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Equilibrio è magia: Un equalizzatore del cuore
Equilibrio è magia: Un equalizzatore del cuore
Equilibrio è magia: Un equalizzatore del cuore
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Equilibrio è magia: Un equalizzatore del cuore

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About this ebook

Cris, un ragazzo come tanti altri, scopre inaspettatamente di essere un Equalizzatore, così come lo sono tutti gli altri componenti della sua famiglia. Gli Equalizzatori non sono esseri umani, ma creature magiche che hanno il compito di mantenere l'armonia tra il Bene e il Male, senza mai far predominare l'uno o l'altro. Cris, assieme ai suoi fratelli e ad alcuni amici, si ritroverà così a giocare un nuovo e decisivo ruolo nella propria vita e nel destino dell'umanità: dovrà stabilire l'equilibrio del mondo volutamente rotto da qualcuno che teme l'avvenimento di un'antica profezia... Per utilizzare al meglio la loro natura di Equalizzatori, Cris e i suoi compagni d'avventura dovranno studiare duro, affrontare incredibili viaggi, peripezie e ostacoli, arrivando anche a conoscere l'amore profondo, l'amicizia fraterna e lealtà.
Equilibrio e magia è una storia di crescita e formazione, che emoziona e fa sperare in un futuro nel quale il Bene e il Male si mantengano in perfetta stabilità, senza ingiustizie né indiscriminazioni, un libro che unisce avventura e sentimenti, lanciando un messaggio: si vivrebbe meglio se le persone abbandonassero la sete di vendetta e non si facessero giudicare dai pregiudizi.

"Quell'essere gli si era presentato davanti e aveva cercato di aggredirlo. Cris non sapeva cosa volesse da lui, ma era sicuro che aveva qualcosa a che fare con quello che era successo, con i suoi "poteri magici". Era un ragazzo timido, semplice, e non sapeva nulla di vero sulla magia. Adorava leggere e aveva letto anche qualcosa in merito, ma dove finiva la verità e dove iniziava la fantasia? Questo non poteva saperlo."
LanguageItaliano
Release dateJan 12, 2013
ISBN9788867930029
Equilibrio è magia: Un equalizzatore del cuore

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    Equilibrio è magia - Sara Soloperto

    coincidenza.

    CAPITOLO 1

    Allora chi sono?

    Alzò la mano per coprirsi il viso e un fuoco azzurro si sprigionò dalle sue dita. Cos’era, un mostro? No, era solo…

    Un ragazzo di ventiquattro anni compiuti da poco. Era un bel ragazzo, discretamente alto, magro ma non scheletrico, con occhi grigi e capelli color castano chiaro, tagliati corti come si usava in quel periodo. Ma lui non era un ragazzo che seguiva la moda, anzi era convinto che pensare con la propria testa fosse sempre la scelta giusta. Il suo nome era Crisoberillo; aveva chiesto ai genitori perché quel nome particolare quando a scuola lo avevano preso in giro (si sa, le persone per deridere qualcuno prendono ogni scusa), la madre, Malachite, gli aveva spiegato che era usanza che tutti i componenti della loro famiglia si chiamassero col nome di un minerale, e che lui portava quello di uno dei tre minerali più duri dopo il diamante e il corindone e che doveva esserne orgoglioso. Aveva anche chiesto perché si dovessero rispettare quelle stupide tradizioni, ma la donna non aveva voluto rispondere dicendo che per ogni domanda la rispettiva risposta arriva a tempo debito.

    Alla fine il giovane aveva deciso di farsi chiamare Cris e di presentarsi con quel nome, in modo che nessuno potesse più prendersi gioco di lui, almeno per quel motivo.

    Cris non capiva l’importanza delle tradizioni come non capiva quello che stava succedendo, ma non aveva tempo di pensare, il raggio azzurro aveva distratto la creatura, così corse verso il soggiorno, dove accadde qualcos’altro che non si aspettava: non aveva via di scampo, era ormai con le spalle al muro, ma proprio questo lo salvò. Si appoggiò alla credenza spaventato e prese tra le mani quella statuetta alla quale sua madre teneva tanto, pensava che avrebbe potuto prendere tempo tirando qualche oggetto alla creatura, ma nel momento in cui afferrò il soprammobile la parete che era al suo fianco si aprì e lui senza riflettere si precipitò dall’altra parte del muro.

    Il ragazzo si guardò intorno senza sapere cosa fare, o forse no, sapeva esattamente cosa fare, era come se avesse trascorso tutta la sua vita a prepararsi a quel momento.

    Lo vide, era là quel vecchio libro impolverato che lo avrebbe portato alla salvezza. Percorse più velocemente che poteva la breve distanza che lo separava da esso e allungò la mano per aprirlo, ma non ce ne fu bisogno, il libro si aprì da solo.

    Cris non fece nient’altro che leggere a voce alta e un turbinio di luce si levò da libro avvolgendolo completamente; a quel punto urlò quello che voleva che accadesse, Sparisci, e così fu, la creatura che lo inseguiva sparì.

    Era tutto finito finalmente, non poteva credere ai suoi occhi, cosa era successo? Non lo sapeva neppure lui.

    Sapeva solo che era il primo pomeriggio di una normale e noiosa domenica; se ne stava lì nella sua stanza al primo piano della grande casa dove abitava, stranamente vuota in quel momento, a pensare che avrebbe dovuto fare un cambiamento radicale nella sua vita che ormai non lo soddisfaceva più, non era possibile che di domenica pomeriggio lui non sapesse cosa fare mentre anche i suoi fratelli più piccoli avevano degli impegni. E mentre era perso nei suoi pensieri, un essere indescrivibile, se non con l’aggettivo nero, era apparso davanti a lui. La creatura aveva le dimensioni di un uomo, e anche l’aspetto poteva essere quello, ma c’era qualcosa in lui che fece subito capire a Cris che era diverso.

    Il giovane aveva sempre avuto la capacità di capire le persone al primo sguardo, se lo era spiegato come un sesto senso molto sviluppato e non ci aveva mai dato peso, ma ora, riflettendoci, era come se potesse capire i sentimenti di chiunque, animali compresi. Che fosse più di una semplice capacità intuitiva?

    Quell’essere gli si era presentato davanti e aveva cercato di aggredirlo. Cris non sapeva cosa volesse da lui, ma era sicuro che aveva qualcosa a che fare con quello che era successo, con i suoi poteri magici.

    Era un ragazzo timido, semplice, e non sapeva nulla di vero sulla magia. Adorava leggere e aveva letto anche qualcosa in merito, ma dove finiva la verità e dove iniziava la fantasia? Questo non poteva saperlo.

