No Crisi: Consigli e rimedi per risparmiare e vivere meglio
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Book preview
No Crisi - Alessandra Addari
Indice
Titolo
Legal Info
00 - Premessa
01 - L'Abbigliamento
02 - Le Mura Domestiche
03 - Mobili e Suppellettili
04 - Il Risparmio Energetico
05 - Elettrodomestici e Riscaldamento
06 - Detersivi e Detergenti
07 - La Spesa
08 - L'Orto Casalingo
09 - Ricette Economiche e Facili da Preparare
Conclusione
Ringraziamenti
Alessandra Addari
No crisi!
Consigli e rimedi per risparmiare
e vivere meglio
© Arkadia Editore
2013
Collana Eventi 6
isbn 978 88 96412 81 7
Arkadia editore
09125 Cagliari – Viale Bonaria 98
tel. 0706848663 – fax 0705436280
www.arkadiaeditore.it
info@arkadiaeditore.it
Premessa
Lo avrete sentito dire mille volte: Nulla avviene per caso
. Anche questa crisi, che sembrava passeggera, invece non lo è affatto. Allora tanto vale fare di necessità virtù e trovare il lato positivo della situazione. Forse questo periodo di nuova austerità è arrivato giusto in tempo per fermare la corsa al consumismo sfrenato di buona parte degli abitanti del pianeta. Una corsa che questo mondo non è più in grado di reggere. O forse l'austerità è giunta per farci capire che abbiamo creato una società opulenta, ma depressa e spendacciona. Perciò bisogna cambiare e voltare decisamente pagina. Un cambiamento che può iniziare da noi stessi e dal nostro universo famigliare.
Ho pensato perciò di scrivere una piccola guida, ricca (spero) di spunti creativi, anche se non esaustiva, per dimostrare che un mutamento è possibile e fa pure bene al nostro spirito, oltre che al nostro bilancio familiare. Ma come è possibile?
, vi chiederete.
Partendo da una semplice constatazione: per decenni, dopo le privazioni dell’ultimo conflitto mondiale, abbiamo acquistato e buttato via immense quantità di cibo, giornali, vestiti, utensili, elettrodomestici, spendendo veri patrimoni in cose inutili. Il lato ancor più disarmante della questione è che parliamo di oggetti acquistati spesso con i soldi guadagnati con il duro lavoro, particolare che ci ha costretti a stare lontani dai nostri figli, dai familiari, dagli amici, o a privarci dei piccoli piaceri della vita quotidiana, come per esempio leggere un libro, fare una passeggiata… Insomma, questa corsa al consumo senza limiti
ci ha impedito di fare le cose che ci piacciono di più e che faremmo più spesso, se solo trovassimo il tempo.
Già, il tempo. La risorsa più preziosa, quella che più dovremmo centellinare, per non buttarlo via in modo futile. Se usassimo bene il tempo otterremmo molti vantaggi, in tutti i sensi: saremmo di certo più contenti e soprattutto riusciremmo a risparmiare, avendo a disposizione quei momenti utili a ragionare sulle cose. Un esempio tra tanti: potremmo meditare sul perché di una bolletta troppo alta, cercando i rimedi per non consumare le nostre risorse e quelle del pianeta. Già questo sarebbe un ottimo inizio. Oppure, per non andare troppo lontano, avremmo la possibilità di pensare a come utilizzare meglio un vestito che in altri casi butteremmo via; o a come risolvere un piccolo guasto domestico senza dover ricorrere a un esperto.
Tutte riflessioni che ci porterebbero a risparmiare soldi mettendo in pratica piccoli accorgimenti per sprecare meno e usare al meglio quello che abbiamo già. In questo modo potremmo investire i soldi risparmiati in cose più adeguate al nostro essere: viaggiare, andare al cinema, fare sport, dipingere, leggere o lavorare con minore stress. E così ritorniamo al punto di partenza: avere più tempo. Per noi stessi, per chi amiamo, per impiegarlo nei modi che più ci arricchiscono interiormente.
