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Sfida
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Sfida

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About this ebook

Giochi politici, terrorismo, rinfocolamento delle guerre…Perdita del valore della vita umana. Tutta questa situazione la odia la giovane artista russa Margò Amelina, perciò decide di sfidare i trafficanti di armi. Sembra che la sua vendetta per l’omicidio del suo fidanzato in Cecenia, inizi a realizzarsi, fino a quando non si incontra con l’ultima delle sue vittime designate - Aleksander Romanovich. Uno dei suoi quadri, venduti ad Aleksander, inizia il suo impatto psicologico - il fratello di Aleksander muore. L’artista cade nelle mani dell’assassino...
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateMar 3, 2015
ISBN9788891177742
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    Sfida - Alla Poplavskaya

    633/1941.

    1

    La città si stava svegliando, quando la sirena dell'auto della polizia annunciò la tragedia, sconosciuta a tutti coloro, che si affacciavano alla finestra per guardare cosa stesse succedendo.

    L'auto,dopo aver girato in una stretta via interna, si fermò bruscamente. Poliziotti armati saltarono fuori della macchina, formando subito un cordone intorno alla casa per la possibile cattura dei banditi. Tre uomini armati corsero verso il portone, tenendo a portata di mano le pistole e velocemente salirono al secondo piano. La porta dell'appartamento al numero ventiquattro si spalancò, e in silenzio i poliziotti entrarono dentro. Una donna matura, di aspetto molto curato si gettò subito tra gli uomini in uniforme. Il suo viso sembrava quello di un pazzo, con gli occhi spalancati e spaventati, con mani tremanti, che si aggrappavano ai poliziotti nella speranza di ottenere il loro aiuto. Lo spavento vissuto metteva in confusione i suoi pensieri, ostacolando il ritorno in se. Perciò la donna non riuscì a dare nessuna spiegazione agli uomini e seppe solo indicare con la mano la stanza da letto.

    La porta della stanza fu aperta. Due polizioti entrarono uno dietro l'altro. Il corpo dell'uomo era impiccato a una corda sottile; il suo corpo massiccio inclinato su un lato, i piedi nudi appesi in aria, la sedia bianca per terra poco distante dalle pantofole. La vista macabra costrinse gli uomini a ritrarre lo sguardo per qualche istante.

    - Cosa ne pensi di tutto questo? Questo è il terzo caso.

    La voce dei due poliziotti ruppe il silenzio. L'uomo sui quaranta, con capelli corti e un grande mento quadrato, iniziò a parlare, rivolgendosi al suo collega più giovane.

    - Purtroppo, questo è già il quarto caso. Non conti quell'altro con l'incendio?

    L’altro uomo, molto alto, con gli occhi scuri guardò il suo collega con sorpresa. Dopo di nuovo gettò il suo sguardo sull'uomo impiccato e aggiunse:

    - Il quarto caso, e siamo ancora fermi, non abbiamo nessun sospetto – solo cadaveri... I capi non sono contenti del nostro lavoro, certo, tutto pulito...ma è possibile una cosa del genere? Hai qualche idea su questo?

    L'uomo più anziano ridacchiò, guardando la squadra di uomini in tute bianche, che gli sembravano formiche, che si trascinavano per terra vicino alle mura, scavavano nella spazzatura, cercando la strada giusta. Osservava gli agenti della polizia scientifica con attenzione, ma in realtà il suo cervello freneticamente cercava tutte le soluzioni possibili del caso. L'uomo scosse la testa.

    - Sì, i capi non sono soddisfatti del nostro lavoro. Però poco tempo fa abbiamo ricevuto l'ordine da loro di lasciare questo strato oscuro della società! E ora hanno delle pretese! Ma che diavolo!

    L'uomo si fermò e guardò il suo compagno. Lui sapeva, che il suo collega più giovane di nome Vladimir, o semplicemente Vovka possedeva un fiuto eccezionale, e perciò contava pure su di lui. Ma purtroppo nessuna delle sue versioni aveva funzionato. Il tempo passava e persone importanti venivano ammazzate . E nessuno per ora era in grado di fermare questo misterioso flusso di morti, che sembrava non avesse una causa. Ora, Michael cominciò a dubitare non solo delle capacità del suo compagno, ma anche delle proprie.

    Il volto di Vladimir ricordava una maschera. Le sopracciglia si erano accostate sul naso, gli occhi socchiusi, e lo sguardo diventò irriconoscibilmente estraneo e duro.