    Cris passò il pomeriggio, dopo aver sistemato la casa come se nulla fosse successo e aver richiuso la parete che portava nella stanza segreta, a cercare di capire cosa fosse realmente successo. Avrebbe voluto capire tutto e subito, era fatto così, non gli piaceva non sapere cosa accadeva intorno a lui e ancora meno in lui.

    Era indeciso, nella sua mente si accavallavano milioni di dubbi e domande.

    Cosa doveva fare?

    Doveva parlarne con sua madre o era meglio chiedere spiegazioni a suo padre?

    Uno dei suoi genitori teneva l’altro all’oscuro di tutto o entrambi nascondevano la verità ai loro figli?

    I suoi fratelli erano speciali?

    E, se no, sapevano di non esserlo?

    Anche loro sapevano e nessuno gli aveva mai detto nulla?

    Doveva mantenere il segreto su quello che aveva scoperto o poteva divulgare tutte le informazioni? Ammettendo che avesse capito davvero quello che era successo.

    Sarebbe stato capace, se necessario, di mantenere quel segreto?

    Dopo tutte quelle domande iniziò addirittura a sospettare di aver sognato, se fosse stato tutto frutto della sua fervida immaginazione? Era ben cosciente che la sua immaginazione andava al di là di quella comune.

    Non aveva le risposte ma forse nella stanza segreta avrebbe potuto scoprire qualcosa. Decise che la soluzione al problema era quella, non poteva rimanere a farsi domande all’infinito.

    Cris sarebbe tornato nella stanza appena possibile e avrebbe cercato di capire se la sua vita poteva veramente cambiare, e se era tutto vero sicuramente in meglio, o se era solo un sogno dal quale si sarebbe risvegliato presto con solo un bel ricordo e la speranza di essere speciale. Decise inoltre che nessuno, fino a che non avesse scoperto di più, doveva sapere cosa gli era accaduto quel pomeriggio.

    Il suo piano però venne subito messo a dura prova: quando sarebbe riuscito di nuovo a rimanere solo in casa abbastanza a lungo da poter tornare nella stanza misteriosa? Potevano anche volerci dei mesi, la sua era una famiglia numerosa e la casa era sempre piuttosto affollata.

    Cris inoltre non stava spesso in casa, lavorava quasi tutto il giorno, dal lunedì al venerdì. Aveva imparato il mestiere da suo padre, Opale, un uomo di cinquanta anni, non molto alto, con occhi e capelli neri. Il ragazzo era un tuttofare ed era un talento nato, in poco tempo aveva superato in bravura Opale nonostante l’uomo avesse più esperienza. Cris era ormai in grado di costruire una casa e arredarla completamente, facendo anche qualsiasi tipo di impianto.

    Suo padre era molto fiero di lui, ma non lo avrebbe mai ammesso.

    Opale, infatti, era un uomo silenzioso che faceva fatica a esprimere i propri sentimenti anche se, per chi lo conosceva bene, era facile capire cosa provava.

    Cris era sempre stato convinto di essere diverso da suo padre, nell’aspetto e nel carattere, ma ora iniziava a sospettare di aver sempre sbagliato.

    Era strano, tanto capiva bene gli altri, quanto non capiva se stesso.

    Opale comunque non era mai stato un problema, e non lo sarebbe stato nemmeno quella volta, era facile fare qualcosa di nascosto da lui. Il problema erano gli altri cinque.

    La prima difficile da tenere alla larga era sua madre. Chitti, così chiamavano tutti Malachite, era una donna di cinque anni in meno rispetto al marito, iniziava a portare sul volto i segni della vecchiaia ma lo spirito era ancora giovane e attivo. Era sempre stata uno spirito libero, ma dopo essersi sposata aveva modificato, per quanto possibile, il suo carattere, rendendolo più mite. A volte Cris si rendeva conto che sua madre si sentiva legata, ma per amore del marito aveva fatto questo e altri sacrifici. Rimaneva sempre affascinato da come i suoi genitori, dopo tutti quegli anni di matrimonio, si amassero ancora così tanto e spesso si chiedeva se lui avrebbe mai trovato qualcuno da amare e che lo amasse così tanto da superare il tempo.

    Sarebbe stato difficile, in ogni caso, nascondere alla donna l’accaduto, non solo perché era spesso in casa e perché era abituato a dirle sempre tutto, ma anche perché Malachite era sempre attenta alle esigenze degli altri, soprattutto a quelle dei figli. Li aveva capiti sempre subito, spesso li aveva anche aiutati. Forse l’empatia Cris l’aveva ereditata da lei.

    Il ragazzo si domandò per l’ennesima volta se fosse giusto non dirle nulla.

    Inoltre, Cris doveva riuscire a nascondere tutto anche ai suoi fratelli. Erano cinque figli in tutto. Basalto, detto Bas, il primogenito che aveva ventisei anni e Cris erano abbastanza legati, ma non quanto Bas era legato alla sorellina Ametista, detta Tissi.

    Tissi aveva ventidue anni ed era sempre stata affascinata dai fratelli, si fidava ciecamente di entrambi i ragazzi, ma, probabilmente per il carattere così dolce e protettivo di Bas, tra lei e il fratello maggiore c’era un legame più stretto; inoltre il migliore amico di Bas, Giasone, che tutti chiamavano Gias, era il primo grande amore di Tissi, anche se lui non la ricambiava, così stare vicino al fratello voleva anche dire stare vicino a Gias e la cosa alla giovane non poteva che far piacere.

    La famiglia poi comprendeva anche due fratellini, che ormai non erano più così piccoli: Nichel detto Nic, di vent’anni, e Selenite, chiamata da tutti Sele, che era diventata maggiorenne da poco.

    I fratelli si volevano tutti un gran bene, e si difendevano a vicenda ogni volta che ce n’era bisogno, ma Cris forse per via del carattere stava sempre un po’ in disparte.

    Riassumendo, la famiglia Tepore, questo era il loro cognome, era parecchio numerosa e Cris avrebbe dovuto avere fortuna per trovarsi ancora da solo, e non avrebbe potuto sgattaiolare facilmente in soggiorno di nascosto nemmeno di notte, infatti i cinque fratelli avevano tutti caratteri diversi, ma la cosa che li accomunava era la curiosità, in più dormivano tutti nella stessa grande camera, cosa che non giovava all’impresa che Cris doveva compiere.

    Ovviamente la famiglia era rientrata al completo poco dopo che il ragazzo aveva sistemato tutto, senza lasciargli così il tempo di curiosare.

    CAPITOLO 2

    Per ogni domanda la rispettiva risposta verrà a tempo debito.

    Erano trascorsi ormai tre giorni e Cris, come aveva immaginato, non era ancora riuscito a rimanere solo in casa e quindi a entrare nella stanza segreta.

    Così, una mattina, il ragazzo prese una decisione, sarebbe sgattaiolato giù in soggiorno quella notte.

