Ninnananna velenosa
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Dieci favole della buona notte.
Dieci ninnananne velenose, che venefiche, vi accompagneranno in quella dimensione, tra sonno e veglia, in cui i demoni possono prendere forma.
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Book preview
Ninnananna velenosa - Rhiannon Mclarty
Ringraziamenti
Introduzione
Non è per tutti l'Oscuro Cammino.
E' necessario deviare dalla Strada Maestra per poterlo imboccare, come è necessario essere in
grando di udirne il richiamo.
Esso possiede una Voce, un Canto, crepitante e sottile come il rumore delle fragili foglie scecche in
autunno, quando il primo vento gelido, implacabile, comincia a sferzarle.
Il Cammino è lungo, tortuoso e simile ad un sentiero campestre, si snoda all'interno della nostra
anima, passando per i più profondi recessi della mente, fino al più nero e nascosto anfratto del
nostro cuore; approdando finalmente al nostro spirito, dove porteremo la più brillante delle
Oscurità.
Durante il Viaggio vedremo cose di noi stessi che mai avremmo creduto di possedere, visioni che
gli altri esseri umani solitamente rifiutano, desideri nascosti, sogni ed incubi da cui tutti
scapperebbero. Invece di rifuggirli noi Viaggiatori li abbracciamo, incondizionatamente, senza
remore, crogiolandoci in loro e divenendone addirittura dipendenti. Accettando ciò che siamo nella
luce così come nel buio....amando l'Oscurità che c'è in noi.
Arrivati a questo punto, il Viaggiatore sarà in grando di usare la sua Oscurità, come un dono, dargli
respiro, vita, voce e fondersi con essa in modo da divenire una cosa sola.
La Vostra Oscurità e Voi stessi diverrete indissolubili tanto che separati nessuno dei due
sopravviverebbe, sciogliendosi come l'acqua fà anche con il più bello dei disegni.
Non è per tutti l'Oscuro Cammino.....chi decide di seguirlo sarà chiamato folle e visionario, nel
migliore dei casi, sognatore. Sarà abbandonato, indesiderato, scomodo. Suciterà terrore e disagio
nei più che hanno scelto la Strada Maestra.
Il Viaggiatore sarà un solitario, anche se, durante il Cammino, potrebbe incontrare altri che hanno
deciso di seguire lo stesso Canto. Cammineranno quindi insieme, forse solo per un breve tratto,
forse per l'eternità, sotto un cielo senza stelle ma con una sfolgorante luna di metallo sopra le loro
teste.
L'Ocurità e i suoi doni non sono per tutti.....solo per poche.....pochissime Anime, che rimarranno
sempre sole, anche quando saranno circondate da una folla intera.
Ma in cambio.....oh....in cambio....non ho neppure io parole per spiegare cosa avrete.
Le favole della buonanotte
Dall'altra parte dello specchio
Era sempre molto difficile riuscire a trovare il coraggio di uscire, aveva
continuamente il terrore di imbattersi nelle creature.
Ormai sapeva che le creature rimanevano ad aspettarlo e che le avrebbe trovate
ogni qual volta si fosse avventurato fuori da casa.
Non sapeva con esattezza quando i suoi occhi avevano perso quel velo che li
ottenebrava e che gli impediva di vedere cosa realmente lo circondava; si
ricordava che all'inizio erano solo piccoli sprazzi di verità quelli che lo
illuminavano
; ecco come chiamava queste sue visione, illuminazioni
. I segnali
erano cominciati in sordina, attimi in cui le sue iridi riuscivano a penetrare il
velo
e a mostrargli la pura realtà. Occhi crudeli e malvagi, forme mostruose,
pelle putrida da cui spiccava il bianco brillante delle ossa informi. Nulla lo aveva
preparato a ciò che gli si era palesato e tutta la sua vita era piombata in una
sorta di incubo lucido da cui non c'era modo di svegliarsi.
Il motivo di questa mutazione gli era ancora del tutto oscuro, anche se durante
le sue lunghe notti insonni, aveva cominciato a maturare una convinzione a cui
ancora non riusciva a dare consciamente credito.
Dopo mesi si sentiva ormai psicologicamente stanco e fisicamente prosciugato;
aveva lentamente smesso quasi di mangiare riducendo i suoi pasti a frugali
spuntini durante la giornata, in oltre soffriva di terribili mal di testa dovuti ad
una leggera forma di febbre cerebrale che lo aveva colpito da qualche settimana.