    - Io... ho qualche idea... E ne abbiamo già parlato prima, quando abbiamo ricevuto il no del capo. Anzittutto, io sospetto tutti coloro che si occupano di quel business, cioè dobbiamo controllare tutti quelli che hanno a che fare con quegli sporchi affari. Dobbiamo iniziare dalle figure più importanti. Non possiamo sapere, chi di loro sarà la prossima vittima del destino avverso o semplicemente dell'assistente, che non riusciamo a trovare. In ogni caso non credo nei casi di semplici suicidi. Le persone troppo ricche e potenti non possono suicidarsi senza nessuna ragione!

    Il solito sangue freddo per un attimo lasciò l'uomo, e la rabbia si fece viva. Lui strinse la mascella e il suo sguardo accompagnò il defunto, che i medici dell'ambulanza portarono a soli due passi da lui. La tensione interna del giovane aumentava a causa della propria impotenza e impossibilità di risolvere il puzzle. Vladimir iniziò a ragionare a voce alta:

    - L'autopsia può mostrare la vera causa della morte. Anche se ... non credo che troveranno qualcosa di importante. Nei casi precedenti è tutto pulito, tutto. E sono sicuro, che se non interferiamo nell'attuale corso degli affari di questo chiuso e sporco circolo non possiamo fare più di tanto.

    Ora Vladimir guardò bieco il suo compagno Michael. Erano già anni che loro due lavoravano insieme. Le loro idee, pensieri, ragionamenti spesso coincidevano, portando alla scoperta di gravi reati. Vladimir era sicuro, che il suo compagno più vecchio condivideva la sua opinione.

    Ma Michael non rispose subito. In realtà pensò la stessa cosa, il problema fu un'altro. Si interessò già qualche giorno fa della possibilità di iniziare ad indagare i rappresentanti inviolabili del business oscuro, solo che la risposta non era mai arrivata. Da questo cerchio di persone meglio stare lontani, - disse allora il vice direttore dei servizi segreti. Solo che ora le cose oltrepassavano tutti i confini: quattro suicidi in meno di due mesi. Michael non riusciva ancora a credere, che non avessero ancora trovato nessun indizio. Anche se ... se avessero avuto libertà d'azione completa, chissà, forse l'assassino sarebbe già nelle loro mani ...

    - Certamente hai ragione, - rispose finalmente Michael, ragionando ancora, - sicuramente non c'e la faremo se non disturbiamo la parte più dolce della torta.

    L'uomo cercò una battuta, provando a sdrammatizzare in qualche modo la situazione, ma le sue parole suonavano noiose.

    - Spero solo che non ci avveleniamo con questo boccone ghiotto, - continuò lui.

    I suoi occhi iniziarono a cercare inconsciamente il sostegno del suo collega.

    - In ogni caso, sono sicuro che questa volta cambierà tutto, - aggiunse Michael, toccando inconsciamente la pistola sul lato destro, in attesa della risposta di Vladimir.

    - Non ne dubito!

    Vladimir invisibilmente sorrise, per l'ennesima volta loro due condivisero il pensiero.

    ***

    L'alta figura di Vladimir si stava velocemente avvicinando al grande edificio grigio. Sembrava, che cielo denso e i muri si congiungessero in un'unico infinito spazio fosco. L'uomo diventò gobbo ed incrociò il suo mantello sul petto. Sullo sfondo dell'edificio squallido notò subito Michael, che camminava su e giù. Vladimir sorrise, vedendo il suo collega agitato.

    L'uomo velocemente attraversò l'incrocio, trovandosi in un lampo accanto al suo collega.

    - Scusa, c'era tanto traffico, - disse a Michael senza salutarlo. Erano già in ritardo.

    Gli uomini entrarono subito dentro, l'attesa e l'ansia riempì l'aria cosi in fretta, che tutti e due sentirono il calore nel petto sempre più forte. Un lungo ampio corridoio finalmente terminò, e gli uomini si guardarono l’un l'altro in silenzio. Si avvicinarono alla porta a sinistra con una lucida targhetta con il nome del loro capo Victor A. Amelin, vice direttore dei servizi segreti.

    Michael bussò alla porta, e la voce del vice direttore con un tocco di animo cattivo incontrò gli uomini sulla soglia.

    - Siete quasi in tempo! In ritardo di dieci minuti!

    Michael voleva dire qualcosa per giustificarsi, ma cambiò idea. C'era da fare ancora un lungo discorso, ed il compito sembrava difficile. L'uomo aggrottò le ciglia, come il suo compagno, aspettando nuovi ordini del capo.