    Certo non sarebbe stato facile, doveva rimanere sveglio fino a quando tutti fossero addormentati, e lui era un gran dormiglione, ma per amore della conoscenza, o forse della curiosità, ci sarebbe riuscito.

    Non era però solo per amore del sapere che aveva deciso di non aspettare ancora, ma anche per paura. In quei giorni, infatti, aveva pensato molto all’accaduto e si era reso conto che sarebbe potuto succedere di nuovo che qualcuno lo attaccasse, e forse non sarebbe stato tanto fortunato come la prima volta. Avrebbe potuto persino mettere in pericolo altre persone, se non fosse stato in casa da solo, così decise di agire.

    Mentre Cris pensava a come fare, fece colazione, si vestì e andò a lavorare come al solito.

    La giornata passò in fretta. Tornato a casa, aiutò sua madre in cucina e guardò per un po’ la televisione, distrattamente. Poi tutta la famiglia si sedette a tavola come quasi ogni sera, in effetti a volte qualcuno non tornava per cena. Il ragazzo non disse nulla per tutta la sera, cosa molto strana dato che tanto era timido con tutti, quanto era espansivo con la sua famiglia con la quale parlava di tutto.

    Il silenzio del figlio era talmente insolito che Chitti gli chiese se era successo qualcosa o se stesse poco bene. No no, va tutto bene grazie! rispose, sorridendo. Poi pensò che se non voleva farsi scoprire prima ancora di agire avrebbe dovuto tenere un comportamento normale.

    Finita la cena, tutti si riunirono davanti al televisore. Questo non era molto comune, infatti, come in ogni altra casa del mondo, i televisori erano più di uno e la sera i componenti della famiglia si sparpagliavano per la casa per poter vedere il programma che interessava loro.

    Quel giorno però c’era un programma di cabaret, l’unica cosa che piaceva a tutti. Cris non rise particolarmente, in verità non ascoltava nemmeno le battute, e sperava solo che tutti se ne andassero a dormire.

    Il programma finì tardi, verso le undici, tutti si prepararono per andare a dormire. Cris per ingannare le apparenze si preparò come tutti gli altri, anche se ormai la tensione e l’eccitazione per avere finalmente delle risposte erano quasi incontrollabili.

    Opale era rimasto sveglio come tutte le sere, quindi trascorsero altre due ore, prima che lo sentisse andare a dormire. Il giovane per sicurezza aspettò un’altra ora per alzarsi dal letto e scendere le scale.

    Il pericolo non era solo quello di arrivare in soggiorno ed entrare nella camera, ma riuscire poi a uscirne senza che nessuno se ne accorgesse e tutto questo prima delle sei, quando sua madre e suo padre si sarebbero alzati per poi svegliare i loro figli.

    Cris si diresse verso il soggiorno quatto quatto, cercando di non emettere nemmeno un suono. Una volta arrivato vide la statuina, un unicorno in un paesaggio notturno, che, se mossa, lo avrebbe portato nella fatidica stanza e fece quello che doveva, sollevò il soprammobile e la parete come per magia, o forse proprio per magia, si aprì e lo lasciò passare.

    Appena dentro trovò il modo per richiudere la porta dall’interno, dove c’era una credenza identica con una statuina che rappresentava lo stesso unicorno, ma in un paesaggio diurno.

    Si guardò intorno finalmente più rilassato, se anche qualcuno fosse entrato significava che era a conoscenza della stanza e quindi avrebbe potuto parlargli dell’accaduto, forse sperava che qualcuno entrasse.

    La camera era più grande di come la ricordava e, cosa che non aveva notato, era colma di libri. Scaffali alti come due piani di casa erano appoggiati su tutte le pareti, non c’era nemmeno un angolino libero; se quelli fossero stati tutti libri di magia, Cris avrebbe potuto passare tutta la vita a leggere senza trovare il libro, ammesso che ci fosse, che gli avrebbe spiegato che cosa era. La camera non era un rettangolo, bensì un esagono regolare, su ogni parete c’era uno scaffale centrale che sembrava mobile; guardando meglio il punto in cui era entrato Cris notò che la porta che gli aveva dato l’accesso alla camera sembrava proprio uno scaffale, quindi il ragazzo capì che dovevano essere porte anche gli altri cinque scaffali.

    Gli ci vollero pochi minuti per capire come aprire le porte, bastava abbassare la lampada che c’era accanto all’apparente scaffalatura che la stessa ti lasciava passare. Appesa a ogni lampada c’era una piccola luna, e il ragazzo notò che al di là della porta c’era la stessa lampada con un ciondolo raffigurante il sole. Le camere erano tutte molto simili, con una grande scrivania in legno al centro e una sedia, e le pareti, come per la stanza centrale, erano coperte di libri. Cris, dopo aver aperto tutte le cinque porte, si fermò nell’ultima stanza, si diresse verso la scrivania, la sfiorò affascinato e si sedette sulla sedia in legno massiccio. Poi iniziò a guardarsi intorno, si sentiva, stranamente, perfettamente a suo agio. Poi guardò di lato e vide che il soffitto era dipinto. Raffigurava una pietra che il ragazzo riconobbe come la selenite, con sotto una scritta in strani caratteri, forse era il nome della pietra in una lingua antica.

    Cris ebbe la giusta intuizione che in ogni stanza il soffitto fosse dipinto con le loro pietre. In quella centrale erano raffigurati un opale e un pezzo di malachite, con probabilmente i rispettivi nomi sempre in strani caratteri. Il ragazzo cercò quella che avrebbe dovuto essere la sua.

    La trovò, era la seconda in senso orario. Le camere erano in ordine di età.

    Cris si sedette a quella che era la sua scrivania e iniziò ad aprire i suoi cassetti, dentro i quali trovò parecchi oggetti strani, pensò che avrebbe avuto il tempo di studiarli in seguito, così si alzò e si diresse verso le pareti ricoperte di libri, con la speranza che non fossero scritti in lingue antiche.

    Mentre leggeva le scritte sul dorso dei libri, accadde qualcosa di strano: vide la scritta fatta con gli strani caratteri trasformarsi sotto i suoi occhi in italiano. Ancora affascinato, pensò che forse era meglio studiare prima il libro che c’era sul leggio nella stanza centrale, lo stesso che gli aveva salvato la vita e che probabilmente sarebbe ancora servito.

    Si avvicinò al libro in questione e allungò la mano, pensando che si sarebbe aperto da solo come la prima volta, invece dovette usare il metodo tradizionale per aprire il grosso tomo. Partì dalla prima pagina e iniziò a leggere. Nelle prime dieci pagine c’era un’introduzione, si rese conto che anche quel libro era scritto in una lingua straniera, la prima volta non ci aveva fatto caso, ma riusciva a leggerlo comunque: mentre scorreva le righe le parole si tramutavano in italiano. Notò che sulla copertina c’era un titolo, le lettere dorate incise nel cuoio componevano la scritta Per ogni domanda la rispettiva risposta verrà a tempo debito. Cris non comprendeva pienamente il significato di quelle parole.

