muro, se non il suo cohuleen driuth?

    Lo prese e lo guardò, poi pensò a suo padre il re, a sua madre la regina, ai suoi fratelli e alle sue sorelle, e provò il desiderio di tornare da loro.

    Si sedette su un piccolo sgabello e ripensò ai giorni felici trascorsi in fondo al mare; poi guardò i suoi bambini, e pensò all’amore e all’affetto del povero Dick, e che gli si sarebbe spezzato il cuore se l’avesse persa. «Però», disse lei, «non mi perderebbe del tutto, perché io tornerò di nuovo da lui, e chi potrebbe criticarmi per aver fatto visita a mio padre e a mia madre dopo essere stata lontano da loro per così tanto tempo?».

    Si alzò e andò verso la porta, ma tornò indietro per guardare un’altra volta il bambino che dormiva nella culla. Lo baciò dolcemente, e mentre lo baciava una lacrima tremolò appena dagli occhi e cadde sulle guance rosa del bambino. Si asciugò le lacrime, e rivolgendosi alla figlia più grande le disse di prendersi cura dei suoi fratelli e di fare la brava finché lei non fosse tornata. La sirena quindi scese alla spiaggia. Il mare era calmo e liscio, ondeggiava e brillava al sole, e le parve di sentire un canto lieve e dolce, che la invitava a immergersi. Le sue idee e i suoi sentimenti di prima le dilagarono nella mente, in un attimo dimenticò Dick e i bambini, e dopo essersi messa in testa il cohuleen driuth si tuffò in mare.

    Dick tornò a casa la sera, e vedendo che sua moglie non c’era chiese a Kathelin, la sua bambina, dov’era finita sua madre, ma lei non seppe dirglielo. Chiese quindi ai vicini, e venne a sapere che l’avevano vista andare verso la spiaggia con in mano un oggetto strano, simile a un cappello a tre punte. Tornò nella sua casetta per cercare il cohuleen driuth, ma era scomparso e la verità gli si rivelò all’improvviso.

    Passarono gli anni e Dick Fitzgerald aspettò, sperando che la moglie tornasse, ma non la rivide mai più. Dick non si risposò, pensando che prima o poi la sirena sarebbe tornata da lui, e niente riuscì mai a dissuaderlo dall’idea che il re suo padre l’avesse trattenuta sotto il mare con la forza; «Perché», diceva Dick, «non avrebbe mai abbandonato suo marito e i suoi figli».

    Finché era rimasta con lui era stata una così brava moglie che perfino ai giorni nostri la tradizione del paese la propone come esempio, con il nome di La signora di Gollerus.

    «The Lady of Gollerus», in Fairy Legends and Traditions of The South of Ireland, Lea and Blanchard, Philadelphia 1844 (dalla versione inglese in http://www.gutenberg.org/files/39752/39752-h/39752-h.htm)

    Thomas Crofton Croker

    Il signore di Dunkerron

    Traduzione dall’inglese di Barbara Salardi

    Il signore di Dunkerron¹, O’Sullivan il grande,

    perché scrutava di notte la riva sferzata dalle onde?

    La sua nave era al riparo, i segugi a sonnecchiare;

    nessun nemico in vista, né in terra né in mare.

    Ma il signore di Dunkerron, ed era noto a tutti,

    da solo vagava e contemplava i flutti;

    perché, si diceva, un bellissimo spirito marino

    il signore di Dunkerron voleva a sé vicino.

    Quando, al chiaro di luna, l’oceano si calmò,

    quel bellissimo spirito si mostrò;

    la sua chioma di onde luminose si posava

    sul petto, che lievemente sospirava.

    A lungo l’aveva amata, invano aveva sperato dalla riva

    che dal suo rifugio marino uscisse la fanciulla schiva;

    a lungo aveva vagato sulle sponde e contemplato il mare,

    perché quello spirito bello O’Sullivan doveva sposare!

    La fanciulla fissò curiosa la creatura terrena

    e dal suo cuore un sentimento sgorgò appena,

    poi sorrise; e, come una fanciulla, emozionata,

    chinò il viso, e s’inabissò nella sua casa celata.

    Ma da quel sorriso, bello come il cielo stellato,

    O’Sullivan capì che l’amore era sbocciato.