    Victor Amelin si avvicinò agli uomini e guardò negli occhi di ognuno di loro. Mise le mani dietro la schiena e andò verso la finestra. Il suo silenzio poteva dire solo una cosa – il capo voleva avvertire gli uomini dell'estrema importanza della situazione.

    - Sono riuscito a concordare alcuni punti, perciò ho ricevuto il permesso per eseguire un'indagine nel chiuso circolo di alcune persone, - iniziò Victor Amelin, continuando a guardare dalla finestra, - ho un piccolo elenco, ma voi iniziate subito dal soggetto più importante. E penso, che avete già sentito parlare di questa persona – è Alessandro Romanovich.

    In quel momento Amelin si voltò per vedere la reazione dei suoi uomini più fidati. Evidentemente, l'espressione dei loro volti lo aveva soddisfatto, perciò lui sorrise invisibilmente e continuò:

    - Questo tipo, per quanto ne sappia, è il capo di questa brigata, la quale adesso è stata presa in trappola. Romanovich lavora a livello internazionale, questo significa che l'Africa, l'Asia e il vicino oriente sono i suoi clienti. Devo ammettere che il ragazzo ha delle brillanti capacità. Il suo nome suona in molte lingue. Lui è il grande padrone dei suoi affari – qualsiasi borsa finanziaria vi confermerà questo. Ma c'e anche un altro piccolo affare , con il quale gli piace giocare di più.

    Victor Amelin si fermò per fare una pausa. Poi abbassò la voce e disse:

    - Quello che vi dico ora sono solo supposizioni, e vi chiedo di far in modo, che nessuna parola esca dalle vostre bocche fuori da questo ufficio!

    Gli uomini annuirono. E Amelin continuò: - Alessandro Romanovich è molto pericoloso perchè, conosce i punti dei conflitti militari in anticipo, perciò è sempre il primo a portarci le sue armi. E per questo motivo lui sicuramente ha tanti nemici sia nel suo circolo, sia fuori da esso. Qualcuno è sicuro, che proprio lui potrebbe essere la prossima vittima dell'assassino sconosciuto.

    Victor Amelin si fermò, prese un pacchetto rosso di sigarette e di nuovo ne accese una. Le onde di fumo si alzavano, e l'uomo continuò:

    - Una volta ci siamo già interessati a questo caso, ma allora lo avevamo lasciato in pace. Anche se sapevamo che faceva affari sporchi. Non avevamo nessuna prova, per il suo potere creato con questi affari.

    Un altro colpo di tosse interruppe la frase. Amelin non riusciva a smettere di fumare, anche se da un'po soffriva di tosse acuta. Finalmente l'uomo si senti meglio e continuò:

    - Adesso, sicuramente, quel’bravo affarista" ha bisogno del nostro aiuto. Anche se avrà migliaia di guardie del corpo. Fino ad oggi resta anche il mistero di come lui riesca a sapere tutte le azioni militari in anticipo e arriva sempre per primo! Lo rispettano e nello stesso tempo hanno paura di lui. Lui è molto importante per tanti.... Secondo me, bisogna eseguire indagini in due direzioni. La prima – è che Romanovich può essere la prossima vittima dopo l’ultimo caso di Shpadov, e la seconda – lui ha cosi tanti nemici, e chi lo sa, se non è lui che ha deciso di pulire il circolo! Suona troppo brusco, ma dobbiamo essere pronti a tutto... Avete capito quali saranno le prossime azioni?

    Il volto di Michael diventò ancora più serio, e sembrava che si muovevano solo le labbra quando rispose:

    - Si, signor colonnello, ho capito il piano. Possiamo iniziare?

    Amelin si fermò davanti a Vladimir, quando sentì la risposta dei due:

    - Si, signor colonnello!

    - Ottimo, - rispose Victor Amelin, - vi dò queste informazioni, con nomi, indirizzi etc. Tutto il necessario per iniziare. E....state attenti ragazzi!

    Michael si affrettò a mettere la carta nella tasca interna, e il capo gli diede subito una pacca sulla spalla:

    - Ora potete iniziare! Informatemi subito appena sapete qualcosa. Buona fortuna ragazzi!

    - Grazie, colonnello, - risposero gli uomini, si salutarono e uscirono dall'ufficio.

    I pensieri di Amelin erano confusi, andando in direzioni diverse. L’indagine aveva inizio, ma l'esito...chissà...poteva essere fatale...

    I passi degli uomini, che si

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