    Il libro parlava di esseri che non avrebbe immaginato nemmeno nei più remoti sogni, parlava di equalizzatori che avevano un solo compito nella loro esistenza, mantenere l’equilibrio nel mondo, e di spiritelli detti consiglieri. Cris lesse tutta l’introduzione, tornando su alcune righe un paio di volte per essere sicuro di capire, ma anche così una sola cosa fu davvero chiara alla fine della lettura: lui non era un uomo ma un equalizzatore.

    Questo significava che il suo compito era quello di mantenere l'equilibrio tra bene e male, ma non gli era ancora chiaro come potesse fare.

    L’introduzione raccontava anche di esseri malvagi, detti distruttori, che nonostante il loro aspetto apparentemente umano avevano il compito di far vincere il male, e per farlo dovevano uccidere tutti gli equalizzatori. I distruttori quando attaccavano assumevano un aspetto orribile, indescrivibile perché ogni volta diverso.

    Cris andò avanti a leggere e scoprì che il resto del libro conteneva formule e incantesimi.

    Questi avevano vari scopi, la maggior parte serviva a mantenere l’equilibrio, quindi dovevano servire ad assolvere il suo compito, ma per ora a Cris non importava, così si mise a cercare l’incantesimo che lo aveva aiutato a distruggere l’essere, apparentemente un distruttore, che lo aveva attaccato giorni prima.

    Scoprì che di incantesimi per eliminare i distruttori ce n’erano vari, con diversi livelli di potenza. Pensò che la cosa migliore sarebbe stata impararli a memoria, così ne studiò tre, il massimo che poteva fare a quell’ora, e ne trascrisse molti altri, così avrebbe potuto portarli fuori dalla stanza segreta senza insospettire nessuno, e studiarli poi con calma.

    Passò il resto della notte nella sua camera. Sfiorava con la mano le centinaia di libri che ricoprivano la parete, lesse molti titoli aprendo di tanto in tanto qualche libro e leggendo qualche riga qua e là. C’erano libri di storia (una storia diversa da quella che si studia a scuola), di astronomia, di chimica (una chimica utile a creare strane pozioni), di botanica (con particolare attenzione alle erbe curative), libri interi sulle pietre e le loro caratteristiche, e infine di magia. Mentre leggeva si rese conto che forse finalmente c’era un motivo per essere diverso. Lui era diverso, ma in un modo buono, aveva un compito, una missione e doveva assolverla, in modo da proteggere la sua famiglia. Realizzò che aveva dei poteri, sentì una nuova fiducia nascere in se stesso, era una persona importante!

    Poi riflettendo meglio si rese conto che probabilmente avrebbe dovuto proteggere anche quelle persone che avevano reso la sua vita appena sopportabile, facendolo sentire sempre un diverso, ma decise che sarebbe potuta anche essere una vendetta, dimostrando a se stesso che era migliore di loro, e ci credeva davvero.

    Era sicuro anche che c’erano altri come lui, ma non erano riportati i nomi da nessuna parte, quindi l’unico modo per scoprire chi fossero era una domanda diretta.

    Decise infine che non avrebbe raccontato niente a nessuno, la cosa sarebbe stata molto faticosa, ma per il momento non c’erano alternative.

    Riemergendo dai suoi pensieri continuò a leggere e a studiare, a volte copiava delle formule che avrebbero potuto essergli utili in un altro attacco, se ci fosse stato un altro attacco, seduto su un comodo divanetto posto nella stanza centrale.

    Era immerso nella lettura di un libro di botanica, aveva pensato che se prevenire era meglio che curare, anche saper curare qualcuno sarebbe stato molto utile, e il libro di botanica era una delle letture più indicate, quando sentì un rumore, e guardando l’orologio che portava sempre al polso, si rese conto che erano già le sei, ora in cui suonava la sveglia di sua madre.

    Cosa avrebbe potuto fare?

    CAPITOLO 3

    Quanti siamo?

    Per un attimo fu preso dal panico, come avrebbe fatto a uscire da lì senza farsi scoprire? Dopo tutta quella fatica per entrare nella stanza, aveva perso la cognizione del tempo e rischiava così di dover raccontare a qualcuno quello che aveva scoperto.

    Cris riacquistò però il suo sangue freddo e rifletté velocemente, avrebbe aspettato che sua madre fosse stata in cucina per sgattaiolare in bagno e fingere di essersi appena svegliato, per poi tornare a dormire fino al suono della sua sveglia.

    Il suo piano funzionò e così cominciò la sua nuova giornata.

    Era stanco, aveva passato la notte in bianco, ma questo non gli impedì di essere emozionato, non vedeva l’ora di tornare in quella stanza e apprendere molte altre cose.

    Durante la pausa avrebbe voluto studiare le formule che aveva copiato, ma si rese conto che per la fretta di tornare in camera sua le aveva dimenticate sul divanetto dove si era seduto a leggere, così decise di continuare a ripetere a mente quelle che aveva imparato a memoria per non rischiare di dimenticarle.

    La sera sopraggiunse anche quel giorno, e il ragazzo per tutta la settimana continuò a introdursi nella stanza segreta per studiare.

    Non fece più l’errore commesso la prima notte, portava con sé una sveglia che puntava alle tre, ora in cui usciva da lì e andava a dormire per qualche ora; era stanco, ma non poteva rinunciare a tutto quel sapere, inoltre arrivato il sabato avrebbe potuto dormire fino a tardi e riprendersi da quella lunga settimana.

    Il secondo giorno fece un’altra scoperta, quando tentò di portare fuori alcuni foglietti sui quali aveva copiato le formule, gli appunti gli vennero strappati con violenza dalle mani e finirono a terra. Cris provò un paio di volte a riafferrarli e portarli fuori, ma non riuscì e arrivò così alla conclusione che le informazioni magiche contenute in quella stanza potevano uscire dalla stessa solo se nel suo cervello.

    Era ormai sicuro che nessuno avrebbe potuto batterlo, aveva acquistato una gran sicurezza di sé e tutto grazie alla magia.

    Un giorno si trovò a lavorare in un appartamento vuoto, doveva ristrutturarlo e mentre riparava alcuni tubi pensò a tutte le sue nuove scoperte, come ormai faceva ogni volta che ne aveva l’occasione.