    Speranza nutrì speranza, e nel cuore si allargò,

    come i cerchi nell’acqua che lei dietro si lasciò.

    Il signore di Dunkerron si tuffò nel mare inquieto

    e cercò senza riposo il suo antro segreto;

    cristalli punteggiavano il buio delle profondità

    come le stelle che di notte brillano qua e là.

    Quanti tesori, è impossibile immaginare,

    racchiude lo splendido scrigno del mare?

    Perle e gemme, come se non fossero preziose,

    riposano nei relitti, nascoste e misteriose.

    Giù nuotò la bella, ma il condottiero la seguì tenace:

    finché non sarà sua, non avrà pace.

    I tesori non lo attirarono, la paura non lo vinse,

    e infine tra le sue braccia la fanciulla strinse!

    Fuori dagli abissi, arrivarono su una spiaggia

    ricca di bellezze e di vegetazione selvaggia.

    Era un’isola incantata! La brezza soffiava

    come una musica lieve, e le fronde agitava.

    In quell’isola appena nata, il velo di foschia

    pian piano svanì, e apparve come per magia

    un palazzo di cristallo, che risplendeva laggiù

    dei colori dell’arcobaleno: rosso, giallo e blu.

    E c’erano grotte, fantastiche in forma e colore,

    come se il mare impetuoso ne fosse il creatore;

    il cielo era limpido, tutto era bello e silenzioso,

    l’isola sembrava un luogo di sole e di riposo.

    «Qui vivremo insieme, in un sogno di delizia,

    dove la terra e il mare si fondono in letizia!

    Eppure, amato figlio della terra, ti devo lasciare;

    ci sono leggi che gli spiriti notturni devono rispettare!

    Dal capo della mia razza nuoterò proprio ora,

    serve il suo permesso per abbracciarti ancora.

    Un attimo ci vorrà, nuoterò laggiù nella sua corte:

    solo una cosa può trattenermi, una sola, ed è la morte!»

    Lasciarsi fu una pena, si dissero parole d’amore,

    la promessa conosceva solo la lingua del cuore.

    Ma l’animo si fece inquieto, l’angoscia lo tormentò:

    l’attimo era passato, e la fanciulla non tornò.

    Perché rumori dagli abissi udì in preda al terrore?

    Perché risuonarono voci di tristezza e di furore?

    Perché? Perché le onde cambiarono aspetto...

    Perché il verde si tinse di sangue scarlatto?

    La chiazza di sangue ogni dubbio aveva fugato:

    quel monarca il consenso le aveva negato!

    Poiché intorno a lui, bianche e spumose,

    le onde dell’oceano ribollivano furiose!

    Nell’aria svanì il palazzo di cristallo,

    più non si videro il rosso, il blu e il giallo.

    Di nuvole e vapori si ricoprirono le grotte,

    tutto scomparve e il giorno divenne notte!

    Forte, forte i servi chiamarono il loro signore;

    lo cercarono con lamenti e grida di dolore.

    Lui sentì e si affannò, ma sull’arena le onde,

    esausto e debole, lasciarono O’Sullivan il grande!

    «The Lord of Dunkerron», in Fairy Legends and Traditions of The South of Ireland, Lea and Blanchard, Philadelphia 1844 (dalla versione inglese in http://www.gutenberg.org/files/39752/39752-h/39752-h.htm)

    Note

    Il racconto «The Lady of Gollerus» e la ballata «The Lord of Dunkerron» fanno parte del volume Fairy Legends and Traditions of the South of Ireland di Thomas Crofton Croker, già pubblicato in Italia nel 1999 da Neri Pozza Editore col titolo Racconti di fate e tradizioni irlandesi, tradotto da Francesca Diano. Tuttavia, sfogliando un’edizione originale dell’opera datata 1834, mi sono accorta che nella versione italiana mancavano alcune parti e una di queste riguardava le leggende delle Merrow, termine gaelico che si riferisce alle sirene.

    Nella raccolta compaiono molte creature fantastiche, ma ho preferito concentrarmi sulle leggende delle Merrow per due motivi. Innanzitutto, la figura della sirena mi ha sempre attratto e, in secondo luogo, la ballata a rime baciate «The

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