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Spaesati #1
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Ebook58 pages51 minutes

Spaesati #1

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About this ebook

Questo, nel tipico paese toscano dove ancora non si è perso quel rapporto fra la gente, di amicizia e di sfottò. Lì dove si intrecciano parentele, convivenze e strani amori.
Delle persone di paese si sa tutto: là non è come in città, che ci si vede poi subito ci si perde… dietro un portone, in un autobus oppure in una metrò e non si sa più nulla l’uno dell’altro. Nel paese, se la persona la si fatica a riconoscere, si dice: “E’ figlio o nipote di tizio”. E questo basta.
Ogni macchietta, in questa storia, pare essere una caricatura: quasi come in un fumetto; e, forse, in realtà, caricature tutti siamo, agli occhi di un buon osservatore. E’ per questo che, a mio giudizio, è facile riconoscersi in uno o in qualcuno di questi personaggi. In fin dei conti, perché negarlo, in questa vita siamo tutti un po’… “Spaesati”!
LanguageItaliano
Release dateSep 14, 2015
ISBN9788869790218
Spaesati #1

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    Spaesati #1 - Emanuele Upini

    Emanuele Upini

    Spaesati#1

    Proprietà letteraria riservata.

    © 2015 Emanuele Upini

    © 2015 Cerebro Editore, Milano

    cerebro-editore.it

    Tutti i diritti riservati.

    Nessuna parte di questo libro può essere usata, riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi senza l’autorizzazione scritta dell’autore.

    Nomi e marchi citati nel testo sono generalmente depositati o registrati dalle rispettive case produttrici.

    Concept, impaginazione e grafica di Emanuele Upini.

    Illustrazione di copertina di Mauro Gulma.

    ISBN 9788869790218

    Emanuele Upini

    SPAESATI #1

    Al dolcissimo Fru Fru, mio tenero eroe, fratello e amico, che, nella (unica) occasionale circostanza della stesura del testo del presente racconto, ho finto – tremendamente e difficoltosamente -- di non amare.

    Prefazione

    Emanuele Upini: un Autore… anzi, un upinatore (mi sto assolutamente convincendo del fatto che il suo cognome derivi proprio dall’espressione opinare o, più probabilmente, viceversa: è in realtà l’etimologia del verbo, che riporta al suo cognome). Dal fumetto alla narrativa e anche altro… contempla uno sfogo virtuoso, determinato e con azzardo.

    Di sicuro ha una dote da artista: lo si vede da come osserva i personaggi, coglie sempre in loro il lato interessante e, se manca qualcosa, gli dà una pennellata, una rifinitura di colore.

    Qui ci racconta una storia di paese, una storia dove i due protagonisti, anche se profondamente diversi, sono amici fra loro: amici per dovere di paese, di conoscenza o di età. Amici, comunque.

    Miscelando come in un cocktail realtà e fantasia, con humour ne narra una divertente storia arricchita da particolari di tanti altri personaggi...

    Questo, nel tipico paese toscano dove ancora non si è perso quel rapporto fra la gente, di amicizia e di sfottò. Lì dove si intrecciano parentele, convivenze e strani amori.

    Delle persone di paese si sa tutto: là non è come in città, che ci si vede poi subito ci si perde… dietro un portone, in un autobus oppure in una metrò e non si sa più nulla l’uno dell’altro. Nel paese, se la persona la si fatica a riconoscere, si dice: E’ figlio o nipote di tizio. E questo basta.

    Ogni macchietta, in questa storia, pare essere una caricatura: quasi come in un fumetto; e, forse, in realtà, caricature tutti siamo, agli occhi di un buon osservatore. E’ per questo che, a mio giudizio, è facile riconoscersi in uno o in qualcuno di questi personaggi. In fin dei conti, perché negarlo, in questa vita siamo tutti un po’… Spaesati!

    Mireno Scali

    giornalista e attore

    Disegnare, scrivere, raccontare…

    Certo che ne è passato di tempo, da quando ancora bambino tenevo tra le mani i giornalini a fumetti che mio nonno, per farmi stare buono, mi passava di tanto in tanto dall'edicola di famiglia. Io spesso mi mettevo sul gradino dell'ingresso di bottega, in sua compagnia, per gustarmi quelle che già allora consideravo meraviglie della nona arte. Al principio, in quegli anni, non sapevo neppure leggere ancora; così, guardando vignette di storie di Topolino, Cucciolo, Tiramolla, Braccio di Ferro e Geppo, fantasticavo immaginandomi le vicende, i risvolti, i dialoghi racchiusi nelle nuvolette di quei personaggi disegnati da autori come Dossi, Rebuffi e Bottaro. Mi inventavo storie, si può dire, tutte mie, parallele a quelle raccontate dalle testate della Disney, della Alpe e della Bianconi/Metro. Mi rileggevo le diverse (e diverse sotto ogni significato del termine) avventure come più piacevano a me, o alla mia inventiva; e capitava anche che, non contento, riprendevo poi più avanti nuovamente da capo perché non tornava magari la mia storia con quelle che potevano essere altre pieghe meglio proposte dalle vignette delle pagine ancora da sfogliare. Credo tale esercizio abbia fortemente contribuito a sviluppare una creatività ed una fantasia che sicuramente avevo già predisposte, insite in me.

    Non so dire se, oggi, sia io più prestato alla letteratura, dal mondo del fumetto, oppure viceversa: dato che come vignettista ho incominciato, a livello nazionale, a collezionare testate (e ancora non troppe) con le quali posso già dire di aver collaborato. Oltremodo, all'albetto che tenete tra le mani - non fatto di vignette bensì scritto - ho voluto rendere una immagine più fumettosa, confezionandolo con una copertina a ricordare il classico formato orizzontale a strisce. Quello della nona

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