    A un tratto gli apparve, questa volta lo riconobbe immediatamente, un distruttore. Il ragazzo non esitò nemmeno un istante, era sicuro di sapere cosa fare, alzò la mano verso quell’essere con freddezza, ma con suo grande stupore non successe nulla. Come mai non accadeva nulla? Cris non lo sapeva, non capiva, era sicuro che fosse quello il modo di proteggersi, lo aveva studiato. Era nelle stesse condizioni della prima volta, nonostante tutte le notti insonni passate a studiare, non sapeva come funzionasse veramente la magia, era convinto che bastasse una formula, ma probabilmente mancava qualcosa. Cris venne preso dallo sconforto e anche dalla paura, non era a casa e non poteva correre nella stanza segreta. Possibile che, come gli appunti, nemmeno la magia potesse uscire da casa sua? Ma non c’era tempo per le domande, così senza poter fare altro, istintivamente si coprì il viso con le braccia e la magia accadde. Dalle sue mani esplosero scintille azzurre e Cris recitò la formula studiata così da far scomparire quel distruttore che aveva stordito con il misterioso fuoco azzurro.

    La giornata non era terminata e per evitare di farsi scoprire dovette proseguire con il suo lavoro fingendo che nulla fosse successo. Ma come poteva fingere che tutto fosse normale?

    Passò ore a farsi domande, tra le quali la principale era cosa scatenasse i suoi poteri. Mentre tornava verso casa l’unica soluzione che gli venne in mente fu che la magia avveniva solo se c’era la paura, o meglio per usare i suoi poteri doveva provare dei sentimenti, aprire il suo cuore e non sarebbe stato facile. Era stato troppo freddo e distaccato durante quell’ultimo attacco, ma dopotutto aveva passato gli ultimi anni della vita a esercitarsi a non provare nulla per non soffrire, aveva fatto un patto con se stesso, e ci stava anche riuscendo.

    Quella notte cercò nel libro posto nella sala centrale se era vera la sua teoria dei sentimenti e scoprì con suo rammarico che aveva indovinato.

    La cosa lo turbò talmente che per alcuni giorni fu ancora più taciturno del solito, tanto che una sera sua madre gli si avvicinò, lo prese in disparte e gli sussurrò: È successo, vero?

    Cris credeva di non aver capito, così chiese: Cosa? No, non è successo nulla di diverso dal solito!

    Ma non era facile ingannare Malachite che continuò a parlare come se il figlio non avesse aperto bocca. Io e tuo padre lo sapevamo, ma speravamo almeno che tu non venissi incastrato così in fretta, speravamo che avresti potuto vivere più a lungo una vita normale, sei ancora così giovane.

    Il giovane era stupito, sua madre parlava come se fosse successo qualcosa di orribile, mentre per lui era un dono, che sapesse forse qualcosa che lui non sapeva?

    Perché dici così, io sono convinto che avere dei poteri che la maggior parte della gente non ha sia una benedizione, e inoltre proseguì con una punta di orgoglio, in entrambi gli attacchi ho vinto sconfiggendo i distruttori e credo di aver capito come scatenare i miei poteri. Sono i sentimenti, o sbaglio? Finalmente Cris aveva qualcuno con cui parlare, non sarebbe riuscito a mantenere ancora il segreto per molto.

    Malachite lo guardò e gli chiese: Come due volte?

    Cris spiegò come un fiume in piena: Sì, la prima volta ero impreparato, ma la fortuna è stata dalla mia parte e mi ha fatto trovare la stanza segreta… Sì, ho trovato la stanza aggiunse vedendo che sua madre lo guardava a bocca aperta. Il libro delle domande si è aperto da solo e ho recitato la formula che mi mostrava. La seconda volta credevo di essere pronto ma mi ero sbagliato, non avevo fatto i conti con i sentimenti, poi ho avuto paura e la magia è scaturita dalle mie mani. Dopo aver stordito il distruttore ho recitato la formula che avevo studiato a memoria durante le notti scorse e l’ho visto sparire.

    Malachite non ci poteva credere, come poteva il suo ragazzo, apprendere la notizia di essere un guerriero con tanta serenità? Dopotutto, suo figlio era speciale, lo sapeva da sempre. La donna cercò di riprendere il controllo e con più calma gli disse: Sai più cose di quelle che chiunque altro abbia scoperto da solo. Sai già anche dei consiglieri e del tuo compito futuro? Cris stava per rispondere, ma sua madre continuò. Hai già visto anche dei consiglieri o solo i distruttori che ti hanno attaccato? No, probabilmente bisognerà ancora recitare l’incantesimo!

    Il ragazzo iniziava a non capire più i discorsi della madre, così disse: Frena, frena un momento, spiegati meglio, sono bravo, ma il primo attacco è avvenuto solo qualche settimana fa, e ci ho messo qualche giorno per capire come entrare nella stanza segreta di nascosto, poi dovevo dormire, e quello che so l’ho letto in queste notti. Sicuramente non sono riuscito a leggere tutti i libri contenuti nella nostra biblioteca nascosta!

    La madre continuò sempre a bassa voce. Scusa, hai ragione, devi sapere che a noi è stato assegnato un compito, quello di mantenere l’equilibrio tra bene e male, questo non vuol dire sconfiggere il male, ma evitare che esso prenda il sopravvento, e il male, da quando esiste il mondo, cerca di vincere sul bene. Quando dico noi non intendo solo io e te, ma noi equalizzatori. Abbiamo lo stesso aspetto degli uomini; dato che nei secoli la razza umana tentava di eliminare chi era diverso da loro, le altre razze per sopravvivere hanno dovuto integrarsi, anche se alcune di controvoglia. Sia io che tuo padre siamo equalizzatori, tutti i tuoi fratelli lo sono, anche se a quanto pare, nonostante tu sia il secondogenito, gli altri non hanno ancora manifestato poteri, probabilmente perché, come hai capito da solo, i poteri si manifestano con i sentimenti, anche se lentamente diventerà una cosa automatica. Tu, da quel che so, sei l’unico dei miei figli che per ora è stato attaccato.

    Cris la ascoltava e gli venne spontanea la domanda. Quanti siamo, visto che non posso distinguerli dagli uomini?

    Questa domanda non è importante, imparerai a distinguerci in seguito, ti spiegherò anche come. Ti basti sapere che possiamo sposarci e aver figli solo tra di noi per continuare la discendenza, altrimenti, se scomparissimo come razza, il mondo finirebbe, sia che prendesse il sopravvento il bene, sia il male. Ricordati anche che il nostro è un segreto, con il passare dei secoli gli uomini hanno creduto di essere l’unica razza sulla terra, e hanno lasciato il mondo magico alle favole; questa è solo una loro illusione, ma tutto deve rimanere com’è. Se gli uomini sapessero ricomincerebbero le guerre che hanno sterminato popolazioni come quelle delle Fate o delle Fenici. Creature che ora esistono solo nel mondo magico. Poi aggiunse vedendo lo stupore sul volto del figlio: Sì, mondo magico, ma anche questo ti verrà spiegato a suo tempo.