Ma per giungere a questo risultato, ossia per riconquistare gli spazi perduti e vivere meglio, spendendo di meno, dobbiamo affrontare un cambiamento, che ci porterà a sfruttare in modo più intelligente la giornata, le nostre risorse, garantendoci un tenore di vita soddisfacente. Un primo passo per centrare l’obiettivo è re-imparare a fare le cose. Quelle che da troppo tempo siamo abituati a delegare agli altri: aggiustare un rubinetto, mettere a posto una tapparella, cambiare un filtro della vettura, etc.
Da qui si passa ai gradini successivi. Tra parentesi, imparare a non sprecare e riciclare vale anche per la nostra vita, nel senso di non sprecarla rincorrendo oggetti da comprare solo per capriccio o per futilità e, nel contempo, riciclando, se necessario, le nostre capacità: tirando fuori da noi stessi quelle risorse di energia e conoscenza che credevamo aver perduto.
L’auspicio è che questo pratico manuale ci aiuti a riscoprire cosa siamo capaci di fare, ricordandoci quello che ci hanno insegnato i nostri genitori e tirando fuori i nostri talenti, così da riuscire, se occorre, a inventarci un mestiere con il quale campare o quel quid che fa la differenza per salvarci.
Ma da dove cominciamo? Domanda lecita. Per poter rivoluzionare la nostra vita, guadagnare tempo e spendere di meno, occorre mettersi d’impegno. Ma alla fine non è così difficile. I consigli che seguiranno sono di facile applicazione e danno immediati vantaggi. Partiamo dunque dalla casa, per la quale propongo un corso accelerato di… riciclaggio.
Iniziamo a sbarazzarci delle cose inutili, apriamo gli armadi e guardiamo quello che siamo riusciti a conservare in tanti anni. Le sorprese che troveremo saranno veramente tante. Seguendo le pratiche istruzioni, vi accorgerete che ciò di cui avete bisogno è a portata di mano.
Primo passo:
l’abbigliamento
L’abbigliamento
Nonostante la spesa per il vestiario sia notevolmente diminuita in questi ultimi anni, il quantitativo di abbigliamento presente nei nostri armadi è sempre troppo rispetto alle necessità. Perciò, partendo proprio dagli abiti, possiamo dare un contributo all’economia della nostra famiglia con qualche accorgimento che può essere anche molto divertente.
Primo passo: chiudiamo gli occhi e disfiamoci di tutto, ma proprio di tutto quello che non ci serve più. In questo modo gli armadi saranno più liberi, più facili da pulire e sistemare e gli abiti che indossiamo abitualmente resteranno più in ordine e più comodi da trovare. Regalare quello che non serve o che siamo sicuri di non mettere è liberatorio e porta pure bene. Altrimenti si può organizzare a casa propria una festa del baratto, per scambiare oggetti e capi di vestiario che non ci interessano più. Ognuno porta quello che vuole perché quello che non piace a uno può piacere a un altro. Per inciso: liberare l’armadio porta anche un beneficio non secondario; oltre quello dell’ordine e della facile reperibilità dei capi, gli indumenti si usureranno infatti di meno, saranno meno soggetti all’azione del tempo e risparmieremo di conseguenza per pulire sia il vestiario che i loro rispettivi alloggiamenti. Ma andiamo oltre.
Riattare abiti usati
Il passo successivo alla catarsi del proprio armadio è quello di valutare cosa possa essere riutilizzato. Per riattare un abito o adattarlo alle nuove tendenze di moda a volte basta poco in termini di tempo o denaro: in certi casi basta un accessorio, come un nastrino, oppure il cambio dei bottoni. Andiamo a rovistare in una merceria ben fornita, magari portandoci l’abito in borsa e pensiamo a tutte le possibili soluzioni con i vari accessori disponibili, senza far saltare i nervi alla commessa. Non occorre essere sarti o stilisti. Per applicare un elastico in vita a un abito, un fiore di seta per nascondere qualche macchia o nastrini colorati per ravvivarlo, bastano ago, filo e un po’ di buona volontà. Se non lo sapete fare, chiedete a un’amica o leggete i consigli su Internet. Gli strass, per esempio, che fanno molto chic, possono essere applicati con il solo calore del ferro da stiro: nelle mercerie più fornite li vendono persino con disegni già pronti che possono essere applicati sulle tasche dei vecchi jeans, su magliette e maglioni.