L'unico luogo sicuro era la sua casa, che considerava uno degli ultimi baluardi
della razza umana.
Erano mesi ormai che non comunicava più con nessuno, l'ultima volta che era
stato in mezzo a quella che un tempo avrebbe chiamato gente
, risaliva
all'ultimo giorno in cui era andato al lavoro.
La giornata era trascorsa in modo tranquillo, tranne i suoi sempre più frequenti
momenti illuminati. Tutto era accaduto verso le cinque del pomeriggio quando si
era recato in archivio per prelevare alcuni vecchi documenti da esaminare.
A quell'ora gli impiegati erano già andati via e il magazzino era completamente
deserto. Si infilò nella corsia centrale e accese la piccola luce posta sugli
scaffali, fu allora che sentì il grugnito provenire da una delle corsie laterali
immerse nella penombra. Rimase in ascolto per qualche secondo ma il silenzio
era ripiombato sul magazzino, Si avvicinò alla scaffalatura e iniziò a cercare i
documenti; il grugnito si ripeté ancora, questa volta più forte di prima e seguito
da altri suoni che non riuscì a distinguere. Riluttante e impaurito cercò di
seguire quei suoni attraverso le isolate e buie corsie del magazzino per trovarne
l'origine. Le percorse in silenzio attento ad ogni minimo rumore, trattenendo
quasi il respiro, e fu allora che la vide.
La creatura era li, proprio davanti a lui, la pelle putrida ricoperta di una patina
umida e giallastra e le lunghe protuberanze simili a tentacoli avvolgevano e si
strusciavano in modo osceno contro il corpo di un uomo completamente privo di
volontà. La creatura grugniva in continuazione intenta in quella che percepì come
una sorta di prosciugamento vita del malcapitato.
Quella scena lo riempì di disgusto e orrore a tal punto che per qualche secondo
non riuscì ne a muoversi ne a respirare. Solo quando una delle protuberanze
tentacolute si insinuò all'interno dei calzoni dell'uomo, si scosse da quel torpore
e silenziosamente, attanagliato dalla paura, scomparì lungo la corsia da cui era
arrivato.
Scappò letteralmente via dall'ufficio, senza dire una parola a nessuno dei suoi
colleghi di lavoro, senza neppure degnarli di uno sguardo, lasciando ogni cosa
sparsa sul suo tavolo. Cercando di mantenere un' atteggiamento calmo si
rendeva conto di essere comunque osservato, sentiva che tutti gli occhi gli
erano puntati addosso e non lo lasciarono fino a quando non oltrepassò la porta
d'ingresso.
Soltanto quando fu al sicuro nel suo appartamento, guardandosi allo specchio
si rese conto di avere un'ampia ciocca di capelli bianco latte.
Quell'esperienza lo aveva segnato sia psicologicamente che fisicamente
mettendolo fuori combattimento per alcuni giorni, quando si fu leggermente
ripreso, telefonò all'ufficio comunicando il suo volontario licenziamento.
Da quel momento la sua vita ebbe una svolta che lo precipitò in vertiginose
discese fino a toccare gli oscuri abissi della sua mente, alternando momenti di
lucidità a momenti di illuminazione
.
Con il tempo aveva compreso che queste creature erano sempre state tra gli
uomini, si occultavano alla loro vista assumendo un aspetto umano e
prosciugandoli della loro energia vitale. Successivamente all'episodio svoltosi
nel magazzino, il velo
era definitivamente caduto lasciando liberi e illuminati i
suoi occhi; ora poteva vederle chiaramente e comprese che la verità era ancora
più allucinante di ciò che si era immaginato. Le creature erano letteralmente
ovunque, insediate in ogni dove, per le strade, sui mezzi di trasporto, nei negozi
e nelle case. Insidiavano e rubavano l'energia vitale degli uomini, che ignari, si
sottomettevano a tutto ciò senza ribellarsi.
Se solo avessero potuto vedere veramente cosa c'era sotto il velo
, gli occhi
liquidi e malvagi, i denti aguzzi e le bianche ossa deformi che spuntavano da
quella putrida pelle verdognola ricoperta da una fetida patina giallastra simile al
liquame prodotto dalla decomposizione.
Chissà se qualcun altro riusciva a vedere la verità o se solo lui ne era capace, ma
sembra che nessuno si accorgesse di nulla. Aveva cominciato ad uscire sempre
di meno, tappandosi nel suo appartamento come