    Cris sussurrò: Per ogni domanda la rispettiva risposta verrà a tempo debito.

    Giusto! disse Malachite. Vedo che hai cominciato dal libro giusto, mi hai detto di aver letto dei consiglieri.

    Il ragazzo fece segno di sì con il capo.

    "Bene! Come sai, sono piccoli spiritelli che vivono sulle spalle di qualsiasi creatura, essi rappresentano il bene e il male puro, entrambe le specie vivono per convincere il loro ospite a fare delle scelte che propendano verso l’una o l’altra parte. Noi dobbiamo aiutare queste creature a scegliere ciò che è giusto e non quello che i consiglieri credono che sia giusto.

    Per vederli, solo gli equalizzatori hanno questa capacità, dobbiamo recitare un incantesimo. Esso protegge i nostri piccoli dal loro destino incombente, in genere la magia inizia a emergere tra i venti e i ventisei anni, età nella quale non si può più fingere di essere normali, ma visto che tuo fratello non aveva dimostrato alcuna capacità iniziavamo a pensare, io e tuo padre, che forse non passando mai nel mondo magico voi non avevate poteri, ma a quanto pare ci sbagliavamo. In ogni caso io vorrei continuare a proteggere i tuoi fratelli, almeno i due piccoli, così pensavo che si potrebbe recitare l’incantesimo questa notte nella stanza segreta. Parlerò anche con Bas e Tissi, ormai, visto l’attacco a te, potrebbero attaccare anche loro.

    Cris era sempre più sconvolto, ma felice come non ricordava di essere mai stato, era speciale e poteva parlarne con le persone che più amava.

    I due si diedero appuntamento nella stanza segreta centrale a mezzanotte, quando i piccoli, così erano ancora per la madre, Nic e Sele sarebbero stati addormentati.

    CAPITOLO 4

    Chi altro lo sa?

    La sera arrivò e Cris incontrò i fratelli in corridoio. Bas sembrava tranquillo, mentre Tissi sembrava un po’ preoccupata; i tre non parlarono e si diressero verso la stanza segreta. Fu Cris a condurli attraverso la porta, visto che ormai sapeva perfettamente come entrare, mentre per i suoi fratelli era tutto nuovo. All’interno c’erano già i loro genitori, seduti sui divanetti della stanza centrale, che li aspettavano. Cris rimase basito, la camera che di solito era solo colma di libri ora aveva dei divani disposti parallelamente alle pareti, che formavano una sorta di comodo salottino adatto a delle riunioni.

    I tre ragazzi si sedettero sui divanetti. Malachite esordì: Bene, è arrivato il momento di agire! Poi rivolgendosi a Tissi e Bas continuò: Vi ho spiegato a grandi linee ciò che siete, ci vorrà del tempo, però, perché voi riusciate a essere veramente degli equalizzatori. Il primo passo è recitare una formula che permetta a tutti e tre di vedere i consiglieri.

    La donna si alzò e si diresse verso il leggio, poi disse ai ragazzi di alzarsi e avvicinarsi. Bas, Cris e Tissi obbedirono. Aprì il libro e iniziò a sfogliarlo, fino a che non esclamò: Eccolo! Poi, rivolta ai figli, spiegò: Ora io e vostro padre reciteremo una formula, voi dovrete chiudere gli occhi. Quando li riaprirete potrete vedere i consiglieri, in questa camera non ce ne sono, noi equalizzatori non abbiamo consiglieri, ma appena usciti domattina scoprirete il mondo con occhi nuovi. Una volta eseguito l’incantesimo ci sarà tempo per le domande, alle quali io e vostro padre risponderemo se sarà possibile; per molte dovrete studiare, basta sapere dove cercare nei libri contenuti qui e fece un ampio gesto con la mano indicando ciò che la circondava. Ci sono le risposte a tutte le domande dell’universo. Ma ora chiudete gli occhi. I ragazzi obbedirono e la donna cominciò a dire cose incomprensibili, ma che a un tratto Cris e i fratelli iniziarono a capire. Che la vista venga donata a chi ha la dote nel cuore, che tutto ciò che deve essere sia, e che il loro destino li avvolga e li conduca fino alla fine, mentre tutto è perfettamente in equilibrio. Che ogni tutto abbia il nulla e che ogni bene abbia il male. Mentre la donna parlava, i ragazzi vennero avvolti da fiamme che non bruciavano, ma che scaldavano i loro volti. Cris sentiva l’energia passargli per tutto il corpo, partendo dai piedi per arrivare fino agli occhi, dove una serie di immagini si disegnarono dandogli ricordi che non credeva di avere. Tutto durò pochi minuti o forse ore o forse… I ragazzi non capirono, il tempo si era fermato ma scorreva. Quando il fuoco si spense e Malachite smise di recitare l’incantesimo, fu Opale a parlare. Ora potete aprire gli occhi, dovremo però aspettare fino a domani per sapere se ha funzionato. Quando uscite di casa non vi spaventate. A questo punto se avete domande siamo qui per rispondere.

    I ragazzi si guardarono e fu Cris a parlare per primo. Avete raccontato a loro tutto ciò che so anche io?

    Alla domanda rispose Malachite. Non so tutto ciò che tu sai, ma ho cercato di spiegare loro quello che serviva per recitare la formula.

    Poi fu la volta di Tissi. Quali altri esseri magici sono nascosti tra gli umani?

    Opale rispose: I più diffusi sono elfi e folletti, poi c’è qualche orco, perlopiù vivono come vagabondi; potrete vedere qualche fatina che si mimetizza con le farfalle, ma se così fosse significherebbe che sono in punto di morte perché non possono vivere nel nostro mondo, quelle con questa capacità si sono estinte; poi ci siamo noi.

    Ma quanti siamo? domandò Cris.

    Opale continuò. Nella città di Milano siamo solo due famiglie, noi e i vostri amici Primavera, inoltre anche Morgana è una di noi, non viveva qui ma dopo aver conosciuto Gias ha deciso di farsi trasferire.

    La domanda sorse spontanea da Bas che era grande amico di Gias. Quindi loro sanno tutto? E non mi hanno mai detto nulla?

    Rispose Malachite: Non potevano, solo noi potevamo dirvelo e vi ho già spiegato che avremmo voluto aspettare ancora se ci fosse stato possibile.

    Bas continuò. Quindi con loro ne posso parlare senza problemi?

    disse Opale. Anzi dovrai parlarne, la loro famiglia è capo della congregazione italiana degli equalizzatori. Gias, come primogenito, succederà a suo padre per la sua generazione, quindi noi dobbiamo stare agli ordini di Giglio e voi starete a quelli di Gias. Giglio e Gertrude verranno messi al corrente da me e tua madre che ora possedete la vista, si dice così, poi tutto verrà da sé!