Non è solo una questione di risparmio: riattare un vecchio capo di vestiario significa dare valore alle proprie cose, o almeno a quelle a cui teniamo. In questo modo dureranno più a lungo, qualsiasi ricordo si portino dietro.
Fare una borsa dai jeans
Un’idea è quella di trasformare i vecchi jeans in una borsa. Come? Basta tagliarli appena sotto il cavallo, eliminando entrambe le gambe, cucire al rovescio e rigirare. Dalla restante parte dei pantaloni potete ricavare dei manici o la tracolla per la borsa. Le più brave possono aggiungere spille, bottoni e vecchi pizzi ricavati da altri abiti dismessi.
Con la stessa logica del riciclo un maglione lungo può divenire corto, se tagliamo il bordo. O, viceversa, un maglione corto può diventare lungo se aggiungiamo alla base una striscia di tessuto: elasticizzato se ci piace stretto in vita, largo se optiamo per la morbidezza. Possiamo utilizzare lo stesso tessuto anche per le maniche, così da creare un gioco di somiglianze.
Una morbida maglia, ma ormai fuori moda, può divenire il nostro nuovo pigiama. Tutto sta a renderlo comodo, allargando le parti strette o che ci possono dare fastidio. Con un po’ di fantasia, possiamo anche mettere insieme due capi diversi. Le maniche di uno le inseriamo al bustier dell’altro.
Possiamo cambiare i bottoni a un cappotto, scegliendoli magari stravaganti, così da dare un tocco personale al tutto. Oppure possiamo aggiungere un colletto in pelliccia sintetica o in velluto se l’originale è consumato. Ancora, possiamo allungare un abito corto con delle balze di diverso tessuto e fare la stessa cosa nello scollo e nei polsini.
È evidente che per mettere in pratica questi consigli occorre avere una certa dimestichezza con l’ago e con il filo. Ma non spaventatevi. Premesso che non è un problema insormontabile, possiamo sempre rivolgerci a una sarta esperta, posto che ne individuiamo una nelle vicinanze di casa nostra, non sia troppo esosa e, soprattutto, che troviamo il tempo di andarci. Lo so, questo potrebbe significare spendere
un pomeriggio, tra andare-misurare-contrattare il prezzo e ritornare a casa. Ma osserviamo il lato positivo della faccenda: avremmo un capo assolutamente nostro, in tutti i sensi, e sicuramente ci costerebbe meno che acquistarlo in qualsiasi negozio. Se poi riusciamo a farlo con le nostre mani, tanto di guadagnato!
Come riciclare una maglietta
Anche le magliette, se ne vale la pena, possono rinascere a nuova vita, trasformandosi in un gilet o in una canotta. Stendiamola in un tavolo e con l’aiuto di un gesso disegniamo lo scollo all’altezza del giro manica e del girocollo. Tagliamo con le forbici scollando abbondantemente, non occorre cucire perché il tessuto delle t-shirt si arrotola ai bordi. Possiamo aggiungere qualche pizzo qua e là ed ecco una sexy lingeria. Se poi proprio non possiamo riadattarla, ricordate che può fungere in modo perfetto come straccio per spolverare.
Come accorciare un paio di pantaloni o un altro indumento
Infilarsi il capo (pantaloni, maglione, gonna) da accorciare; prendere le misure rigirando la parte da eliminare verso l’interno e appuntarla con gli spilli (per questa operazione si può chiedere aiuto a un’altra persona). Una volta prese le misure rigirare il capo al rovescio e con un metro da sarta fare in modo che l’orlo sia di altezza uguale per tutto il perimetro della parte da accorciare. Appuntare gli spilli per avere un punto di riferimento e poi rifinire, con la macchina da cucire se c’è (oggi in commercio ne vendono di tutti i tipi, anche portatili e comode da riporre), oppure a mano con l’ago e il filo così come viene (senza tirare troppo per non creare grinze), tanto al rovescio