    Cris iniziava a preoccuparsi. Quando dici ordini cosa intendi?

    Non ti devi preoccupare molto di questo, sono bravi capi, chi rispetta le regole base degli equalizzatori non ha problemi.

    Tissi allora chiese: E noi come facciamo a sapere le regole base?

    Opale si avvicinò al libro delle domande e disse: Qui c’è scritto il regolamento cui dobbiamo sottostare in quanto esseri magici.

    I ragazzi si avvicinarono e lessero l’elenco:

    REGOLAMENTO DELLA CONGREGAZIONE MAGICA

    Chiunque infranga le sottoelencate regole, semplici ma efficaci, potrà essere punito dalla congregazione magica di questo e dell’altro regno.

    Chiunque venga scoperto ad aiutare qualcuno a infrangere il regolamento potrà essere punito come il trasgressore stesso.

    È vietato usare i propri poteri per sterminare razze diverse dalla propria;

    È vietato usare i propri poteri per spodestare i superiori;

    È obbligatorio eseguire i propri compiti a seconda della razza a cui si appartiene;

    Nessuno può unirsi né spiritualmente né carnalmente a qualcuno di razza diversa dalla propria.

    Estensione per gli equalizzatori:

    Gli equalizzatori non possono uccidere.

    La congregazione magica lascia a ogni sottocongregazione la possibilità di aggiungere regole che non violino le norme sopra elencate.

    I ragazzi si soffermarono sull’ultimo punto del regolamento generale, Cris non capiva la motivazione per la quale bisognasse addirittura scrivere una regola del genere e stava per chiederlo, ma Bas lo precedette dicendo: Cosa significa la quarta regola? O per meglio dire che motivazione danno alla quarta regola?

    Opale lo guardò severo e disse: Le regole ci sono e non vanno infrante, la congregazione non deve dare spiegazioni, comunque tutto è partito per evitare che ci fossero troppi ibridi e pochi esseri magici di razza pura. Ma ora fate qualche domanda più attinente per favore!

    I ragazzi erano scioccati da come il padre aveva reagito alla sola idea di mettere in dubbio una regola, voleva forse dire che le pene per chi infrangeva le leggi erano molto severe? Dopo essersi lanciati un’occhiata d’intesa decisero però che era meglio cambiare discorso, così Tissi domandò: Come facciamo a riconoscere di che razza è chi abbiamo davanti? Se non possiamo legare con persone di altre razze dobbiamo poter capire… Malachite che era rimasta passiva alla reazione apparentemente eccessiva intervenne. "Hai ragione. Dunque, è facile riconoscere le razze perché, anche se con gli anni l’aspetto esteriore è uguale per tutti, i consiglieri, non essendo visti, non hanno bisogno di mutare, quindi ogni spiritello ha caratteristiche diverse. Gli equalizzatori non ne hanno, ma i consiglieri degli uomini hanno le caratteristiche e i tratti tipici degli umani che conoscete, solo sono molto piccoli; quelli degli orchi hanno grossi testoni con grossi nasi e grosse orecchie, in genere non hanno capelli; per quanto riguarda i folletti, sono magri e con orecchie a punta, mentre per quanto riguarda gli elfi hanno le ali, quindi è facile riconoscerli. Comunque nelle vostre camere ci sono libri illustrati con foto di tutti i consiglieri esistenti."

    A quel punto Bas e Tissi si guardarono intorno stupiti e fu Bas a parlare. La nostra stanza?

    Cris li guardò, si era quasi dimenticato che lui sapeva cose che i suoi fratelli ignoravano.

    Malachite mostrò ai figli le rispettive stanze e i ragazzi rimasero felicemente sorpresi: erano così grandi e fantastiche e tutti quei libri… Chissà quante cose avrebbero potuto imparare, inoltre era fantastico il fatto che ognuno di loro avesse un posto che non era di nessun altro, proprio loro che dormivano tutti nella stessa stanza.

    Bene, avete altre domande? chiese Opale.

    Cris disse: Io ne ho un’altra. I libri in queste stanze sono moltissimi, come possiamo capire dove cercare quando abbiamo un dubbio? Potremmo cercare per giorni senza trovare ciò che serve!

    Malachite rispose: Hai ragione, in ogni stanza ci sono due libricini nel primo cassetto della scrivania, il primo spiega dove trovare il libro che cercate. Ogni scaffale è numerato e basta scrivere con la penna incantata che è appoggiata sulla vostra scrivania che sulle pagine bianche compariranno le coordinate del libro che cercate. L’altro invece non funziona in questa stanza, infatti le informazioni magiche scritte non possono uscire da qui, in pratica nessun libro può uscire da qui, tranne quel libro. Basta scrivere con la stessa penna che ho nominato prima la domanda sulle pagine bianche e apparirà la risposta che potrà vedere solo chi ha il dono della vista. Vi consiglio di provarci.

    Bas, Cris e Tissi si diressero nelle rispettive stanze, videro la penna posta sulla loro scrivania: era una vera e propria piuma. Cris chiese: Bisogna intingerla nell’inchiostro?

    Opale rispose: No, è stato fatto un incantesimo su di essa e può scrivere solo suoi libri di cui vi ha parlato vostra madre, e solo voi vedete ciò che scrive.

    I ragazzi poi si avvicinarono al cassetto e lo aprirono, videro i due piccoli libri, erano gradi come un diario, ricoperti di cuoio, colorati in modo diverso per ognuno di loro: quelli di Cris erano marroni, quelli di Bas blu e quelli di Tissi gialli. Dentro erano bianchi, sulle copertine cerano delle scritte in rilievo, c’era il nome dei ragazzi e, sotto, la scritta Per ogni domanda la rispettiva risposta verrà a tempo debito. Bas che iniziava a capire come funzionava chiese: Quello che c’è scritto sulle copertine lo vediamo solo noi?

    Opale rispose: Inizi a capire! Sì, per gli altri è illeggibile, le scritte sono nella nostra lingua antica, e solo noi equalizzatori possiamo tradurle, provate a fare la richiesta di qualche libro e vedrete.

    Tissi chiese: Quale dei due?

    Quello con scritto ʻIndiceʼ dietro rispose la madre.

    I ragazzi non se ne erano accorti prima, poi Bas aprì il libro e scrisse Dove posso trovare il libro di immagini inerenti ai consiglieri?

    Le lettere comparvero chiare e ben leggibili. Scaffale 3, terza fila partendo dall’alto nella sala centrale. Bas si diresse nella sala esagonale, cercò lo scaffale giusto, salì sulla scala appoggiata a esso e prese il libro. Aveva funzionato, era quello che cercava, lo portò giù per mostrarlo ai fratelli, e insieme guardarono le immagini per distinguere i consiglieri di tutte le razze.

    Mentre sfogliavano le pagine, Opale disse: Malachite, ci stavamo dimenticando dell’empatia!

    Hai ragione!

    I ragazzi li guardarono stupiti, il padre continuò: Dovete sapere che per eseguire il vostro compito vi serve capire da che parte propende la decisione della persona che avete davanti e con il tempo, se vi impegnerete, riuscirete a sviluppare una particolare empatia; sarà più semplice con le persone con cui avete un legame come l’amicizia. Inoltre tra equalizzatori si può parlare telepaticamente.

    I ragazzi erano sorpresi, ma felici. Malachite disse: Bene portate pure via l’altro libricino e tenetelo sempre con voi, non si sa mai, potrebbero attaccarvi; studiate il più possibile, come ha fatto Cris finora, e vedrete che saprete come comportarvi in ogni situazione. Io e vostro padre ora andiamo a dormire, voi rimanete pure quanto volete, ma ricordate che avete bisogno anche voi di dormire. Mentre si avvicinavano alla porta Opale aggiunse: E non infrangete le regole, mi raccomando. Buonanotte!

    Buonanotte! ripeté Malachite. E i ragazzi risposero in coro: Buonanotte! Poi i due adulti uscirono dalla camera lasciando al loro posto la libreria colma di informazioni utili.

    I fratelli si guardarono e rimasero per un po’ a discutere le scoperte. Si sedettero sui divanetti comodi, Tissi si era seduta per terra su un tappeto, mentre Cris raccontò ai fratelli quello che gli era successo, lasciandoli di stucco. Bas era un po’ geloso del fatto che nonostante fosse il maggiore non fosse stato lui a scoprire per primo di avere dei poteri, ma le cose non si possono cambiare, quindi ascoltò il racconto del fratello senza commenti.

    Tissi era preoccupata, e decise di mettersi a studiare per evitare di rischiare la vita.

    Una volta finito il racconto, i ragazzi decisero di passare un paio di ore ritirati nelle rispettive camere a studiare.

    A volte si raggiungevano nelle stanze dell’uno o dell’altro per confrontarsi sulle scoperte fatte; Cris si rese conto di aver imparato molto in quelle poche settimane, cose che per lui ormai erano chiare, come il funzionamento dei loro poteri legato ai sentimenti, per i fratelli erano una novità. Comunque mise a disposizione le informazioni che aveva per aiutarli a studiare più in fretta.

    Verso le tre di notte Cris suggerì di andare a dormire, ma prima si confrontarono sul fatto che sarebbe stato meglio sapere fin da piccoli la verità, erano tutti d’accordo che la scelta dei genitori di proteggerli era comprensibile ma sbagliata, perché ora se fossero stati attaccati sarebbero stati impreparati, e se Cris non fosse stato fortunato avrebbe potuto rimetterci la pelle.

    Concordarono poi di proporre ai genitori di parlare con Nic e Sele che dopotutto erano già maggiorenni e avrebbero almeno potuto cominciare a studiare, dato che i poteri erano in loro dalla nascita, anche se non lo sapevano e quindi non li avevano mai usati.

    Infine uscirono dalla stanza di nascosto e senza fare rumore per non svegliare i piccoli, si diedero la buonanotte e si infilarono sotto le coperte.

    Nessuno dei tre dormì molto. Cris era emozionato: dopo poche ore avrebbe potuto vedere esseri magici e verificare se l’incantesimo aveva funzionato.

    Bas era ancora un po’ pensieroso, perché non era stato lui ad avere i poteri per primo, era forse meno potente del fratello, avrebbe dovuto, per la prima volta nella sua vita, essere il numero due? Non voleva provare quello che provava, dopotutto voleva bene al fratellino, e doveva solo essere felice perché era ancora vivo.

    Tissi era preoccupata, nella sua vita si era sentita all’altezza della situazione poche volte, e se non fosse riuscita a sostenere la forza dei suoi poteri? E se non fosse riuscita a proteggersi dai distruttori o da altri esseri magici di cui ancora non conosceva l’esistenza? O peggio, se non fosse stata in grado di proteggere qualcuno che amava?

    I ragazzi continuarono a pensare fino a che il loro respiro non si fece regolare, le palpebre divennero pesanti e i pensieri si trasformarono in sogni.

    CAPITOLO 5

    Il primo compito

    Erano passate solo poche ore, quando suonò la sveglia e i ragazzi si alzarono a fatica.

    In casa sembrava tutto normale, si lavarono e si vestirono facendo i turni per il bagno e uscirono.

    Sele andava ancora a scuola, Nic aveva deciso di frequentare l’università e quindi si diresse in facoltà. Bas e Cris lavoravano con il padre nella sua ditta di ristrutturazione, mentre Tissi faceva i lavori d’ufficio sempre per la ditta del padre, quella mattina decisero quindi di uscire tutti insieme.

    I tre si guardarono intorno e li videro, tutti i consiglieri. Cris balbettando disse: Li… li vedete anche voi, vero?

    Bas rispose per primo: Sì, ha funzionato, è meraviglioso.

    Tissi rimase un attimo a bocca aperta, poi, riprendendo il controllo (lei non perdeva mai il controllo), disse: Devo andare da un fornitore per prendere dei pezzi di ricambio, poi devo passare da alcuni clienti per far firmare loro dei contratti, quindi è meglio che mi incammini.

    Bas, che era sempre protettivo con tutti i suoi fratelli, replicò: Non so se è il caso che tu vada da sola, che ne dici Cris, la accompagno e poi ti raggiungo alla villa? Papà è andato all’altro cantiere, quindi conviene che tu mi anticipi, e ci vediamo dopo.

    Non ho bisogno della scorta, faccio il mio lavoro da quattro anni e vado sempre in giro da sola.

    rispose Cris. Ma oggi potrebbe esserci la nostra prima missione, o uno di noi potrebbe essere attaccato, io mi sono già difeso un paio di volte, e avrei voluto qualcuno accanto, ve lo assicuro, quindi non iniziare a fare la dura e accetta la compagnia di Bas. Poi aggiunse rivolto al fratello: Io comincio il lavoro e ti aspetto là, se ne avete per tutto il giorno non vi preoccupate, fammi uno squillo e ci vediamo stasera a casa.

    I ragazzi si salutarono e Cris guardò i fratelli allontanarsi, poi prese la bicicletta con la quale si spostava e si diresse verso il suo lavoro.

    Mentre pedalava si guardava intorno, era fantastico vedere i consiglieri sulle spalle di ogni creatura, cercava anche di usare l’empatia, sapeva che i consiglieri non avevano pensieri, non erano né buoni né cattivi, erano solo il mezzo che serviva al mondo per rimanere in equilibrio, e la scelta giusta non era sempre quella buona. Infine sapeva che per usare l’empatia, al contrario che per gli altri poteri, non doveva provare sentimenti, ma doveva essere freddo

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